Afran. È>mc2 WELCOME TO THE PARADISE

Afran, È>mc2

 

Dal 23 Gennaio 2020 al 15 Febbraio 2020

Milano

Luogo: Galleria MA-EC

Indirizzo: via Santa Maria Valle 2

Orari: da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19; sabato ore 15-19

E-Mail info: info.milanart@gmail.com

Sito ufficiale: http://www.ma-ec.it



MA-EC apre il 2020 con la mostra personale di Afran: giovedì 23 gennaio verrà inaugurata È>mc2  WELCOME TO THE PARADISE in Palazzo Durini.

Si snoderà nelle 3 sale della MA-EC Gallery come un simposio che include dipinti, sculture e installazioni.
Nella prima sala verranno esposti degli acrilici su tela che raccontano in modo ironico e surreale i paradossi e le prospettive raggiunte da un mondo in costante mutazione. Negli ultimi anni, il progresso tecnologico e gli sviluppi dei social media hanno avuto un impatto molto incisivo nelle nostre società migliorandole su tanti aspetti. I dipinti presentati si propongono in modo ludico di indagare sulle degenerazioni possibili. Uno degli aspetti messo sotto la lente  è l'estrema attenzione o meglio l' ossessione per il bello, l'immagine, l'apparire. I nostri social sono invasi da immagini sempre più belle... Se fosse stata quella la bellezza di cui parlava Dostoevskij, il nostro mondo sarebbe da  tempo in salvo.
In anteprima sarà visibile una scultura raffigurante un animale fantastico: Il SARTROPODE. Scultura nata dall'incrocio fra una macchina da cucire e un ragno.

Il percorso prosegue con È>mc2, installazione di quadri circolari che richiamano la forma dei pianeti.
È>mc2 oltre a fare allusione all'ambiente e al risparmio energetico, racconta anche del fenomeno della post verità.  Scrive su questa opera il critico Luca Beatrice: “Negli ultimi decenni la geografia dell’arte è profondamente cambiata. Se da una parte il concetto di “local” ha perduto il fascino che lo caratterizzava negli anni Ottanta, ora le città occidentali sono diventate il punto di raccolta di esperienze provenienti da più parti del mondo. New York, Londra, Berlino, Parigi, Milano risultano quindi identità poliformi che si vanno compiendo attraverso la somma di molteplici linguaggi. Ciò che non riesce alla società, tanto meno alla politica, trova terreno fertile nell’arte e nella cultura, là dove scambi, interazioni, integrazioni, sono all’ordine del giorno. Ricercando un elemento che faccia da ponte tra due culture tanto diverse, Afran ha trovato la risposta nel jeans, poiché la stoffa denim è tra i simboli più eloquenti per raccontare le contraddizioni e la complessità della nostra epoca. Una specie di piattaforma in cui ognuno può plasmare la propria identità. Una specie di grado zero.
 
Il titolo di questa installazione di Afran cita l’equazione di Einstein: È>mc2, Energia uguale massa per velocità al quadrato. “L'energia -dice Afran- è senza alcun dubbio uno dei temi più urgenti nel nuovo secolo. Dalla gestione delle energie fossili alla ricerca di alternative più sostenibili, l'unica certezza è l'urgenza di considerare il risparmio energetico. L'energia richiesta al nostro pianeta è di gran lunga superiore a quanto esso ci possa offrire. Ma l'aspetto ambientale è soltanto una delle chiavi di lettura dell’opera. Dopo la teorizzazione del postmoderno e della modernità liquida, la post verità è oggi una realtà innegabile. Che sia scientifica o storica, non esiste più nessuna verità che sia al riparo dal sospetto. Neanche i fatti di cronaca con l'avvento delle fake news riescono a sottrarsi. Dall'efficienza dei vaccini alla forma della terra, le teorie complottiste mettono in discussione qualsiasi certezza o traguardo. Allo stesso tempo, chiunque dal pulpito del diritto di espressione, può avanzare le sue teorie, autorevoli né più né meno come un'opinione e diffonderle gratuitamente attraverso i social come verità inconfutabili: tutto e/è il contrario di tutto. Il jeans diviene, allora, l'espressione figurata più eloquente di questo concetto: casual è l'abbigliamento, casual la prassi. Grazie a una "democratizzazione della verità", chiunque può dubitare o rimettere in discussione qualsiasi teorema matematico... Perché non È>mc2?”. 

La mostra si conclude nell'ultima sala della Galleria con uno sguardo positivo verso il futuro. Sarà infatti lì esposta l’opera Blue panther che simboleggia l'energia, la forza e le potenzialità della nostra contemporaneità.
 
Afran, Francis Nathan Abiamba, nasce a Bidjap, in Camerun nel 1987. Attualmente vive e lavora in provincia di Lecco. Dopo aver frequentato l’Istituto di Formazione Artistica di Mbalmayo, si diploma in ceramica. Coltiva la pittura, sua grande passione, presso gli atelier dei più grandi pittori camerunesi e congolesi. Nel 2006 prosegue il suo percorso nell’arte contemporanea grazie a Salvatore Falci, professore di arti visive all’Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo. Dopo vari concorsi ed esposizioni collettive, nel 2008 presenta la sua prima personale al Centro Culturale Spagnolo di Bata, in Guinea Equatoriale, terra nella quale si era recato alla ricerca delle sue radici. Da lì seguono numerose esposizioni sia collettive sia personali in Europa e in America. Tra le tante, citiamo la mostra alla Triennale di Milano e Involucrum, solo show a cura di Angela Madesani presso la MA-EC Gallery nel 2017. Ha partecipato a progetti culturali e ricevuto premi e riconoscimenti, tra cui il Premio San Fedele e il Premio Liliana Nocera alla Permanente di Milano.
Afran è un artista della Galleria MA-EC di Milano e nel 2019 è stato selezionato per Pei’s World. A brief history of a Chinese gallery in Italy, la mostra a cura di Luca Beatrice che si è tenuta all’Arsenale di Venezia nel periodo della Biennale.
 
Inaugurazione: giovedì 23 gennaio ore 18:30 – 21:00
Sarà presente l’artista

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