Italiae. Dagli Alinari ai maestri della fotografia contemporanea
Dal 25 Giugno 2021 al 10 Ottobre 2021
Firenze
Luogo: Forte di Belvedere
Indirizzo: Via di S. Leonardo 1
Orari: ORE 16.00 - 21.00 MAR - VEN (ultimo ingresso ore 20.00) ORE 10.00 - 21.00 SAB - DOM (ultimo ingresso ore 20.00) LUNEDI CHIUSO
Curatori: Rita Scartoni e Luca Criscenti
Enti promotori:
- Comune di Firenze
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 2768224
E-Mail info: info@musefirenze.it
Sito ufficiale: http://musefirenze.it
Il fascino e la diversità dell’Italia, dei suoi paesaggi, della sua creatività e delle sue persone è in “Italiae. Dagli Alinari ai maestri della fotografia contemporanea” una delle due mostre che, dal 25 giugno al 10 ottobre 2021, occupa gli spazi della Palazzina del Forte di Belvedere, a Firenze nell’ambito dell’iniziativa Ieri, oggi, domani. Italia autoritratto allo specchio, iniziativa promossa dal Comune di Firenze organizzata da MUS.E con il supporto di Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze e Mazzoleni.Italiae, a cura di Rita Scartoni e Luca Criscenti, nata da un’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, prodottada Fratelli Alinari Idea SpA, è promossa dalla Fondazione Alinari per la Fotografia (organismo fondato dalla Regione Toscana per la conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio fotografico Alinari).
Un archivio di 75 fotografi – da Gianni Berengo Gardin a Paolo Pellegrin, da Gabriele Basilico a Gian Paolo Barbieri, da Luigi Ghirri a Mario Giacomelli e Ferdinando Scianna, solo per citarne alcuni - che hanno ritratto il Bel Paese ognuno a loro modo e con il loro interesse peculiare. Un secolo e mezzo di storia in una composita antologia di scatti, per ricreare un’ideale galleria di ritratti e memorie, capace di testimoniare la ricchezza del Paese e al tempo stesso la straordinaria vitalità della fotografia italiana. La selezione di scatti, senza pretendere di riassumere nella sua interezza la complessità della fotografia italiana, si pone in ogni caso come una sfida, e un mezzo per esplorare scelte estetiche e linguaggi che hanno attraversato oltre 160 anni di immagini, tra foto d’atelier, pittorialismo, concettualismo, cronaca e ricerca artistica. Un percorso che comincia dalle fotografie dei Fratelli Alinari e da quel vasto mondo che intorno ad essi, in termini di collezioni e archivi rappresentati, si è andato formando per giungere, attraverso i grandi maestri della fotografia del Novecento, fino alle più aggiornate sperimentazioni. Il risultato si può leggere anche come un breve compendio di storia delle tecniche fotografiche che parte dal calotipo e arriva alla virtual photography in games.
“La mostra apre con un’opera di Walter Niedermayr e chiude con un toccante scatto di Paolo Pellegrin – spiega la curatrice Rita Scartoni - Nel mezzo tanti autori, tutti amatissimi, dai maestri del Novecento, come Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, ai contemporanei Alex Majoli, Olivo Barbieri, Mario Spada, Gabriele Croppi, ad artisti emergenti come Paolo Spigariol. In questo caleidoscopio di sguardi a fare da legante sono le immagini degli Archivi Alinari. L’Archivio si apre e dialoga con il contemporaneo anche al di fuori di rigide griglie cronologiche, giocando con i formati e il tema della riproduzione e della ‘riproducibilità’, della fotografia, per cogliere attraverso assonanze quell’insieme variegato di incanti, saperi, contraddizioni che fanno dell’Italia un paese speciale. Ed è con questa chiave di lettura, la molteplicità - molteplicità degli sguardi, dei paesaggi, delle ricchezze artistiche e culturale - che l’Italia si ri-presenta al mondo, dopo un periodo particolarmente duro. Questa di Firenze è infatti l’unica sede italiana della mostra che, in duplice copia, ha già iniziato un nutrito programma di circuitazione in molti paesi europei (Minsk, San Pietroburgo e Berlino le tappe già confermate) ed extraeuropei. Voglio credere che gettare uno sguardo su chi siamo, e chi siamo stati, possa aiutarci a focalizzare le sfide del futuro”.
