MILANO/MOSTRE - Milo
Dal 19 Gennaio 2023 al 18 Febbraio 2023
Milano
Luogo: Biblioteca Chiesa Rossa
Indirizzo: Via S. Domenico Savio 3
Orari: da martedi a venerdì 9 -19; sabato 10 -18
Sito ufficiale: http://www.milo-artista.it
Si inaugura a Milano giovedì 19 gennaio 2023 la personale dell’artista bresciano Milo, fondatore del movimento Realtà Permanente, nella Biblioteca Comunale Chiesa Rossa alle ore 17,30 e fino alle 20; sono invitate istituzioni e cittadinanza.
Sono 29 le tele esposte. Tramite un QRcode sui depliant, disponibili all’ingresso, sarà possibile usufruire tramite il proprio smartphone di un’audioguida.
La selezione delle tele è dedicata al tema della Realtà Permanente, per la tutela del patrimonio artistico nel nostro Paese. Per il valore non solo artistico, ma anche educativo dell’iniziativa, la mostra sarà promossa in particolare presso le scuole della città, a partire da quelle del Municipio 5.
Milo inizia la sua produzione artistica negli Anni Duemila. Nel 2019 Vittorio Sgarbi ne promuove l’opera in diverse manifestazioni nazionali e Milo riceve subito premi e riconoscimenti. Decisivo è poi l’incontro con il prof. Gianni Dunil: è grazie al critico che Milo entra nella storia dell’arte italiana con l’inserimento del suo profilo sull'Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini 2020 (pag. 297-298). La gestione della pandemia sospende ogni attività pubblica, ma appena finito il lockdown, nasce il progetto della sua prima personale a Milano.
La mostra è stata ben voluta dalla Direzione della Biblioteca unitamente al Comitato Cascina-Chiesa Rossa, un gruppo di cittadini che dal 1988 si spende, a titolo volontario, proprio per sostenere l'uso pubblico dell’adiacente chiesa di Santa Maria alla Fonte, capolavoro neoromanico del X secolo, e alla stessa comunità di Frati Cappuccini che hanno in cura chiesa e canonica.
Di fatto, la stessa biblioteca e altri edifici circostanti, compreso un bar gestito da una cooperativa, sorgono sui resti di un’antica cascina lombarda del Seicento e oggi, proprio grazie a importanti interventi di recupero, costituiscono, con l’ampio parco verde in cui sono inseriti, un polo rilevante di servizi per giovani, famiglie e anziani del territorio.
Dichiara Milo: “Per me è quanto mai evocativo portare le mie opere nella biblioteca del complesso Cascina Chiesa Rossa, in quanto tale sito rappresenta appieno il mio concetto artistico. E’ infatti un luogo storico di grande importanza culturale che era stato dimenticato e lasciato al declino e alla decadenza, e solo di recente, grazie anche all’instancabile azione del comitato per il recupero della Cascina Chiesa Rossa, ha trovato una uova dimensione di bellezza e si affermato appunto come Realtà Permanente. Ora cerco altri artisti che vogliano far parte del movimento per dare vita impulso a una vera corrente di arte e di pensiero”.
L’ISPIRAZIONE
Al centro dell’ispirazione di Milo vi è il concetto della doppia dimensione temporale delle cose. Sulla stessa tela si fissano due momenti distinti di un monumento, come il il Duomo di Amalfi e il Ponte di Rialto a Venezia o la Torre di Pisa, o di un’icona, come la Marylin Monroe di Andy Warhol, o di un oggetto cult: il presente, alterato dai segni del tempo e dall’orma umana, e il passato, momento in cui è nato il capolavoro ed era apprezzato in tutto il suo pregio. Milo restituisce la pura essenza della contingenza, che resiste all’azione distruttiva degli anni, dei secoli e dell’incuria. Sulla scia dell’eredità di Mimmo Rotella, il risultato è un dècollage di immagini e oggetti di vita quotidiana sovrapposti in stile pop, ma dagli strappi e brandelli di colore, che intaccano l'unità visiva, riemerge il valore primigenio delle forme. La tecnica utilizzata da Milo è mista: l’artista crea inizialmente una composizione delle diverse immagini del soggetto, ne produce dei manifesti unici, che applica poi su tela. Qui genera la “sfogliazione” per riproporre l’immagine originale, che da sotto gli strappi, riappare ad affermare la vittoria sul tempo e le sue sfide.
