Dara Birnbaum
Dal 13 Aprile 2023 al 25 Settembre 2023
Milano
Luogo: Osservatorio Fondazione Prada
Indirizzo: Galleria Vittorio Emanuele II
Curatori: Barbara London con Valentino Catricalà ed Eva Fabbris
Telefono per informazioni: +39 02 56662634
Sito ufficiale: http://fondazioneprada.org
Fondazione Prada presenta un’ampia mostra antologica dedicata al lavoro di Dara Birnbaum dal 13 aprile al 25 settembre 2023 nella sede di Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Un’altra versione del progetto si terrà a Prada Aoyama Tokyo dal 1 giugno al 28 agosto 2023.
Osservatorio è lo spazio di Fondazione Prada dedicato alla sperimentazione dei linguaggi visivi e alla ricerca sulle possibili intersezioni e collisioni tra la tecnologia e le varie espressioni culturali. È una piattaforma di libero pensiero aperta alla riflessione sui differenti linguaggi artistici e dei media e sul loro impatto in un contesto politico e sociale in continua evoluzione.
La mostra, curata da Barbara London con Valentino Catricalà ed Eva Fabbris, offre diverse prospettive per comprendere il percorso di Dara Birnbaum (New York, 1946), un’artista che ha costantemente sfidato i canoni dell’arte e dei mass media. Il progetto include una selezione di video monocanale, opere audio, installazioni multicanale, fotografie e stampe 3D su Plexiglas realizzati tra il 1975 e il 2022. “Dara Birnbaum” rivela come l’artista abbia indagato in profondità le intersezioni culturali tra video arte, televisione e tecnologie di consumo e, tra gli altri temi, i pregiudizi di genere nella rappresentazione della donna nella cultura popolare.
Uno dei primi e più noti lavori dell’artista, Technology/Transformation: Wonder Woman (1978-79) accoglierà il pubblico della mostra all’ingresso del piano dell’Osservatorio. Il video sarà così visibile a tutti i visitatori della Galleria Vittorio Emanuele II evocando una delle sue iniziali presentazioni nella vetrina dell’H-Hair Salon de Coiffure, Inc. a Prince Street, a Soho a New York. In questa opera Birnbaum ha rieditato scene tratte dal popolare programma televisivo Wonder Woman per sottolineare come i mass media siano in grado di combinare rappresentazioni eroiche con immagini banali della femminilità. Il video è il risultato di un lavoro di decostruzione di un personaggio immaginario creato da un’industria dominata prevalentemente da uomini.
Concepito dall’artista per i due piani dell’Osservatorio, il percorso espositivo non segue un ordine cronologico, ma rivela la molteplicità di mezzi artistici e linguaggi impiegati da Birnbaum ed esplora temi ricorrenti nella sua pratica artistica attraverso un’attenta selezione di opere.
In Quiet Disaster (1999), Birnbaum ha realizzato tre immagini ingrandite di anime che ritraggono personaggi in pericolo utilizzando le stampe Duratrans (pellicole trasparenti retroilluminate) montate su dischi circolari di Plexiglas per enfatizzare lo sguardo “impaurito” di chi si trova di fronte a una minaccia.
Nato da un progetto mai realizzato degli anni Novanta, Computer Assisted Drawings: Proposal for Sony Corporation (1992-93) impiega un software di SGI (SiliconGraphics) per generare rendering di spazi architettonici tridimensionali da inserire nei display multimediali dei prodotti Sony. Birnbaum ha concepito una speciale struttura di supporto in alluminio su cui collocare le immagini in Duraclear e Plexiglas con un’angolazione di 90 gradi rispetto alla parete. In questo modo le stampe risultano semitrasparenti allo sguardo del visitatore che, osservandole, crea molteplici montaggi visivi.
Operations: December 16-17-18 (1998) è stata trasmessa come un’interruzione radiofonica di un programma di cronaca sulla radio nazionale svizzera. È un’opera audio collettiva (traccia sonora realizzata da Stephen Vitiello) che contiene un collage di notizie diffuse in diretta mentre gli Stati Uniti iniziavano a bombardare l’Iraq.
