Luce dal Sud
Dal 26 Aprile 2014 al 25 Maggio 2014
Caltagirone | Catania
Luogo: Galleria Fotografica Luigi Ghirri
Indirizzo: via Duomo 11
Orari: lun-dom 9.30-12.30 / 16-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 334 3358978
E-Mail info: gallerialuigighirri@tiscali.it
Sito ufficiale: http://galleriafotograficaghirri.blogspot.it
La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT, in questi primi mesi del 2014 ha intrapreso un progetto che, fedelmente all’etimo del termine “progetto” – dal latino pro jèctus, azione di gettare avanti – ma in linea con l’inquietante precarietà di questo presente, sfida le sue potenzialità organizzative proiettandosi in avanti e chiamando in causa una vasta schiera di autori, studiosi, simpatizzanti e – perché no – indifferenti della fotografia per confrontarsi proprio sulla luce, luce che illumina e delinea, luce che crea e distrugge, luce fisica e luce spirituale, luce che, dalla camera oscura al digitale, rimane anima e destino della fotografia, anima e destino – a sua volta – della Galleria GHIRRI.
Le quattro mostre – già esposte a Ragusa nel 2013, per la seconda edizione del Foto Festival – quest’anno, nel piano espositivo della Galleria GHIRRI, assumono un significato diverso cui concorrono tutte le iniziative ideate per la Rassegna Luce dal Sud_Lungo la soglia dell’Occidente: in una lettura ampia del paesaggio come scenario umano, la soglia – e nello stesso tempo il limine – di un’idea di Occidente diviene la lente attraverso cui guardare e declinare le più diverse realtà e, con esse, la percezione stessa dell’abitare. E la luce – in quest’ottica che non è solo prettamente fotografica – assume un ruolo preponderante.
Luce dal Sud … pare un paradosso astronomico: come l’inattesa rivelazione del caos primordiale, o la burla di un Dio beffardo artefice di questo rimescolamento dei punti cardinali, il Sud usurpa all’Est quella luce che da sempre accompagna radente la rotazione del nostro piccolo globo azzurro e questo per tracciare nuove traiettorie, segnare insoliti percorsi e ripensare l’idea dell’abitare con uno sguardo a trecentosessanta gradi.
Al pari di intrepidi globetrotters nell’anarchico universo digitale di Google Earth, grazie alle foto dei quattro giovani autori in mostra – che non è una collettiva quanto piuttosto un interessante contatto di sguardi sul presente – possiamo seguirla questa Luce che dal Sud, lungo rotte meridiane, risale il pianeta per esplorare luoghi che, sostanzialmente, sono espressione dell’abitare questo mondo e declinare una chimerica idea dell’Occidente, un abitare segnato da contrasti taglienti con la storia, i territori, le popolazioni e l’economia: dall’Angola di Silvia MORARA al Kenya di Filippo ROMANO, migrando trasversalmente fra le isole del Mediterraneo di Franco MASCOLO, approdiamo tra gli attoniti monumenti dell’Aquila fotografata da Michele NASTASI, una città storica sfigurata dal terremoto come dall’incuria, scenario metafisico e metafora di ciò che rappresenta il fallimento delle certezze e, nello stesso tempo, un campo sperimentale per il futuro.
Con noi, ancora una volta, la fotografia … musa e sortilegio, desiderio e inganno, visione e progetto.
Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Luce dal Sud
Malgrado le inconciliabili diversità di razze, culture e religioni che dal Mediterraneo sprofondano verso la vastità dell’Africa, un identico modello di vita e di edificazione sta plasmando l’esistenza delle popolazioni che lì vivono.
Parlando del Mediterraneo, in un giudizio che coinvolge l’intero Sud del mondo, Josif BRODSKIJ scrive che in questi luoghi si viene soltanto “per guardare al passato, non al futuro – perché quest’ultimo qui non esiste: tutto quello che c’era, se c’era, ha preso la via del Nord. Qui c’è soltanto un non invidiabile presente di terz’ordine per gente laboriosa ma depredata dall’intensità della storia locale. Qui non accadrà più niente, tranne forse disordini per le strade o un terremoto. O forse scopriranno il petrolio …”.
Animati da questa consapevolezza, i fotografi presenti (…) si sono spinti a Sud per mettere a fuoco la figura reale dell’umanità contemporanea. Lontano dalle metropoli high-tech e dalle ordinate campagne del nord Europa, dove l’utopia del futuro sembra essere diventata un presente reale, nel Sud del mondo i luoghi del vivere e dell’abitare finiscono per rivelare inesorabilmente il dramma originario che fonda l’esistenza del-l’umanità e dei viventi sul pianeta: l’imprevedibile e irrimediabile evento del terremoto nella città sospesa de L’Aquila, l’apparire contemplativo dell’infinito del mare tra le desolate edificazioni delle isole mediterranee, le consolanti scene di vita quotidiana in Angola, l’operosa dignità che emerge dagli slum di Nairobi (…). Gli autori (…) sembrano fotografare questi luoghi alla luce del primo giorno dopo il Sabato, quella luce che permette di vedere ogni limite della condizione umana nella visione della speranza. Le loro immagini rivelano le trame sensibili, spesso invisibili, che nella gioia e nel dolore tessono ogni giorno il presente di ogni uomo nel mondo.
