Io sono il Sarto. Moroni a Bergamo

Giovan Battista Moroni, Ritratto di gentiluomo ventinovenne, Bergamo, Accademia Carrara, 1567

 

Dal 03 Dicembre 2015 al 28 Febbraio 2016

Bergamo

Luogo: Accademia Carrara / Museo Adriano Bernareggi / Museo di Palazzo Moroni

Indirizzo: piazza Giacomo Carrara 82

Enti promotori:

  • Comune di Bergamo
  • Diocesi di Bergamo
  • Fondazione Accademia Carrara
  • Fondazione Adriano Bernareggi
  • Fondazione Museo di Palazzo Moroni

Costo del biglietto: Biglietto unico per le tre sedi museali: intero € 12, ridotto € 10, gratuito per i minori di anni 18

Telefono per prevendita: +39 035 0960906

Telefono per informazioni: +39 035 234396

E-Mail info: info@iosonoilsarto.it

Sito ufficiale: http://www.iosonoilsarto.it



A Bergamo, in occasione di uno straordinario ritorno, si presenta un coinvolgente percorso espositivo dedicato a Giovan Battista Moroni, pittore e sorprendente ritrattista nato ad Albino nel 1522. Un viaggio che parte da Il Sarto, capolavoro proveniente dalla National Gallery in prestito ad Accademia Carrara, in mostra insieme alle opere più note della collezione, verso i dipinti sacri del Museo Adriano Bernareggi, recentemente restaurati con il contributo di Fondazione Credito Bergamasco, fino ai ritratti appassionanti di Museo di Palazzo Moroni. 

Il Sarto, acquistato dal museo londinese nel 1862, ritorna per la prima volta a Bergamo, a conferma del grande impegno della città nelle relazioni con musei nazionali e internazionali, a un anno di distanza dalla grande mostra monografica alla Royal Academy di Londra. Un’occasione per poter ammirare i capolavori del pittore bergamasco nella città che ne custodisce il più importante corpus al mondo. Un biglietto unico e un unico orario accompagnano i visitatori alla riscoperta del più grande ritrattista lombardo del Cinquecento. 

Tuttavia quel Moron, quel Bergamasco / per esser gran pittor bravo e valente, / El vogio nominar seguramente 

che de bona nomea l’ha pieno el tasco; / Ghè dei ritrat, ma in particolar / quel d’un sarto sì belo, e sì ben fato 

che ‘l parla più de qual si sa Avocato, / l’ha in man la forfe, e vu ‘l vede’ a tagiar / O in pitura Pitor, che carne impasta o Bergamasco pien d’alto giudizio più di così ti non puol far l’offitio: / Ti è Batista Moron, tanto me basta. 

Marco Boschini, La carta del navegar pitoresco, 1660, Venezia. 

Accademia Carrara Intorno al Sarto 


Dopo più di 150 anni, il capolavoro della National Gallery di Londra torna a Bergamo. All’interno della sala dedicata al grande ritrattista bergamasco, di cui Accademia Carrara vanta il più importante corpus di opere, un allestimento ad hoc ideato da Mauro Piantelli. 

Il Sarto di Moroni, acquistato dal museo londinese nel 1862, incontra a Bergamo alcuni dei più noti ritratti moroniani: dai Coniugi Spini, alla Bambina di Casa Redetti, dal Giovane ventinovenne al Vecchio seduto. Intorno a loro le circa 600 opere del museo bergamasco riaperto al pubblico lo scorso aprile. Un viaggio di cinque secoli nella storia dell’arte, con un ospite eccezionale, Il Sarto, circondato da altrettanti capolavori. Custode dei grandi nomi della storia dell’arte compresi tra il XV e il XIX secolo, Accademia Carrara si conferma ambasciatrice del Rinascimento, dentro e fuori i confini nazionali, e impegnata nella partnership con grandi musei italiani e internazionali. 

Accademia Carrara fu istituita a Bergamo, nel 1796, per volontà di Giacomo Carrara, come complesso unico di Scuola di Pittura e Pinacoteca, in cui confluì la sua straordinaria raccolta di dipinti. Nel corso di oltre duecento anni si è arricchita grazie a lasciti di grandi conoscitori come Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli e Federico Zeri. Memoria e simbolo del collezionismo italiano, Accademia Carrara custodisce capolavori assoluti della storia dell’arte, testimonianze di cinque secoli con Donatello, Pisanello, Foppa, Mantegna, Giovanni Bellini, Botticelli, Bergognone, Raffaello, Tiziano, Baschenis, Fra Galgario, Tiepolo, Canaletto e Piccio. Accademia Carrara vanta tra i più importanti corpus al mondo di opere di Lorenzo Lotto e Giovan Battista Moroni. 

Museo Adriano Bernareggi: Moroni e il sacro 

Museo Adriano Bernareggi, in occasione dello straordinario ritorno de Il Sarto di Giovan Battista Moroni, presenta al pubblico un’accurata selezione di capolavori moroniani, tra i quali spicca il ritratto stupefacente di Gian Girolamo Albani, e otto dipinti sacri, tutti restaurati di recente, grazie all’intervento di Fondazione Credito Bergamasco. In mostra un importante capitolo dell’arte di Moroni: pale d’altare, incantevoli polittici e l’Ultima Cena di Romano di Lombardia. 