La mostra si articola in tre sezioni – Paesaggi, Opere, Volti –, ciascuna in grado di costituirsi come ideale percorso geografico, storico e artistico, per cogliere, in una poliedrica varietà di temi, le mutazioni di un Paese in continua evoluzione: Nord e Sud, città e campagna, lavoro e feste, tradizione e innovazione, storia sociale e vita culturale. Visioni dove la sorpresa è nella “messa in scena”, nelle scelte originali di ciascun interprete. Una proposta che è anche un modo di percorrere le trasformazioni del Paese, con un linguaggio capace di cogliere le diversità geografiche, di percorrere le profondità della storia e di entrare nelle pieghe del territorio. Quel palinsesto che fa delle tante Italie una sola Italia, parla di frontiere culturali mutevoli, la cui complessità è costituita da secoli di confronti e contaminazioni; una selezione ragionata, che attraverso immagini colte da sguardi diversi, è in grado di costituirsi come racconto mobile e variegato, rispecchiando nelle forme il fondo mobile e vitale di un Paese ricco di storie e memoria.
La sezione Paesaggi vede l’Italia da prospettive inconsuete, reinterpretata dallo sguardo partecipe e coinvolto di grandi maestri dell’obiettivo per raccontare un paesaggio al tempo stesso riconoscibile e mutevole. Un paesaggio che continua a meravigliare, dall’Ottocento ai nostri giorni, per la sua varietà e per l’incontro irripetibile tra natura e uomo: rilievi montuosi, coste, vie d’acqua, bacini lacustri e colline fanno da scenario e da contrappunto alle tracce della storia antica e recente e ai mutamenti del profilo delle città e dei centri abitati. In questa discontinuità, in un territorio limitato nelle dimensioni, il paesaggio italiano non si presenta solo come insieme di frammenti. Diviene piuttosto il volto di una comunità, l’immagine di un sistema in cui le componenti antropiche e naturali, presenti e passate, vivono in una relazione strettissima, e dove è l’intreccio tra uomo e ambiente a dischiudere e ricreare un senso di appartenenza, restituito con freschezza e cura del dettaglio dalle diverse e uniche sensibilità dei fotografi.
L’opera dell’uomo è al centro della seconda sezione, dove l’Italia creativa emerge nella sua tumultuosa evoluzione: dalla fabbrica di maccheroni alle moderne sperimentazioni nel settore biomedico o in quello aerospaziale. Si passa così da un mondo legato ai ritmi lenti delle stagioni, raccontato in modo impareggiabile dai bianco e nero di Ottocento e Novecento, a una società industriale matura, inserita in un mondo automatizzato e globalizzato e decisamente fotogenica. Trasformazioni che si rispecchiano nel più ampio mutamento della società italiana, dove resta, come minimo comun denominatore, un’operosità fatta di impegno, abnegazione, fantasia, successi. La fotografia italiana racconta l’uso creativo delle risorse del territorio e una sapienza artigiana che ha saputo affiancarsi e costeggiare al meglio il progresso scientifico e tecnologico degli ultimi anni.
L’ultima sezione della mostra è quella dedicata ad un’ideale rivisitazione della grande tradizione ritrattistica italiana, con volti e figure diversi per epoca e regione, età e ceto sociale, colti e descritti nel tempo della scuola, nel tempo del lavoro e nel tempo libero, soggetti singoli o in comunità, statici e in movimento. In questa breve rassegna, i volti sfilano in mostra in una originalissima storia del paesaggio sociale italiano, cui fa da sfondo e contrappunto l’evolversi delle tecniche fotografiche. Volti che si trasformano, sempre diversi, sempre meno segnati dallo sforzo e dalla fatica, immortalati tramite l’impiego di tecniche e composizioni costantemente nuove, in grado di restituire e delineare una cronaca sociale e sentimentale dell’Italia che cambia. E in cui, a fare davvero la differenza, è l’incontro irripetibile tra il fotografo e il soggetto rappresentato.
Fotografie di:
Stabilimento Alinari, Vittorio Alinari, Aurelio Amendola, Stabilimento Anderson, Isabella Balena, Vincenzo Balocchi, Gian Paolo Barbieri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Raffaello Bencini, Giorgio Benvenuti, Gianni Berengo Gardin, Studio Betti Borra, Antonio Biasiucci, Piergiorgio Branzi, Emanuele Bresciani, Stabilimento Brogi, Luigi Bussolati, Henri Chouanard, Cesare Colombo, Studio Corsini, Mario Cresci, Gabriele Croppi, Giovanni Crupi, Gustave de Beaucorps, Stefano De Luigi, Simone Donati, Franco Fontana, Paolo Formichella, Andrea Frazzetta, Maurizio Galimberti, Alessandro Gandolfi, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Luigi Leoni, Stefano Lista, Massimo Listri, Lorenzo Maccotta, Alex Majoli, Giuseppe Malovich, Emiliano Mancuso, Fosco Maraini, Achille Mauri, Francesco Paolo Michetti, Nino Migliori, Carlo Mollino, Davide Monteleone, Walter Niedermayr, Cristina Nuñez, Paolo Pellegrin, Mauro Puccini, Sergio Ramazzotti, Mauro Ranzani, Fulvio Roiter, Giorgio Roster, Ferdinando Scianna, Vittorio Sella, Shobha, Massimo Siragusa, Giorgio Sommer, Mario Spada, Paolo Spigariol, Bruno Stefani, Marino Sterle, George Tatge, Giuliana Traverso, Michele Vestrini, Studio Villani, Massimo Vitali, Wilhelm von Gloeden, Marion Wulz, Wanda Wulz, Italo Zannier, Bruno Zanzottera, Otto Zenker.
