IL CODICE MORONI

© The National Gallery, London | Giovan Battista Moroni, Portrait of a Lady ('La Dama in Rosso')

 

Dal 02 Giugno 2021 al 22 Agosto 2021

Albino | Bergamo

Luogo: Chiesa di San Bartolomeo e Chiesa di San Giuliano

Indirizzo: Sedi varie

Orari: giovedì e venerdì 15.00 – 18.00; sabato 9.30-12.30 / 15.00 – 20.30; domenica 9.30-12.30 / 15.00-18.00. Durante le celebrazioni la chiesa di San Giuliano resterà chiusa al pubblico. Sabato e domenica obbligo di prenotazione con almeno 24h di anticipo

Curatori: Barbara Mazzoleni e Orietta Pinessi

Enti promotori:

  • Comune di Albino e Parrocchia di San Giuliano di Albino

Costo del biglietto: Ingresso gratuito (contingentato)

Telefono per informazioni: +39 035.704063

E-Mail info: infopoint@valseriana.eu

Sito ufficiale: http://www.valseriana.eu


Non una mostra tradizionale ma un racconto di immagini, dipinti, parole, oggetti, colori, restauri. Moroni senza più segreti, o quasi:  IL CODICE MORONI, nell’ambito del più ampio progetto Moroni500, si propone di offrire una lettura differente del mondo di Giovan Battista Moroni, che tenga conto di tutti i fattori che hanno contribuito a costruire il suo immaginario pittorico: la sua vicenda, la sua terra, i suoi scritti, il paesaggio, gli oggetti parlanti, i colpi di scena, l’atelier, la passione per la moda, le immagini dello spirito, i dettagli rivelatori. E anche il cortocircuito con le “cose” di Moroni che abbiamo ancora davanti agli occhi.

Promosso e realizzato da Comune di Albino e Parrocchia di San Giuliano di Albino, con la direzione organizzativa di Promoserio e con il patrocinio di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Bergamo e Comunità Montana Valle Seriana,  IL CODICE MORONI, a cura di Barbara Mazzoleni e Orietta Pinessi, andrà in scena ad Albino, dal 3 giugno al 22 agosto, in due sedi espositive: l’antica chiesa di San Bartolomeo (XV sec.) – che con la sua affascinante pelle affrescata costituisce uno dei monumenti storici più interessanti della Val Seriana – e la vicina chiesa parrocchiale di San Giuliano, custode di capolavori di Giovan Battista Moroni.

Una rapida disamina degli affondi espositivi che negli ultimi anni, da Bergamo a Londra a New York hanno segnato l’ascesa di Moroni nel cuore del pubblico internazionale, rivela come l’indagine rigorosamente storico-artistica e critica abbia in qualche modo lasciato sullo sfondo quella terra in cui il “pittore della realtà” nacque e si trovò a operare per gran parte della vita. E come abbia di fatto generato lo stereotipo di una gerarchia, che non ha ragione di esistere, tra i celebrati ritratti e le opere sacre relegate a un ruolo “minore”.

Albino e la Valle Seriana,
come la cultura religiosa del suo tempo, hanno tuttavia un ruolo cruciale per la comprensione dell’arte di Moroni e sono all’origine di motivi continuamente riproposti in tutta l'evoluzione della sua parabola artistica.
In sostanza, c’è ancora tutto da riportare in luce, uno specifico “seriano” del pittore, un radicamento della sua pittura nel repertorio di esperienze primarie di un uomo del Cinquecento, la cui taciturna potenza rivelativa è incisa nella sua cifra poetica in modo determinante.

Lo storytelling espositivo IL CODICE MORONI è la proposta di un percorso narrativo partecipato, multidisciplinare e “multimaterico”, che accosta ai dipinti oggetti, tessuti, testimonianze documentarie, riferimenti didattici e fotografici.

Nella chiesa di San Bartolomeo si squaderna il racconto del Moroni uomo, pittore e ritrattista, scandito in sezioni o “stanze”: C’era una volta; Il Codice Moroni; l’Atelier; Un set di posa; Di sua mano e no; Il Sarto, una bottega di tendenza; Un protagonista inatteso: il paesaggio; La libreria di Moroni.

