Fato e Destino. Tra mito e contemporaneità
Dal 07 Settembre 2018 al 06 Gennaio 2019
Mantova
Luogo: Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova
Indirizzo: piazza Sordello 40
Curatori: Renata Casarin, Lucia Molino
Enti promotori:
- Fondazione Cariplo
- Fondazione Comunità Mantovana
- Complesso Museale Palazzo Ducale
- In collaborazione con il Comune di Mantova
Costo del biglietto: Ingresso libero dal Giardino dei Semplici
Telefono per informazioni: +39 0376 224832
E-Mail info: pal-mn@beniculturali.it
Dall’8 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova ospita la mostra FATO E DESTINO. Tra mito e contemporaneità.
La rassegna, allestita nell’Appartamento della Rustica, ideato da Giulio Romano per il duca Federico II Gonzaga, curata da Renata Casarin, vicedirettore del Complesso Museale Palazzo Ducale Mantova, e Lucia Molino, responsabile Collezione Fondazione Cariplo, in collaborazione con Michela Zurla, promossa dalla Fondazione Cariplo, Fondazione Comunità Mantovana e dal Complesso Museale Palazzo Ducale, in collaborazione con il Comune di Mantova è la sesta tappa del tour Open che sta portando il patrimonio artistico della Fondazione Cariplo in tutta la Lombardia, nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola.
L’esposizione, che s’inaugura in concomitanza con la XXII edizione di Festivaletteratura Mantova, è la viva testimonianza di un impegno collettivo a favore della cultura e della più ampia valorizzazione del patrimonio locale di competenze, eccellenze e tradizioni.
FATO E DESTINO. Tra mito e contemporaneità presenta circa 70 opere che spaziano dalla pittura alla scultura, dalla grafica al mosaico, tra cui spiccano capolavori di età romana, di Domenico Fetti, di Angelo Morbelli, di Gustav Klimt e di Adolfo Wildt, in grado di svelare la varietà, la ricchezza e la qualità delle raccolte d’arte della Fondazione Cariplo e di prestigiose istituzioni museali come il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova, il Museo della Città - Palazzo San Sebastiano di Mantova, il Museo Civico di Palazzo Te, il MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna, la Fondazione Casa di Oriani di Ravenna, il Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti di Mantova, i Musei Civici di Forlì, il Museo Civico di Crema e del Cremasco, oltre che di collezioni private.
Attraverso un itinerario, che dall’antichità arriva fino ai giorni nostri, prendono forma in modo inaspettato quegli enigmi universali sui quali l’uomo si interroga da sempre.
Il percorso espositivo, suddiviso in dieci sezioni, si apre con Verità celate, ovvero quelle nascoste nel profondo di ogni uomo e quelle insite nei segreti del cosmo. La Sfinge, una scultura del I secolo d.C., proveniente dal Museo di San Sebastiano di Mantova, ben rappresenta questo tema: l’animale mitologico posto a guardia del palazzo di Tebe, che interrogava chi gli si presentava di fronte, segnala l’esigenza di ogni individuo di investigare se stesso. Questi concetti sono tradotti in un linguaggio artistico moderno dalla Vecchia con candela, una copia di Pieter Paul Rubens e dalla Maddalena di un pittore francese del XVII secolo, dove la fiamma simboleggia il perdersi nell’io interiore o nel Ritratto femminile con maschera attribuito al pittore settecentesco Charles-Antoine Coypel, nel quale il gesto della fanciulla di togliersi la maschera rivela il desiderio di mostrare il volto della sua anima.
La rassegna prosegue con Interrogare la sorte che documenta l’attitudine di ogni essere umano ad acquisire il potere divino di conoscere il passato e di prevedere gli eventi che determineranno il futuro, attraverso opere come Ritratto di donna con moneta, dipinto da un pittore toscano nella seconda metà XVII secolo, Il veggente di scuola ottocentesca veneziana o La cartomante di Jules Jean-Baptiste Dehaussy.
I testi biblici contengono molti brani in cui Dio chiama gli uomini a seguire la sua via. Nella sezione Interrogare il cielo, la predisposizione a seguire gli insegnamenti divini è ben esemplificata nell’inedito dipinto riferibile all’ambito di Pompeo Batoni che vede Maria Maddalena attenta ad accettare quanto le viene suggerito dall’alto, tanto che il suo viso è già trasfigurato dalla grazia. Lo stesso accade per la tavola Maddalena in estasi, dove l’attributo della croce sposta la meditazione sul tema del sacrificio di Cristo e su quello della morte. Lo si vede nella tela Maddalena in meditazione con teschio di ambito di Giulio Cesare Procaccini, in cui la mistica accarezza il teschio quale allusione al Golgota e, al contempo, a un memento mori, richiamato dalla testa femminile in ombra.
