Ernesto Coter. Dipinti 2005-2014
Dal 10 Ottobre 2014 al 31 Ottobre 2014
Bergamo
Luogo: Galleria Previtali
Indirizzo: via T. Tasso 21
Orari: da martedì a sabato 9-12.30 / 15-19; domenica 15-19
Telefono per informazioni: +39 035 248393
E-Mail info: info@galleriaprevitali.com
Sito ufficiale: http://www.galleriaprevitali.com
Venticinque dipinti di grande dimensione raccontano la produzione artistica degli ultimi anni del noto “pittore-esploratore” .
A più di dieci anni dal ritorno dall’arcipelago delle Samoa, Ernesto Coter prosegue sul lago di Como la sua esplorazione pittorica della Natura, per materializzare su grandi tele visioni di aria e di luce.
Prive di coordinate geografiche e temporali, sono espressioni di una Natura al tempo stesso sublime e inquietante, che si espande all’infinito e nella quale l’uomo non può che immergersi o lasciarsi sommergere.
La mostra “Ernesto Coter. Dipinti 2005-2014” , allestita dal 10 al 31 ottobre 2014 alla Galleria Previtali di Bergamo (via T. Tasso 21), presenta una selezione di 25 dipinti di grande dimensione che raccontano la produzione artistica degli ultimi anni del noto “pittore-esploratore” .
Coter era infatti partito negli anni Settanta alla volta delle isole Samoa, nella convinzione che non si potesse rimandare oltre una profonda revisione dell’arte, non tanto dei suoi linguaggi quanto della sua impellenza morale ed esistenziale. Qui continua a dipingere ma comincia anche ad insegnare, chiamato a creare nelle Samoa la prima Scuola di Belle Arti della regione, a realizzare opere pubbliche e poi anche a presidere il “Pacific Festival of Arts” che riunisce i principali artisti del Pacifico.
Trentadue anni trascorsi nell’Oceano Pacifico, dentro una natura selvaggia e incontaminata, hanno plasmato il nuovo alfabetico pittorico di Coter ,che non è cambiato neppure oggi che il pittore vive a Soriano, sul lago di Como.
La mostra propone le nuove, scenografiche invenzioni dell’artista in cui alla alla gestualità irruente della pittura samoana - sempre in bilico tra Conrad e Stevenson, fatta di lampi e lame di luce, quinte di bambù e alberi del pane, spostamenti d’aria innescati da imprevedibili uragani, grovigli di foreste impenetrabili - subentra l’espandersi inarrestabile dei vapori di una luce misteriosa e diafana che inghiotte gli spazi, dissolve le forme e trasforma i colori in puri toni emotivi: un vortice luministico che, sospeso sulla tela come un miraggio, risucchia lo spettatore verso spazi misteriosi.
Echi provenienti da Turner, Friedrich, Manzoni, Pascoli e Fogazzaro raggiungono Coter sulle rive del lago, fondendo le suggestioni di un paesaggio vicino con il medesimo, estatico stupore che accompagnava l’esplorazione artistica delle Samoa, anche se ora Coter segue idealmente il volo di un’allodola su un lembo di pianura lombarda, si immerge tra nevai e disgeli di monti che si innalzano dal Lario, registra la densità dell’atmosfera di temporali primaverili impegnati a tormentare cime di pioppi e cipressi.
Protagonista è sempre la ricerca della luce che si traduce nel dilagare di chiarori irreali, ipnotici, di uno splendore fisico e trascendente insieme.
A prescindere dai contesti naturali, Coter prosegue nel suo unico progetto espressivo: la ricerca non di una veristica oggettività, ma di una verità lirica. Attraverso, come scrive lo stesso Coter, la capacità di cogliere quella “radicale immanenza che dice della irrimediabile provvisorietà dell’uomo di fronte a una Natura che giganteggia e avvolge ogni cosa”.
“Lo sapeva Coter quando entrava in simbiosi con le dinamiche avventurose dei suoi scenari samoani in presenza della sua coscienza europea. Lo sa ora, di fronte a qual ramo del lago di Como, osservato con il distacco di uno stupefatto indigeno di Samoa. Ma soprattutto sa, l’artista, che solo dal filtro di questo introspettivo vedere, di allora e di oggi, può derivare all’uomo la suggestione di un gusto meditativo del suo rapportarsi alla Natura e quindi a se stesso”, scrivono Fernando Noris e Ugolino Ugolini nel saggio che accompagna la mostra, pubblicato su La Rivista di Bergamo (Grafica & Arte, Bergamo, numero 79 del 2014).
