Giuseppe Livio. Perfect Volcano
Dal 20 Giugno 2014 al 06 Luglio 2014
Catania
Luogo: Palazzo della Cultura
Indirizzo: via Vittorio Emanuele 121
Orari: da lunedì a sabato 9-13 / 15-19; domenica 9-13
Curatori: Francesco Lucifora
Enti promotori:
- Comune di Catania - Assessorato ai Saperi e alla Bellezza condivisa
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 349 2684564
E-Mail info: melagrasso@tiscali.it
Sito ufficiale: http://www.comune.catania.it
Pittura nera su legno e calcografia a rilievo bianco su bianco. E’ un dialogo per opposti, per contrasti e antitesi la nuova produzione di Giuseppe Livio che, con “Perfect Volcano”, approda nello spazio istituzionale di Palazzo della Cultura (Palazzo Platamone) per una mostra, a cura di Francesco Lucifora, organizzata in collaborazione con il Comune di Catania, Assessorato ai Saperi e alla Bellezza condivisa e realizzata con la partnership scientifica dell’Accademia di Belle Arti e del CoCA - Center of Contemporary Arts di Modica (Rg).
Artista emergente, Giuseppe Livio ha scelto di lavorare ed agire nella sua Sicilia, accanto al suo vulcano, l’Etna: una scelta che ne fa un testimone autentico e insieme un indiscutibile “portatore” di immagini, ambientazioni, poetiche e concetti riconducibili a un’idea contemporanea dell’essere artisti e interpreti della propria terra e del proprio mondo.
“Per Livio - spiega Lucifora, curatore indipendente - ‘Perfect Volcano’ rappresenta un momento decisivo, una fase di aumentata consapevolezza sulla sua pittura e sulle modalità di sintesi grafica e visiva che coincide con una nuova produzione divisa in due blocchi: pittura nera su legno e calcografia bianco su bianco. Un contrasto di colori e materiali che viaggia verso la definizione di un vulcano perfetto. Che non è soltanto l’Etna – continua Lucifora - ma ogni elemento naturale permanente, simbolo di una presenza costante che accompagna l’umano al futuro. Livio proietta lo sguardo in avanti, verso una realtà visionaria fatta di paesaggi minimali e ripuliti dagli eccessi. Anche le calcografie danno la misura dell’invenzione: sulla carta, come reperti dal futuro, emergono forme di esseri e sostanze comunque familiari”.
Una ventina le opere esposte a Palazzo della Cultura, tutte inedite e frutto della frenetica attività creativa dell’artista in questo primo scorcio del 2014. “Mi sono concentrato – dice Giuseppe Livio – sul segno, sulla potenza espressiva del bianco e nero che arriva a vincere sul colore, da sempre protagonista del mio lavoro; e infine sulla materia, il legno: tinto di nero è divenuto supporto di questo ciclo produttivo. Infine i soggetti: vivono in uno spazio non identificato, non ci sono coordinate spazio-temporali. Potrebbe essere anche il nostro futuro”.
Giuseppe Livio nasce a Catania nel 1975. Conclusa l'Accademia di Belle Arti, dove si laurea in scultura, la vicinanza con Antonio Brancato, suo docente, porta a una collaborazione per la realizzazione di un importante monumento bronzeo per il comune etneo di San Giovanni La Punta. Questi sono anni ricchi di stimolanti sollecitazioni artistiche con particolare riguardo all’acquisizione delle diverse tecniche incisorie e il conseguente approccio alla stampa. Preziosi i rapporti con diversi artisti tra cui Gianbecchina, Salvatore Incorpora, Sebastiano Milluzzo, Elio Romano.
Nel 1994 apre il suo studio-pensatoio a Catania, nel quale realizza opere scultoree, pittoriche e calcografiche. Interessato alla forza della materia, Giuseppe Livio accetta alcune committenze che lo portano alla realizzazione di sculture in legno e in terracotta. Tra il 1990 e il 1997 matura la sua idea di pittura intesa come un fatto pienamente privato ma con possibili esiti pubblici e condivisi, una forma di esibita intimità, sentendo forte l’esigenza di sconfinare al di là della compostezza di un accademico formalismo e ritrovarsi nel segno libero e sporco e di valenza espressionista.
