Nicolas Party. Rovine
Dal 27 Giugno 2021 al 09 Gennaio 2022
Lugano |
Luogo: MASI | LAC
Indirizzo: Piazza Bernardino Luini 6
Sito ufficiale: http://masilugano.ch
Dal 27 giugno 2021 al 9 gennaio 2022 il Museo d'arte della Svizzera italiana presenta “Rovine”, la prima grande mostra monografica di Nicolas Party (Losanna, 1980) allestita in un museo europeo. Con questo progetto immersivo l’artista ha dato vita a un universo straniante, contraddistinto da audaci contrasti cromatici, avvolgenti forme architettoniche e inaspettate decorazioni trompe l’œil, all’interno del quale sono messe in scena le sue magnetiche opere: ampi dipinti murali site-specific, intriganti sculture policrome e luminosi dipinti a pastello.
Questo ambizioso progetto espositivo è stato concepito dall’artista espressamente in relazione alla struttura della grande sala espositiva situata al piano interrato del MASI, nella sede del centro culturale LAC, dove è sorta un’imponente architettura a pianta centrale, articolata in cinque ambienti distinti dedicati ad altrettanti temi ricorrenti nell’opera di Nicolas Party: la natura morta, il ritratto, le vedute rocciose, le grotte e il paesaggio.
All’esterno di questa struttura Party ha realizzato quattro ampi dipinti murali a pastello ispirati ad altrettante opere di Arnold Böcklin (1827-1901), pittore svizzero fra i principali esponenti del simbolismo, raffiguranti enigmatiche vedute di edifici in disfacimento a cui fa allusione il titolo della mostra. Questi scenari monocromi e decadenti accolgono lo spettatore in un ambiente in netto contrasto con il tripudio cromatico che contraddistingue le opere e gli spazi interni dell’architettura. Come è sua consuetudine, l’artista ha infatti ulteriormente modificato lo spazio espositivo attraverso campiture di colori contrastanti e decorazioni di marmi policromi trompe l’œil, realizzate in collaborazione con Sarah Margnetti. Questa modalità di presentazione è centrale nel pensiero di Party: le sue esposizioni rappresentano un’opportunità per mettere in scena i dipinti e le sculture in un ambiente in grado di attivare nuove possibilità di lettura delle opere, ponendole in relazione non solo le une alle altre, ma anche allo scenario nel quale sono presentate.
L’allestimento presenta trentuno dipinti a pastello e quattro sculture dipinte (di cui una di grandi dimensioni collocata all'esterno del museo), opere realizzate tra il 2013 e oggi, alcune delle quali vengono presentate per la prima volta al pubblico. Questa accurata selezione evidenzia la predilezione dell’artista per una gamma cromatica estremamente vivace e una figurazione semplificata. I suoi soggetti sono delineati da campiture di colore circoscritte e contrastanti, secondo una strategia che può essere in parte ricondotta al suo singolare apprendistato artistico, che ha preso avvio con la realizzazione di graffiti.
Le composizioni di Party non nascono dall’osservazione del dato reale (non si serve di modelli e non realizza paesaggi en plein air), ma sono esclusivamente frutto della sua immaginazione. Sono caratterizzate da un’impostazione estremamente semplice e priva di qualsiasi riferimento temporale o ambientale. Sebbene i suoi soggetti non abbiano alcuna relazione diretta con la realtà, essi contengono nelle loro forme essenziali il minimo comun denominatore che porta lo spettatore ad associarli a entità chiaramente riconoscibili come volti, frutti o alberi. Ed è proprio la possibilità di elaborare un linguaggio universale e atemporale ad affascinare Party e a guidare la sua ricerca artistica.
Party pone il suo universo creativo in costante dialogo con la storia dell’arte, di cui è attento e instancabile esploratore. Se nei suoi dipinti è facile sentire l’eco dell’inquietante étrangeté della pittura surrealista o delle scelte cromatiche dei Fauves, i riferimenti dell’artista spaziano ben oltre, dalla ricerca di un’ideale perfezione dell’arte classica, alla minuzia scientifica delle nature morte olandesi del Seicento. Party, inoltre, si appassiona tanto all’opera di artisti celebri quali Georgia O'Keeffe (1887-1986) o Ferdinand Hodler (1853-1918), quanto a quella di figure meno conosciute, come il simbolista belga William Degouve de Nuncques (1867-1935) o la ritrattista Rosalba Carriera (1675-1757), il cui nome è indissolubilmente legato alla storia del pastello, medium prediletto da Nicolas Party.
Nato a Losanna nel 1980, Nicolas Party vive e lavora a New York. Il suo singolare percorso di formazione artistica prende avvio nella prima adolescenza quando si appassiona alla realizzazione di graffiti, esperienza che porterà avanti per oltre un decennio. In seguito orienta il proprio interesse verso l’animazione 3D e completa la sua formazione conseguendo il Master of Fine Arts alla Glasgow School of Art. Nell’arco degli ultimi dieci anni Party ha conquistato il consenso di critica e pubblico e le sue opere sono state presentate in importanti istituzioni, tra cui il Musée Magritte (Bruxelles, 2018), l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden (Washington DC, 2017), il Dallas Museum of Art (2016), il Centre Culturel Suisse (Parigi, 2015) e lo Swiss Institute (New York, 2012).
