Daniel Spoerri. Il Bistrot di Santa Marta/ Andrea Oscar Braendli. Un osservatore del mondo
Dal 10 Gennaio 2014 al 09 Febbraio 2014
Milano
Luogo: Fondazione Mudima
Indirizzo: via Tadino 26
Orari: da lunedì a venerdì 11-13/ 15-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 29409633
E-Mail info: info@mudima.net
Sito ufficiale: http://www.mudima.net
Daniel Spoerri. Il Bistrot di Santa Marta
Daniel Spoerri ritorna a Milano con un articolato progetto che per un mese vedrà trasformata la Fondazione Mudima nel Bistrot di Santa Marta, un vero e proprio bistrot dove verrà allestita una mostra con un ciclo di opere realizzate appositamente per questa occasione e dove verranno organizzate alcune cene a tema sotto la supervisione di Daniel Spoerri.
Seppure moltissime siano state le mostre di Daniel Spoerri a Milano, finora solo due erano stati i progetti comprensivi di veri e propri banchetti realizzati dall’artista. Il 19 novembre 1970 Spoerri organizzò a Milano L’Ultima Cena in occasione del decimo anniversario del Nouveau Réalisme, con cibi ispirati alle opere dei Nouveaux Réalistes e una grande tiara papale di pan di zucchero in onore di Pierre Restany, critico e mente teorica del gruppo, mentre è di quattro anni successivi il secondo “ristorante” aperto da Spoerri in città, quando dal 19 maggio al 5 giugno 1975, egli trasformò la Galleria Multhipla in Restaurant Spoerri, realizzandovi 12 cene astro-gastronomiche dedicate a ciascun segno zodiacale.
Il Bistrot di Santa Marta ideato alla Fondazione Mudima è dedicato alla santa patrona delle casalinghe, delle cuoche, delle domestiche, degli osti, degli albergatori e dei ristoratori. Il progetto si inserisce quindi in questa tipologia di lavoro che vede l’artista creare spazi-ristorante attivi a tutti gli effetti, secondo una procedura tesa non semplicemente a fissare gli oggetti sul quadro, come è avvenuto nei suoi famosi quadri-trappola (tableaux-piège) o nei lavori che “catturano” intere raccolte di oggetti suddivisi per tipologie, per forme, per funzioni o per le leggi del caso, ma che si distingue anche per la sua caratteristica di inglobare e trattenere una situazione quotidiana, un momento di vita legato a un luogo e un tempo particolare, sfruttando la ritualità collettiva della consumazione di un pasto.
In particolar modo il più recente ciclo di lavori dell’artista dal titolo Il Bistrot di Santa Marta, che sarà esposto in mostra, ha come riferimento il mondo della cucina e della preparazione del cibo. Sono infatti 21 tavole che presentano assemblaggi di utensili di cucina, tutti oggetti ritrovati da Daniel Spoerri nei mercatini delle pulci di tutta Europa e conservati e fissati in una raccolta ideale, che è tanto un riferimento al gesto del collezionare, quanto alla conservazione come traccia e memoria di situazioni vissute, di tradizioni e di costumi che delineano una sorta di ricostruzione archeologica del nostro tempo, rivissuta attraverso una pratica millenaria e archetipa come la preparazione e la consumazione del cibo.
Un catalogo che raccoglierà la documentazione dei banchetti realizzati da Daniel Spoerri a Milano è in fase di preparazione e verrà pubblicato dalla Fondazione Mudima.
Andrea Oscar Braendli. Un osservatore del mondo
La storia dell'Arte in ogni epoca è stata attraversata da artisti che nonostante fugaci apparizioni hanno lasciato una traccia profonda e importante. Citando alcuni tra i più noti, viene in mente Masaccio, morto a 27 anni nel 1428. Un genio assoluto. Umberto Boccioni morto a 32 anni ma capace di realizzare all’età di 29 anni una delle opere più importanti del '900. Rimanendo in ambito italiano Piero Manzoni e negli Stati Uniti Jean -Michel Basquiat hanno sicuramente segnato un'epoca. Le ragioni sono molteplici, spesso personali, alcune volte drammatiche. Questi artisti sono accumunati dalla necessità di usare l'arte come mezzo privilegiato e unico di comunicazione con l'esterno e con i propri simili.
