Hotelgilgamesh

Hotelgilgamesh, Ex Chiesa di San Carlo dei Barnabiti, Firenze
Dal 01 Febbraio 2013 al 03 Febbraio 2013
Firenze
Luogo: Ex Chiesa di San Carlo dei Barnabiti
Indirizzo: via Sant'Agostino 23
Orari: venerdì 20-24; sabato 17-24; domenica 14-20
Curatori: Rafael Vindigni, Marco Pieraccini
E-Mail info: psike.firenze@gmail.com
Sito ufficiale: http://psikefirenze.blogspot.it
Gli artisti che partecipano con le loro opere a questa collettiva sono stati invitati a lavorare su uno dei non-luoghi descritti così in “Modernità liquida” di Z.Bauman:
“Il non - luogo: è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia: esempi tali di ‘non luoghi' sono gli aeroporti, le autostrade, le anonime stanze d'albergo, i mezzi pubblici di trasporto […]. Mai prima d'oggi nella storia del mondo i non luoghi hanno occupato tanto spazio.
I non-luoghi hanno la caratteristica di non assegnare identità alle individualità che vi transitano, di non essere relazionali e di non avere carattere storico. Il rapporto relazionale che si crea è tra il luogo e la persona, non tra gli individui che si incontrano in quel luogo. Essi sono spesso luoghi di transito dove viene esasperata la solitudine individuale in mezzo a centinaia o migliaia di persone. In questi spazi ci si sente a casa,ma nessuno di noi si comporterebbe mai come a casa propria. I comportamenti da esibire devono essere disciplinati, standardizzati, artificiali, robotici, anonimi, svincolando l’ agire dalle inquietudini di un’esistenza sempre più precaria.
A ciò abbiamo unito un personaggio della mitologia mesopotamica: Gilgamesh, uno dei Re di Uruk, il più antico agglomerato urbano definibile città. Le sue vicende sono narrate nell’”Epopea di Gilgamesh”. Il suo mito è legato alla ricerca dell’immortalità, immortalità che l'arte possiede.
L’Hotel Gilgamesh esiste narrativamente ed è la prima sezione di un progetto più ampio ed in itinere:“UOXIXI”.
Gli artisti sono partiti da una traccia narrativa, una storia:
“Ci troviamo in un piccolo paese disordinato in cui si stagliano diversi luoghi di culto, l’ospedale, qualche supermarket fatiscente e un’immensa costruzione che sovrasta il tutto sormontando gli edifici vicini e incastrandosi tra di essi. Il tutto finisce per costituire un grande colle architettonico; potrebbe assomigliare ad una torre di babele ma oltre che in altezza si estende, asimettrica, in ogni direzione, formando dedali di vie indistinguibili che possono finire anche semplicemente in un muro. Al centro dell’edificio una gigantesca insegna al neon verde con qualche lettera non più funzionante: HOTEL GILGAMESH. Quest’hotel è l’unico edificio di tutto il paese in cui è possibile abitare… “
“Il non - luogo: è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia: esempi tali di ‘non luoghi' sono gli aeroporti, le autostrade, le anonime stanze d'albergo, i mezzi pubblici di trasporto […]. Mai prima d'oggi nella storia del mondo i non luoghi hanno occupato tanto spazio.
I non-luoghi hanno la caratteristica di non assegnare identità alle individualità che vi transitano, di non essere relazionali e di non avere carattere storico. Il rapporto relazionale che si crea è tra il luogo e la persona, non tra gli individui che si incontrano in quel luogo. Essi sono spesso luoghi di transito dove viene esasperata la solitudine individuale in mezzo a centinaia o migliaia di persone. In questi spazi ci si sente a casa,ma nessuno di noi si comporterebbe mai come a casa propria. I comportamenti da esibire devono essere disciplinati, standardizzati, artificiali, robotici, anonimi, svincolando l’ agire dalle inquietudini di un’esistenza sempre più precaria.
A ciò abbiamo unito un personaggio della mitologia mesopotamica: Gilgamesh, uno dei Re di Uruk, il più antico agglomerato urbano definibile città. Le sue vicende sono narrate nell’”Epopea di Gilgamesh”. Il suo mito è legato alla ricerca dell’immortalità, immortalità che l'arte possiede.
L’Hotel Gilgamesh esiste narrativamente ed è la prima sezione di un progetto più ampio ed in itinere:“UOXIXI”.
Gli artisti sono partiti da una traccia narrativa, una storia:
“Ci troviamo in un piccolo paese disordinato in cui si stagliano diversi luoghi di culto, l’ospedale, qualche supermarket fatiscente e un’immensa costruzione che sovrasta il tutto sormontando gli edifici vicini e incastrandosi tra di essi. Il tutto finisce per costituire un grande colle architettonico; potrebbe assomigliare ad una torre di babele ma oltre che in altezza si estende, asimettrica, in ogni direzione, formando dedali di vie indistinguibili che possono finire anche semplicemente in un muro. Al centro dell’edificio una gigantesca insegna al neon verde con qualche lettera non più funzionante: HOTEL GILGAMESH. Quest’hotel è l’unico edificio di tutto il paese in cui è possibile abitare… “
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