Stampe in collezione Rembrandt. Le incisioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna
Dal 11 Aprile 2014 al 13 Luglio 2014
Bologna
Luogo: Pinacoteca Nazionale
Indirizzo: via delle Belle Arti 56
Orari: martedì e mercoledì 9-13.30; da giovedì a sabato 14-19
Curatori: Elena Rossoni
Enti promotori:
- Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale
- Società di Santa Cecilia Amici della Pinacoteca di Bologna
Costo del biglietto: 4 € intero, 2 € ridotto, gratuito sotto i 18 e sopra i 65, soci ICOM, personale MIBACT e altre categorie convenzionate
Telefono per informazioni: +39 051 4209411
Sito ufficiale: http://www.pinacotecabologna.beniculturali.it
Presso la Pinacoteca Nazionale, dall’11 aprile al 13 luglio, verranno esposte 12 incisioni di Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606-1669), selezionate dal fondo del Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna che ne possiede complessivamente 31 del maestro e altre 45 tra quelle realizzate dalla scuola, comprese derivazioni o copie. Esse provengono in gran parte dalla donazione del 1751 all’Istituto delle Scienze di Benedetto XIV Lambertini e dall’acquisto, nel 1789 da parte del medesimo Istituto, della collezione del conte Ludovico Aurelio Savioli.
Gli esemplari esposti offrono uno spaccato significativo dell'attività incisoria dell'artista, parte integrante della sua ricca creatività. Rendono conto delle diverse tecniche utilizzate e di alcuni dei principli soggetti con cui si confrontò nel corso della sua carriera.
La mostra, curata da Elena Rossoni, è promossa dal Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale in collaborazione con la Società di Santa Cecilia Amici della Pinacoteca di Bologna, e rientra in un programma di esposizione a rotazione delle opere grafiche della Pinacoteca che ha avuto inizio con la mostra Disegni in collezione. La Società di Santa Cecilia per il Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna, conclusasi il 23 marzo 2014.
L’inaugurazione si terrà il 10 aprile, alle ore 18,15. Seguirà, sino all’inizio di giugno, un programma di conferenze a cadenza settimanale volte ad approfondire la figura dell’artista sia nello specifico della sua produzione che nelle sue relazioni con altri importanti pittori o incisori antichi e moderni che influirono sulla sua arte o, al contrario, ne vennero fortemente ispirati.
REMBRANDT INCISORE
L’artista, nato a Leida nel 1606 dalla famiglia di un mugnaio, dedicò gran parte della sua produzione artistica all’incisione. Le sue stampe costituiscono una produzione artistica strettamente intrecciata con quella pittorica, tanto da essere considerate imprescindibili per la comprensione della creatività del maestro.
A seguito di revisioni continue relative al riconoscimento dell’autografia del suo corpus di stampe, ad oggi vengono riferiti all’artista circa 290 esemplari. La principale tecnica utilizzata fu l’acquaforte, che permette di disegnare direttamente sulla lastra in rame coperta da uno strato di vernice, in seguito sottoposta ad un bagno di acido che corrode solo le zone incise. Alla appropriazione dell'abilità tecnica di realizzazione, che si fa risalire al 1628, si affiancò nel tempo una volontà sperimentale di ricerca di nuove possibilità espressive. È così che in alcuni casi all’acquaforte venne affiancato il bulino, che permette di incidere direttamente la lastra creando linee di diversa intensità, e soprattutto la puntasecca, che crea un solco sottilissimo alzando il metallo e creando le cosiddette barbe che, una volta inchiostrate, realizzano linee vellutate di notevole morbidezza. La sua ricerca incessante incluse anche lo studio di particolari soluzioni nell'uso della morsura e delle inchiostrature.
