Alessandro Cannistrà. A.LTA C.UOTA
![Alessandro Cannistrà. A.LTA C.UOTA, Officine dell’Immagine, Milano Alessandro Cannistrà. A.LTA C.UOTA, Officine dell’Immagine, Milano](http://www.arte.it/foto/600x450/b5/29887-unnamed.jpg)
Alessandro Cannistrà. A.LTA C.UOTA, Officine dell’Immagine, Milano
Dal 19 Marzo 2015 al 19 Aprile 2015
Milano
Luogo: Officine dell’Immagine
Indirizzo: via Atto Vannucci 13
Orari: martedì - venerdì 15-19; sabato 11-19; lunedì e giorni festivi su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 91638758
E-Mail info: info@officinedellimmagine.it
Sito ufficiale: http://www.officinedellimmagine.com/
Alta quota come spinta a un limite che pone in relazione tecnologie moderne, come i sistemi elettromagnetici, e materiali primordiali come il fuoco. Alta quota come definizione di un percorso concettuale e fisico di ricerca creativa.
Ruota attorno a questi contenuti la mostra di Alessandro Cannistrà, in programma dal 19 marzo al 19 aprile 2015, alle Officine dell’Immagine a Milano, dal titolo A.LTA C.UOTA.
L’esposizione conferma lo spirito sperimentale della galleria e dell'artista, giunto alla sua seconda personale nello spazio milanese, verso una dimensione minimale.
Gli ambienti di Officine dell’Immagine, infatti, ospitano quattro istallazioni, affiancate da 15 opere inedite realizzate su supporti diversi, in grado di intrecciare un dialogo diretto tra di esse, comunicando pensieri che spaziano tra il tempo, il silenzio, l'ancestrale, il futuristico e il simbolico.
Alessandro Cannistrà concentra la sua attenzione sulla contrapposizione tra elementi diversi ma che entrano in diretta simbiosi.
Nei suoi lavori su tela, ad esempio, il tempo prolungato di esposizione al fuoco di una fiamma realizza uno spessore di fuliggine, fermandosi un attimo prima che il supporto prenda fuoco. Si compie così una tensione, intesa come uno stress di materiale, sotto forma di crettature.
Cannistrà riesce a raggiunge in questo modo quel limite verso cui tende il suo operare, e che guida in fase progettuale la sua indagine artistica.
Dal punto di vista figurativo, quello che ne risulta sono proiezioni di luoghi immaginari o non riconoscibili, che prendono forma dalle sfumature del bianco, eroso dalla forza del fuoco.
Accompagna la mostra un catalogo di Vanilla Edizioni che presenta le opere esposte e ripercorre la ricerca creativa di Cannistrà degli ultimi due anni.
Alessandro Cannistrà (Roma, 1975) vive e lavora tra Milano e Roma. Esordisce nel 2006, dopo aver sviluppato una tecnica peculiare, basata sul fumo. Ha esposto alla Biennale del Cairo, alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia, ed è stato protagonista di numerose mostre personali in Italia e all’estero (Berlino, Montevideo, AbuDhabi, Singapore, Miami, Buenos Aires, dove ha soggiornato tra il 2012 e il 2013), e fiere come Art Basel, Art stage Singapore, Miart e altre. Continua la sua ricerca fondendo tecnologie alle espressioni più classiche dell’arte come la pittura e la scultura.
Ruota attorno a questi contenuti la mostra di Alessandro Cannistrà, in programma dal 19 marzo al 19 aprile 2015, alle Officine dell’Immagine a Milano, dal titolo A.LTA C.UOTA.
L’esposizione conferma lo spirito sperimentale della galleria e dell'artista, giunto alla sua seconda personale nello spazio milanese, verso una dimensione minimale.
Gli ambienti di Officine dell’Immagine, infatti, ospitano quattro istallazioni, affiancate da 15 opere inedite realizzate su supporti diversi, in grado di intrecciare un dialogo diretto tra di esse, comunicando pensieri che spaziano tra il tempo, il silenzio, l'ancestrale, il futuristico e il simbolico.
Alessandro Cannistrà concentra la sua attenzione sulla contrapposizione tra elementi diversi ma che entrano in diretta simbiosi.
Nei suoi lavori su tela, ad esempio, il tempo prolungato di esposizione al fuoco di una fiamma realizza uno spessore di fuliggine, fermandosi un attimo prima che il supporto prenda fuoco. Si compie così una tensione, intesa come uno stress di materiale, sotto forma di crettature.
Cannistrà riesce a raggiunge in questo modo quel limite verso cui tende il suo operare, e che guida in fase progettuale la sua indagine artistica.
Dal punto di vista figurativo, quello che ne risulta sono proiezioni di luoghi immaginari o non riconoscibili, che prendono forma dalle sfumature del bianco, eroso dalla forza del fuoco.
Accompagna la mostra un catalogo di Vanilla Edizioni che presenta le opere esposte e ripercorre la ricerca creativa di Cannistrà degli ultimi due anni.
Alessandro Cannistrà (Roma, 1975) vive e lavora tra Milano e Roma. Esordisce nel 2006, dopo aver sviluppato una tecnica peculiare, basata sul fumo. Ha esposto alla Biennale del Cairo, alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia, ed è stato protagonista di numerose mostre personali in Italia e all’estero (Berlino, Montevideo, AbuDhabi, Singapore, Miami, Buenos Aires, dove ha soggiornato tra il 2012 e il 2013), e fiere come Art Basel, Art stage Singapore, Miart e altre. Continua la sua ricerca fondendo tecnologie alle espressioni più classiche dell’arte come la pittura e la scultura.
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