Tesori di arte barocca
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Tesori di arte barocca, Ex Dogana dei Grani, Atripalda (AV)
Dal 08 Marzo 2014 al 31 Marzo 2014
Atripalda | Avellino
Luogo: Ex Dogana dei Grani
Indirizzo: piazza Umberto
Orari: 9-19
Enti promotori:
- Soprintendenza BSAE di Salerno e Avellino
- Provincia di Avellino
- Fondo Edifici per il Culto del Ministero dell’Interno
- Comune di Atripalda
- Comune di Castelbaronia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0825 626586
E-Mail info: paola.roca@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.provincia.avellino.it
Sabato 8 marzo 2014, alle ore 17:30, nell’aula centrale della dogana dei grani di Atripalda sarà presentata al pubblico la mostra dal titolo Tesori di arte barocca nella chiesa di Santo Spirito di Castelbaronia. La Soprintendenza per i BSAE per le province di Salerno e Avellino ha realizzato la mostra Tesori di arte barocca nella chiesa di Santo Spirito di Castelbaronia con l’intento di fornire un valido contributo alla conoscenza della cultura artistica di Castelbaronia non ancora oggetto di studi sistematici, nonché di sensibilizzare il pubblico alle bellezze storico-artistiche del nostro territorio, valorizzando e rendendo fruibile ad un’utenza più vasta un patrimonio poco conosciuto, ignorato o negletto. Gli obiettivi e le finalità del progetto sono rivolti a rinnovare l’impegno della Soprintendenza ad accogliere e promuovere iniziative di alto profilo verso il territorio; ad intercettare e qualificare un flusso turistico su iniziative che garantiscano all’Irpinia un valore aggiunto in termini di identità culturale; a valorizzare il ruolo che svolge la Dogana dei Grani come polo culturale della Valle del Sabato con particolare attenzione ad una politica di promozione didattica dei beni culturali. Saranno esposte in mostra circa 80 opere tra reliquiari, statue e dipinti provenienti dalla chiesa di Santo Spirito di Castelbaronia, un gioiello d’arte barocca quasi sconosciuto in quanto l’edificio è chiuso al culto da più di mezzo secolo.
La chiesa che presenta ancora oggi l’originario impianto architettonico barocco slanciato ed elegante, costituito da una sola navata voltata a botte e decorata con stucchi e cornici, è documentata come già esistente nel 1623 quando si cominciò la costruzione dell’annesso convento francescano commissionato dalla famiglia De Ponte, feudatari del luogo. Nel XVII secolo venne arricchita da manufatti artistici di gran pregio, frutto di donazioni, committenze o lavorazioni dei frati medesimi, come l’artistico altare maggiore e gli armadi reliquiari in legno scolpito, dipinto e dorato, e una gran copia di reliquiari che si può ipotizzare siano produzione di una bottega d’arte nata all’interno dell’Ordine dei Minori Francescani della provincia meridionale, aggiornata sui canoni affermatisi nella capitale del Regno nel corso della transizione dal naturalismo al barocco e dal barocco al rococò, ancorché per alcuni versi attardata su stilemi precedenti.
La lipsanoteca comprende una serie di reliquiari di forme diverse - ottagonali, rettangolari, a fiore, a palma, ad urna, a festone – e otto busti di scuola napoletana ascrivibili alle botteghe di Giuseppe Fiorillo e Domenico Di Nardo. Saranno inoltre esposti in mostra una serie di dipinti ad olio su tela e statue raffiguranti santi francescani, ordine presente nel convento sino alla soppressione postunitaria del 1867 quando fu stabilita la definitiva chiusura dell’intera struttura, in applicazione della legge 17 febbraio 1861 decretata da Pasquale Stanislao Mancini, uno dei più illustri uomini di Castelbaronia. L’edificio sacro e tutto il suo ricchissimo corredo di opere mobili, di proprietà del Fondo Edifici per il Culto del Ministero dell’Interno dalla seconda metà del XIX secolo, sono stati restaurati a cura delle due Soprintendenze di settore e nel prossimo 2014, previo accordo tra il FEC e la Curia di Ariano Irpino e Lacedonia, saranno fruibili a seguito della riapertura al culto dell’edificio.
La chiesa che presenta ancora oggi l’originario impianto architettonico barocco slanciato ed elegante, costituito da una sola navata voltata a botte e decorata con stucchi e cornici, è documentata come già esistente nel 1623 quando si cominciò la costruzione dell’annesso convento francescano commissionato dalla famiglia De Ponte, feudatari del luogo. Nel XVII secolo venne arricchita da manufatti artistici di gran pregio, frutto di donazioni, committenze o lavorazioni dei frati medesimi, come l’artistico altare maggiore e gli armadi reliquiari in legno scolpito, dipinto e dorato, e una gran copia di reliquiari che si può ipotizzare siano produzione di una bottega d’arte nata all’interno dell’Ordine dei Minori Francescani della provincia meridionale, aggiornata sui canoni affermatisi nella capitale del Regno nel corso della transizione dal naturalismo al barocco e dal barocco al rococò, ancorché per alcuni versi attardata su stilemi precedenti.
La lipsanoteca comprende una serie di reliquiari di forme diverse - ottagonali, rettangolari, a fiore, a palma, ad urna, a festone – e otto busti di scuola napoletana ascrivibili alle botteghe di Giuseppe Fiorillo e Domenico Di Nardo. Saranno inoltre esposti in mostra una serie di dipinti ad olio su tela e statue raffiguranti santi francescani, ordine presente nel convento sino alla soppressione postunitaria del 1867 quando fu stabilita la definitiva chiusura dell’intera struttura, in applicazione della legge 17 febbraio 1861 decretata da Pasquale Stanislao Mancini, uno dei più illustri uomini di Castelbaronia. L’edificio sacro e tutto il suo ricchissimo corredo di opere mobili, di proprietà del Fondo Edifici per il Culto del Ministero dell’Interno dalla seconda metà del XIX secolo, sono stati restaurati a cura delle due Soprintendenze di settore e nel prossimo 2014, previo accordo tra il FEC e la Curia di Ariano Irpino e Lacedonia, saranno fruibili a seguito della riapertura al culto dell’edificio.
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