Sei video monocanale sono suddivisi in coppie tematiche per investigare tre aspetti fondamentali della ricerca artistica di Birnbaum. Entrambi legati alle prime opere performative concepite dall’artista nel 1975, Chaired Anxieties: Abandoned (1975) e Mirroring (1975) sono il tentativo di approfondire la separazione tra il corpo e la sua rappresentazione attraverso azioni ripetitive e manipolazioni della telecamera. Pop-Pop Video (General Hospital/Olympic Women Speed Skating) (1980) e Pop-Pop Video (Kojak/Wang) (1980) fanno parte di una serie ideata durante una residenza a The Kitchen a New York. L’appropriazione di immagini televisive e la realizzazione di tracce sonore in collaborazione con musicisti di Downtown New York si alternano generando dinamiche provocatorie. New Music Shorts (1981) è il risultato dell’incontro dell’artista con la scena post-punk nata alla fine degli anni Ottanta nel Lower Manhattan, mentre Fire! Hendrix (1982) è un lavoro su commissione per un potenziale videodisco di tracce inedite di Jimi Hendrix. L’opera critica l’economia della rappresentazione della sessualità e del consumismo.
Ispirata al Faust di Johann Wolfgang von Goethe e alla Dannazione di Faust di Hector Berlioz, Damnation of Faust Trilogy (1983-87) è una sequenza altamente strutturata che evoca un paesaggio onirico fluttuante e mai lineare. Attraverso una visione femminista, Birnbaum indaga temi come le forme conflittuali di contenimento sociale e le lotte per definire ed esprimere l’identità personale.
Journey: Shadow of the American Dream (2022), il lavoro più recente dell’artista, segna l’inizio della seconda parte della mostra al piano superiore dell’Osservatorio. L’installazione multicanale esplora il tema della memoria, in particolare la cultura del dopoguerra durante l’infanzia di Birnbaum, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta. Attraverso questo lavoro l’artista dichiara il proprio intento “di ripensare e di offrire al visitatore qualche spunto su che cosa abbia significato crescere all’‘ombra’ della Seconda guerra mondiale, il periodo in cui il sogno americano è stato usato come arma dagli Stati Uniti usciti vittoriosi dal conflitto”. Journey: Shadow of the American Dream è un viaggio dal 1946, nell’immediato dopoguerra e anno di nascita dell’artista, fino al 1954, attraverso i filmati in 16mm – convertiti in digitale – girati dal padre di Birnbaum durante l’infanzia dell’artista. Tre gigantografie in bianco e nero su vinile costituiscono uno sfondo architettonico di questo periodo storico. L’installazione è completatata da cinque canali audio e video che includono estratti selezionati da programmi televisivi degli anni Quaranta e Cinquanta: dal talk show di Groucho Marx ai più innovativi programmi per bambini, fino ai western e ai film di fantascienza sulle missioni spaziali.
Lesson Plans (To Keep the Revolution Alive) (1977) è un’opera di impostazione strutturalista che indaga il linguaggio televisivo. L’artista estrae fotogrammi da serie televisive di prima serata, come Police Story e Crime Story, selezionando unicamente riprese in controcampo, la tipica modalità narrativa di questo tipo di programmi diffusi in Occidente. Ogni immagine è associata all’esatto dialogo corrispondente, una tecnica che permette di arrestare il continuo flusso della produzione televisiva e rintracciarne codici invisibili e significati nascosti.
Transmission Tower: Sentinel (1992) è un’imponente installazione scultorea commissionata da Jan Hoet, direttore di documenta IX. L’installazione minimalista e al tempo stesso monumentale è composta da sezioni di una vera torre di trasmissione ROHN portata da Peoria, in Illinois, e include otto monitor sospesi a formare una struttura curvilinea verticale. Gli schermi mostrano le immagini del poeta Allen Ginsberg mentre legge la seconda versione della poesia Hum Bom! (originale del 1971, rivista nel 1988), in occasione della serata inaugurale della National Student Convention alla Rutgers University. Un breve inserto mostra il Presidente George H.W. Bush mentre tiene il suo discorso di accettazione alla Convention Repubblicana del 1988. Le immagini scorrono in sequenza sui monitor con un effetto a cascata, mentre un terzo tipo di immagini, virate in verde elettronico, scorre verso l’alto e mostra estratti degli incontri svolti durante il raduno studentesco.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione della serie dei Quaderni, edita da Fondazione Prada. Include un saggio della curatrice Barbara London e una conversazione tra Dara Birnbaum e i due curatori associati Valentino Catricalà ed Eva Fabbris.