Opening 25 giugno 2021 h 16
Un archivio di 75 fotografi – da Gianni Berengo Gardin a Paolo Pellegrin, da Gabriele Basilico a Gian Paolo Barbieri, da Luigi Ghirri a Mario Giacomelli e Ferdinando Scianna, solo per citarne alcuni - che hanno ritratto il Bel Paese ognuno a loro modo e con il loro interesse peculiare. Un secolo e mezzo di storia in una composita antologia di scatti, per ricreare un’ideale galleria di ritratti e memorie, capace di testimoniare la ricchezza del Paese e al tempo stesso la straordinaria vitalità della fotografia italiana. La selezione di scatti, senza pretendere di riassumere nella sua interezza la complessità della fotografia italiana, si pone in ogni caso come una sfida, e un mezzo per esplorare scelte estetiche e linguaggi che hanno attraversato oltre 160 anni di immagini, tra foto d’atelier, pittorialismo, concettualismo, cronaca e ricerca artistica. Un percorso che comincia dalle fotografie dei Fratelli Alinari e da quel vasto mondo che intorno ad essi, in termini di collezioni e archivi rappresentati, si è andato formando per giungere, attraverso i grandi maestri della fotografia del Novecento, fino alle più aggiornate sperimentazioni. Il risultato si può leggere anche come un breve compendio di storia delle tecniche fotografiche che parte dal calotipo e arriva alla virtual photography in games.
“La mostra apre con un’opera di Walter Niedermayr e chiude con un toccante scatto di Paolo Pellegrin – spiega la curatrice Rita Scartoni - Nel mezzo tanti autori, tutti amatissimi, dai maestri del Novecento, come Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, ai contemporanei Alex Majoli, Olivo Barbieri, Mario Spada, Gabriele Croppi, ad artisti emergenti come Paolo Spigariol. In questo caleidoscopio di sguardi a fare da legante sono le immagini degli Archivi Alinari. L’Archivio si apre e dialoga con il contemporaneo anche al di fuori di rigide griglie cronologiche, giocando con i formati e il tema della riproduzione e della ‘riproducibilità’, della fotografia, per cogliere attraverso assonanze quell’insieme variegato di incanti, saperi, contraddizioni che fanno dell’Italia un paese speciale. Ed è con questa chiave di lettura, la molteplicità - molteplicità degli sguardi, dei paesaggi, delle ricchezze artistiche e culturale - che l’Italia si ri-presenta al mondo, dopo un periodo particolarmente duro. Questa di Firenze è infatti l’unica sede italiana della mostra che, in duplice copia, ha già iniziato un nutrito programma di circuitazione in molti paesi europei (Minsk, San Pietroburgo e Berlino le tappe già confermate) ed extraeuropei. Voglio credere che gettare uno sguardo su chi siamo, e chi siamo stati, possa aiutarci a focalizzare le sfide del futuro”.
La mostra si articola in tre sezioni – Paesaggi, Opere, Volti –, ciascuna in grado di costituirsi come ideale percorso geografico, storico e artistico, per cogliere, in una poliedrica varietà di temi, le mutazioni di un Paese in continua evoluzione: Nord e Sud, città e campagna, lavoro e feste, tradizione e innovazione, storia sociale e vita culturale. Visioni dove la sorpresa è nella “messa in scena”, nelle scelte originali di ciascun interprete. Una proposta che è anche un modo di percorrere le trasformazioni del Paese, con un linguaggio capace di cogliere le diversità geografiche, di percorrere le profondità della storia e di entrare nelle pieghe del territorio. Quel palinsesto che fa delle tante Italie una sola Italia, parla di frontiere culturali mutevoli, la cui complessità è costituita da secoli di confronti e contaminazioni; una selezione ragionata, che attraverso immagini colte da sguardi diversi, è in grado di costituirsi come racconto mobile e variegato, rispecchiando nelle forme il fondo mobile e vitale di un Paese ricco di storie e memoria.