Il Museo è stato inaugurato nell’anno giubilare del 2000. Il nucleo originario della collezione era stato raccolto con grande lungimiranza a partire dagli anni trenta del Novecento da Adriano Bernareggi, vescovo di Bergamo dal 1935 al 1953. Il fronte espositivo rispecchia in modo prevalente la cultura locale dei secoli XVI-XIX, in un periodo compreso cioè tra il Concilio di Trento e il Concilio Vaticano II. In questi quattro secoli nel territorio della Diocesi di Bergamo vengono costruite e rimodellate quasi tutte le chiese, sia nei centri sia in periferia. Questo immenso sforzo creativo ha lasciato un segno indelebile nel patrimonio artistico e architettonico. 

Capolavori pittorici come la Trinità di Lorenzo Lotto e la Madonna con il Bambino e Santi di Daniele Crespi condividono uno spazio domestico con umili manufatti che testimoniano la devozione popolare; alla sala del tesoro, arredata con pezzi unici di oreficeria e di ricamo scalati fra Quattro e Cinquecento, si accostano le sale che esibiscono le collezioni di ex-voto dipinti e sbalzati. Il Museo dispone di strumenti e servizi strutturali messi a disposizione della comunità, di progetti che favoriscono un approccio alla cultura destinato a durare nel tempo e non solo legato a manifestazioni temporanee. 

Museo di Palazzo Moroni: Moroni a Palazzo 

In occasione di Io Sono il Sarto | Moroni a Bergamo, si aprono le porte di un’antica residenza nobiliare. Un percorso espositivo che dalla Carrara conduce alla visita di uno dei più affascinanti edifici storici della città. In mostra una selezione di capolavori moroniani, quali l’elegante Cavaliere in rosa, il Ritratto di Isotta Brembati e l’austera Dama in nero. 

Fondazione Museo di Palazzo Moroni nasce nel 2009 dalla volontà del Conte Antonio Moroni di fare della propria abitazione la sede di un ente promotore di iniziative di interesse collettivo destinate alla divulgazione, alla valorizzazione, allo studio delle arti nelle loro differenti forme espressive. Il Palazzo, edificato dalla famiglia Moroni tra il 1636 ed il 1666, è la più importante “fabbrica” privata in costruzione a Bergamo Alta in quegli anni. 

Le attività di studio, di ricerca e di documentazione sono finalizzate alla memoria delle vicende della famiglia Moroni con il fine di promuovere e diffondere l’interesse per la cultura e l’arte di tutte le epoche e ogni iniziativa mirata al sostegno di enti, di istituzioni e associazioni o fondazioni, pubbliche e private che perseguano scopi analoghi. La vocazione resta quella di diffondere la conoscenza della dimora e delle opere in essa contenute, dando la possibilità a un pubblico sempre più vasto di fruirne attraverso visite e convegni. 

Giovan Battista Moroni 
Nasce ad Albino (Bergamo) tra il 1520 e 1524. Pochi anni dopo la famiglia si trasferisce nel bresciano, dove il padre Francesco, architetto, può seguire i lavori di Palazzo Lodron di Bondeno; è in questo periodo, attorno al 1532, che Moroni inizia la sua formazione presso Alessandro Bonvicino, detto il Moretto. L’apprendistato si conclude intorno al 1543, nonostante i due collaborino fino al 1549. 

Nel 1545 si apre il Concilio di Trento. Alla corte del principe vescovo, nonché cardinale, Cristoforo Madruzzo troviamo in questi anni anche il giovane Moroni, che inizia a dare prova di sé firmando le sue prime opere autonome. Conclusasi questa fase del Concilio, nel 1552, Moroni approda a Bergamo. 
In patria diventa in breve tempo il pittore di spicco della città, la sua attività è fiorente, soprattutto come ritrattista dell’aristocrazia e della nobiltà bergamasca. Degli anni Cinquanta è un dipinto come il Cavaliere in rosa di Palazzo Moroni, che ritrae Gian Gerolamo Grumelli, esponente di una delle principali famiglie cittadine. 
A partire dal decennio successivo il pittore si radica nella vita della natia Albino, dove nel frattempo era tornato anche a vivere. I soggetti dei suoi ritratti sono ora i membri della piccola nobiltà locale, del ceto delle professioni, del clero, ai quali si accosta senza timori, in immagini di grande naturalezza. Anche i santi nelle tante pale d’altare che dipinge in questi anni, hanno i volti della gente comune. Di questo momento sono due capolavori come Il Sarto e il Gian Girolamo Albani: ritratti dove lo sfondo è costituito da un sobrio tono grigio e l’attenzione è concentrata sull’aspetto fisico e psicologico dei personaggi. L’artista muore, ormai infermo, ad Albino nel 1579. 

Accademia Carrara 
Piazza Giacomo Carrara, 82 – Bergamo 
Da martedì a domenica: 10:00 – 19:00 
Chiuso il lunedì 

Museo Adriano Bernareggi 
Via Pignolo, 76 – Bergamo 
Da martedì a domenica: 10:00 – 19:00 
Chiuso il lunedì 

Museo di Palazzo Moroni 
Via Porta Dipinta, 12 – Bergamo 
Sabato e domenica: 10.00 – 19.00 
Da martedì a venerdì: solo i gruppi su appuntamento 
Chiuso il lunedì 

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