Abitare l’eternità. Sonia Costantini e l’icona sacra
Dal 16 Gennaio 2023 al 26 Marzo 2023
Brescia
Luogo: Museo Diocesano
Indirizzo: Via Gasparo da Salò 13
Curatori: Alberto Cividati
E-Mail info: museo@diocesi.brescia.it
Sito ufficiale: http://museodiocesano.brescia.it
Dal 16 gennaio al 26 marzo 2023, il Museo Diocesano di Brescia accoglie la mostra Abitare l’eternità. Sonia Costantini e l’icona sacra. L’esposizione, curata da Alberto Cividati, docente di filosofia all’Istituto Cesare Arici, metterà a confronto la ricca collezione di icone di provenienza russa, realizzate tra il XVII e il XX secolo, del Museo Diocesano di Brescia con la pittura monocroma di Sonia Costantini (Mantova, 1953), ponendo in relazione le due modalità di “pittura assoluta”: la frammentazione dell’icona e il monocromo come icona. Le icone e i dipinti saranno posizionati uno di fronte all’altro, svelando la continuità e la discontinuità del loro farsi esperienza del sacro.
La mostra Abitare l’eternità intende leggere l’icona e il monocromo come momenti di accesso alla Rivelazione. Lo sguardo di colui che si ferma in silenzio e contempla percepisce di essere accompagnato dall’opera a vedere in modo nuovo la realtà, nella consapevolezza che l’eternità di Dio non si trovi oltre il tempo, ma si collochi come trama del tempo. La storia è rivelazione dell’eternità stessa che accade nell’esperienza percepita.
L’icona e il monocromo sono forme di scrittura, non di pittura. “Scrivere” indica il gesto di codifica di qualcosa di spirituale, di trascendente, che si è intuito. La trascendenza di Dio è la spiritualità che si origina dal contatto con il mondo ed è respiro dell’immaginazione, il movimento di tutto ciò che riguarda il mondo degli affetti: promesse, attese, desideri, il grido costante di ogni uomo che cerca la sua destinazione. L’icona e il monocromo si toccano nella comune sensibilità del segno, come fossero stelle di una costellazione unica che attraversa la storia.
La mostra Abitare l’eternità intende leggere l’icona e il monocromo come momenti di accesso alla Rivelazione. Lo sguardo di colui che si ferma in silenzio e contempla percepisce di essere accompagnato dall’opera a vedere in modo nuovo la realtà, nella consapevolezza che l’eternità di Dio non si trovi oltre il tempo, ma si collochi come trama del tempo. La storia è rivelazione dell’eternità stessa che accade nell’esperienza percepita.
L’icona e il monocromo sono forme di scrittura, non di pittura. “Scrivere” indica il gesto di codifica di qualcosa di spirituale, di trascendente, che si è intuito. La trascendenza di Dio è la spiritualità che si origina dal contatto con il mondo ed è respiro dell’immaginazione, il movimento di tutto ciò che riguarda il mondo degli affetti: promesse, attese, desideri, il grido costante di ogni uomo che cerca la sua destinazione. L’icona e il monocromo si toccano nella comune sensibilità del segno, come fossero stelle di una costellazione unica che attraversa la storia.
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