Céline Condorelli. bau bau
Dal 10 Dicembre 2014 al 10 Maggio 2015
Milano
Luogo: HangarBicocca
Indirizzo: via Chiese 2
Curatori: Andrea Lissoni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 66111573
E-Mail info: info@hangarbicocca.org
Sito ufficiale: http://www.hangarbicocca.org/
HangarBicocca, lo spazio per l’arte sostenuto da Pirelli, presenta bau bau, la prima mostra personale in Italia di Céline Condorelli che comprende circa venti opere tra cui installazioni, sculture e video realizzati tra il 2008 e il 2014, oltre a una selezione di scritti dell’artista. A cura di Andrea Lissoni, la mostra si tiene negli spazi dello “Shed” dall’11 dicembre al 10 maggio, proponendo una selezione fra le opere più significative dell’artista che durante il suo percorso artistico si è distinta per la capacità di interpretare relazioni tra l’arte e l’architettura, lo spazio e il contesto storico-sociale, attraverso un approccio performativo e di coinvolgimento del pubblico. Una nuova opera, nata da un’inedita collaborazione con l’innovativo Polo Tecnologico Pirelli di Settimo Torinese, riporta al tema dei processi di produzione e alla loro influenza sulle relazioni umane e sul contesto circostante.
bau bau è la prima mostra dedicata a Céline Condorelli che rende conto della sua attività poliforme che comprende l’arte, l’architettura, la curatela, il design, la scrittura e l’insegnamento.
La sua attitudine trasversale l’ha infatti portata a reinventare e aggiornare tanto la cultura dell’arte e del design proveniente da un tradizione italiana, come quella di Bruno Munari, quanto il solco dell’arte concettuale ed in particolare quella relazionale degli anni Novanta del secolo scorso.
L’artista ha concepito l’allestimento della mostra dispiegando nello spazio e nei vari oggetti che la raccontano, come testi informativi per il pubblico e didascalie, i suoi singolari tratti poliedrici, interagendo con tutte le professionalità dell’istituzione e creando una specifica congruenza tra i contenuti, la veste grafica e l’apparato allestitivo e comunicativo. E spiega: “c’è un intero mondo nell’ombra di ogni risultato”.
Attraverso l’utilizzo di molti e differenti media, come la scultura, il video, l’installazione, Céline Condorelli ha concepito la mostra come un contesto in cui gli oggetti e il pubblico attivano la coesistenza di idee e funzionalità. Le sue opere abitano come strutture semi-funzionali lo spazio ex-industriale di HangarBicocca dove piccoli ma radicali interventi alterano la struttura del luogo in profondità. L’intero “Shed” è soggetto a una variazione di tempi e di luci che ne scandiscono una nuova temporalità. L’artista forza e modifica i limiti architettonici funzionali dell’edificio (porte e finestre) e si concentra sulle strutture di uso comune come le tende, le sedute, le lampade per alludere alla perdita di confini tra il tempo del lavoro e il tempo dello svago.
Il percorso si sviluppa intorno a due aree delineate da tende, un motivo ricorrente nel lavoro dell’artista: una illuminata da luce naturale e da ritmi di luce in grado di riprodurre la diversa intensità solare fin dall’alba, area che metaforicamente rappresenta il “giorno”, e una caratterizzata da una maggiore oscurità, la “notte”.
La divisione tra i due ambienti - luce e buio, bianco e nero - è in relazione diretta con due opere presenti in mostra: White Gold (2012)che rimanda alle ricerche dell’artista sulla produzione del cotone in Egitto nei primi anni del Novecento (la cui pianta era chiamata “oro bianco d’Egitto”), e la nuova produzione per HangarBicocca che fa riferimento all’impiego del Carbon Black (nero di carbone o nerofumo), componente alla base della produzione degli pneumatici Pirelli. Support Structure, Red (2012-2014), è un’ideale “struttura di sostegno” delle due opere: installata nel centro della mostra, funge da display delle fonti su cui si basano le ricerche dell’artista sul cotone e sulla gomma, funzionando come una sorta di indice o di atlante di documenti, fotografie e frammenti visivi riferiti alle opere stesse.
La nuova opera prodotta da Céline Condorelli in collaborazione con la fabbrica Pirelli di Settimo Torinese, parte da una riflessione dell’artista sui processi produttivi di uno pneumatico, sui materiali impiegati durante la sua lavorazione e sulle persone coinvolte in tale sviluppo. Il Polo Industriale di Settimo Torinese, che rappresenta lo stabilimento tecnologicamente più avanzato ed efficiente del gruppo Pirelli nel mondo, con un corpo centrale progettato dall’architetto Renzo Piano, ha costituito il contesto ideale di eccellenza innovativa e tecnologica in cui l’artista ha agito “fisicamente”. Condorelli da una parte è intervenuta nel processo di sviluppo per alterarne il prodotto finale, dall’altra ha documentato i materiali e le persone che hanno partecipato alla creazione dell’opera. Il risultato di questo lavoro è un’installazione che, come una lunga striscia sul pavimento, mantiene ed evoca una traccia del processo avvenuto e allo stesso tempo attraversa lo spazio, ridisegnandolo.
