Ernesto Tavernari. Dalla realtà al sogno
Dal 22 Gennaio 2022 al 10 Febbraio 2022
Mantova
Luogo: Galleria Arianna Sartori
Indirizzo: Via Ippolito Nievo 10
Orari: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso Domenica e Festivi
Telefono per informazioni: +39 0376 324260
La Galleria “Arianna Sartori” di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, presenta una nuova mostra del Maestro Ernesto Tavernari, dal 22 gennaio al 10 febbraio 2022, che segue l’esposizione “Dalla realtà al sogno” presentata nel giugno scorso e che aveva riscosso un notevole interesse da parte della critica e del pubblico.
Prosegue quindi la collaborazione con l’ “Associazione Maestro Ernesto Tavernari”, che ricorda nuovamente l’artista a Mantova con questa seconda importante mostra retrospettiva, con la possibilità di ammirare dipinti realizzati dal 1962 al 2006.
Adalberto e Arianna Sartori conoscevano Ernesto Tavernari, frequentavano il suo studio milanese già dalla metà degli anni Ottanta, avevano instaurato con il Maestro un bel rapporto di stima e ammirazione, lui Ernesto Tavernari sempre disponibile e cordiale.
“Penso al mite sorriso, alla conversazione sussurrata di Ernesto Tavernari, recupero le sue immagini, i suoi colori, e sono tentato da una affettuosa correzione, non homo ma puer avus ludens, dentro uno scenario di sogni, invenzioni, affabulazioni.
Nei suoi quadri, d’una grana che suggerisce il fascino affrescale, giocano le forme, ma soprattutto i colori.
Penso a Chagall, senza alle spalle le tenebre e le fiamme d’una lunga storia; meno azzardato, senza malinconie, anche quando la memoria è più profonda; a Chagall filtrato, magari, attraverso il rigore e la tensione di Osvaldo Licini. Ernesto Tavernari è lucchese (le antiche mura sono sospese nei suoi dipinti), ma la tenerezza dei suoi verdi, la trasparenza dei suoi cieli, proprio non si possono non dire lombardi”.
Alberico Sala
“Il segno, il disegno, nella felice semplicità di un continuo volo, in una ventata di case a sghimbescio come per gioco, con tutti gli oggetti del mondo, dell'infanzia del mondo, che salgono e precipitano e si ricompongono in un nuovo immaginario reale, non reale: giocosità e traccia, avendo come unico scopo di affermare l’inesplicabile bellezza di ogni cosa visibile, l’enigma della semplicità”.
Roberto Sanesi
“Personaggio curioso Tavernari, la sua arte è tutta uno scatto di malizie e desiderio di farla franca. Esterna desideri e argutamente ci scherza su, osserva i forzuti e sa che finiranno in padella come i deboli…”.
Luciano Spiazzi
“Prima il colore: morbido, tenue, luminoso. Si avverte l’esperienza fondante della pittura a fresco. Poi la fiaba, o la realtà vista come in un sogno, svincolata dalle inesorabili catene della logica. Tempo e spazio si sovvertono e si confondono in una visione surreale…”.
Paolo Biscottini
“…un viaggio fantastico nel tempo e nello spazio per ritrovare il senso della vita dell’uomo su questo cosmo, Tavernari con la sua pittura illuminata e ingentilita da strutture musicali di colore, fa prevalere in questa realtà uno sguardo poetico rassicurante, e delinea un itinerario sia immaginario che fantastico…”.
Renato Valerio
Ernesto Tavernari nasce a Lucca nel 1911.
Pittore e scenografo, trascorsa l’infanzia in Liguria, negli anni Venti giunge a Milano, dove collabora con l’impresa di scenografie Bertini e Pressi.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola d’Arte Superiore del Castello.
Negli anni Trenta e Quaranta realizza le scenografie per le più rilevanti opere del Teatro alla Scala ed esegue affreschi al Lido di Venezia, all’EUR di Roma, a Quartu Sant’Elena, a Solarolo di Sanremo e alla Certosa di Chiaravalle. Nel 1939 è invitato a esporre alla Triennale di Milano.
Nel secondo dopoguerra è molto attivo sulla scena artistica al fianco, come collega e amico, di Arturo Martini, Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Lucio Fontana, Renato Birolli e Luciano Minguzzi.
Il 1963 è l’anno della sua prima personale, allestita da Carlo Cardazzo al Cavallino di Venezia.
Seguiranno moltissime mostre personali e collettive nei principali musei e gallerie, in Italia e all’estero.