Giovanni CHIARAMONTE
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Milano, maggio 2013
Le quattro mostre – già esposte a Ragusa nel 2013, per la seconda edizione del Foto Festival – quest’anno, nel piano espositivo della Galleria GHIRRI, assumono un significato diverso cui concorrono tutte le iniziative ideate per la Rassegna Luce dal Sud_Lungo la soglia dell’Occidente: in una lettura ampia del paesaggio come scenario umano, la soglia – e nello stesso tempo il limine – di un’idea di Occidente diviene la lente attraverso cui guardare e declinare le più diverse realtà e, con esse, la percezione stessa dell’abitare. E la luce – in quest’ottica che non è solo prettamente fotografica – assume un ruolo preponderante.
Luce dal Sud … pare un paradosso astronomico: come l’inattesa rivelazione del caos primordiale, o la burla di un Dio beffardo artefice di questo rimescolamento dei punti cardinali, il Sud usurpa all’Est quella luce che da sempre accompagna radente la rotazione del nostro piccolo globo azzurro e questo per tracciare nuove traiettorie, segnare insoliti percorsi e ripensare l’idea dell’abitare con uno sguardo a trecentosessanta gradi.
Al pari di intrepidi globetrotters nell’anarchico universo digitale di Google Earth, grazie alle foto dei quattro giovani autori in mostra – che non è una collettiva quanto piuttosto un interessante contatto di sguardi sul presente – possiamo seguirla questa Luce che dal Sud, lungo rotte meridiane, risale il pianeta per esplorare luoghi che, sostanzialmente, sono espressione dell’abitare questo mondo e declinare una chimerica idea dell’Occidente, un abitare segnato da contrasti taglienti con la storia, i territori, le popolazioni e l’economia: dall’Angola di Silvia MORARA al Kenya di Filippo ROMANO, migrando trasversalmente fra le isole del Mediterraneo di Franco MASCOLO, approdiamo tra gli attoniti monumenti dell’Aquila fotografata da Michele NASTASI, una città storica sfigurata dal terremoto come dall’incuria, scenario metafisico e metafora di ciò che rappresenta il fallimento delle certezze e, nello stesso tempo, un campo sperimentale per il futuro.
Con noi, ancora una volta, la fotografia … musa e sortilegio, desiderio e inganno, visione e progetto.
Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Luce dal Sud
Malgrado le inconciliabili diversità di razze, culture e religioni che dal Mediterraneo sprofondano verso la vastità dell’Africa, un identico modello di vita e di edificazione sta plasmando l’esistenza delle popolazioni che lì vivono.
Parlando del Mediterraneo, in un giudizio che coinvolge l’intero Sud del mondo, Josif BRODSKIJ scrive che in questi luoghi si viene soltanto “per guardare al passato, non al futuro – perché quest’ultimo qui non esiste: tutto quello che c’era, se c’era, ha preso la via del Nord. Qui c’è soltanto un non invidiabile presente di terz’ordine per gente laboriosa ma depredata dall’intensità della storia locale. Qui non accadrà più niente, tranne forse disordini per le strade o un terremoto. O forse scopriranno il petrolio …”.
Animati da questa consapevolezza, i fotografi presenti (…) si sono spinti a Sud per mettere a fuoco la figura reale dell’umanità contemporanea. Lontano dalle metropoli high-tech e dalle ordinate campagne del nord Europa, dove l’utopia del futuro sembra essere diventata un presente reale, nel Sud del mondo i luoghi del vivere e dell’abitare finiscono per rivelare inesorabilmente il dramma originario che fonda l’esistenza del-l’umanità e dei viventi sul pianeta: l’imprevedibile e irrimediabile evento del terremoto nella città sospesa de L’Aquila, l’apparire contemplativo dell’infinito del mare tra le desolate edificazioni delle isole mediterranee, le consolanti scene di vita quotidiana in Angola, l’operosa dignità che emerge dagli slum di Nairobi (…). Gli autori (…) sembrano fotografare questi luoghi alla luce del primo giorno dopo il Sabato, quella luce che permette di vedere ogni limite della condizione umana nella visione della speranza. Le loro immagini rivelano le trame sensibili, spesso invisibili, che nella gioia e nel dolore tessono ogni giorno il presente di ogni uomo nel mondo.
Giovanni CHIARAMONTE
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI
Milano, maggio 2013
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