Molti lavori presenti in mostra sfidano la relazione fra arte e quotidianità e rendono labile il confine tra l’aura dell’opera e una sua possibile funzionalità. Le opere in bau bau propongono occasioni di seduta, riposo, riflessione, ascolto, conversazione, condivisione, suggerendo aggregazione e scambio tra le persone. Gli oggetti e i mobili diventano altro: un tavolo è anche una scala, una scultura è un’ambiente per fare crescere piante, una serie di tavoli divengono una biblioteca.
The Weird Charismatic Power That Capitalism Has For Teenagers (to Johan Hartle), 2014 per esempio, si presta alla conversazione a due o quattro; la costruzione The Double and the Half (to Avery Gordon), 2014 è un assemblaggio costituito da diversi piani d’appoggio e di condivisione che offre una veduta inedita verso l’esterno dell’edificio, proiettando i limiti della mostra all’esterno.
Il titolo della mostra rimanda da una parte all’aspetto ludico legato al suono “bau bau” dell’abbaiare del cane, dall’altra al significato etimologico della parola bau che nella lingua tedesca significa costruzione. Coniugando questi due piani, che richiamano tanto all’esperienza del Bauhaus (un riferimento storico importante per l’artista) quanto all’immagine dell’animale, bau bau (costruzione in costruzione) rimanda all’idea di processo specifica di tutto il suo lavoro. baubau è inoltre il titolo dell’opera presentata nel 2014 al GfZK di Lipsia (Germania), dove Céline Condorelli trasformò una delle sale del museo in un bar. Una versione lampeggiante della sua insegna sarà collocata sulle mura esterne dello spazio espositivo di HangarBicocca.
Il lavoro di Céline Condorelli fa riferimento ai concetti di sostegno e amicizia, intesi come relazioni essenzialmente politiche, di alleanza e responsabilità, che influiscono sulle diverse modalità di lavoro collettivo. Relazioni che si concretizzano attraverso elementi culturali e economici, fisci e sociali che l’artista stessa ha definito “Support Structures” (strutture di sostegno). “Support Structures” è anche il titolo di una sua pubblicazione, che verrà ristampata per l’occasione da Sternberg Press.
Céline Condorelli (Parigi, 1974) vive e lavora a Londra. Il suo lavoro è stato esposto in numerose istituzioni artistiche tra cui l’Artist Space di New York (2009), il SALT di Istanbul (2012), il Project Art Centre di Dublino e la Grazer Kunstverein (entrambe nel 2013). Nel 2010 ha esposto alla biennale europea d’arte contemporanea Manifesta 8, mentre nel 2014 la Chisenhale Gallery di Londra e il Van Abbemuseum di Eindhoven le hanno dedicato due mostre personali. Céline Condorelli co-fondatrice dell’artists run space Eastside Projects (Birmingham, UK), nato nel 2009, presso il quale ha curato anche diverse mostre tra cui Curtain Show (2010) e Puppet Show (2013). Nel 2009 ha scritto e curato il libro Support Structures e recentemente ha pubblicato The Company She Keeps (2014). Negli anni l’artista è stata lecturer presso diverse istituzioni accademiche e dal 2012 insegna alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano.
bau bau è la prima mostra dedicata a Céline Condorelli che rende conto della sua attività poliforme che comprende l’arte, l’architettura, la curatela, il design, la scrittura e l’insegnamento.
La sua attitudine trasversale l’ha infatti portata a reinventare e aggiornare tanto la cultura dell’arte e del design proveniente da un tradizione italiana, come quella di Bruno Munari, quanto il solco dell’arte concettuale ed in particolare quella relazionale degli anni Novanta del secolo scorso.
L’artista ha concepito l’allestimento della mostra dispiegando nello spazio e nei vari oggetti che la raccontano, come testi informativi per il pubblico e didascalie, i suoi singolari tratti poliedrici, interagendo con tutte le professionalità dell’istituzione e creando una specifica congruenza tra i contenuti, la veste grafica e l’apparato allestitivo e comunicativo. E spiega: “c’è un intero mondo nell’ombra di ogni risultato”.
Attraverso l’utilizzo di molti e differenti media, come la scultura, il video, l’installazione, Céline Condorelli ha concepito la mostra come un contesto in cui gli oggetti e il pubblico attivano la coesistenza di idee e funzionalità. Le sue opere abitano come strutture semi-funzionali lo spazio ex-industriale di HangarBicocca dove piccoli ma radicali interventi alterano la struttura del luogo in profondità. L’intero “Shed” è soggetto a una variazione di tempi e di luci che ne scandiscono una nuova temporalità. L’artista forza e modifica i limiti architettonici funzionali dell’edificio (porte e finestre) e si concentra sulle strutture di uso comune come le tende, le sedute, le lampade per alludere alla perdita di confini tra il tempo del lavoro e il tempo dello svago.
Il percorso si sviluppa intorno a due aree delineate da tende, un motivo ricorrente nel lavoro dell’artista: una illuminata da luce naturale e da ritmi di luce in grado di riprodurre la diversa intensità solare fin dall’alba, area che metaforicamente rappresenta il “giorno”, e una caratterizzata da una maggiore oscurità, la “notte”.