Nel 1996 sue sono le scenografie e le marionette del “Mago di Oz” per il Teatro delle Marionette di Gianni e Cosetta Colla.
Attivo fino all’ultimo, nel 2007 si spegne nella sua casa-studio, a Milano, all’età di 96 anni, ma il suo nome e le sue opere continuano a essere ricordate e apprezzate grazie a nuove, continue esposizioni.
Prosegue quindi la collaborazione con l’ “Associazione Maestro Ernesto Tavernari”, che ricorda nuovamente l’artista a Mantova con questa seconda importante mostra retrospettiva, con la possibilità di ammirare dipinti realizzati dal 1962 al 2006.
Adalberto e Arianna Sartori conoscevano Ernesto Tavernari, frequentavano il suo studio milanese già dalla metà degli anni Ottanta, avevano instaurato con il Maestro un bel rapporto di stima e ammirazione, lui Ernesto Tavernari sempre disponibile e cordiale.
“Penso al mite sorriso, alla conversazione sussurrata di Ernesto Tavernari, recupero le sue immagini, i suoi colori, e sono tentato da una affettuosa correzione, non homo ma puer avus ludens, dentro uno scenario di sogni, invenzioni, affabulazioni.
Nei suoi quadri, d’una grana che suggerisce il fascino affrescale, giocano le forme, ma soprattutto i colori.
Penso a Chagall, senza alle spalle le tenebre e le fiamme d’una lunga storia; meno azzardato, senza malinconie, anche quando la memoria è più profonda; a Chagall filtrato, magari, attraverso il rigore e la tensione di Osvaldo Licini. Ernesto Tavernari è lucchese (le antiche mura sono sospese nei suoi dipinti), ma la tenerezza dei suoi verdi, la trasparenza dei suoi cieli, proprio non si possono non dire lombardi”.
Alberico Sala
“Il segno, il disegno, nella felice semplicità di un continuo volo, in una ventata di case a sghimbescio come per gioco, con tutti gli oggetti del mondo, dell'infanzia del mondo, che salgono e precipitano e si ricompongono in un nuovo immaginario reale, non reale: giocosità e traccia, avendo come unico scopo di affermare l’inesplicabile bellezza di ogni cosa visibile, l’enigma della semplicità”.
Roberto Sanesi
“Personaggio curioso Tavernari, la sua arte è tutta uno scatto di malizie e desiderio di farla franca. Esterna desideri e argutamente ci scherza su, osserva i forzuti e sa che finiranno in padella come i deboli…”.
Luciano Spiazzi
“Prima il colore: morbido, tenue, luminoso. Si avverte l’esperienza fondante della pittura a fresco. Poi la fiaba, o la realtà vista come in un sogno, svincolata dalle inesorabili catene della logica. Tempo e spazio si sovvertono e si confondono in una visione surreale…”.
Paolo Biscottini
“…un viaggio fantastico nel tempo e nello spazio per ritrovare il senso della vita dell’uomo su questo cosmo, Tavernari con la sua pittura illuminata e ingentilita da strutture musicali di colore, fa prevalere in questa realtà uno sguardo poetico rassicurante, e delinea un itinerario sia immaginario che fantastico…”.
Renato Valerio
Ernesto Tavernari nasce a Lucca nel 1911.
Pittore e scenografo, trascorsa l’infanzia in Liguria, negli anni Venti giunge a Milano, dove collabora con l’impresa di scenografie Bertini e Pressi.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola d’Arte Superiore del Castello.
Negli anni Trenta e Quaranta realizza le scenografie per le più rilevanti opere del Teatro alla Scala ed esegue affreschi al Lido di Venezia, all’EUR di Roma, a Quartu Sant’Elena, a Solarolo di Sanremo e alla Certosa di Chiaravalle. Nel 1939 è invitato a esporre alla Triennale di Milano.
Nel secondo dopoguerra è molto attivo sulla scena artistica al fianco, come collega e amico, di Arturo Martini, Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Lucio Fontana, Renato Birolli e Luciano Minguzzi.
Il 1963 è l’anno della sua prima personale, allestita da Carlo Cardazzo al Cavallino di Venezia.
Seguiranno moltissime mostre personali e collettive nei principali musei e gallerie, in Italia e all’estero.
Nel 1996 sue sono le scenografie e le marionette del “Mago di Oz” per il Teatro delle Marionette di Gianni e Cosetta Colla.
Attivo fino all’ultimo, nel 2007 si spegne nella sua casa-studio, a Milano, all’età di 96 anni, ma il suo nome e le sue opere continuano a essere ricordate e apprezzate grazie a nuove, continue esposizioni.
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