Ernesto Coter nasce a Bergamo nel 1936, figlio dello scultore Costante Coter (1899-1971). Dal 1955 espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero: 1955, “Incontri della Gioventù”, Milano; 1957, Premio Nazionale Michetti; 1957, Biennale Internazionale dei Giovani, Gorizia; 1960 e 1964, Premio “Il nostro Po”, Milano; 1965, Mostra “La Giovane Pittura Milanese”, Varese; 1967, Premio Bollate; 1967, Premio “Contardo Barbieri”; 1968, “Pluralità Viva”,Bergamo; 1970, “Fuoco e Schiuma”; 1971, “Situation Concept”, Innsbruck 1971, “Sincron-Rimini”.
Dalla collaborazione con il fratello Francesco e il poeta Gianpietro Fazion nasce l’esperienza dei manifesti provocatori della Non Azione. A proposito va ricordato il volume di poesie visive Ich (1969) o la Dichiarazione di guerra all’umanità del 1970, fino all’Uomo-homo, il nanetto disneyano esposto alla Fiera Campionaria di Milano nel 1971. Dal 1972 si stabilisce nell’arcipelago delle Samoa, dove esegue lavori su commissione del Governo Samoano e delle comunità religiose delle isole con vetrate, mosaici e sculture. Nel 1979 viene invitato dal Centro di Cultura Italiano di Vancouver per una importante mostra personale. Nel 1981 espone a Bergamo alla Galleria L’Antenna, con opere ispirate al mondo incontaminato delle sue isole. Nel 1987 viene incaricato di creare nelle Samoa la prima Scuola di Belle Arti della regione. Nel 1983, 1990, 1996 è presente a Bergamo con altrettante mostre personali (Galleria Alexia, Centro Culturale S. Alessandro). Nel 1994 realizza il monumento per il 150° della Fondazione Malua Theological College nelle Samoa. Nel 1996 presiede il “7th Pacific Festival of Arts” cui aderiscono i principali artisti del Pacifico, partecipa alla mostra “Maestri e Artisti - 200 anni dell’Accademia Carrara - 1796-1996” e viene nominato Corrispondente Consolare per l’Italia alle Samoa. Nel 1997-2000 riceve la commissione per il rinnovo dell’Aeroporto Internazionale delle Samoa. Seguono: 2001 mostra personale presso il Centro Culturale S. Bartolomeo (2001), la partecipazione alla Rassegna “Arte a Bergamo 1960-1969” presso Gamec a Bergamo (2002-2003), Nel 2003 gli viene conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana enello stesso anno si trasferisce a Soriano sul lago di Como,dove da allora vive e lavora. Nel 2004 organizza una mostra antologica di sue opere (dipinti e disegni) presso la Sala della Porta di S. Agostino in Bergamo e nel 2010 la Gamec di Bergamo organizza la mostra “Coter-Fazion-Coter. Non Azione”, dedicata all’esperienza artistica dei fratelli Ernesto e Francesco Coter, e in particolare al periodo del sodalizio con il poeta visivo e land artista Gianpietro Fazion a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
A più di dieci anni dal ritorno dall’arcipelago delle Samoa, Ernesto Coter prosegue sul lago di Como la sua esplorazione pittorica della Natura, per materializzare su grandi tele visioni di aria e di luce.
Prive di coordinate geografiche e temporali, sono espressioni di una Natura al tempo stesso sublime e inquietante, che si espande all’infinito e nella quale l’uomo non può che immergersi o lasciarsi sommergere.
La mostra “Ernesto Coter. Dipinti 2005-2014” , allestita dal 10 al 31 ottobre 2014 alla Galleria Previtali di Bergamo (via T. Tasso 21), presenta una selezione di 25 dipinti di grande dimensione che raccontano la produzione artistica degli ultimi anni del noto “pittore-esploratore” .
Coter era infatti partito negli anni Settanta alla volta delle isole Samoa, nella convinzione che non si potesse rimandare oltre una profonda revisione dell’arte, non tanto dei suoi linguaggi quanto della sua impellenza morale ed esistenziale. Qui continua a dipingere ma comincia anche ad insegnare, chiamato a creare nelle Samoa la prima Scuola di Belle Arti della regione, a realizzare opere pubbliche e poi anche a presidere il “Pacific Festival of Arts” che riunisce i principali artisti del Pacifico.
Trentadue anni trascorsi nell’Oceano Pacifico, dentro una natura selvaggia e incontaminata, hanno plasmato il nuovo alfabetico pittorico di Coter ,che non è cambiato neppure oggi che il pittore vive a Soriano, sul lago di Como.
La mostra propone le nuove, scenografiche invenzioni dell’artista in cui alla alla gestualità irruente della pittura samoana - sempre in bilico tra Conrad e Stevenson, fatta di lampi e lame di luce, quinte di bambù e alberi del pane, spostamenti d’aria innescati da imprevedibili uragani, grovigli di foreste impenetrabili - subentra l’espandersi inarrestabile dei vapori di una luce misteriosa e diafana che inghiotte gli spazi, dissolve le forme e trasforma i colori in puri toni emotivi: un vortice luministico che, sospeso sulla tela come un miraggio, risucchia lo spettatore verso spazi misteriosi.