Tra sacro e profano si muovono Eva di Giovanni Maria Benzoni e lo Studio per un monumento funerario di Vincenzo Gemito, dove una giovane fanciulla rivolge preghiere a Dio per la salvezza dell’anima. Solo I Puri nel Portfolio di Adolfo Wildt potranno salire all’orizzonte più alto dell’albero, come gli umili il cui unico bene è l’amore familiare espresso in Donna che cuce e due bambini del Maestro della tela jeans.
Nella sezione Sfidare il destino s’incontrano opere eterogenee per cronologia e per temi che enucleano il perenne desiderio dell’uomo di rapportarsi con gli dèi per riceverne aiuto o per entrare in conflitto con essi. In questo caso, si spiega la presenza dell’Argonauta e di Prometeo: sculture nelle quali Enzo Nenci, nel pieno Novecento, affronta soggetti classici ancora attuali. Occasio et paenitentia di ambito mantegnesco e La parabola del tesoro nascosto di Domenico Fetti mostrano come la fortuna debba essere sorvegliata dall’esercizio della virtù per poter ricercare, come fa Diogene nell’acquaforte del Grechetto, i supremi beni spirituali.
La rassegna prosegue con un confronto tra la vita e la morte. Nella traiettoria umana che Angelo Morbelli delinea in Sogno e realtà, o Trittico della vita, questi poli sono esplicitati dal contrasto tra il tempo della giovinezza e quello ben più presente della incomunicabilità dei due vecchi, che sembrano solo attendere la fine di un percorso esistenziale che forse non ha mantenuto le promesse dovute. Con superiore ironia invece l’autore delle Scene macabre cremasche irride alla morte, presentando come viventi scheletri che indossano gli attributi di un fasto antico quanto vano.
Il tema della vanitas, così diffuso in epoca barocca, viene analizzato in Vita in un vaso dove si possono ammirare sia nature morte floreali, sia dipinti dove il tema dell’abbondanza e della sua caducità trova connubio tra la figura umana e cesti di verdura. Anche la frutta, come si può apprezzare nella natura morta dell’ambito di Ludovico Caffi, esprime i medesimi significati di fertilità e abbondanza, ma anche di consunzione del tempo. Un’altra modalità di rappresentazione di un periodo fertile, la si può cogliere nella Lezione al convento di Gaetano Chierici e in La Rossina merlettaia di Mario Vellani Marchi.
Le Signore in riva al mare di Luigi Gioli interrogano la vastità degli abissi; la scala ridotta degli umani si oppone alla vastità nei paesaggi di Giuseppe Zais e di Giuseppe Canella. È la Natura madre e matrigna che inquieta l’uomo del XVIII secolo, ovvero la natura che accoglie e nutre, ma che può far precipitare nell’horror vacui quanti la sfidano. È il caso del furore degli agenti atmosferici come nella drammatica Tempesta marina di Biagio Poli e il furore, di segno ben diverso, mostrato dalla Battaglia settecentesca di Francesco Simonini.
Stare supini significa attendere il trapasso; le opere della sezione Tra sonno e morte condividono, pur nella loro differenza, una postura che mima l’abbandono all’oblio, comune al sonno e alla morte. Il Cupido dormiente, proveniente dalla collezione di Vespasiano Gonzaga a Sabbioneta, mostra un bimbo abbandonato al sonno, ignaro del pericolo mortale costituito dai due serpenti che già lo serrano nella loro morsa. Nel Nudo di donna di Klimt, una figura femminile è quasi riversa sul suo giaciglio eppure è sospesa in un mondo onirico che l’allontana sempre di più dalla vita. La sensualità che profonde dalla linea curva del segno secessionista si ritrova nella Solitudine appartenente al ciclo Istoria d’amore a Nippo di Arturo Martini: la giovane nuda è smarrita nella foresta e nulla sappiamo se l’amato potrà raggiungerla e soccorrerla. Il frammento superstite della tela distrutta da Mattia Moreni, La paura dell’uomo, ci immerge in un’atmosfera cupa, cui risponde lo sfolgorante Cielo antico di Virgilio Guidi.
