Giulia Laddago. Can you see me?
Dal 14 Marzo 2014 al 11 Aprile 2014
Bitonto | Bari
Luogo: Officine Culturali di Bitonto
Indirizzo: largo Gramsci 7
Orari: da lunedi a venerdi 9-21
Curatori: Amalia Di Lanno
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: info@officineculturali.it
Sito ufficiale: http://www.officineculturali.it
Nell’ambito del progetto culturale 10x10, dieci artisti per dieci mesi, riformulato in seconda edizione da Amalia Di Lanno, si inaugura venerdì 14 marzo 2014 alle ore 20 nella sala espositiva del Laboratorio Urbano Officine Culturali di Bitonto (Ba) la mostra fotografica Can you see me? di Giulia Laddago.
Una semplice domanda. Una richiesta di conferma. O un tentativo di autoaffermazione. Can you see me? Un progetto di riflessione, indagine, ricerca che Giulia Laddago propone e sviluppa in due percorsi espositivi e due modalità operative differenti.Tematica centrale è l’atto visivo come ‘strumento’ esplorativo determinante in un’ottica di consapevolezza identitaria personale e sociale. Laddago esamina e focalizza l’attenzione sul senso del vedere e sulla successiva pratica del guardare, determinante nella percezione della realtà mediata dall’occhio di chi osserva. Vengono poste in luce due riflessioni, il vedere legato ad una visione di superficie, immediata e istintiva, e il vedere nella sua accezione, potremo dire contemporanea, in termini di influenza social-mediatica. Citando l’autrice «Accecati dal visibile, noi cittadini del XXI° secolo ci muoviamo facendoci strada, cercando qualcuno ancora in grado di vederci». L’interrogativo nell’iter progettuale risulta quanto mai pertinente: siamo alla ricerca continua di una identità perduta, forse mai avuta, da qui l’importanza di sottolineare e soffermarsi nella meditazione partendo appunto dal cosa rappresenta e quanto valore ha l’atto del vedere in termini di riconoscimento personale e di interpretazione della realtà.
I due percorsi in cui si snoda il progetto Can you see me? riflettono tematiche legate appunto al vedere e all’identità come ritrovamento di se stessi e degli altri nell’atto visivo; da una parte, una serie di ritratti realizzati in banco ottico, mezzo frutto di una scelta quanto mai determinante ai fini di un approccio diretto tra soggetto e fotografo: il desiderio di incontro e racconto. L’idea di fissare l’atto del vedere, inteso appunto come unione visiva e riconoscimento reciproco, rivedersi e ritrovarsi nello sguardo di chi si ha di fronte. In tal senso, la fotografia come prolungamento della vista si rivela, a detta della nostra, un ottimo veicolo del sentimento umano. Dall’altra parte, una installazione foto e audio, una sorta di diario intimo, in cui Laddago registra volti e voci di cinque ragazzi che esprimono il senso profondo di un’attesa senza aspettative, espressioni di solitudini e delusioni nei confronti di una realtà che non ‘li vede’ e alla quale corrisponde il sentimento forte di guardare oltre, di voler andare al di là di della precaria contingenza che li sovrasta costringendoli a un limbo emozionale, un riparo all’apparenza tranquillo dal quale è difficile staccarsi per paura di affrontare l’indifferenza di un mondo che riesce facilmente a vedere senza saper guardare.
Proposta in vernice:
Il progetto Can you see me? continua e riparte in medias res dal pubblico del vernissage. Chi lo desidera potrà partecipare al LIVE SHOOTING che darà vita a una nuova serie di ritratti sul tema della vista e dell’identità.
Una semplice domanda. Una richiesta di conferma. O un tentativo di autoaffermazione. Can you see me? Un progetto di riflessione, indagine, ricerca che Giulia Laddago propone e sviluppa in due percorsi espositivi e due modalità operative differenti.Tematica centrale è l’atto visivo come ‘strumento’ esplorativo determinante in un’ottica di consapevolezza identitaria personale e sociale. Laddago esamina e focalizza l’attenzione sul senso del vedere e sulla successiva pratica del guardare, determinante nella percezione della realtà mediata dall’occhio di chi osserva. Vengono poste in luce due riflessioni, il vedere legato ad una visione di superficie, immediata e istintiva, e il vedere nella sua accezione, potremo dire contemporanea, in termini di influenza social-mediatica. Citando l’autrice «Accecati dal visibile, noi cittadini del XXI° secolo ci muoviamo facendoci strada, cercando qualcuno ancora in grado di vederci». L’interrogativo nell’iter progettuale risulta quanto mai pertinente: siamo alla ricerca continua di una identità perduta, forse mai avuta, da qui l’importanza di sottolineare e soffermarsi nella meditazione partendo appunto dal cosa rappresenta e quanto valore ha l’atto del vedere in termini di riconoscimento personale e di interpretazione della realtà.
I due percorsi in cui si snoda il progetto Can you see me? riflettono tematiche legate appunto al vedere e all’identità come ritrovamento di se stessi e degli altri nell’atto visivo; da una parte, una serie di ritratti realizzati in banco ottico, mezzo frutto di una scelta quanto mai determinante ai fini di un approccio diretto tra soggetto e fotografo: il desiderio di incontro e racconto. L’idea di fissare l’atto del vedere, inteso appunto come unione visiva e riconoscimento reciproco, rivedersi e ritrovarsi nello sguardo di chi si ha di fronte. In tal senso, la fotografia come prolungamento della vista si rivela, a detta della nostra, un ottimo veicolo del sentimento umano. Dall’altra parte, una installazione foto e audio, una sorta di diario intimo, in cui Laddago registra volti e voci di cinque ragazzi che esprimono il senso profondo di un’attesa senza aspettative, espressioni di solitudini e delusioni nei confronti di una realtà che non ‘li vede’ e alla quale corrisponde il sentimento forte di guardare oltre, di voler andare al di là di della precaria contingenza che li sovrasta costringendoli a un limbo emozionale, un riparo all’apparenza tranquillo dal quale è difficile staccarsi per paura di affrontare l’indifferenza di un mondo che riesce facilmente a vedere senza saper guardare.
Proposta in vernice:
Il progetto Can you see me? continua e riparte in medias res dal pubblico del vernissage. Chi lo desidera potrà partecipare al LIVE SHOOTING che darà vita a una nuova serie di ritratti sul tema della vista e dell’identità.
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