Assonanze. Nicoletta Gatti
![Nicoletta Gatti, <em>Tracce di rotte</em>, olio su tela, 2019 Nicoletta Gatti, <em>Tracce di rotte</em>, olio su tela, 2019](http://www.arte.it/foto/600x450/b7/138817-NICOLETTA_GATTI_Tracce_di-rotte_olio_su_tela_100X100_2019.jpg)
Nicoletta Gatti, Tracce di rotte, olio su tela, 2019
Dal 01 Aprile 2023 al 29 Aprile 2023
Firenze
Luogo: Accademia delle Arti e del Disegno
Indirizzo: Via Ricasoli 68 (Piazza San Marco)
Orari: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 19:00, domenica dalle 10:00 alle 13:00, chiuso il lunedì
Curatori: Carlo Pizzichini
Costo del biglietto: Ingresso libero
Nicoletta Gatti porta il suo personale omaggio alla città con Rosso Cardinale, un’imponente e inedito dipinto il cui protagonista assoluto è il pigmento rosso che crea, attraverso una lenta e sofisticata costruzione pittorica e trattazione del colore, una velata architettura dove si racchiudono la bellezza e la purezza del colore, e il loro essere materia e luce, struttura e frammento.
L’unicità del lavoro di Nicoletta Gatti si coglie dalle infinite declinazioni monocromatiche che l’artista posa sulla tela come trama e ordito di uno spazio immaginato e immaginario, un universo costruito da numerose prospettive che, come in uno specchio, si intersecano tra di loro per formare uno spazio infinito che traspare sempre più nitido attraverso lo schermo del colore.
Artista raffinata e sensibile, e fine intellettuale, Nicoletta Gatti racconta, attraverso la purezza del colore e l’essenza dei segni, il volto di un mondo dove il pensiero e il percorso dell’uomo si celano dietro la cortina dell’arte.
L’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica al mondo, trae origine dalla Compagnia di San Luca, formata nel 1339. Fondata da Giorgio Vasari 1563, vi aderirono, tra gli altri, Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti quando ancora, secondo gli statuti medievali, i pittori venivano immatricolati all’Arte dei Medici e degli Speziali perché assimilati agli speziali per la macinatura e la preparazione dei colori.
Ed è proprio questo forte richiamo all’alchimia e all’assolutezza del colore, che Nicoletta Gatti porta a Firenze con le sue opere. Il rosso, il bianco, il nero, ora il verde, posati sulla tela e lavorati come terra, come acqua, come fuoco, plasmati come scultura, posati in rilievo a catturare e nascondere luce al contempo, scolpiti come uno chevron che sa di orizzonte di mare e di infinito. E poi pensieri e segni, che fondono arcani principi di scrittura a immaginarie formule algebriche, dove riconoscere l’energia del pensiero, il caos calmo che aleggia dietro una traccia, nel germe della creazione, nell’incerto contorno di un sogno che si materializza sulla tela e disvela un embrione di colore: il segno di un’alchimia che sta nascendo.
Sono ventisei le opere esposte nella sala principale con Rosso Cardinale e a seguire, in totale assonanza di colore e trama, i monocromi, le tracce, i pensieri di Nicoletta Gatti, tra cui: Percezione monocromatica 1, Pensiero in bianco e nero, Pensiero bianco, Pensando al nero, L’origine delle differenze, Differenze numero 2, White numero 2, Black numero 2, Differenze numero 2, Pagina nera, Tra terra e mare, Pensiero indefinito, Pensiero lineare, Pensiero numero 6, Traccia essenziale e Vibrazioni viola e verdi.
In queste opere, che definiscono molto bene il lavoro dell’artista, si può osservare una delle caratteristiche che segnano in maniera sostanziale le opere di Nicoletta Gatti: la sua straordinaria tecnica pittorica, che vede la definizione della superficie dell’opera attraverso una serie di manipolazioni meccaniche del colore realizzate con i più disparati strumenti, esistenti o costruiti dall’artista stessa per ottenere il giusto effetto plastico e luminoso.
La mostra prosegue nella piccola sala adiacente la principale, dove Nicoletta Gatti espone una serie di sei lavori tessili realizzati con filo di cotone o lino su juta. Questa serie, come le opere su tela, porta con sé la stessa matrice di pensiero dell’artista, che qui utilizza il filo e l’ago, in taluni casi anche materiali compostabili, al posto del pennello e delle spazzole, ma sempre racconta di colore, di congiunzione di pensieri, di genesi e di vita, cucendo tracce per costruire percorsi astratti.