La risalita dalla terra al cielo, intesa in una prospettiva di speranza, sebbene non messianica, è resa visibile dalle opere che concludono il percorso espositivo. Cattedrale del gruppo ravennate CaCo3 e Icone di Sonia Costantini alludono, nello sfolgorio del mosaico e delle cromie auree, a un varco possibile da rintracciare dentro l’orizzonte umano di un determinismo che origina dal dover essere, non come volontà di potenza ma come espressione di un’etica che è irrinunciabile aspirazione e espressione umana.
Il saggio in catalogo della curatrice Renata Casarin enuclea questa prospettiva in una chiave che interpreta le opere d’arte alla luce del pensiero filosofico, estetico, religioso, psicanalitico, scientifico e storico lungo la traiettoria che procede dall’antichità all’età contemporanea.
Il progetto Artgate della fondazione CAriplo
Dal 2007 Fondazione Cariplo promuove il progetto Artgate, un insieme di interventi volti alla divulgazione della propria Collezione d’arte (766 dipinti, 118 sculture e 53 arredi e oggetti) e articolato in varie proposte culturali, quali l’allestimento di un sito dedicato (www.artgate-cariplo.it), l’esposizione permanente del nucleo ottocentesco presso Gallerie d’Italia - Piazza Scala (Da Canova a Boccioni), i prestiti di opere d’arte a prestigiose mostre d’arte in Italia e all’estero, la partecipazione ad altri eventi culturali in sinergia con altre istituzioni (ACRI- R’accolte, Google Art Project; FAI, Share your Knowledge). E in attività didattiche rivolte alle scuole (ArtL@b).
In questo scenario si colloca OPEN, un’iniziativa che con Artgate apre alle Fondazioni di Comunità e al territorio. Un tour di eventi espositivi, costruiti a partire dalla Collezione Cariplo, che mettono in primo piano e testimoniano l’incessante impegno delle Fondazioni di Comunità a favore del benessere e della crescita culturale della propria comunità.
«Siamo da sempre convinti che le occasioni legate ad iniziative culturali creino opportunità di lavoro, realizzino la coesione sociale e facciano crescere le persone - dice Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo - La tappa mantovana è un’opportunità per far conoscere i capolavori della nostra collezione, ma è anche un momento con il quale, incontrando le persone, vogliamo restituire quanto la nostra Fondazione ha fatto con la fondamentale attività svolta delle organizzazioni e istituzioni locali, nel settore della cultura, ma non solo. La bella esposizione Fato e destino rappresenta l’esempio tangibile delle possibili esplorazioni di una storia comune che attraversa le diverse realtà territoriali grazie al legame profondo che esiste fra le opere e i luoghi. E vuole testimoniare un’appartenenza e una memoria condivisa che ci auguriamo possano durare a lungo nel tempo».
«Siamo orgogliosi di ospitare una tappa del progetto Open – commenta Carlo Zanetti, Presidente Fondazione Comunità Mantovana - e con la bella rassegna “Fato e destino” si è inteso aprire un dialogo duraturo tra istituzioni e cittadinanza, sotto l’egida della nostra Fondazione, ormai da 18 anni interprete della crescita del territorio e delle sue iniziative benefiche a sostegno dei più bisognosi e deboli. L’evento espositivo è l’occasione per presentare, attraverso una serie di opere d’arte di grande importanza, il ruolo fondamentale svolto dalla Fondazione nel territorio mantovano, il suo essere istituzione che promuove l’arte come motore di cultura e di identità, la coesione sociale come un elemento imprescindibile per la diffusione del benessere della collettività.
La nostra città è sorta dal Fato, grazie alla mitica maga Manto; giusto quindi assegnarne ad esso il tributo, con una mostra dai raffinati significati culturali e dalle pregevoli interpretazioni artistiche, molte delle quali per la prima volta vengono messe in esposizione. Un coinvolgente modo di impreziosire il territorio e la sua storia, nobile di imprese e di saggezze.
È, dunque, un evento che racchiude molteplici significati di cultura e di incontro ma che vuole essere anche una affermazione del nostro stare sul territorio per ascoltare e per donare, il più possibile e con ogni mezzo, al fine di farlo crescere e di renderlo ambiente vivo, aperto a possibili incontri e scambi di esperienze».