Ai ritratti e ai santi moroniani si incrociano oggetti, tessuti, pigmenti, rari documenti autografi, volumi cinquecenteschi, e anche le ricognizioni fotografiche sul territorio del Circolo fotografico Città del Moroni. Nell’angolo social il pubblico avrà a disposizione un “set” moroniano per calarsi con un selfie nei panni di un ritrattato dall’artista. I visitatori potranno osservare gli abiti del Sarto e dei celebri coniugi Spini, filologicamente ricostruiti da Alessio Palmieri Marinoni, e a sorpresa potranno imbattersi nella stilista albinese Simona Brena alle prese con la confezione in diretta dell’abito mozzafiato indossato dalla principessa salvata da San Giorgio nel Polittico di Fiorano al Serio.  In contemporanea alla mostra, laFondazione Arte della Seta Lisio di Firenze organizza ad Albino una Summer School di alta sartoria storica, all’opera per riprodurre lo strepitoso abito sfoggiato dalla “Dama in rosso” Lucia Albani nel ritratto di Moroni custodito alla National Gallery, cui successivamente sarà destinato, come dono della terra natale del pittore.

Nella chiesa di San Giuliano
si entra nel mondo delle “Immagini per lo spirito” che Moroni ha creato in così stretta connessione con la sua terra, la sua gente, la cultura religiosa e la devozione popolare del suo tempo. Due interventi di restauro, affidati ad Antonio Zaccaria, restituiscono piena leggibilità compositiva e cromatica a due opere chiave di Moroni: il Crocefisso adorato dai santi Bernardino e Antonio da Padova, unanimemente considerato il capolavoro del Moroni sacro, restaurato grazie a Fondazione Credito Bergamasco, è stato sottoposto a indagini diagnostiche condotte da Vincenzo Gheroldi, che hanno riportato in luce un dettaglio rivelatore che ci svela Moroni come abile maestro nella comunicazione suggestiva delle immagini. Realizzato dal Comune di Albino con il contributo di Fondazione della Comunità Bergamasca, il delicato intervento condotto sullo Stendardo della Visitazione della chiesa di San Giuliano, regala un commovente “abbraccio di speranza” che non a caso è stato scelto come “icona” di tutto il progetto Moroni500 da una terra che è stata drammaticamente attraversata dallo tsunami della pandemia.

E se la pala della Trinità ci svela “Il nuovo mondo di Moroni”, quello al momento conosciuto, in Sacrestia la “processione” di tre stendardi, – quello della Visitazione, lo Stendardo di Pradalunga e quello di Villa di Serio - ci immerge nel mondo della devozione popolare, fatta di confraternite, fede e sentimenti, cui Moroni ha partecipato e di cui si è fatto singolare interprete.
Accompagna la mostra, un’agile diario-catalogo del  CODICE MORONI, in cui studiosi e specialisti si mettono alla prova per raccontare Moroni con un linguaggio contemporaneo, interagendo con l’interpretazione visiva proposta dalla grafica di Dario Carta. La pubblicazione riunisce i contributi di tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra: Gian Luca Bovenzi, Giuseppe Frangi, Vincenzo Gheroldi, Don Giuseppe Locatelli, Alessio Palmieri Marinoni, Barbara Mazzoleni, Emilio Moreschi, Orietta Pinessi, Fabio Terzi, Giampiero Tiraboschi, Silvio Tomasini, Antonio Zaccaria.

Grazie alla collaborazione con la scuola I.S.I.S. Oscar Romero di  Albino, i visitatori avranno la possibilità, su prenotazione, di fruire del progetto partecipando a “visite narrate”, condotte da giovani “storyteller”, studenti preparati per il ruolo di guide narratrici.
                         
Lo storytelling è stato concertato grazie alla collaborazione attiva e ai prestiti di: Archivio di Stato di Bergamo, Associazione culturale Roberto Almagià – Associazione Italiana di Collezionisti di Cartografia Antica, Roma; Biblioteca Civica di Albino; Biblioteca Civica Angelo Mai e Archivi storici comunali, Bergamo; Circolo Fotografico città del Moroni, Albino; Fondazione Accademia Carrara, Bergamo; Fondazione Adriano Bernareggi, Bergamo; Fondazione Arte della Seta Lisio, Firenze; Fondazione Credito Bergamasco; Fondazione MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo; I.S.I.S. Oscar Romero, Albino; Parrocchia di Parre; Parrocchia di Pradalunga; Parrocchia di Villa di Serio.

Hanno inoltre collaborato: Antichità Bonizzi e  Antichità Fontana Simone di Sergnano, Generali Italia - Agenzia Generale di Bergamo, Pellicceria Albertalli  di Legnano, Tappezzeria Riccardi di Albino.

Inaugurazione: 2 giugno 2021 ore 18.30


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