“Dara Birnbaum” è il risultato di una collaborazione incentrata su attività educative con la School of Digital Arts (SODA) di Manchester nel Regno Unito.
Dara Birnbaum è nata nel 1946 a New York, dove attualmente vive e lavora. Ha conseguito una laurea in Architettura presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, una laurea in Belle arti al San Francisco Art Institute e un diploma in Video ed Editing elettronico al Video Study Center della New School for Social Research di New York. Il suo uso pionieristico di video, media e installazioni rimanda al carattere ideologico ed estetico dell’immaginario mediatico degli ultimi quarant’anni ed è considerato centrale nella storia della media art. Birnbaum è stata fra le prime a concepire in campo artistico installazioni complesse e innovative che combinano immagini da fonti diverse integrando elementi tridimensionali come fotografie di grandi dimensioni, elementi scultorei o architettonici. È nota per le sue dirompenti strategie visuali e per la manipolazione di immagini televisive.
Il lavoro di Birnbaum è stato esposto in numerose istituzioni internazionali come: MoMA, New York, USA (2023); MoMA PS1, New York, USA (2019); National Portrait Gallery, Londra, Regno Unito (2018); Cleveland Museum of Art, Ohio, USA (2018); South London Gallery, Regno Unito (2011); la sua opera è stata inclusa in grandi retrospettive presso Hessel Museum of Art, New York, USA (2022); Miller Insitutue of Contemporary Art, Pittsburgh, USA (2022); Serralves Foundation, Porto, Portogallo (2010) e SMAK Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Ghent, Belgio (2009); Center for Contemporary Art, CCA Kitakyushu, Giappone (2009); Museum of Modern Art, New York, USA (2008); Kunsthalle Wien, Vienna, Austria (2006); The Jewish Museum, New York, USA (2003), oltre a documenta 7, 8 e 9 a Kassel, Germania.
Birnbaum è stata insignita di prestigiosi riconoscimenti tra i quali: John Simon Guggenheim Memorial Foundation Fellowship (2021); The Rockefeller Foundation Bellagio Center Arts Residency (2011); Pollock-Krasner Foundation Grant (2011); e l’autorevole United States Artists Fellowship (2010). Nel 2016 il suo lavoro è stato riconosciuto e premiato al gala annuale di The Kitchen. Nel 1987 è stata la prima donna a ricevere il prestigioso Maya Deren Award dell’American Film Institute. A febbraio 2017 la School of Art presso la Carnegie Mellon University ha fondato il Birnbaum Award in onore dell’artista
Osservatorio è lo spazio di Fondazione Prada dedicato alla sperimentazione dei linguaggi visivi e alla ricerca sulle possibili intersezioni e collisioni tra la tecnologia e le varie espressioni culturali. È una piattaforma di libero pensiero aperta alla riflessione sui differenti linguaggi artistici e dei media e sul loro impatto in un contesto politico e sociale in continua evoluzione.
La mostra, curata da Barbara London con Valentino Catricalà ed Eva Fabbris, offre diverse prospettive per comprendere il percorso di Dara Birnbaum (New York, 1946), un’artista che ha costantemente sfidato i canoni dell’arte e dei mass media. Il progetto include una selezione di video monocanale, opere audio, installazioni multicanale, fotografie e stampe 3D su Plexiglas realizzati tra il 1975 e il 2022. “Dara Birnbaum” rivela come l’artista abbia indagato in profondità le intersezioni culturali tra video arte, televisione e tecnologie di consumo e, tra gli altri temi, i pregiudizi di genere nella rappresentazione della donna nella cultura popolare.
Uno dei primi e più noti lavori dell’artista, Technology/Transformation: Wonder Woman (1978-79) accoglierà il pubblico della mostra all’ingresso del piano dell’Osservatorio. Il video sarà così visibile a tutti i visitatori della Galleria Vittorio Emanuele II evocando una delle sue iniziali presentazioni nella vetrina dell’H-Hair Salon de Coiffure, Inc. a Prince Street, a Soho a New York. In questa opera Birnbaum ha rieditato scene tratte dal popolare programma televisivo Wonder Woman per sottolineare come i mass media siano in grado di combinare rappresentazioni eroiche con immagini banali della femminilità. Il video è il risultato di un lavoro di decostruzione di un personaggio immaginario creato da un’industria dominata prevalentemente da uomini.