Echi provenienti da Turner, Friedrich, Manzoni, Pascoli e Fogazzaro raggiungono Coter sulle rive del lago, fondendo le suggestioni di un paesaggio vicino con il medesimo, estatico stupore che accompagnava l’esplorazione artistica delle Samoa, anche se ora Coter segue idealmente il volo di un’allodola su un lembo di pianura lombarda, si immerge tra nevai e disgeli di monti che si innalzano dal Lario, registra la densità dell’atmosfera di temporali primaverili impegnati a tormentare cime di pioppi e cipressi.
Protagonista è sempre la ricerca della luce che si traduce nel dilagare di chiarori irreali, ipnotici, di uno splendore fisico e trascendente insieme.
A prescindere dai contesti naturali, Coter prosegue nel suo unico progetto espressivo: la ricerca non di una veristica oggettività, ma di una verità lirica. Attraverso, come scrive lo stesso Coter, la capacità di cogliere quella “radicale immanenza che dice della irrimediabile provvisorietà dell’uomo di fronte a una Natura che giganteggia e avvolge ogni cosa”.
“Lo sapeva Coter quando entrava in simbiosi con le dinamiche avventurose dei suoi scenari samoani in presenza della sua coscienza europea. Lo sa ora, di fronte a qual ramo del lago di Como, osservato con il distacco di uno stupefatto indigeno di Samoa. Ma soprattutto sa, l’artista, che solo dal filtro di questo introspettivo vedere, di allora e di oggi, può derivare all’uomo la suggestione di un gusto meditativo del suo rapportarsi alla Natura e quindi a se stesso”, scrivono Fernando Noris e Ugolino Ugolini nel saggio che accompagna la mostra, pubblicato su La Rivista di Bergamo (Grafica & Arte, Bergamo, numero 79 del 2014).
Ernesto Coter nasce a Bergamo nel 1936, figlio dello scultore Costante Coter (1899-1971). Dal 1955 espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero: 1955, “Incontri della Gioventù”, Milano; 1957, Premio Nazionale Michetti; 1957, Biennale Internazionale dei Giovani, Gorizia; 1960 e 1964, Premio “Il nostro Po”, Milano; 1965, Mostra “La Giovane Pittura Milanese”, Varese; 1967, Premio Bollate; 1967, Premio “Contardo Barbieri”; 1968, “Pluralità Viva”,Bergamo; 1970, “Fuoco e Schiuma”; 1971, “Situation Concept”, Innsbruck 1971, “Sincron-Rimini”.
Dalla collaborazione con il fratello Francesco e il poeta Gianpietro Fazion nasce l’esperienza dei manifesti provocatori della Non Azione. A proposito va ricordato il volume di poesie visive Ich (1969) o la Dichiarazione di guerra all’umanità del 1970, fino all’Uomo-homo, il nanetto disneyano esposto alla Fiera Campionaria di Milano nel 1971. Dal 1972 si stabilisce nell’arcipelago delle Samoa, dove esegue lavori su commissione del Governo Samoano e delle comunità religiose delle isole con vetrate, mosaici e sculture. Nel 1979 viene invitato dal Centro di Cultura Italiano di Vancouver per una importante mostra personale. Nel 1981 espone a Bergamo alla Galleria L’Antenna, con opere ispirate al mondo incontaminato delle sue isole. Nel 1987 viene incaricato di creare nelle Samoa la prima Scuola di Belle Arti della regione. Nel 1983, 1990, 1996 è presente a Bergamo con altrettante mostre personali (Galleria Alexia, Centro Culturale S. Alessandro). Nel 1994 realizza il monumento per il 150° della Fondazione Malua Theological College nelle Samoa. Nel 1996 presiede il “7th Pacific Festival of Arts” cui aderiscono i principali artisti del Pacifico, partecipa alla mostra “Maestri e Artisti - 200 anni dell’Accademia Carrara - 1796-1996” e viene nominato Corrispondente Consolare per l’Italia alle Samoa. Nel 1997-2000 riceve la commissione per il rinnovo dell’Aeroporto Internazionale delle Samoa. Seguono: 2001 mostra personale presso il Centro Culturale S. Bartolomeo (2001), la partecipazione alla Rassegna “Arte a Bergamo 1960-1969” presso Gamec a Bergamo (2002-2003), Nel 2003 gli viene conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana enello stesso anno si trasferisce a Soriano sul lago di Como,dove da allora vive e lavora. Nel 2004 organizza una mostra antologica di sue opere (dipinti e disegni) presso la Sala della Porta di S. Agostino in Bergamo e nel 2010 la Gamec di Bergamo organizza la mostra “Coter-Fazion-Coter. Non Azione”, dedicata all’esperienza artistica dei fratelli Ernesto e Francesco Coter, e in particolare al periodo del sodalizio con il poeta visivo e land artista Gianpietro Fazion a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
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