Arte liberata – Dal sequestro al Museo. Storia di una collezione confiscata in Lombardia

Emilio Vedova, Venezia, 1919 – Venezia, 2006 Ciclo N.4 ’61/’62 1961-1962 olio e carta su tela 146,5 x 200 cm

 

Dal 27 Settembre 2018 al 02 Dicembre 2018

Milano

Luogo: Palazzo Litta

Indirizzo: corso Magenta 24

Orari: Giovedì dalle ore 12 alle 22; venerdì/sabato/domenica dalle ore 12 alle 19. Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura. Aperture straordinarie la mattina per gruppi e scuole con prenotazione obbligatoria

Curatori: Beatrice Bentivoglio-Ravasio

Enti promotori:

  • Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia

Costo del biglietto: ingresso gratuito

E-Mail info: sr-lom.comunicazione@beniculturali.it

Sito ufficiale: http://www.lombardia.beniculturali.it



Inaugura il prossimo 27 settembre alle ore 18 a Palazzo Litta, alla presenza del Ministro per i beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e del Direttore e del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, un’eccezionale mostra dedicata a una collezione d’arte contemporanea confiscata in Lombardia assegnata al Ministero per i beni e le attività culturali. 

Sessantanove opere di autori italiani e stranieri del XX e XXI secolo, taluni di grande rilievo nel panorama artistico internazionale, allestite nella splendida cornice delle sale nobili del Palazzo, raccontano il percorso di redenzione dell’importante collezione che, sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito di un procedimento per gravi reati finanziari e passata alla gestione dell’Agenzia Nazionale, torna oggi alla collettività sotto forma di raccolta museale. 

Curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio, organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia in accordo con l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e realizzata dallo staff tecnico dello stesso Segretariato, l’esposizione comunica gli esiti dell’attività svolta dall’ufficio a supporto dell’Agenzia Nazionale negli anni 2104-16, allorché due confische di opere d’arte effettuate in regione l’hanno visto coinvolto nella duplice veste di consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell’azione di restituzione. 
 
Il lavoro, svolto in partenariato con il prof. Paolo Campiglio dell’Università degli Studi di Pavia, ha mostrato come le opere esposte siano tutte autentiche, in gran parte dotate di documentazione d’acquisto o provenienza piuttosto che di expertise o dichiarazione dell’autore, raccolte secondo un disegno preciso e, verrebbe da dire, guidato da un consigliere esperto con acquisizioni mirate effettuate fra la fine degli anni Ottanta e primi anni Duemila, assemblate con una prospettiva non localistica o provinciale, ma di respiro internazionale, che le rende a tutti gli effetti una collezione molto omogenea e ben connotata.
 
L’insieme delle opere di Arte Liberata, in alcuni casi dei veri e propri capolavori, permette di seguire per tappe la storia dell’arte dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri, con una particolare predilezione per le poetiche astratte e informali e per le neo-avanguardie degli anni Sessanta. In mostra si ritrovano una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un’importante grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali rappresentanti dell’Arte Povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari. Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolodi Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova che esprime la gestualità del colore come atto di protesta. 
 
La mostra, fortemente voluta per i significativi simbolici e concreti di cui è portatrice, ha una valenza che va di gran lunga oltre l’esposizione temporanea, seppur straordinaria, di Palazzo Litta. 
 
La destinazione che il Segretariato regionale ha proposto all’Agenzia nazionale è quella museale, con la richiesta di mantenimento del nucleo indiviso, sia per motivi storico-artistici sia, e soprattutto, per il valore simbolico che un’assegnazione unitaria e in blocco ha sotto il profilo del messaggio di legalità sotteso a tutta la politica della riconversione dei beni confiscati. 
 
L’obiettivo primario è quello dell’allestimento in un Polo o Padiglione dell’Arte Liberata, una sorta di museo/centro studi permanente dedicato allo specifico tema del rapporto fra arte e criminalità e del riutilizzo sociale dei beni culturali confiscati. Un Polo che si vorrebbe realizzare a Milano, in un immobile parimenti confiscato e pervenuto nella disponibilità dell’Agenzia nazionale, quale testimonianza tangibile di restituzione alla collettività di beni acquisiti con i proventi di attività illecite. 
 
Nelle more della creazione del Polo dell’Arte Liberata, la collezione sarà esposta presso la GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo, che si è dichiarata disponibile ad accogliere tutte le opere valorizzandole nel proprio rinnovato e prestigioso percorso museale. 
 
La risposta, positiva, dell’Agenzia Nazionaleè giunta proprio in questi giorni: le 69 opere che costituiscono la collezione Arte Liberata sono stata assegnate al Segretariato regionalecon decreto del Direttore dell’Agenzia del 20 settembre 2018. La consegna simbolica avverrà in occasione dell’inaugurazione. 
 
Un segno, non soltanto di civiltà, ma anche di evidenza e di rafforzamento dell’azione della Magistratura e delle Forze dell’Ordine attraverso una ricostruzione delle relazioni comunitarie che educhi alla legalità dei comportamenti, realizzi ulteriore giustizia, origini sempre maggiore libertà, diffonda umanità e stimoli la compartecipazione. 

Inaugurazione giovedì 27 settembre 2018 ore 19 

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