Sotto la buona stella
Sotto la buona stella, Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, Genova
Dal 30 Maggio 2012 al 30 Giugno 2012
Genova
Luogo: Museo d’arte contemporanea di Villa Croce
Indirizzo: via Jacopo Ruffini 3
Orari: da martedì a venerdì 9-18.30; sabato e domenica 10-18.30
Curatori: Sandro Ricaldone
Telefono per informazioni: +39 010 580069/ 010 585772
E-Mail info: museocroce@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it
Nel decennale della scomparsa il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce ricorda Rosa Leonardi, gallerista e operatrice culturale nel senso ampio del termine, con la mostra “Sotto la buona stella” che riunisce oltre cento lavori (di artisti “storici” e di giovani, con una presenza importante di video) raccolti nel corso dei suoi quarant’anni di attività, dal marzo del 1963, quando con Edoardo Manzoni inaugura nel centro storico di Genova, in Vico Morchi, la galleria La Polena, sino al giugno 2002.
Dopo un periodo di orientamento, la linea della Polena si indirizza verso l’astrattismo con mostre dei maestri italiani d’anteguerra (Magnelli, Radice, Rho, Veronesi, Soldati e, soprattutto, Reggiani) ed europei (Sonia Delaunay, Vasarely, Glattfelder, Bill, Lohse), aprendo alle ricerche di Fontana (che nel 1966 allestisce in galleria uno dei suoi celebri “ambienti spaziali”) e alle esperienze dei tedeschi del Gruppo Zero (Mack, Piene, Uecker), come dei genovesi Rocco Borella e del Gruppo Tempo 3 (Bargoni, Carreri, Esposto, Stirone, accompagnati dal fiorentino Guarneri). Cruciali in quegli anni gli incontri, oltre che con Fontana, con Castellani, Dadamaino e Calderara, che rimarranno in seguito punti di riferimento irrinunciabili. Attraverso le mostre allestite in galleria ha inoltre modo di seguire da vicino la vicenda dell’arte cinetica (con la rassegna “Proposte strutturali plastiche e sonore” del ’64-’65, curata da Umbro Apollonio e ordinata da un giovanissimo Germano Celant e personali di Alviani, Gruppo Enne, Morellet, Soto, Cruz-Diez, Le Parc ecc.), fondamentale nel radicare il suo interesse per il rapporto fra arte e tecnologia.
Lasciata la Polena dopo un quindicennio, Rosa Leonardi collabora per breve tempo con alcune gallerie genovesi (Galleriaforma, Samangallery, Locus Solus) prima di aprire nel 1985 un nuovo spazio, lo Studio Leonardi, con una mostra dei Giovanotti Mondani Meccanici (“Nel vuoto del ritorno”). Senza dimenticare il cammino già percorso (ritornerà, fra l’altro, su Tempo 3, Günther Uecker, Rabinowitch, Calderara, Guarneri), inaugura così una nuova stagione nella quale la video arte e le video installazioni (citiamo per tutte la rassegna “La lingua ibridata” con Camerani, Hammann, Plessi e vom Bruch) acquisiscono una tempestiva centralità, affiancate al lavoro con artisti Fluxus (in particolare con Giuseppe Chiari e Takako Saito), alla riproposta delle esperienze del Bauhaus Immaginista (mostre di Pinot Gallizio e di Piero Simondo) ed a puntate verso il concettuale storico (Agnetti) e nuovo (Costantino, Formento-Sossella).
Altri tratti caratteristici sono l’apertura verso gli artisti più giovani (fra i quali spicca il nome di Maurizio Cattelan); la collaborazione con istituzioni culturali italiane (in specie con il LAB, Laboratorio di Arte Contemporanea della Lunigiana) ed estere (Goethe Institut, Pro Helvetia); l’organizzazione di mostre in sedi pubbliche (fra cui, nel 1995 “Tra il fisico e l’ottico”, a cura di Viana Conti, a Palazzo Ducale; “Antonio Calderara: opere dalla Fondazione Calderara di Vacciago d'Orta” al Museo di Villa Croce).
Recentemente la sua raccolta di opere video è stata digitalizzata ad opera di Alessandra Visentin nell’ambito di una tesi di dottorato ed acquisita dall’ADAC, l’Archivio di Arte Contemporanea dell’Università di Genova.
