Mediterranean Contemporary Art Prize — The way through Lucania
![Lena Piani, Dora, 2019 Lena Piani, Dora, 2019](http://www.arte.it/foto/600x450/08/111855-DORA.jpg)
Lena Piani, Dora, 2019
Dal 24 Gennaio 2021 al 07 Marzo 2021
Vicchio | Firenze
Luogo: Casa di Giotto
Indirizzo: Località Vespignano 164
Orari: tutti i giorni 10.00 - 12.00 / 15.00 - 18.00
Curatori: Donato Faruolo
E-Mail info: info@portacoeli.it
Sito ufficiale: http://www.mcartprize.org
La strada da Firenze a Bisanzio, poli paradigmatici dell’arte del Mediterraneo, passa per la Basilicata, e quindi per il crocevia di Venosa. Mediterranean contemporary art prize – The way through Lucania è la mostra dei vincitori della prima edizione del premio biennale organizzato da Porta Cœli Foudation (Venosa, Potenza), e svoltosi nell’estate del 2019. Trova la sua felice realizzazione negli ambienti della Casa di Giotto (Vicchio, Firenze), divenendo il primo atto della tessitura di un rapporto più profondo tra le città di Vicchio e Venosa, luoghi di una necessaria, opportuna e urgente nuova eccentricità della cultura contemporanea che hanno dato i natali a due personaggi fondamentali per la definizione della cultura occidentale e mediterranea: rispettivamente Giotto di Bondone, che «rimutò l'arte di dipingere di greco in latino», e Quinto Orazio Flacco, che per primo ha «condotto la poesia eolica ai modi italici».
Il Castello di Lagopesole (Potenza), sede di svago e delizia per Federico II – uno dei padri spirituali di un’Europa diversa con il centro puntato nel Mediterraneo – è stata la significativa ambientazione della prima edizione del premio nel luglio 2019: ha coagulato intorno a sé una comunità eterogenea fatta di artisti datisi convegno letteralmente da ogni angolo del mondo (Brasile, Argentina, Messico, Mauritius, Regno Unito, Francia, Iran, Libano, Tunisia...). Con lo stesso spirito, Porta Cœli Foudation decide di condurre la mostra dei vincitori nella Casa di Giotto, a Vicchio, in cerca di quella ritualità, essenzialità e fondatezza dell’agire culturale che sfuggano agli schemi della produttività metropolitana.
L’evento è realizzato in collaborazione con l’Azienda di promozione turistica della Basilicata, e con il patrocinio del Comune di Vicchio, della Regione Toscana, della Presidenza della Giunta della Regione Basilicata, e dell’Unione nazionale delle pro loco italiane.
In mostra, per la categoria scultura e installazione, Nemanja Popadic (Austria-Serbia, I premio) e Leandro D’Agnone (Italia, II premio); per la categoria fotografia, Léna Piani (Francia, I premio) e George Zouein (Libano, II premio); per la categoria pittura, Amir Zarezadeh (Iran, I premio) e Lila KB (Argentina, II premio); per la categoria arte digitale, Patricia Heuker of Hoek (Paesi Bassi, I premio) e Fiona Nòve (Mauritius, II premio); per la categoria disegno, grafica e calligrafia, Ilaria Moscardi (Italia, I premio) e Michele Barbaro (Italia, II premio).
Gli artisti in mostra compongono uno scenario di divergenze pulviscolari, per tematiche, tecniche e approcci, per provenienze geografiche e anagrafiche. La selezione operata non prova in alcun modo a ricomporre lo scenario secondo una legge di coerenza esterna al processo messo in atto dal premio. È piuttosto un’opportunità per aggiornare e sconvolgere indici, riferimenti e cataloghi che sosterranno l’attività di perenne circospezione di Porta Cœli Foundation.
