Beatrice Scaccia. Little Gloating Eve
Dal 18 Settembre 2014 al 31 Ottobre 2014
Milano
Luogo: EffeArte
Indirizzo: via Ausonio 1/a
Telefono per informazioni: +39 02 89096534
E-Mail info: luciana@effeartegallery.com
Sito ufficiale: http://www.effeartegallery.com/
Più di due anni sono passati dalla prima apparizione di Eve, nell'animazione “At least a snake”, realizzata per il progetto “Patria Interiore” a cura di Manuela Pacella, esposto a Belfast e a Roma. Da allora, Eve, in una narrazione che si fa frammento e ripetizione, in un tempo dilatato in cui le immagini svelano l’assurdo e il magico del nostro quotidiano, ha subito un’evoluzione. Il risultato di tale maturazione sarà visibile a EffeArte. Qui saranno esposte opere su tavola, animazioni e ceramiche (dell’artista giapponese di stanza a New York Toshiaki Noda), oltre a disegni, schizzi preparatori e persino una colonna sonora (ad opera del musicista francese Lionel Laquerrière).
EffeArte rappresenterà l'importante tappa di un progetto iniziato a febbraio scorso a New York, con i due mesi trascorsi a Residency Unlimited culminati con la presentazione-dialogo con Jodi Waynberg, continuato con un’altra residenza presso Artists Alliance, prologo della mostra alla Cuchifritos di novembre.
Nel mezzo, un progetto con una scuola primaria (italiana) e i disegni di 96 bambini che hanno immaginato e realizzato la loro Eve. “Sin dall’inizio, c’era un elemento di grande singolarità nel mondo di Eve”, ha detto Jodi Waynberg, Direttrice ad Artists Alliance, New York. “Il trattamento e l’accumulazione, da parte di Bea, sia delle azioni paradossali, sia di quelle ordinarie del personaggio, possedevano una forza magnetica. È stato un piacere osservare Eve e il suo mondo evolvere. Aspetto con impazienza di vedere le sue prossime azioni”.
L’esperienza delle due residency – Residency Unlimited e Artist Alliance – è stata fondamentale: “Il rischio peggiore per gli artisti è isolarsi. La mia idea di partenza era un’altra. Attraverso il dialogo e il confronto ho capito che le mie esigenze risiedevano altrove. Mi ero troppo affezionata ad alcune modalità, soprattutto esecutive, perdendo di vista l'urgenza”, ha detto Beatrice.
“Di BEA conosco il percorso creativo, la sua professionalità, il suo impegno e la sua caparbia voglia di fare; ma conosco anche quella malinconia che traspare dai suoi occhi e rimane appiccicata al foglio di carta quando ci mette la matita sopra”, ha scritto di lei il prof. Marco Bussagli, Storico dell'Arte e pittore, docente dell’Accademia di belle arti di Roma. “Lei segue il suo filo di Arianna che, a differenza di quello di Teseo, non è fuori, ma sta dentro di lei e il suo compito è dipanarlo come un gomitolo di lana colorata. BEA, però, non può fare tutto da sola e allora ha chiesto aiuto a EVE, il suo alter ego, ma anche la sua coscienza onirica, quella che raccoglie i suoi incubi e le sue angosce. EVE, infatti, non è una vera bambola, è una bamb(ol)ina, una dolly-child inquietante con le vesti grigie e rosse che scolano pericolosamente in macchie ematiche, con la pezza sopra gli occhi e gli abiti dell’inverno in qualunque stagione dell’anno. EVE gioca ed è il gioco essa stessa. Un gioco pericoloso fra la vita e la morte, fra la gioia e il dolore, dove i ninnoli sono spilli e le dande stringhe di contenzione. Di sicuro BEA è EVE di se stessa, la prima donna del suo mondo interiore, nata dalla costola della sua matita per vivere gli incubi che non riuscirebbe a superare. Non si pensi, però, ad un esercizio di tautologia perché EVE è l’immagine di tutti noi, il rimorso di non essere più bambini e di aver lacerato l’innocenza con la vita e con le lacrime dei nostri dolori e delle nostre delusioni.
EVE è il rimpianto di quel che abbiamo perduto perché il mondo ce lo ha strappato; è il vuoto da riempire con la forza dell’arte”.
EffeArte rappresenterà l'importante tappa di un progetto iniziato a febbraio scorso a New York, con i due mesi trascorsi a Residency Unlimited culminati con la presentazione-dialogo con Jodi Waynberg, continuato con un’altra residenza presso Artists Alliance, prologo della mostra alla Cuchifritos di novembre.
Nel mezzo, un progetto con una scuola primaria (italiana) e i disegni di 96 bambini che hanno immaginato e realizzato la loro Eve. “Sin dall’inizio, c’era un elemento di grande singolarità nel mondo di Eve”, ha detto Jodi Waynberg, Direttrice ad Artists Alliance, New York. “Il trattamento e l’accumulazione, da parte di Bea, sia delle azioni paradossali, sia di quelle ordinarie del personaggio, possedevano una forza magnetica. È stato un piacere osservare Eve e il suo mondo evolvere. Aspetto con impazienza di vedere le sue prossime azioni”.
L’esperienza delle due residency – Residency Unlimited e Artist Alliance – è stata fondamentale: “Il rischio peggiore per gli artisti è isolarsi. La mia idea di partenza era un’altra. Attraverso il dialogo e il confronto ho capito che le mie esigenze risiedevano altrove. Mi ero troppo affezionata ad alcune modalità, soprattutto esecutive, perdendo di vista l'urgenza”, ha detto Beatrice.
“Di BEA conosco il percorso creativo, la sua professionalità, il suo impegno e la sua caparbia voglia di fare; ma conosco anche quella malinconia che traspare dai suoi occhi e rimane appiccicata al foglio di carta quando ci mette la matita sopra”, ha scritto di lei il prof. Marco Bussagli, Storico dell'Arte e pittore, docente dell’Accademia di belle arti di Roma. “Lei segue il suo filo di Arianna che, a differenza di quello di Teseo, non è fuori, ma sta dentro di lei e il suo compito è dipanarlo come un gomitolo di lana colorata. BEA, però, non può fare tutto da sola e allora ha chiesto aiuto a EVE, il suo alter ego, ma anche la sua coscienza onirica, quella che raccoglie i suoi incubi e le sue angosce. EVE, infatti, non è una vera bambola, è una bamb(ol)ina, una dolly-child inquietante con le vesti grigie e rosse che scolano pericolosamente in macchie ematiche, con la pezza sopra gli occhi e gli abiti dell’inverno in qualunque stagione dell’anno. EVE gioca ed è il gioco essa stessa. Un gioco pericoloso fra la vita e la morte, fra la gioia e il dolore, dove i ninnoli sono spilli e le dande stringhe di contenzione. Di sicuro BEA è EVE di se stessa, la prima donna del suo mondo interiore, nata dalla costola della sua matita per vivere gli incubi che non riuscirebbe a superare. Non si pensi, però, ad un esercizio di tautologia perché EVE è l’immagine di tutti noi, il rimorso di non essere più bambini e di aver lacerato l’innocenza con la vita e con le lacrime dei nostri dolori e delle nostre delusioni.
EVE è il rimpianto di quel che abbiamo perduto perché il mondo ce lo ha strappato; è il vuoto da riempire con la forza dell’arte”.
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