Concepito dall’artista per i due piani dell’Osservatorio, il percorso espositivo non segue un ordine cronologico, ma rivela la molteplicità di mezzi artistici e linguaggi impiegati da Birnbaum ed esplora temi ricorrenti nella sua pratica artistica attraverso un’attenta selezione di opere.
In Quiet Disaster (1999), Birnbaum ha realizzato tre immagini ingrandite di anime che ritraggono personaggi in pericolo utilizzando le stampe Duratrans (pellicole trasparenti retroilluminate) montate su dischi circolari di Plexiglas per enfatizzare lo sguardo “impaurito” di chi si trova di fronte a una minaccia.
Nato da un progetto mai realizzato degli anni Novanta, Computer Assisted Drawings: Proposal for Sony Corporation (1992-93) impiega un software di SGI (SiliconGraphics) per generare rendering di spazi architettonici tridimensionali da inserire nei display multimediali dei prodotti Sony. Birnbaum ha concepito una speciale struttura di supporto in alluminio su cui collocare le immagini in Duraclear e Plexiglas con un’angolazione di 90 gradi rispetto alla parete. In questo modo le stampe risultano semitrasparenti allo sguardo del visitatore che, osservandole, crea molteplici montaggi visivi.
Operations: December 16-17-18 (1998) è stata trasmessa come un’interruzione radiofonica di un programma di cronaca sulla radio nazionale svizzera. È un’opera audio collettiva (traccia sonora realizzata da Stephen Vitiello) che contiene un collage di notizie diffuse in diretta mentre gli Stati Uniti iniziavano a bombardare l’Iraq.
Sei video monocanale sono suddivisi in coppie tematiche per investigare tre aspetti fondamentali della ricerca artistica di Birnbaum. Entrambi legati alle prime opere performative concepite dall’artista nel 1975, Chaired Anxieties: Abandoned (1975) e Mirroring (1975) sono il tentativo di approfondire la separazione tra il corpo e la sua rappresentazione attraverso azioni ripetitive e manipolazioni della telecamera. Pop-Pop Video (General Hospital/Olympic Women Speed Skating) (1980) e Pop-Pop Video (Kojak/Wang) (1980) fanno parte di una serie ideata durante una residenza a The Kitchen a New York. L’appropriazione di immagini televisive e la realizzazione di tracce sonore in collaborazione con musicisti di Downtown New York si alternano generando dinamiche provocatorie. New Music Shorts (1981) è il risultato dell’incontro dell’artista con la scena post-punk nata alla fine degli anni Ottanta nel Lower Manhattan, mentre Fire! Hendrix (1982) è un lavoro su commissione per un potenziale videodisco di tracce inedite di Jimi Hendrix. L’opera critica l’economia della rappresentazione della sessualità e del consumismo.
Ispirata al Faust di Johann Wolfgang von Goethe e alla Dannazione di Faust di Hector Berlioz, Damnation of Faust Trilogy (1983-87) è una sequenza altamente strutturata che evoca un paesaggio onirico fluttuante e mai lineare. Attraverso una visione femminista, Birnbaum indaga temi come le forme conflittuali di contenimento sociale e le lotte per definire ed esprimere l’identità personale.
Journey: Shadow of the American Dream (2022), il lavoro più recente dell’artista, segna l’inizio della seconda parte della mostra al piano superiore dell’Osservatorio. L’installazione multicanale esplora il tema della memoria, in particolare la cultura del dopoguerra durante l’infanzia di Birnbaum, tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta. Attraverso questo lavoro l’artista dichiara il proprio intento “di ripensare e di offrire al visitatore qualche spunto su che cosa abbia significato crescere all’‘ombra’ della Seconda guerra mondiale, il periodo in cui il sogno americano è stato usato come arma dagli Stati Uniti usciti vittoriosi dal conflitto”. Journey: Shadow of the American Dream è un viaggio dal 1946, nell’immediato dopoguerra e anno di nascita dell’artista, fino al 1954, attraverso i filmati in 16mm – convertiti in digitale – girati dal padre di Birnbaum durante l’infanzia dell’artista. Tre gigantografie in bianco e nero su vinile costituiscono uno sfondo architettonico di questo periodo storico. L’installazione è completatata da cinque canali audio e video che includono estratti selezionati da programmi televisivi degli anni Quaranta e Cinquanta: dal talk show di Groucho Marx ai più innovativi programmi per bambini, fino ai western e ai film di fantascienza sulle missioni spaziali.
