Lodola
Dal 05 Dicembre 2021 al 06 Gennaio 2022
Bari
Luogo: Contemporanea Galleria d'Arte
Indirizzo: Via Niccolò Piccinni 226
Orari: dal Martedì al Venerdì 15.30-20:30; Sabato e Domenica 10:30-20:30
Curatori: Giuseppe Benvenuto
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: artebenvenuto@gmail.com
Domenica 5 dicembre 2021 alle ore 18, presso la Contemporanea Galleria d'Arte di Bari, avrà luogo l'inaugurazione della mostra personale di Marco Lodola a cura di Giuseppe Benvenuto e Sara Maffei, che si terrà fino al 6 gennaio 2022.
Questo l’intervento critico della mostra della Dott.ssa Sara Maffei:
Artista contemporaneo tra i più celebri ed influenti del panorama internazionale, Lodola si forma fra Milano e Firenze, frequentando l'Accademia di Belle Arti. Negli anni Ottanta dà vita al Nuovo Futurismo, movimento artistico memore della prima avanguardia storica, con la quale condivide l'estetica della modernità rielaborata in chiave contemporanea. I Nuovi Futuristi traggono ispirazione dallo stile di Ballae Depero, sono attratti dal mondo pubblicitario dei mass media ed utilizzano nuovi materiali – quali perspex, plexigrass e resine sintetiche – caratterizzati da versatilità e tinte accese. Fautore di un approccio artistico divertente e ludico, Lodola guarda in particolare ai manifesti colorati e palpitanti di Depero, creatore della nota bottiglietta del Campari, rielaborando una sua originale interpretazione.
Alla stregua di quest'ultimo, sostenitore di un'arte totale che ingloba pittura, arti plastiche ed un immediato linguaggio pubblicitario, Lodola è un artista poliedrico, capace di spaziare con grande destrezza dalla pittura, alla grafica, fino alle creazioni plastiche, traslate nel mondo del teatro, della moda e della musica.
Nel 2009 partecipa alla 53esima Biennale di Venezia con l’installazione “Balletto Plastico”; due anni dopo prende parte alla 54esima Biennale di Venezia, con l'installazione “Ca’ Lodola”, curata da Vittorio Sgarbi. Realizza scenografie per film, trasmissioni ed eventi musicali. Espone nei più importanti musei italiani ed internazionali, toccando Londra, Parigi, Pechino,Hong Kong, Singapore e tantissime altre città.
Nel 2020 inaugura il “Presepe Luminoso” presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. È inoltre attivo nel mondo della moda: collabora con Vivienne Westwood e nel 2021 illumina con le sue opere le vetrine dei 400 Dior store sparsi in tutto il mondo, da Roma a Shanghai e Seoul.
Marchio di fabbrica della sua produzione artistica è l'inserimento dell'elemento della luce: come epifanie nella notte, le sculture luminose in plexiglas e neon rivelano tutta la loro verve smagliante, investendo la visione con un'intensa luce policromatica.
La parola “luce” deriva dal greco “????”, termine che nel linguaggio metaforico si lega alla vita: vedere la luce del sole equivale a vivere; così nel suo emergere in forma tridimensionale attraverso il neon, la luce di cui si serve l'artista non è che il cuore pulsante di una vita che rifugge dal buio dell'oscurità. E da sempre la storia dell'arte è storia della luce. Accanto a quest'ultima, il colore rivela il proprio carattere coraggioso, deciso, forte, acceso e sgargiante che, come materia viva, è assorbito dal nostro sguardo e sa ipnotizzare.
Forma espressiva sempre più utilizzata dagli artisti, la Neon-Art attrae fortemente il pubblico grazie alla sua immediatezza. Dan Flavin è tra i primi ad utilizzare lampade fluorescenti per creare sculture nello spazio e prima di lui, negli anni Cinquanta, Lucio Fontana modella il neon, realizzando un'installazione per la IX Triennale di Milano. Da Mario Merz a Maurizio Nannucci, fino a François Morellet e Martial Raysse, sono tantissimi i nomi di quegli artisti che, a partire dagli anni Sessanta, hanno fatto del neon ispirazione creativa, realizzando l'arte della luce.
Lodola mutua i soggetti delle sue sagome luminose dall'immaginario degli anni Cinquanta: Pin Up in pose rétro, ballerini danzanti, sportivi in movimento, memori del mito della velocità dei padri futuristi. Ma anche e soprattutto le celebri Fiat 500 e le Vespe con coppie di innamorati stretti in un abbraccio, eco di una tradizione tutta italiana che affonda le radici anche nel mondo cinematografico.