Il colore e il pigmento sono la radice dell’espressione artistica dell’uomo, un campo infinito di creazione e sperimentazione che parte dalla preistoria, con i disegni rossi dei Cro-Magnon nelle caverne, e arriva ai giorni nostri con, tra gli esempi più straordinari, il Quadrato nero di Malevic o i color field paintings di Mark Rothko.
Le opere di Nicoletta Gatti si inseriscono a pieno titolo in quel processo sempre vivo della ricerca e della sperimentazione del colore, come medium assoluto della propria espressione artistica.
L’unicità del lavoro di Nicoletta Gatti si coglie dalle infinite declinazioni monocromatiche che l’artista posa sulla tela come trama e ordito di uno spazio immaginato e immaginario, un universo costruito da numerose prospettive che, come in uno specchio, si intersecano tra di loro per formare uno spazio infinito che traspare sempre più nitido attraverso lo schermo del colore.
Artista raffinata e sensibile, e fine intellettuale, Nicoletta Gatti racconta, attraverso la purezza del colore e l’essenza dei segni, il volto di un mondo dove il pensiero e il percorso dell’uomo si celano dietro la cortina dell’arte.
L’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica al mondo, trae origine dalla Compagnia di San Luca, formata nel 1339. Fondata da Giorgio Vasari 1563, vi aderirono, tra gli altri, Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti quando ancora, secondo gli statuti medievali, i pittori venivano immatricolati all’Arte dei Medici e degli Speziali perché assimilati agli speziali per la macinatura e la preparazione dei colori.
Ed è proprio questo forte richiamo all’alchimia e all’assolutezza del colore, che Nicoletta Gatti porta a Firenze con le sue opere. Il rosso, il bianco, il nero, ora il verde, posati sulla tela e lavorati come terra, come acqua, come fuoco, plasmati come scultura, posati in rilievo a catturare e nascondere luce al contempo, scolpiti come uno chevron che sa di orizzonte di mare e di infinito. E poi pensieri e segni, che fondono arcani principi di scrittura a immaginarie formule algebriche, dove riconoscere l’energia del pensiero, il caos calmo che aleggia dietro una traccia, nel germe della creazione, nell’incerto contorno di un sogno che si materializza sulla tela e disvela un embrione di colore: il segno di un’alchimia che sta nascendo.
Sono ventisei le opere esposte nella sala principale con Rosso Cardinale e a seguire, in totale assonanza di colore e trama, i monocromi, le tracce, i pensieri di Nicoletta Gatti, tra cui: Percezione monocromatica 1, Pensiero in bianco e nero, Pensiero bianco, Pensando al nero, L’origine delle differenze, Differenze numero 2, White numero 2, Black numero 2, Differenze numero 2, Pagina nera, Tra terra e mare, Pensiero indefinito, Pensiero lineare, Pensiero numero 6, Traccia essenziale e Vibrazioni viola e verdi.
In queste opere, che definiscono molto bene il lavoro dell’artista, si può osservare una delle caratteristiche che segnano in maniera sostanziale le opere di Nicoletta Gatti: la sua straordinaria tecnica pittorica, che vede la definizione della superficie dell’opera attraverso una serie di manipolazioni meccaniche del colore realizzate con i più disparati strumenti, esistenti o costruiti dall’artista stessa per ottenere il giusto effetto plastico e luminoso.
La mostra prosegue nella piccola sala adiacente la principale, dove Nicoletta Gatti espone una serie di sei lavori tessili realizzati con filo di cotone o lino su juta. Questa serie, come le opere su tela, porta con sé la stessa matrice di pensiero dell’artista, che qui utilizza il filo e l’ago, in taluni casi anche materiali compostabili, al posto del pennello e delle spazzole, ma sempre racconta di colore, di congiunzione di pensieri, di genesi e di vita, cucendo tracce per costruire percorsi astratti.
Il colore e il pigmento sono la radice dell’espressione artistica dell’uomo, un campo infinito di creazione e sperimentazione che parte dalla preistoria, con i disegni rossi dei Cro-Magnon nelle caverne, e arriva ai giorni nostri con, tra gli esempi più straordinari, il Quadrato nero di Malevic o i color field paintings di Mark Rothko.
Le opere di Nicoletta Gatti si inseriscono a pieno titolo in quel processo sempre vivo della ricerca e della sperimentazione del colore, come medium assoluto della propria espressione artistica.
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