GLI ESEMPLARI DEL GABINETTO DISEGNI E STAMPE DELLA PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA
Tra gli esemplari esposti si segnalano in particolare due Ritratti della madre, rispettivamente del 1628 e del 1631, primi di una lunga serie di studi psicologici dei volti dei personaggi rappresentati, che interessò sia la sua produzione grafica che pittorica, e che vide l’artista spesso protagonista della raffigurazione, utilizzando il proprio volto come modello per la resa di affetti e stati d’animo. L’Autoritratto con Saskia del 1636, unica incisione in cui compare con la moglie, è uno di questi, dove Rembrandt, nel pieno della sua attività e fama, si autorappresenta in baldanzosi abiti da “artista” mentre disegna in presenza di Saskia, sua sposa da due anni. In maniera più precisa l’incisore si soffermò sul tema dell’Artista che disegna una modella, in una enigmatica stampa del 1639, di cui si conoscono due stati e che non venne mai portata a termine. Tra il 1629 e il 1630 Rembrandt affrontò temi di genere dedicati a mendicanti, mutilati, suonatori di strada, di cui si espongono il Mendicante seduto del 1630 e I suonatori ambulanti del 1635 circa. A differenza di tanta produzione olandese dell’epoca, fatta di scene di genere centrate soprattutto su elementi didascalici, l’artista si avvicina sempre con estrema umanità al soggetto, cercando di coglierne l’universalità. Tra le numerose incisioni dedicate ad argomenti religiosi, sia nel Nuovo che dell’Antico Testamento, troviamo la grande Resurrezione di Lazzaro del 1632 dove, nel cogliere l’attimo centrale della narrazione, Cristo che ordina a Lazzaro di uscire dalla tomba, Rembrandt si concentra nel contrasto tra la zona luminosa del fondo e l’oscurità del primo piano, da cui emerge la figura di Cristo, dal profilo perduto e dal gesto deciso. Uno studio della luce che emerge dirompente nell’Annuncio ai pastori del 1634, primo notturno di Rembrandt all’acquaforte, il cui la concitazione della scena, con lo scompiglio in terra creato dall’apparizione angelica, viene resa, grazie all’uso della tecnica mista, con un profondo effetto pittorico. Raffinatissima è invece la Decollazione del Battista del 1640, di un anno successiva alla Morte della Vergine, uno dei capolavori dell'artista che qui si confronta con Dürer, come sempre nella sua produzione nell’intento di imparare, ma nello stesso tempo superare, la grande lezione dei maestri del passato. La luce che pur penetrando dalla finestra fa emergere a fatica le forme dell’ambiente inghiottito dall’ombra, contraddistingue il San Girolamo nello studio del 1642.
INCONTRI
8 maggio \ ore 17.30
Elena Rossoni, Le incisioni di Rembrandt nel Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna
15 maggio \ ore 17.30
Anna Stanzani, Rembrandt e Giuseppe Maria Crespi
22 maggio \ ore 17.30
Luigi Ficacci, Rembrandt e Morandi
29 maggio \ ore 17.30
Fabia Farneti, La morte della Vergine. Un’opera cruciale nella grafica di Rembrandt
5 giugno \ ore 17.30
Emanuela Fiori, Rembrandt collezionista
Gli esemplari esposti offrono uno spaccato significativo dell'attività incisoria dell'artista, parte integrante della sua ricca creatività. Rendono conto delle diverse tecniche utilizzate e di alcuni dei principli soggetti con cui si confrontò nel corso della sua carriera.
La mostra, curata da Elena Rossoni, è promossa dal Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale in collaborazione con la Società di Santa Cecilia Amici della Pinacoteca di Bologna, e rientra in un programma di esposizione a rotazione delle opere grafiche della Pinacoteca che ha avuto inizio con la mostra Disegni in collezione. La Società di Santa Cecilia per il Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna, conclusasi il 23 marzo 2014.
L’inaugurazione si terrà il 10 aprile, alle ore 18,15. Seguirà, sino all’inizio di giugno, un programma di conferenze a cadenza settimanale volte ad approfondire la figura dell’artista sia nello specifico della sua produzione che nelle sue relazioni con altri importanti pittori o incisori antichi e moderni che influirono sulla sua arte o, al contrario, ne vennero fortemente ispirati.
REMBRANDT INCISORE
L’artista, nato a Leida nel 1606 dalla famiglia di un mugnaio, dedicò gran parte della sua produzione artistica all’incisione. Le sue stampe costituiscono una produzione artistica strettamente intrecciata con quella pittorica, tanto da essere considerate imprescindibili per la comprensione della creatività del maestro.