La vespa, emblema di libertà e spensieratezza, si fa motore pulsante del fremito della vita, incessante, accesa e viva nel suo eterno divenire che è insieme accadimento e passione. Questa flânerie contemporanea dal sapore pop, alla ricerca di fervide emozioni, incarna l'arte di rimanere accesi: arte che vince il buio con la propria tempra sfolgorante, rivolta ad un presente che si confonde col futuro.
Con Marco Lodola il Futurismo si combina con la Pop Art, generando il movimento totalmente nuovo del Nuovo Futurismo: i suoi personaggi, in quanto provenienti dal mondo dei mass media, della musica e della pubblicità, richiamano i soggetti della Pop Art: da quelli di Andy Warhol, derivati dalla cultura di massa americana, alle sagome senza volto di Tom Wesselmann e Allen Jones.
Ed è proprio la mancata caratterizzazione fisiognomica che rende attiva la partecipazione di chi guarda: allo spettatore è conferito il potere di soggettivare l'opera d'arte in tutta libertà, assegnando le sembianze che preferisce alle iconiche e misteriose silhouette.
Attraverso il neon, la luce si fa materia plastica e medium comunicativo, l'opera è posta in relazione diretta con lo spazio che la circonda, generando molteplici effetti sull'ambiente e sulla psiche. Le istallazioni lodoliane non si limitano a sostare nei tradizionali luoghi dedicati all'arte, quali musei o gallerie, ma trovano spazio anche nei paesaggi urbani, esaltando la bellezza delle piazze in cui vengono accolte e creando in notturna un effetto scenografico fortemente suggestivo e di notevole impatto visivo.
In un'ottica di simultaneità fra tempo artistico e tempo dell'osservatore - l'opera si realizza quando illuminata davanti a chi osserva – riusciamo a sentire il rombo automobilistico ed il frastuono della metropoli nella quale si fa strada, evocata in tutto il suo inesauribile movimento, brulicante di folla, passi, voci, musica, automobili, vita che accade. Il motore si accende, la vespa è pronta per partire, anzi è in partenza, davanti ai nostri occhi incantati, illuminata da un'intensità e da un bagliore cromatico portatori di una veemenza energetica in grado di aumentare il battito del nostro cuore.
L'adrenalina di un romantico viaggio soddisfa così l'esigenza di trasmettere emozioni, bellezza, amore, scortandoci verso un mondo che non si ferma mai, colorato, creativo e pieno di magia in cui l'arte trova una luce per illuminarsi ancora”.
Questo l’intervento critico della mostra della Dott.ssa Sara Maffei:
Artista contemporaneo tra i più celebri ed influenti del panorama internazionale, Lodola si forma fra Milano e Firenze, frequentando l'Accademia di Belle Arti. Negli anni Ottanta dà vita al Nuovo Futurismo, movimento artistico memore della prima avanguardia storica, con la quale condivide l'estetica della modernità rielaborata in chiave contemporanea. I Nuovi Futuristi traggono ispirazione dallo stile di Ballae Depero, sono attratti dal mondo pubblicitario dei mass media ed utilizzano nuovi materiali – quali perspex, plexigrass e resine sintetiche – caratterizzati da versatilità e tinte accese. Fautore di un approccio artistico divertente e ludico, Lodola guarda in particolare ai manifesti colorati e palpitanti di Depero, creatore della nota bottiglietta del Campari, rielaborando una sua originale interpretazione.
Alla stregua di quest'ultimo, sostenitore di un'arte totale che ingloba pittura, arti plastiche ed un immediato linguaggio pubblicitario, Lodola è un artista poliedrico, capace di spaziare con grande destrezza dalla pittura, alla grafica, fino alle creazioni plastiche, traslate nel mondo del teatro, della moda e della musica.
Nel 2009 partecipa alla 53esima Biennale di Venezia con l’installazione “Balletto Plastico”; due anni dopo prende parte alla 54esima Biennale di Venezia, con l'installazione “Ca’ Lodola”, curata da Vittorio Sgarbi. Realizza scenografie per film, trasmissioni ed eventi musicali. Espone nei più importanti musei italiani ed internazionali, toccando Londra, Parigi, Pechino,Hong Kong, Singapore e tantissime altre città.
Nel 2020 inaugura il “Presepe Luminoso” presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. È inoltre attivo nel mondo della moda: collabora con Vivienne Westwood e nel 2021 illumina con le sue opere le vetrine dei 400 Dior store sparsi in tutto il mondo, da Roma a Shanghai e Seoul.