In questo contesto si pone assolutamente la figura singolare di Andrea Oscar Braendli. Un artista che scelse di rintanarsi nella sua casa studio, a tu per tu con se stesso e con le sue frustrazioni e le sue paure. Durante la sua vita pressoché solitaria ha scavato dentro se stesso, tirando fuori la sua essenza, trasferendola in ogni disegno, in ogni minuscolo dipinto e nei numerosi diari. Intimi luoghi della sua memoria. Il suo lavoro, le sue piccole carte diventano uno spazio senza limite dove con poche sapienti pennellate riesce a concentrare il suo mondo, a noi ignoto, i suoi pensieri.
Dopo aver abbandonato gli studi di germanistica a Zurigo, Braendli si dedicò allo studio della biologia. L’interesse per la letteratura e il mondo animale e vegetale resteranno per tutta la vita interesse e fonte di gioia principale unitamente alla pittura. Infatti ne ritroveremo numerose tracce nei suoi disegni. Artista estremamente colto, intelligente, di fine ironia e umorismo, raffinato, elegante e introverso. Come tutte le persone dotate di un’ampia apertura mentale sulla frontiera dei mondi, sempre in perpetua tensione emozionale ed intellettuale. Un paradosso vivente che contiene in sé il coraggio più feroce e la debolezza più profonda.
L'affermazione di un artista cammina in bilico su un sentiero molto stretto. Braendli lo ha percorso a modo suo, probabilmente, anzi sicuramente non alla ricerca di fortuna, ma di pace e tranquillità interiore, senza scappare dalle sue tensioni ma affrontandole. Arte non come valvola di sfogo ma come mezzo di comunicazione.
La Fondazione Mudima è lieta di ospitare la prima mostra personale di Andrea Oscar Braendli, nato a Milano nel 1950, ma originario di Männedorf . In mostra saranno esposti una selezione di circa 150 opere su carta di piccole e minuscole dimensioni: da 2,5 x 2,5 cm, 4 x 4 cm fino a 12 x 12 cm. Intense e coloratissime opere su carta che trovano nella piccola dimensione il formato più consono a comprimere e delimitare i numerosi e turbolenti pensieri che lo tormentavano.
Il libro dedicato all’artista, per le edizioni Mudima con i testi di Sergio Dangelo, Gianluca Ranzi e Davide Di Maggio sarà presentato durante l’inaugurazione.
Daniel Spoerri ritorna a Milano con un articolato progetto che per un mese vedrà trasformata la Fondazione Mudima nel Bistrot di Santa Marta, un vero e proprio bistrot dove verrà allestita una mostra con un ciclo di opere realizzate appositamente per questa occasione e dove verranno organizzate alcune cene a tema sotto la supervisione di Daniel Spoerri.
Seppure moltissime siano state le mostre di Daniel Spoerri a Milano, finora solo due erano stati i progetti comprensivi di veri e propri banchetti realizzati dall’artista. Il 19 novembre 1970 Spoerri organizzò a Milano L’Ultima Cena in occasione del decimo anniversario del Nouveau Réalisme, con cibi ispirati alle opere dei Nouveaux Réalistes e una grande tiara papale di pan di zucchero in onore di Pierre Restany, critico e mente teorica del gruppo, mentre è di quattro anni successivi il secondo “ristorante” aperto da Spoerri in città, quando dal 19 maggio al 5 giugno 1975, egli trasformò la Galleria Multhipla in Restaurant Spoerri, realizzandovi 12 cene astro-gastronomiche dedicate a ciascun segno zodiacale.
Il Bistrot di Santa Marta ideato alla Fondazione Mudima è dedicato alla santa patrona delle casalinghe, delle cuoche, delle domestiche, degli osti, degli albergatori e dei ristoratori. Il progetto si inserisce quindi in questa tipologia di lavoro che vede l’artista creare spazi-ristorante attivi a tutti gli effetti, secondo una procedura tesa non semplicemente a fissare gli oggetti sul quadro, come è avvenuto nei suoi famosi quadri-trappola (tableaux-piège) o nei lavori che “catturano” intere raccolte di oggetti suddivisi per tipologie, per forme, per funzioni o per le leggi del caso, ma che si distingue anche per la sua caratteristica di inglobare e trattenere una situazione quotidiana, un momento di vita legato a un luogo e un tempo particolare, sfruttando la ritualità collettiva della consumazione di un pasto.
