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Ottone Rosai, Piazza del Carmine a Firenze 1927 olio su tela, cm. 109x134. Bergamo, Collezione UBI Banca, Bergamo

 

Dal 03 Dicembre 2018 al 31 Dicembre 2018

Bergamo

Luogo: UBI Banca

Indirizzo: piazza Vittorio Veneto 8

Curatori: Enrico De Pascale

Costo del biglietto: ingresso gratuito



Benché questo angolo della città di Firenze -il popolare quartiere di San Frediano- sia noto per i celebri affreschi di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi nella vicina chiesa di Santa Maria del Carmine (Cappella Brancacci, 1424-26) Rosai mette in scena un banale episodio di vita quotidiana interpretato da due anonimi carrettieri, immobili nella luce del pomeriggio. Sullo sfondo, oltre il muro, si intravedono delle case, un cipresso, una striscia di cielo. La ricercata semplicità delle forme e la nitida scansione dei volumi trovano ispirazione nella pittura murale del Tre e Quattrocento italiano, mentre la pennellata costruttiva e la scala cromatica rimandano piuttosto alla lezione di Cézanne. Presentato dal pittore alla IV edizione del Premio Bergamo (1942) il dipinto venne acquisito in tale occasione dalla Banca Popolare di Bergamo per la propria collezione.

Ottone Rosai (Firenze 1895 – Ivrea 1957)
Esordisce nella cerchia dei futuristi attratto dal carattere rivoluzionario del loro linguaggio espressivo. Dopo la guerra subisce il fascino del “ritorno all’ordine” che caratterizza il clima culturale europeo degli anni Venti e Trenta. Il suo stile, in linea con i programmi estetici di “Valori Plastici” e del gruppo di Novecento, si caratterizza per una personalissima narrazione di gusto primitivista e neo-medievale che attinge alla tradizione toscana del Tre e Quattrocento (Giotto, Lorenzetti, Masaccio) ma anche alla pittura post-impressionista, in particolare a Cézanne. I suoi scorci urbani e i suoi paesaggi abitati da personaggi umili e silenziosi sono l’antitesi delle immagini piene di retorica e di vacua magniloquenza della figurazione di matrice fascista. Nel 1942 ottiene la cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze; dieci anni dopo una vasta antologica della sua opera è allestita alla Biennale di Venezia.

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