La mostra, curata da Sandro Ricaldone in collaborazione con Giorgia Barzetti, Gianfranco Pangrazio e Alessandra Visentin è stata realizzata dal Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce in con il supporto dell’associazione Leonardi V-idea, che ha proseguito l’attività di Rosa Leonardi dopo la sua scomparsa, e del MUCAS (Museo del caos).
Nel corso della mostra verranno presentati due video inediti incentrati sulla figura di Rosa Leonardi.
Dopo un periodo di orientamento, la linea della Polena si indirizza verso l’astrattismo con mostre dei maestri italiani d’anteguerra (Magnelli, Radice, Rho, Veronesi, Soldati e, soprattutto, Reggiani) ed europei (Sonia Delaunay, Vasarely, Glattfelder, Bill, Lohse), aprendo alle ricerche di Fontana (che nel 1966 allestisce in galleria uno dei suoi celebri “ambienti spaziali”) e alle esperienze dei tedeschi del Gruppo Zero (Mack, Piene, Uecker), come dei genovesi Rocco Borella e del Gruppo Tempo 3 (Bargoni, Carreri, Esposto, Stirone, accompagnati dal fiorentino Guarneri). Cruciali in quegli anni gli incontri, oltre che con Fontana, con Castellani, Dadamaino e Calderara, che rimarranno in seguito punti di riferimento irrinunciabili. Attraverso le mostre allestite in galleria ha inoltre modo di seguire da vicino la vicenda dell’arte cinetica (con la rassegna “Proposte strutturali plastiche e sonore” del ’64-’65, curata da Umbro Apollonio e ordinata da un giovanissimo Germano Celant e personali di Alviani, Gruppo Enne, Morellet, Soto, Cruz-Diez, Le Parc ecc.), fondamentale nel radicare il suo interesse per il rapporto fra arte e tecnologia.
Lasciata la Polena dopo un quindicennio, Rosa Leonardi collabora per breve tempo con alcune gallerie genovesi (Galleriaforma, Samangallery, Locus Solus) prima di aprire nel 1985 un nuovo spazio, lo Studio Leonardi, con una mostra dei Giovanotti Mondani Meccanici (“Nel vuoto del ritorno”). Senza dimenticare il cammino già percorso (ritornerà, fra l’altro, su Tempo 3, Günther Uecker, Rabinowitch, Calderara, Guarneri), inaugura così una nuova stagione nella quale la video arte e le video installazioni (citiamo per tutte la rassegna “La lingua ibridata” con Camerani, Hammann, Plessi e vom Bruch) acquisiscono una tempestiva centralità, affiancate al lavoro con artisti Fluxus (in particolare con Giuseppe Chiari e Takako Saito), alla riproposta delle esperienze del Bauhaus Immaginista (mostre di Pinot Gallizio e di Piero Simondo) ed a puntate verso il concettuale storico (Agnetti) e nuovo (Costantino, Formento-Sossella).
Altri tratti caratteristici sono l’apertura verso gli artisti più giovani (fra i quali spicca il nome di Maurizio Cattelan); la collaborazione con istituzioni culturali italiane (in specie con il LAB, Laboratorio di Arte Contemporanea della Lunigiana) ed estere (Goethe Institut, Pro Helvetia); l’organizzazione di mostre in sedi pubbliche (fra cui, nel 1995 “Tra il fisico e l’ottico”, a cura di Viana Conti, a Palazzo Ducale; “Antonio Calderara: opere dalla Fondazione Calderara di Vacciago d'Orta” al Museo di Villa Croce).
Recentemente la sua raccolta di opere video è stata digitalizzata ad opera di Alessandra Visentin nell’ambito di una tesi di dottorato ed acquisita dall’ADAC, l’Archivio di Arte Contemporanea dell’Università di Genova.
La mostra, curata da Sandro Ricaldone in collaborazione con Giorgia Barzetti, Gianfranco Pangrazio e Alessandra Visentin è stata realizzata dal Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce in con il supporto dell’associazione Leonardi V-idea, che ha proseguito l’attività di Rosa Leonardi dopo la sua scomparsa, e del MUCAS (Museo del caos).
Nel corso della mostra verranno presentati due video inediti incentrati sulla figura di Rosa Leonardi.
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