A seguito di revisioni continue relative al riconoscimento dell’autografia del suo corpus di stampe, ad oggi vengono riferiti all’artista circa 290 esemplari. La principale tecnica utilizzata fu l’acquaforte, che permette di disegnare direttamente sulla lastra in rame coperta da uno strato di vernice, in seguito sottoposta ad un bagno di acido che corrode solo le zone incise. Alla appropriazione dell'abilità tecnica di realizzazione, che si fa risalire al 1628, si affiancò nel tempo una volontà sperimentale di ricerca di nuove possibilità espressive. È così che in alcuni casi all’acquaforte venne affiancato il bulino, che permette di incidere direttamente la lastra creando linee di diversa intensità, e soprattutto la puntasecca, che crea un solco sottilissimo alzando il metallo e creando le cosiddette barbe che, una volta inchiostrate, realizzano linee vellutate di notevole morbidezza. La sua ricerca incessante incluse anche lo studio di particolari soluzioni nell'uso della morsura e delle inchiostrature.
GLI ESEMPLARI DEL GABINETTO DISEGNI E STAMPE DELLA PINACOTECA NAZIONALE DI BOLOGNA
Tra gli esemplari esposti si segnalano in particolare due Ritratti della madre, rispettivamente del 1628 e del 1631, primi di una lunga serie di studi psicologici dei volti dei personaggi rappresentati, che interessò sia la sua produzione grafica che pittorica, e che vide l’artista spesso protagonista della raffigurazione, utilizzando il proprio volto come modello per la resa di affetti e stati d’animo. L’Autoritratto con Saskia del 1636, unica incisione in cui compare con la moglie, è uno di questi, dove Rembrandt, nel pieno della sua attività e fama, si autorappresenta in baldanzosi abiti da “artista” mentre disegna in presenza di Saskia, sua sposa da due anni. In maniera più precisa l’incisore si soffermò sul tema dell’Artista che disegna una modella, in una enigmatica stampa del 1639, di cui si conoscono due stati e che non venne mai portata a termine. Tra il 1629 e il 1630 Rembrandt affrontò temi di genere dedicati a mendicanti, mutilati, suonatori di strada, di cui si espongono il Mendicante seduto del 1630 e I suonatori ambulanti del 1635 circa. A differenza di tanta produzione olandese dell’epoca, fatta di scene di genere centrate soprattutto su elementi didascalici, l’artista si avvicina sempre con estrema umanità al soggetto, cercando di coglierne l’universalità. Tra le numerose incisioni dedicate ad argomenti religiosi, sia nel Nuovo che dell’Antico Testamento, troviamo la grande Resurrezione di Lazzaro del 1632 dove, nel cogliere l’attimo centrale della narrazione, Cristo che ordina a Lazzaro di uscire dalla tomba, Rembrandt si concentra nel contrasto tra la zona luminosa del fondo e l’oscurità del primo piano, da cui emerge la figura di Cristo, dal profilo perduto e dal gesto deciso. Uno studio della luce che emerge dirompente nell’Annuncio ai pastori del 1634, primo notturno di Rembrandt all’acquaforte, il cui la concitazione della scena, con lo scompiglio in terra creato dall’apparizione angelica, viene resa, grazie all’uso della tecnica mista, con un profondo effetto pittorico. Raffinatissima è invece la Decollazione del Battista del 1640, di un anno successiva alla Morte della Vergine, uno dei capolavori dell'artista che qui si confronta con Dürer, come sempre nella sua produzione nell’intento di imparare, ma nello stesso tempo superare, la grande lezione dei maestri del passato. La luce che pur penetrando dalla finestra fa emergere a fatica le forme dell’ambiente inghiottito dall’ombra, contraddistingue il San Girolamo nello studio del 1642.
INCONTRI
8 maggio \ ore 17.30
Elena Rossoni, Le incisioni di Rembrandt nel Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna
15 maggio \ ore 17.30
Anna Stanzani, Rembrandt e Giuseppe Maria Crespi
22 maggio \ ore 17.30
Luigi Ficacci, Rembrandt e Morandi
29 maggio \ ore 17.30
Fabia Farneti, La morte della Vergine. Un’opera cruciale nella grafica di Rembrandt
5 giugno \ ore 17.30
Emanuela Fiori, Rembrandt collezionista
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