La divisione tra i due ambienti - luce e buio, bianco e nero - è in relazione diretta con due opere presenti in mostra: White Gold (2012)che rimanda alle ricerche dell’artista sulla produzione del cotone in Egitto nei primi anni del Novecento (la cui pianta era chiamata “oro bianco d’Egitto”), e la nuova produzione per HangarBicocca che fa riferimento all’impiego del Carbon Black (nero di carbone o nerofumo), componente alla base della produzione degli pneumatici Pirelli. Support Structure, Red (2012-2014), è un’ideale “struttura di sostegno” delle due opere: installata nel centro della mostra, funge da display delle fonti su cui si basano le ricerche dell’artista sul cotone e sulla gomma, funzionando come una sorta di indice o di atlante di documenti, fotografie e frammenti visivi riferiti alle opere stesse.
La nuova opera prodotta da Céline Condorelli in collaborazione con la fabbrica Pirelli di Settimo Torinese, parte da una riflessione dell’artista sui processi produttivi di uno pneumatico, sui materiali impiegati durante la sua lavorazione e sulle persone coinvolte in tale sviluppo. Il Polo Industriale di Settimo Torinese, che rappresenta lo stabilimento tecnologicamente più avanzato ed efficiente del gruppo Pirelli nel mondo, con un corpo centrale progettato dall’architetto Renzo Piano, ha costituito il contesto ideale di eccellenza innovativa e tecnologica in cui l’artista ha agito “fisicamente”. Condorelli da una parte è intervenuta nel processo di sviluppo per alterarne il prodotto finale, dall’altra ha documentato i materiali e le persone che hanno partecipato alla creazione dell’opera. Il risultato di questo lavoro è un’installazione che, come una lunga striscia sul pavimento, mantiene ed evoca una traccia del processo avvenuto e allo stesso tempo attraversa lo spazio, ridisegnandolo.
Molti lavori presenti in mostra sfidano la relazione fra arte e quotidianità e rendono labile il confine tra l’aura dell’opera e una sua possibile funzionalità. Le opere in bau bau propongono occasioni di seduta, riposo, riflessione, ascolto, conversazione, condivisione, suggerendo aggregazione e scambio tra le persone. Gli oggetti e i mobili diventano altro: un tavolo è anche una scala, una scultura è un’ambiente per fare crescere piante, una serie di tavoli divengono una biblioteca.
The Weird Charismatic Power That Capitalism Has For Teenagers (to Johan Hartle), 2014 per esempio, si presta alla conversazione a due o quattro; la costruzione The Double and the Half (to Avery Gordon), 2014 è un assemblaggio costituito da diversi piani d’appoggio e di condivisione che offre una veduta inedita verso l’esterno dell’edificio, proiettando i limiti della mostra all’esterno.
Il titolo della mostra rimanda da una parte all’aspetto ludico legato al suono “bau bau” dell’abbaiare del cane, dall’altra al significato etimologico della parola bau che nella lingua tedesca significa costruzione. Coniugando questi due piani, che richiamano tanto all’esperienza del Bauhaus (un riferimento storico importante per l’artista) quanto all’immagine dell’animale, bau bau (costruzione in costruzione) rimanda all’idea di processo specifica di tutto il suo lavoro. baubau è inoltre il titolo dell’opera presentata nel 2014 al GfZK di Lipsia (Germania), dove Céline Condorelli trasformò una delle sale del museo in un bar. Una versione lampeggiante della sua insegna sarà collocata sulle mura esterne dello spazio espositivo di HangarBicocca.
Il lavoro di Céline Condorelli fa riferimento ai concetti di sostegno e amicizia, intesi come relazioni essenzialmente politiche, di alleanza e responsabilità, che influiscono sulle diverse modalità di lavoro collettivo. Relazioni che si concretizzano attraverso elementi culturali e economici, fisci e sociali che l’artista stessa ha definito “Support Structures” (strutture di sostegno). “Support Structures” è anche il titolo di una sua pubblicazione, che verrà ristampata per l’occasione da Sternberg Press.
Céline Condorelli (Parigi, 1974) vive e lavora a Londra. Il suo lavoro è stato esposto in numerose istituzioni artistiche tra cui l’Artist Space di New York (2009), il SALT di Istanbul (2012), il Project Art Centre di Dublino e la Grazer Kunstverein (entrambe nel 2013). Nel 2010 ha esposto alla biennale europea d’arte contemporanea Manifesta 8, mentre nel 2014 la Chisenhale Gallery di Londra e il Van Abbemuseum di Eindhoven le hanno dedicato due mostre personali. Céline Condorelli co-fondatrice dell’artists run space Eastside Projects (Birmingham, UK), nato nel 2009, presso il quale ha curato anche diverse mostre tra cui Curtain Show (2010) e Puppet Show (2013). Nel 2009 ha scritto e curato il libro Support Structures e recentemente ha pubblicato The Company She Keeps (2014). Negli anni l’artista è stata lecturer presso diverse istituzioni accademiche e dal 2012 insegna alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano.
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