Lesson Plans (To Keep the Revolution Alive) (1977) è un’opera di impostazione strutturalista che indaga il linguaggio televisivo. L’artista estrae fotogrammi da serie televisive di prima serata, come Police Story e Crime Story, selezionando unicamente riprese in controcampo, la tipica modalità narrativa di questo tipo di programmi diffusi in Occidente. Ogni immagine è associata all’esatto dialogo corrispondente, una tecnica che permette di arrestare il continuo flusso della produzione televisiva e rintracciarne codici invisibili e significati nascosti.
Transmission Tower: Sentinel (1992) è un’imponente installazione scultorea commissionata da Jan Hoet, direttore di documenta IX. L’installazione minimalista e al tempo stesso monumentale è composta da sezioni di una vera torre di trasmissione ROHN portata da Peoria, in Illinois, e include otto monitor sospesi a formare una struttura curvilinea verticale. Gli schermi mostrano le immagini del poeta Allen Ginsberg mentre legge la seconda versione della poesia Hum Bom! (originale del 1971, rivista nel 1988), in occasione della serata inaugurale della National Student Convention alla Rutgers University. Un breve inserto mostra il Presidente George H.W. Bush mentre tiene il suo discorso di accettazione alla Convention Repubblicana del 1988. Le immagini scorrono in sequenza sui monitor con un effetto a cascata, mentre un terzo tipo di immagini, virate in verde elettronico, scorre verso l’alto e mostra estratti degli incontri svolti durante il raduno studentesco.
La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione della serie dei Quaderni, edita da Fondazione Prada. Include un saggio della curatrice Barbara London e una conversazione tra Dara Birnbaum e i due curatori associati Valentino Catricalà ed Eva Fabbris.
“Dara Birnbaum” è il risultato di una collaborazione incentrata su attività educative con la School of Digital Arts (SODA) di Manchester nel Regno Unito.
Dara Birnbaum è nata nel 1946 a New York, dove attualmente vive e lavora. Ha conseguito una laurea in Architettura presso la Carnegie Mellon University di Pittsburgh, una laurea in Belle arti al San Francisco Art Institute e un diploma in Video ed Editing elettronico al Video Study Center della New School for Social Research di New York. Il suo uso pionieristico di video, media e installazioni rimanda al carattere ideologico ed estetico dell’immaginario mediatico degli ultimi quarant’anni ed è considerato centrale nella storia della media art. Birnbaum è stata fra le prime a concepire in campo artistico installazioni complesse e innovative che combinano immagini da fonti diverse integrando elementi tridimensionali come fotografie di grandi dimensioni, elementi scultorei o architettonici. È nota per le sue dirompenti strategie visuali e per la manipolazione di immagini televisive.
Il lavoro di Birnbaum è stato esposto in numerose istituzioni internazionali come: MoMA, New York, USA (2023); MoMA PS1, New York, USA (2019); National Portrait Gallery, Londra, Regno Unito (2018); Cleveland Museum of Art, Ohio, USA (2018); South London Gallery, Regno Unito (2011); la sua opera è stata inclusa in grandi retrospettive presso Hessel Museum of Art, New York, USA (2022); Miller Insitutue of Contemporary Art, Pittsburgh, USA (2022); Serralves Foundation, Porto, Portogallo (2010) e SMAK Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Ghent, Belgio (2009); Center for Contemporary Art, CCA Kitakyushu, Giappone (2009); Museum of Modern Art, New York, USA (2008); Kunsthalle Wien, Vienna, Austria (2006); The Jewish Museum, New York, USA (2003), oltre a documenta 7, 8 e 9 a Kassel, Germania.
Birnbaum è stata insignita di prestigiosi riconoscimenti tra i quali: John Simon Guggenheim Memorial Foundation Fellowship (2021); The Rockefeller Foundation Bellagio Center Arts Residency (2011); Pollock-Krasner Foundation Grant (2011); e l’autorevole United States Artists Fellowship (2010). Nel 2016 il suo lavoro è stato riconosciuto e premiato al gala annuale di The Kitchen. Nel 1987 è stata la prima donna a ricevere il prestigioso Maya Deren Award dell’American Film Institute. A febbraio 2017 la School of Art presso la Carnegie Mellon University ha fondato il Birnbaum Award in onore dell’artista
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