Nel 2001 il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per Disegno e Storia dell’Arte lo porta ad Istanbul. La permanenza nella città turca unitamente a numerosi viaggi in Cappadocia e in altri luoghi della Turchia lo porta a vivere situazioni contrastanti e differenti. Il richiamo a Istanbul è evidente nelle opere in cui una certa narrazione indica un valore laico, mistico e corrispondente allo stupore dello sguardo dell’uomo occidentale rispetto all'incontro con una cultura non conosciuta prima. In antitesi al chiasso della metropoli, la Cappadocia, con il suo silenzio ed isolamento dal tempo, suggerisce l’esito quasi monocromo dalle tinte polverose e terrose di molti suoi lavori. Dal 2006 è docente di Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico Federico Enriques di Roma. Coordina una sezione di scultura del progetto “La Porta della Bellezza” di Librino a Catania e una sezione di pittura del progetto “La Grande Madre” per il Policlinico di Catania. Una sua grande opera calcografica - a unica scena e stampata a mano - lo vede partecipare al “Rito della Luce”, progetto della Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti.
Artista emergente, Giuseppe Livio ha scelto di lavorare ed agire nella sua Sicilia, accanto al suo vulcano, l’Etna: una scelta che ne fa un testimone autentico e insieme un indiscutibile “portatore” di immagini, ambientazioni, poetiche e concetti riconducibili a un’idea contemporanea dell’essere artisti e interpreti della propria terra e del proprio mondo.
“Per Livio - spiega Lucifora, curatore indipendente - ‘Perfect Volcano’ rappresenta un momento decisivo, una fase di aumentata consapevolezza sulla sua pittura e sulle modalità di sintesi grafica e visiva che coincide con una nuova produzione divisa in due blocchi: pittura nera su legno e calcografia bianco su bianco. Un contrasto di colori e materiali che viaggia verso la definizione di un vulcano perfetto. Che non è soltanto l’Etna – continua Lucifora - ma ogni elemento naturale permanente, simbolo di una presenza costante che accompagna l’umano al futuro. Livio proietta lo sguardo in avanti, verso una realtà visionaria fatta di paesaggi minimali e ripuliti dagli eccessi. Anche le calcografie danno la misura dell’invenzione: sulla carta, come reperti dal futuro, emergono forme di esseri e sostanze comunque familiari”.
Una ventina le opere esposte a Palazzo della Cultura, tutte inedite e frutto della frenetica attività creativa dell’artista in questo primo scorcio del 2014. “Mi sono concentrato – dice Giuseppe Livio – sul segno, sulla potenza espressiva del bianco e nero che arriva a vincere sul colore, da sempre protagonista del mio lavoro; e infine sulla materia, il legno: tinto di nero è divenuto supporto di questo ciclo produttivo. Infine i soggetti: vivono in uno spazio non identificato, non ci sono coordinate spazio-temporali. Potrebbe essere anche il nostro futuro”.
Giuseppe Livio nasce a Catania nel 1975. Conclusa l'Accademia di Belle Arti, dove si laurea in scultura, la vicinanza con Antonio Brancato, suo docente, porta a una collaborazione per la realizzazione di un importante monumento bronzeo per il comune etneo di San Giovanni La Punta. Questi sono anni ricchi di stimolanti sollecitazioni artistiche con particolare riguardo all’acquisizione delle diverse tecniche incisorie e il conseguente approccio alla stampa. Preziosi i rapporti con diversi artisti tra cui Gianbecchina, Salvatore Incorpora, Sebastiano Milluzzo, Elio Romano.
Nel 1994 apre il suo studio-pensatoio a Catania, nel quale realizza opere scultoree, pittoriche e calcografiche. Interessato alla forza della materia, Giuseppe Livio accetta alcune committenze che lo portano alla realizzazione di sculture in legno e in terracotta. Tra il 1990 e il 1997 matura la sua idea di pittura intesa come un fatto pienamente privato ma con possibili esiti pubblici e condivisi, una forma di esibita intimità, sentendo forte l’esigenza di sconfinare al di là della compostezza di un accademico formalismo e ritrovarsi nel segno libero e sporco e di valenza espressionista.
Nel 2001 il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per Disegno e Storia dell’Arte lo porta ad Istanbul. La permanenza nella città turca unitamente a numerosi viaggi in Cappadocia e in altri luoghi della Turchia lo porta a vivere situazioni contrastanti e differenti. Il richiamo a Istanbul è evidente nelle opere in cui una certa narrazione indica un valore laico, mistico e corrispondente allo stupore dello sguardo dell’uomo occidentale rispetto all'incontro con una cultura non conosciuta prima. In antitesi al chiasso della metropoli, la Cappadocia, con il suo silenzio ed isolamento dal tempo, suggerisce l’esito quasi monocromo dalle tinte polverose e terrose di molti suoi lavori. Dal 2006 è docente di Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico Federico Enriques di Roma. Coordina una sezione di scultura del progetto “La Porta della Bellezza” di Librino a Catania e una sezione di pittura del progetto “La Grande Madre” per il Policlinico di Catania. Una sua grande opera calcografica - a unica scena e stampata a mano - lo vede partecipare al “Rito della Luce”, progetto della Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti.
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