Il catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Scheidegger & Spiess e Edizioni Casagrande con contributi di Tobia Bezzola, Michele Robecchi e Francesca Bernasconi.
Tutte le opere presenti in mostra, fotografate in situ, sono riprodotte nella pubblicazione unitamente a vedute dell’allestimento che documentano il progetto espositivo nel suo insieme.
Grafica a cura di Studio Marie Lusa
Edizione trilingue (italiano, inglese, tedesco)
Questo ambizioso progetto espositivo è stato concepito dall’artista espressamente in relazione alla struttura della grande sala espositiva situata al piano interrato del MASI, nella sede del centro culturale LAC, dove è sorta un’imponente architettura a pianta centrale, articolata in cinque ambienti distinti dedicati ad altrettanti temi ricorrenti nell’opera di Nicolas Party: la natura morta, il ritratto, le vedute rocciose, le grotte e il paesaggio.
All’esterno di questa struttura Party ha realizzato quattro ampi dipinti murali a pastello ispirati ad altrettante opere di Arnold Böcklin (1827-1901), pittore svizzero fra i principali esponenti del simbolismo, raffiguranti enigmatiche vedute di edifici in disfacimento a cui fa allusione il titolo della mostra. Questi scenari monocromi e decadenti accolgono lo spettatore in un ambiente in netto contrasto con il tripudio cromatico che contraddistingue le opere e gli spazi interni dell’architettura. Come è sua consuetudine, l’artista ha infatti ulteriormente modificato lo spazio espositivo attraverso campiture di colori contrastanti e decorazioni di marmi policromi trompe l’œil, realizzate in collaborazione con Sarah Margnetti. Questa modalità di presentazione è centrale nel pensiero di Party: le sue esposizioni rappresentano un’opportunità per mettere in scena i dipinti e le sculture in un ambiente in grado di attivare nuove possibilità di lettura delle opere, ponendole in relazione non solo le une alle altre, ma anche allo scenario nel quale sono presentate.
L’allestimento presenta trentuno dipinti a pastello e quattro sculture dipinte (di cui una di grandi dimensioni collocata all'esterno del museo), opere realizzate tra il 2013 e oggi, alcune delle quali vengono presentate per la prima volta al pubblico. Questa accurata selezione evidenzia la predilezione dell’artista per una gamma cromatica estremamente vivace e una figurazione semplificata. I suoi soggetti sono delineati da campiture di colore circoscritte e contrastanti, secondo una strategia che può essere in parte ricondotta al suo singolare apprendistato artistico, che ha preso avvio con la realizzazione di graffiti.
Le composizioni di Party non nascono dall’osservazione del dato reale (non si serve di modelli e non realizza paesaggi en plein air), ma sono esclusivamente frutto della sua immaginazione. Sono caratterizzate da un’impostazione estremamente semplice e priva di qualsiasi riferimento temporale o ambientale. Sebbene i suoi soggetti non abbiano alcuna relazione diretta con la realtà, essi contengono nelle loro forme essenziali il minimo comun denominatore che porta lo spettatore ad associarli a entità chiaramente riconoscibili come volti, frutti o alberi. Ed è proprio la possibilità di elaborare un linguaggio universale e atemporale ad affascinare Party e a guidare la sua ricerca artistica.
Party pone il suo universo creativo in costante dialogo con la storia dell’arte, di cui è attento e instancabile esploratore. Se nei suoi dipinti è facile sentire l’eco dell’inquietante étrangeté della pittura surrealista o delle scelte cromatiche dei Fauves, i riferimenti dell’artista spaziano ben oltre, dalla ricerca di un’ideale perfezione dell’arte classica, alla minuzia scientifica delle nature morte olandesi del Seicento. Party, inoltre, si appassiona tanto all’opera di artisti celebri quali Georgia O'Keeffe (1887-1986) o Ferdinand Hodler (1853-1918), quanto a quella di figure meno conosciute, come il simbolista belga William Degouve de Nuncques (1867-1935) o la ritrattista Rosalba Carriera (1675-1757), il cui nome è indissolubilmente legato alla storia del pastello, medium prediletto da Nicolas Party.
Nato a Losanna nel 1980, Nicolas Party vive e lavora a New York. Il suo singolare percorso di formazione artistica prende avvio nella prima adolescenza quando si appassiona alla realizzazione di graffiti, esperienza che porterà avanti per oltre un decennio. In seguito orienta il proprio interesse verso l’animazione 3D e completa la sua formazione conseguendo il Master of Fine Arts alla Glasgow School of Art. Nell’arco degli ultimi dieci anni Party ha conquistato il consenso di critica e pubblico e le sue opere sono state presentate in importanti istituzioni, tra cui il Musée Magritte (Bruxelles, 2018), l’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden (Washington DC, 2017), il Dallas Museum of Art (2016), il Centre Culturel Suisse (Parigi, 2015) e lo Swiss Institute (New York, 2012).
Il catalogo
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Scheidegger & Spiess e Edizioni Casagrande con contributi di Tobia Bezzola, Michele Robecchi e Francesca Bernasconi.
Tutte le opere presenti in mostra, fotografate in situ, sono riprodotte nella pubblicazione unitamente a vedute dell’allestimento che documentano il progetto espositivo nel suo insieme.
Grafica a cura di Studio Marie Lusa
Edizione trilingue (italiano, inglese, tedesco)
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