In particolar modo il più recente ciclo di lavori dell’artista dal titolo Il Bistrot di Santa Marta, che sarà esposto in mostra, ha come riferimento il mondo della cucina e della preparazione del cibo. Sono infatti 21 tavole che presentano assemblaggi di utensili di cucina, tutti oggetti ritrovati da Daniel Spoerri nei mercatini delle pulci di tutta Europa e conservati e fissati in una raccolta ideale, che è tanto un riferimento al gesto del collezionare, quanto alla conservazione come traccia e memoria di situazioni vissute, di tradizioni e di costumi che delineano una sorta di ricostruzione archeologica del nostro tempo, rivissuta attraverso una pratica millenaria e archetipa come la preparazione e la consumazione del cibo.
Un catalogo che raccoglierà la documentazione dei banchetti realizzati da Daniel Spoerri a Milano è in fase di preparazione e verrà pubblicato dalla Fondazione Mudima.
Andrea Oscar Braendli. Un osservatore del mondo
La storia dell'Arte in ogni epoca è stata attraversata da artisti che nonostante fugaci apparizioni hanno lasciato una traccia profonda e importante. Citando alcuni tra i più noti, viene in mente Masaccio, morto a 27 anni nel 1428. Un genio assoluto. Umberto Boccioni morto a 32 anni ma capace di realizzare all’età di 29 anni una delle opere più importanti del '900. Rimanendo in ambito italiano Piero Manzoni e negli Stati Uniti Jean -Michel Basquiat hanno sicuramente segnato un'epoca. Le ragioni sono molteplici, spesso personali, alcune volte drammatiche. Questi artisti sono accumunati dalla necessità di usare l'arte come mezzo privilegiato e unico di comunicazione con l'esterno e con i propri simili.
In questo contesto si pone assolutamente la figura singolare di Andrea Oscar Braendli. Un artista che scelse di rintanarsi nella sua casa studio, a tu per tu con se stesso e con le sue frustrazioni e le sue paure. Durante la sua vita pressoché solitaria ha scavato dentro se stesso, tirando fuori la sua essenza, trasferendola in ogni disegno, in ogni minuscolo dipinto e nei numerosi diari. Intimi luoghi della sua memoria. Il suo lavoro, le sue piccole carte diventano uno spazio senza limite dove con poche sapienti pennellate riesce a concentrare il suo mondo, a noi ignoto, i suoi pensieri.
Dopo aver abbandonato gli studi di germanistica a Zurigo, Braendli si dedicò allo studio della biologia. L’interesse per la letteratura e il mondo animale e vegetale resteranno per tutta la vita interesse e fonte di gioia principale unitamente alla pittura. Infatti ne ritroveremo numerose tracce nei suoi disegni. Artista estremamente colto, intelligente, di fine ironia e umorismo, raffinato, elegante e introverso. Come tutte le persone dotate di un’ampia apertura mentale sulla frontiera dei mondi, sempre in perpetua tensione emozionale ed intellettuale. Un paradosso vivente che contiene in sé il coraggio più feroce e la debolezza più profonda.
L'affermazione di un artista cammina in bilico su un sentiero molto stretto. Braendli lo ha percorso a modo suo, probabilmente, anzi sicuramente non alla ricerca di fortuna, ma di pace e tranquillità interiore, senza scappare dalle sue tensioni ma affrontandole. Arte non come valvola di sfogo ma come mezzo di comunicazione.
La Fondazione Mudima è lieta di ospitare la prima mostra personale di Andrea Oscar Braendli, nato a Milano nel 1950, ma originario di Männedorf . In mostra saranno esposti una selezione di circa 150 opere su carta di piccole e minuscole dimensioni: da 2,5 x 2,5 cm, 4 x 4 cm fino a 12 x 12 cm. Intense e coloratissime opere su carta che trovano nella piccola dimensione il formato più consono a comprimere e delimitare i numerosi e turbolenti pensieri che lo tormentavano.
Il libro dedicato all’artista, per le edizioni Mudima con i testi di Sergio Dangelo, Gianluca Ranzi e Davide Di Maggio sarà presentato durante l’inaugurazione.
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