Per chiudere il percorso, in mostra un’appendice dedicata all’opera di Antonio Masini. Recentemente scomparso, è stato l’artista per eccellenza del II dopoguerra lucano. Particolare e intensa, a tratti commovente, è la suggestione di ricondurre il suo lavoro alla casa di Giotto: impossibile non immaginare come curiosamente “masiniani” gli angeli che compiangono il Cristo Morto degli Scrovegni, nella gamma delle loro incredibili esagitazioni che si disfano nel blu del cielo. In Masini la stessa passione che curva le schiene e tende i gesti, la stessa tensione al racconto attraverso l’immagine che si fa emblema del mito, e perfino la stessa tavolozza di azzurri eterei e profondi, o di carnali rossi e bruni, rimarcati di tracce rosse come pure era pratica dei mosaicisti di Bisanzio e di Giotto. Tra la carne e l’espressione dell’arte riformata di Giotto e l’immobile sofisticazione delle icone orientali, Masini presidia la giusta posizione di mezzo di un lucano, in cui anche l’umiltà contadina diviene materia epica.
Inaugurazione 24 gennaio ore 16.00
Il Castello di Lagopesole (Potenza), sede di svago e delizia per Federico II – uno dei padri spirituali di un’Europa diversa con il centro puntato nel Mediterraneo – è stata la significativa ambientazione della prima edizione del premio nel luglio 2019: ha coagulato intorno a sé una comunità eterogenea fatta di artisti datisi convegno letteralmente da ogni angolo del mondo (Brasile, Argentina, Messico, Mauritius, Regno Unito, Francia, Iran, Libano, Tunisia...). Con lo stesso spirito, Porta Cœli Foudation decide di condurre la mostra dei vincitori nella Casa di Giotto, a Vicchio, in cerca di quella ritualità, essenzialità e fondatezza dell’agire culturale che sfuggano agli schemi della produttività metropolitana.
L’evento è realizzato in collaborazione con l’Azienda di promozione turistica della Basilicata, e con il patrocinio del Comune di Vicchio, della Regione Toscana, della Presidenza della Giunta della Regione Basilicata, e dell’Unione nazionale delle pro loco italiane.
In mostra, per la categoria scultura e installazione, Nemanja Popadic (Austria-Serbia, I premio) e Leandro D’Agnone (Italia, II premio); per la categoria fotografia, Léna Piani (Francia, I premio) e George Zouein (Libano, II premio); per la categoria pittura, Amir Zarezadeh (Iran, I premio) e Lila KB (Argentina, II premio); per la categoria arte digitale, Patricia Heuker of Hoek (Paesi Bassi, I premio) e Fiona Nòve (Mauritius, II premio); per la categoria disegno, grafica e calligrafia, Ilaria Moscardi (Italia, I premio) e Michele Barbaro (Italia, II premio).
Gli artisti in mostra compongono uno scenario di divergenze pulviscolari, per tematiche, tecniche e approcci, per provenienze geografiche e anagrafiche. La selezione operata non prova in alcun modo a ricomporre lo scenario secondo una legge di coerenza esterna al processo messo in atto dal premio. È piuttosto un’opportunità per aggiornare e sconvolgere indici, riferimenti e cataloghi che sosterranno l’attività di perenne circospezione di Porta Cœli Foundation.
Per chiudere il percorso, in mostra un’appendice dedicata all’opera di Antonio Masini. Recentemente scomparso, è stato l’artista per eccellenza del II dopoguerra lucano. Particolare e intensa, a tratti commovente, è la suggestione di ricondurre il suo lavoro alla casa di Giotto: impossibile non immaginare come curiosamente “masiniani” gli angeli che compiangono il Cristo Morto degli Scrovegni, nella gamma delle loro incredibili esagitazioni che si disfano nel blu del cielo. In Masini la stessa passione che curva le schiene e tende i gesti, la stessa tensione al racconto attraverso l’immagine che si fa emblema del mito, e perfino la stessa tavolozza di azzurri eterei e profondi, o di carnali rossi e bruni, rimarcati di tracce rosse come pure era pratica dei mosaicisti di Bisanzio e di Giotto. Tra la carne e l’espressione dell’arte riformata di Giotto e l’immobile sofisticazione delle icone orientali, Masini presidia la giusta posizione di mezzo di un lucano, in cui anche l’umiltà contadina diviene materia epica.
Inaugurazione 24 gennaio ore 16.00
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