Francesco Arena. Una cartolina, un passo, una linea e una pietra
Dal 19 Settembre 2020 al 11 Novembre 2020
Firenze
Luogo: Base / Progetti per l'arte
Indirizzo: via San Niccolo 18r
Orari: mar-ven 18-20 | 20-24 come vetrina. Per appuntamenti oltre l’orario d’apertura: +39 3286927 778 | +39 3292298 348
Prolungata: fino all'11 novembre 2020
E-Mail info: info@baseitaly.org
Sito ufficiale: http://www.baseitaly.org
BASE / Progetti per l'arte presenta sabato 19 settembre, dalle ore 11,00 alle ore 19,00, la mostra che l'artista Francesco Arena ha ideato specificatamente per il luogo e per la ripartenza delle attività dopo il lockdown. Una cartolina, un passo, una linea e una pietra è il titolo che identifica in modo lucido ed essenziale i singoli oggetti scultorei che permettono di stabilire un dialogo intenso con l'idea dell'atto creativo, con la storia dello spazio no profit – che quest’anno compie ventidue anni–, oltre che con il personale tempo di fruizione del singolo visitatore.
Il progetto di Francesco Arena per Base “Una cartolina, un passo, una linea e una pietra” è composto da opere che, come spiega l'artista stesso, “hanno a che fare con la stratificazione del tempo, l’aggiungere e il togliere. La cartolina è quella dell’invito e le sue dimensioni di cm 10,5x15 corrispondono alla milleottocentonovacinquesima parte della superficie di Base. Un passo è il parallelepipedo lungo di 68 centimetri, la lunghezza media di un mio passo, largo e alto dieci centimetri. È realizzato, contrariamente a tutte le mie sculture che si basano sulla misurazione, non con un materiale resistente come il bronzo, bensì con il fango di marmo che viene prodotto nella lavorazione del taglio del marmo. Su una delle due estremità della faccia superiore è incisa la cifra X 71.806 corrispondente ai passi in meno che ho fatto nel marzo del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Condizione dovuta alla quarantena causata dalla pandemia mondiale e per questo porta il titolo di “Passi persi (marzo 2020)”. Inoltre, “una linea” e “una pietra” citate nel titolo della mostra corrispondono - la prima - ad una serie di bustine di zucchero il cui contenuto è consumato solo per metà dall'artista durante il quotidiano rituale del caffè e che disposte in fila formano la misura di un metro; mentre – la seconda – ad una pietra che, tagliata della stessa larghezza della testa dell'artista, porta incisa sulle due facce lisce le frasi: In my beginning is my end e In my end is my beginning. La mostra, nella sua interezza, si rivela come una riflessione ampia sull’eredità del Modernismo, così come sulla necessità di rileggere radicalmente la funzione e la necessità oggi del monumento pubblico. L'artista riesce a proporre tutto ciò a partire da un'indagine rigorosa sugli strumenti di misurazione (il metro, il passo, la scansione del tempo in secondi) dei quali da sempre l'uomo si fornisce per dare ordine al fluire irruente e imprevedibile della vita.
Francesco Arena (Torre Santa Susanna, Brindisi, 1978; vive e lavora a Cassano delle Murge, Bari) realizza da sempre sculture assolute e minimaliste, ma anche intrise di intimità e di esperienze personali, così come legate a fatti storici e alla memoria collettiva. Il suo è un modo per rendere sia la materia delle sue opere, che la presenza dello spettatore sensibili al contesto specifico in cui gli permette di incontrarsi per creare nuove esperienze, storie e punti di vista inediti. Tale approccio è evidente con una delle sue prime opere del 2004 dal titolo “3,24 metri quadrati” dove ha riprodotto in scala 1:1 la cella di Aldo Moro, ma anche con la scultura dal titolo “Il peso del mio corpo da un blocco di pietra del peso di una barca” che rimandava alle tragiche traversate dei migranti in mare e realizzata nel 2010 in occasione di Art Statement a Basilea. Le sue sculture hanno sempre l'obiettivo di farsi installazione ambientale, sia con la presenza di azioni e performance, che con la forte relazione che stabilisce con l'ambiente architettonico o naturale in cui si inseriscono. In questo caso sono da citare le opere dal titolo “Massa sepolta”, esposta nel 2013 al Padiglione Italia per la 55a Biennale di Venezia, e quella del 2020, prodotta dall'Italian council, pensata per essere permanente all'interno del Parco archeologico del Colosseo di Roma. Tra le molte mostre collettive di livello internazionale a cui ha partecipato sono da ricordare: "The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance", Walker Art Center, Minneapolis (2021); "Sculpture Projects Ping Yao", Pingyao, Cina (2018); "Re-Evolution", MAXXI, Rome (2017); "Ennesima", Triennale di Milano, Milano (2015); "La storia che non ho vissuto. Testimone indiretto", Castello di Rivoli, Torino (2012); "Trittico 57", Museion, Bolzano, Italia (2012).
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