L’Acquario e le Ninfee. Dalla Natura all’arte di Monet
Dal 09 Ottobre 2021 al 30 Gennaio 2022
Milano
Luogo: Acquario Civico di Milano
Indirizzo: Viale Gadio 2
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 10:00 alle ore 17:30, ultimo ingresso ore 17:00 (con biglietto). Chiusura biglietteria ore 16:30. Chiuso il lunedì
Curatori: Nicoletta Ancona, Mami Azuma, Gabriele Galasso, Elisabetta Polezzo
Enti promotori:
- Acquario Civico di Milano
- Museo di Storia Naturale di Milano
- Comune di Milano_Cultura
Costo del biglietto: 5,00 € intero, 3,00 € ridotto. Green Pass obbligatorio
Sito ufficiale: http://www.acquariodimilano.it
L’iniziativa promossa dall’Acquario Civico di Milano, dal Museo di Storia Naturale di Milano e dal Comune di Milano_Cultura, prodotta e organizzata da Arthemisia è a cura di Nicoletta Ancona, Mami Azuma, Gabriele Galasso ed Elisabetta Polezzo.
Un evento collaterale alla mostra Monet. Dal Musèe Marmottan Monet di Parigi – in corso a Palazzo Reale di Milano fino al 30 gennaio 2022 – che introduce il visitatore all’interno di uno spazio onirico, leggero e dai colori tenui proprio come quelli delle ninfee, la pianta preferita da Monet che, proprio nella sua residenza di Giverny, realizzò un laghetto dove poterle ospitare insieme ad altri fiori e piante acquatiche.
Il tutto all’interno di una cornice ideale quale l’Aquario Civico di Milano, le cui facciate esterne di inizio ‘900 in stile Liberty presentano grandi rivestimenti in piastrelle di ceramica che riproducono temi e soggetti del mondo acquatico: pesci, motivi floreali, piante acquatiche ma soprattutto ninfee.
Fior di loto asiatico (Nelumbo nucifera), Ninfea gialla piccola (Nuphar pumila), Ninfea bianca (Nymphaea alba), Fior di loto azzurro o ninfea azzurra, cioè il loto azzurro degli antichi Egizi (Nymphaea nouchali), Ninfea zolfina (Nymphaea ×thiona): piante che fioriscono da giugno a settembre ma che animano l’esterno dell’Acquario tutto l’anno, riprodotte sui grandi rivestimenti (0,90×3,15 m) che ne decorano le pareti esterne prodotte dalla Società Ceramica Richard Ginori.
Un viaggio sulla rappresentazione artistica di una grande varietà di ninfee che, partendo dalle riproduzioni di Monet a Palazzo Reale, affonda le sue radici nell’arte antica e sul loro significato simbolico.
L’approfondimento scientifico si concentra sulla descrizione delle strutture morfologiche di adattamento di queste piante all’ambiente acquatico, oltre alle schede botaniche delle specie riprodotte dalla Richard Ginori.
LA MOSTRA
LA NINFEA NELLA STORIA, NELL’ARTE E NELLA SIMBOLOGIA
Ammirata e oggetto di diverse simbologie, la ninfea – con la sua diffusione in tutti i continenti e i suoi grandi fiori – da sempre affascina e continua ad affascinare numerosi artisti. Le sue forme immutate, infatti, hanno attraversato culture diverse nel trascorrere dei secoli e col loro fascino continuano a stimolare fantasia e ammirazione.
Troviamo tracce di questo splendido fiore acquatico già nella produzione artistica dell’Antico Egitto che ne conosceva bene la coltivazione.
La ninfea, bianca e azzurra, compare in molti affreschi, bassorilievi e arte plastica egiziana e la sua silhouette si presta anche all’utilizzo di pregiati oggetti del quotidiano, quali ad esempio i bicchieri.
Nell’antichità greco-romana il fiore è poco ricordato anche se non mancano suoi accenni in particolare nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.
Anche negli erbari medievali la ninfea non è particolarmente citata mentre conosce una grande popolarità nelle culture non occidentali, quali ad esempio la civiltà Maya. Presso queste popolazioni è molto frequente il tema iconografico del Giaguaro Ninfea che deve forse in parte questa strana associazione al fatto di essere un felino che vive sulle rive di corsi d’acqua e appartiene così sia al mondo terrestre che a quello acquatico, esattamente come la ninfea che affonda le sue radici nella terra mentre la corolla si pone a pelo d’acqua.
Il tema della ninfea è molto frequente anche in Giappone, nel mondo dell’ukiyo–e o immagine del mondo fluttuante, genere di stampa artistica giapponese su carta impressa su blocchi di legno.
Verso la metà dell’Ottocento l’Europa conosce questo genere di arte e se ne innamora profondamente dando origine a quello che viene definito Giapponismo.
I temi cari ai grandi artisti giapponesi vengono studiati e riprodotti dai più famosi pittori dell’epoca quali Van Gogh, Monet, Manet, Degas e molti altri.
Monet in particolare fu affascinato dall’idea del giardino giapponese che decise di ricreare nella sua casa normanna a Giverny, creando un laghetto nel quale coltivare diverse piante esotiche ma soprattutto ninfee che riprodusse ossessivamente negli ultimi decenni della sua vita.
Accanto alla rilevanza che questo fiore ha avuto nella storia dell’arte, occorre ricordare anche il suo significato simbolico. La ninfea si sviluppa, infatti, in acqua e solamente i rizomi e le radici sono immersi nella terra fangosa dei fondali degli stagni. Una bellezza che nasce dal fango, senza venirne macchiata ma traendone anzi forza, rappresenta la purezza che non viene contaminata dal male del mondo. Una purezza che può essere letta come simbolo di castità e di amore non corrisposto e forse anche, in ultima analisi, di freddezza.
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