La sezione Paesaggi vede l’Italia da prospettive inconsuete, reinterpretata dallo sguardo partecipe e coinvolto di grandi maestri dell’obiettivo per raccontare un paesaggio al tempo stesso riconoscibile e mutevole. Un paesaggio che continua a meravigliare, dall’Ottocento ai nostri giorni, per la sua varietà e per l’incontro irripetibile tra natura e uomo: rilievi montuosi, coste, vie d’acqua, bacini lacustri e colline fanno da scenario e da contrappunto alle tracce della storia antica e recente e ai mutamenti del profilo delle città e dei centri abitati. In questa discontinuità, in un territorio limitato nelle dimensioni, il paesaggio italiano non si presenta solo come insieme di frammenti. Diviene piuttosto il volto di una comunità, l’immagine di un sistema in cui le componenti antropiche e naturali, presenti e passate, vivono in una relazione strettissima, e dove è l’intreccio tra uomo e ambiente a dischiudere e ricreare un senso di appartenenza, restituito con freschezza e cura del dettaglio dalle diverse e uniche sensibilità dei fotografi.
L’opera dell’uomo è al centro della seconda sezione, dove l’Italia creativa emerge nella sua tumultuosa evoluzione: dalla fabbrica di maccheroni alle moderne sperimentazioni nel settore biomedico o in quello aerospaziale. Si passa così da un mondo legato ai ritmi lenti delle stagioni, raccontato in modo impareggiabile dai bianco e nero di Ottocento e Novecento, a una società industriale matura, inserita in un mondo automatizzato e globalizzato e decisamente fotogenica. Trasformazioni che si rispecchiano nel più ampio mutamento della società italiana, dove resta, come minimo comun denominatore, un’operosità fatta di impegno, abnegazione, fantasia, successi. La fotografia italiana racconta l’uso creativo delle risorse del territorio e una sapienza artigiana che ha saputo affiancarsi e costeggiare al meglio il progresso scientifico e tecnologico degli ultimi anni.
L’ultima sezione della mostra è quella dedicata ad un’ideale rivisitazione della grande tradizione ritrattistica italiana, con volti e figure diversi per epoca e regione, età e ceto sociale, colti e descritti nel tempo della scuola, nel tempo del lavoro e nel tempo libero, soggetti singoli o in comunità, statici e in movimento. In questa breve rassegna, i volti sfilano in mostra in una originalissima storia del paesaggio sociale italiano, cui fa da sfondo e contrappunto l’evolversi delle tecniche fotografiche. Volti che si trasformano, sempre diversi, sempre meno segnati dallo sforzo e dalla fatica, immortalati tramite l’impiego di tecniche e composizioni costantemente nuove, in grado di restituire e delineare una cronaca sociale e sentimentale dell’Italia che cambia. E in cui, a fare davvero la differenza, è l’incontro irripetibile tra il fotografo e il soggetto rappresentato.
Fotografie di:
Stabilimento Alinari, Vittorio Alinari, Aurelio Amendola, Stabilimento Anderson, Isabella Balena, Vincenzo Balocchi, Gian Paolo Barbieri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Raffaello Bencini, Giorgio Benvenuti, Gianni Berengo Gardin, Studio Betti Borra, Antonio Biasiucci, Piergiorgio Branzi, Emanuele Bresciani, Stabilimento Brogi, Luigi Bussolati, Henri Chouanard, Cesare Colombo, Studio Corsini, Mario Cresci, Gabriele Croppi, Giovanni Crupi, Gustave de Beaucorps, Stefano De Luigi, Simone Donati, Franco Fontana, Paolo Formichella, Andrea Frazzetta, Maurizio Galimberti, Alessandro Gandolfi, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Luigi Leoni, Stefano Lista, Massimo Listri, Lorenzo Maccotta, Alex Majoli, Giuseppe Malovich, Emiliano Mancuso, Fosco Maraini, Achille Mauri, Francesco Paolo Michetti, Nino Migliori, Carlo Mollino, Davide Monteleone, Walter Niedermayr, Cristina Nuñez, Paolo Pellegrin, Mauro Puccini, Sergio Ramazzotti, Mauro Ranzani, Fulvio Roiter, Giorgio Roster, Ferdinando Scianna, Vittorio Sella, Shobha, Massimo Siragusa, Giorgio Sommer, Mario Spada, Paolo Spigariol, Bruno Stefani, Marino Sterle, George Tatge, Giuliana Traverso, Michele Vestrini, Studio Villani, Massimo Vitali, Wilhelm von Gloeden, Marion Wulz, Wanda Wulz, Italo Zannier, Bruno Zanzottera, Otto Zenker.
Opening 25 giugno 2021 h 16
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