Marchio di fabbrica della sua produzione artistica è l'inserimento dell'elemento della luce: come epifanie nella notte, le sculture luminose in plexiglas e neon rivelano tutta la loro verve smagliante, investendo la visione con un'intensa luce policromatica.
La parola “luce” deriva dal greco “????”, termine che nel linguaggio metaforico si lega alla vita: vedere la luce del sole equivale a vivere; così nel suo emergere in forma tridimensionale attraverso il neon, la luce di cui si serve l'artista non è che il cuore pulsante di una vita che rifugge dal buio dell'oscurità. E da sempre la storia dell'arte è storia della luce. Accanto a quest'ultima, il colore rivela il proprio carattere coraggioso, deciso, forte, acceso e sgargiante che, come materia viva, è assorbito dal nostro sguardo e sa ipnotizzare.
Forma espressiva sempre più utilizzata dagli artisti, la Neon-Art attrae fortemente il pubblico grazie alla sua immediatezza. Dan Flavin è tra i primi ad utilizzare lampade fluorescenti per creare sculture nello spazio e prima di lui, negli anni Cinquanta, Lucio Fontana modella il neon, realizzando un'installazione per la IX Triennale di Milano. Da Mario Merz a Maurizio Nannucci, fino a François Morellet e Martial Raysse, sono tantissimi i nomi di quegli artisti che, a partire dagli anni Sessanta, hanno fatto del neon ispirazione creativa, realizzando l'arte della luce.
Lodola mutua i soggetti delle sue sagome luminose dall'immaginario degli anni Cinquanta: Pin Up in pose rétro, ballerini danzanti, sportivi in movimento, memori del mito della velocità dei padri futuristi. Ma anche e soprattutto le celebri Fiat 500 e le Vespe con coppie di innamorati stretti in un abbraccio, eco di una tradizione tutta italiana che affonda le radici anche nel mondo cinematografico.
La vespa, emblema di libertà e spensieratezza, si fa motore pulsante del fremito della vita, incessante, accesa e viva nel suo eterno divenire che è insieme accadimento e passione. Questa flânerie contemporanea dal sapore pop, alla ricerca di fervide emozioni, incarna l'arte di rimanere accesi: arte che vince il buio con la propria tempra sfolgorante, rivolta ad un presente che si confonde col futuro.
Con Marco Lodola il Futurismo si combina con la Pop Art, generando il movimento totalmente nuovo del Nuovo Futurismo: i suoi personaggi, in quanto provenienti dal mondo dei mass media, della musica e della pubblicità, richiamano i soggetti della Pop Art: da quelli di Andy Warhol, derivati dalla cultura di massa americana, alle sagome senza volto di Tom Wesselmann e Allen Jones.
Ed è proprio la mancata caratterizzazione fisiognomica che rende attiva la partecipazione di chi guarda: allo spettatore è conferito il potere di soggettivare l'opera d'arte in tutta libertà, assegnando le sembianze che preferisce alle iconiche e misteriose silhouette.
Attraverso il neon, la luce si fa materia plastica e medium comunicativo, l'opera è posta in relazione diretta con lo spazio che la circonda, generando molteplici effetti sull'ambiente e sulla psiche. Le istallazioni lodoliane non si limitano a sostare nei tradizionali luoghi dedicati all'arte, quali musei o gallerie, ma trovano spazio anche nei paesaggi urbani, esaltando la bellezza delle piazze in cui vengono accolte e creando in notturna un effetto scenografico fortemente suggestivo e di notevole impatto visivo.
In un'ottica di simultaneità fra tempo artistico e tempo dell'osservatore - l'opera si realizza quando illuminata davanti a chi osserva – riusciamo a sentire il rombo automobilistico ed il frastuono della metropoli nella quale si fa strada, evocata in tutto il suo inesauribile movimento, brulicante di folla, passi, voci, musica, automobili, vita che accade. Il motore si accende, la vespa è pronta per partire, anzi è in partenza, davanti ai nostri occhi incantati, illuminata da un'intensità e da un bagliore cromatico portatori di una veemenza energetica in grado di aumentare il battito del nostro cuore.
L'adrenalina di un romantico viaggio soddisfa così l'esigenza di trasmettere emozioni, bellezza, amore, scortandoci verso un mondo che non si ferma mai, colorato, creativo e pieno di magia in cui l'arte trova una luce per illuminarsi ancora”.
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