La concettualità della produzione di Milo, attraverso la sua autentica creatività, si traduce in quadri emozionanti, dal forte impatto estetico.
Oggi le opere di Milo sono presenti in tutta Italia nelle case di numerosi privati, che ne hanno apprezzato il fascino e il messaggio.
LORENZO MUCCHETTI IN ARTE MILO
Milo è il nome d’arte di Lorenzo Mucchetti, nato a Brescia nel 1963. Dal 1985 Mucchetti lavora in un’agenzia pubblicitaria, maturando esperienze e competenze che lo portano a condividere il percorso professionale con diverse multinazionali. Nel tempo affina e approfondisce l’osservazione del reale fino agli Anni Duemila, quando sente di voler trasmettere attraverso una tela un proprio contenuto creativo. Nascono il movimento denominato “Realtà Permanente” e la tecnica della “sfogliazione”. Per Milo l'obiettivo è il messaggio: "La ricerca della pura essenza della contingenza, unico elemento autentico che resiste all'azione distruttiva del tempo", come si legge nel suo profilo sull'Atlante De Agostini. Ispirandosi ai décollage di Mimmo Rotella, Milo pone dunque all'attenzione del fruitore in primo piano il messaggio, con le sue connessioni al gusto pop Anni 60, e insieme emoziona "per la scelta cromatica delle tinte forti e per la resa originale delle fotografie dei monumenti" (Atlante De Agostini). I soggetti da lui prediletti sono i monumenti italiani, scelti con la finalità di sensibilizzare il pubblico.
IL PERCORSO DELLA MOSTRA
Il percorso dell’esposizione di Milo dal titolo La Realtà Permanente si apre con l’opera dedicata alla Chiesa Rossa ed è suddiviso in 4 momenti: la parete alta della sala d’ingresso con 7 opere di grande dimensione, la griglia centrale della sala d’ingresso che accoglie 8 opere, 4 per ogni facciata; poi lungo il salone centrale della biblioteca sui lati delle 10 librerie, che si susseguono sulla sinistra, si trovano 10 opere delle quali 6 “pillole” e 4 ‘omaggi d’autore’; si arriva così alla sala maggiore dove l’esposizione si conclude con 2 opere dedicate a Brescia e Bergamo, capitali della cultura 2023 e ad altre 2 opere di grandi dimensioni del ciclo “Omaggi d’autore”.
Chiesa Rossa – Milano
L’opera dedicata alla Chiesa Rossa di Milano si presenta allo spettatore portando in risalto la Madonna del latte, il Cristo pantocratore e l’abside. Gli strappi della “sfogliazione” evidenziano la bellezza originaria dei tre elementi, mentre la restante superficie dell’opera si presenta invasa dai 3 colori tipici di Milo: il nero, a significare l’inquinamento che si è depositato sulle superfici; il rosso, la violenza gratuita inflitta dall’uomo con comportamento vandalico, e il bianco, l’inevitabile deterioramento che il tempo porta con sé.
Al centro della tela sono presenti le immancabili orme, una sorta di firma di Milo, che sottolineano il passaggio dell’uomo, che con i suoi comportamenti irresponsabili distrugge la bellezza artistica.
L’artista ha generato la presenza di due pieghe che attraversano tutta la parte centrale della tela per rappresentare le pieghe che il tempo causa nel suo inevitabile procedere.
