Alberto Magnelli

Alberto Magnelli, Scaldino e coppa, Firenze, 1910

Alberto Magnelli, Scaldino e coppa, Firenze, 1910, olio su tela, 4650x6100 cm

 

Dal 09 Giugno 2012 al 16 Settembre 2012

Gaeta | Latina

Luogo: Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea Giovanni da Gaeta

Indirizzo: via De Lieto 2/4

Orari: fino al 30/6 venerdì 17-20; sabato 11-13/ 17-20; domenica 11-13/17-20. Dal 1/7 da martedì a domenica 18-22.30

Curatori: Giorgio Agnisola

Enti promotori:

  • Comune di Gaeta
  • Associazione Culturale Novecento

Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3

Telefono per informazioni: +39 0771 466346

E-Mail info: info@pinacotecagiovannidagaeta.it

Sito ufficiale: http://www.pinacotecagiovannidagaeta.it


Una mostra-evento per ripercorrere la carriera di uno dei protagonisti dell’astrattismo europeo, Alberto Magnelli, sarà inaugurata il 9 giugno 2012 a Gaeta (LT), nella Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea “Giovanni da Gaeta”.

Si tratta di un grande e articolato progetto, curato da Giorgio Agnisola e promosso dal Comune di Gaeta e dall’Associazione Culturale Novecento, finalizzato a mettere in luce il valore dell’opera artistica di Alberto Magnelli (Firenze 1988, Meudon 1971), artista popolare in Francia e da noi ancora non adeguatamente conosciuto, e a offrire un itinerario completo della sua attività - dalle opere giovanili innestate nella temperie matissiana e cubo-futurista, fino al grande capitolo dell’astrazione - grazie al numero e alla varietà dei lavori in mostra.

Sono infatti ben centosessantadue le opere esposte, provenienti da collezioni private, tra oli, disegni, gouaches su carta, litografie, collages, linoleumgrafie, “che ripercorrono le diverse fasi della produzione di Magnelli, apparentemente distanti tra loro perché caratterizzate da un dissimile registro stilistico, in realtà contraddistinte da un’estrema coerenza interna, segnata da un vigilato rigore formale e da un lirico equilibrio visivo, aperti ad un clima di metafisico e armonico silenzio”, spiega Agnisola. L’artista riversò in effetti nella sperimentazione, peraltro coltivata con grande autonomia, nonostante la frequentazione dei principali movimenti artistici dell’avanguardia europea, la memoria della sua meditata lettura giovanile della maggiore pittura toscana del Trecento e Quattrocento, da Paolo Uccello a Masaccio a Piero della Francesca.

In mostra - strutturata in sei sezioni - sono presenti opere degli esordi e del primo compiuto periodo di attività, “Gli esordi e i primi anni Dieci (1910-1917)”; quello delle “Esplosioni liriche” (1918-1919); quindi del successivo “Realismo Immaginario” (1920-1930); fino a toccare quel fondamentale momento di svolta dell’arte magnelliana (che coincise con il definitivo trasferimento del maestro a Parigi), quello delle “Pietre esplose” dei primi anni Trenta, “Les Pierres éclatées (1931-1935)”, che costituirono l’anticamera della ricca e vasta produzione astratta (1935-1971). D’altra parte già nel 1915 Alberto Magnelli aveva realizzato alcune opere totalmente astratte che testimoniavano la precocità del suo grande talento innovativo. Una sezione è dedicata poi ai “Collages”, di cui Magnelli fu finissimo esecutore. Una sezione a latere riguarda infine una serie di dieci litografie realizzate insieme da Jean Arp, Sonia Delaunay, Alberto Magnelli, Sophie Tauber-Arp (Aux Nourritures terrestres, 1950).

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