Peter Assmann - direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova - esprime “un grande ringraziamento alla Fondazione Cariplo per la collaborazione nella realizzazione di questa mostra e per i tanti progetti condivisi con il museo di Palazzo Ducale, portati avanti anche grazie alla nostra squadra abilmente condotta dalla vicedirettrice Renata Casarin, che ha realizzato un progetto molto ambizioso e di grande respiro con contenuti non solo artistici ma che includono anche questioni centrali per l’umanità stessa. Mi auguro che il destino di questa mostra sia benevolo, con la protezione delle forze che sono sopra di noi”.
L’arte come espressione della filantropia
Obiettivo di OPEN è mettere in primo piano la vocazione civile e culturale delle Fondazioni di comunità, il loro essere istituzioni che promuovono l’arte come motore di cultura e d’identità, la coesione sociale come elemento imprescindibile per la diffusione del benessere della collettività. E la viva testimonianza dell’attenzione verso la salvaguardia dei valori di identità e di cultura è espressa attraverso l’arte, a partire dal grande patrimonio artistico di Fondazione Cariplo, affiancato dai patrimoni delle diverse città.
I capolavori in mostra intrecciano idealmente un dialogo con l'agire filantropico della Fondazione di comunità, in particolare richiamano la centralità del suo impegno in ambito sociale, fortemente focalizzato sul benessere delle persone, in particolare dei giovani e delle fasce fragili della società. Il suo essere istituzione proiettata al “creare e fare cultura”.
Il progetto Alternanza Scuola – Lavoro
La rassegna ha costituito un’importante opportunità per attuare progetti formativi di Alternanza Scuola-Lavoro, in ambito culturale ed artistico, a favore degli alunni del Liceo Classico Virgilio di Mantova, per utilizzare l’arte come risorsa di studio, di apprendimento e di avvicinamento alle professioni del mondo dell’arte.
Visite guidate E LABORATORI didattiCI
Nell’ambito della mostra i Servizi Educativi del Museo di Palazzo Ducale propongono un ricco programma di visite guidate per accogliere famiglie, studenti e un più ampio pubblico per condurli alla scoperta di inattesi capolavori d’arte oltre che laboratori didattici per studenti e famiglie. La proposta è arricchita quasi ogni fine settimana, dal venerdì alla domenica, da laboratori ludici, da conferenze, da eventi legati alle tematiche della chiromanzia, della riflessologia, degli attrezzi del Ben-Essere condotti da esperti del settore, così tra gioco e verità il pubblico potrà esperire le ampie valenze dei temi del fato e del destino.
FATO E DESTINO E FESTIVALETTERATURA
L’esposizione si tiene in concomitanza con la XXII edizione di Festivaletteratura Mantova. E ben tre gli eventi ospitati nella sala dell’Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale e nell’Appartamento della Rustica: presentazione “Arte e letteratura tra fato e destino” di Elisabetta Bucciarelli; “La Mano Alchemica. Chiromanzia – Riflessologia palmare – Officina del Ben-Essere” di Monica Bianchi, e la conferenza di Marco Vittori e di Hasan Andrea Abou Saida “Il mondo affascinante e utopico dell’alchimia”.
IL CALENDARIO DI EVENTI
Il percorso espositivo è l’occasione per offrire al pubblico un ricco calendario di eventi che, in modo serioso o giocoso, vanno ad esplorare quei sentimenti universali, che guidano rassegna. Autorevoli esponenti del mondo della cultura dialogano insieme sui grandi temi che da sempre coinvolgono gli uomini, restituendo attraverso i modelli letterari e artistici le risposte che nel tempo e nello spazio l’umanità ha dato.
Non mancheranno incontri per ‘interrogare la sorte’. La lettura della mano, delle carte, interrogare gli astri per conoscere il proprio futuro è una tentazione a cui è difficile sottrarsi.
Eventi speciali arricchiscono il folto calendario di appuntamenti. Uno spettacolo di danze in costume d’epoca, una calza piena di magie che la Befana porterà per grandi e piccini, una performance teatrale, in occasione dell'anno europeo del Patrimonio, per raccontare l’importanza del patrimonio che ci circonda. E infine una conferenza dello psicanalista Massimo Recalcati, ospite illustre di ‘Fato e destino’, che tratterrà del Lavoro del lutto. Lavoro dell’arte.
Inaugurazione: venerdì 7 settembre 2018 ore 18
Orari: martedì-domenica 10-18; chiuso lunedì; chiusa a Natale e 1° gennaio 2019
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