Le applicazioni sono un forte richiamo pop tipico dell’arte degli anni 60 a Milo sempre molto cara e costituiscono un’ulteriore denuncia dell’incuria umana nel disperdere i segni del consumismo (in basso a destra si può notare una bustina di una cialda di caffè). Una scheggia di una carta telefonica, in alto a sinistra, vuole rappresentare la frenesia quotidiana della vita a Milano dove “bisogna essere sempre connessi…con tutto e con tutti”, fino a perdere di vista le grandi bellezze artistiche che si vanno via via disfacendo sotto i nostri occhi, monopolizzati da altro…
Ponte di Rialto - Venezia
Il Ponte di Rialto a Venezia: siamo di fronte a uno dei ponti più iconici del mondo davanti al quale non si può rimanere indifferenti, emblema della varietà artistica italiana.
In questa opera si notano due colori non usuali per Milo: oltre al nero, al bianco e al rosso nell’azione del dripping, l’artista ha utilizzato anche l’acrilico di colore azzurro e giallo. Con queste due tinte porta all’attenzione del pubblico l’incapacità dell’uomo di preservare le costruzioni preziose dagli eventi atmosferici (l’azzurro) e dall’esuberanza delle folle durante eventi come il carnevale, che volontariamente o involontariamente, rischia di mettere in pericolo i monumenti (il giallo).
Assisi e la pace
Assisi, capitale della pace nel mondo. Uno spunto importante per Milo per far emergere sentimenti e sensibilità dell’animo umano. L’opera presenta il grande rosone della basilica superiore di San Francesco d’Assisi e il volto della statua dedicata al santo. L’invasione di colore è rappresentata dai tre classici di Milo. Sulla parte bassa a destra della tela, fra le orme lasciate dall’uomo, si trova l’applicazione di una sim telefonica. Con questa si vuole far riflettere sul comportamento dell’uomo, sempre intento a relazionarsi freneticamente e superficialmente con tutti, dimenticando l’essenziale, al quale ci richiama la storia del grande santo di Assisi, Francesco.
Firenze e il suo David
Opera dedicata alla città di Firenze, culla dell’arte rinascimentale. Qui si pone in evidenza la cattedrale Santa Maria del Fiore, la più grande in Europa e la terza chiesa del mondo, dopo San Pietro a Roma e St. Paul a Londra. Dal retro, a fianco della Cupola del Brunelleschi, si staglia il volto del celeberrimo David di Michelangelo.
Dagli strappi della sfogliazione si portano in evidenza i dettagli di queste immense creazioni della cultura fiorentina; l’incuria del passaggio dell’uomo è ben identificata dal dripping, dalle immancabili orme e dalle applicazioni. Un particolare monito si vuole lanciare verso quei turisti, che noncuranti dell’immenso patrimonio che si trovano di fronte, lo sfregiano dolosamente; metaforicamente, il monito è interpretato attraverso l’applicazione di una carta di una merendina abbandonata, un vero e proprio insulto all’arte!
Le pillole
Entriamo nel solone principale lungo il quale si sviluppa la biblioteca della Chiesa Rossa. Sul lato destro si susseguono 10 serie di librerie e sul fianco di ognuna di queste si trovano 6 pillole e 4 omaggi d’autore. Le pillole sono la rappresentazione delle opere di Milo in dimensione minimale, dove comunque si ritrovano i medesimi concetti della Realtà Permanete ma senza applicazioni. Le pillole rappresentano monumenti presenti a Venezia, Bologna, Positano, Ferrara e la basilica di Sant’ Ambrogio di Milano. Alternati alle pillole, 4 omaggi d’autore dedicati all’artista Alighiero Boetti, grande maestro conosciuto per i suoi celeberrimi arazzi. Milo reinterpreta l’arte di Boetti attraverso la "sfogliazione" dalla quale emerge inalterata tutta la grandezza del sommo poeta Dante e del grande scrittore e poeta Alessandro Manzoni.
Omaggi d’autore
Nella sala finale dell’esposizione è sintetizzato il ciclo degli omaggi d’autore con un’opera di grandi dimensioni, sempre ricordando Alighiero Boetti, e con un’installazione dedicata al pittore olandese Mondrian. Il ciclo degli omaggi d’autore nasce dall’ispirazione maturata durante il lockdown. In quel tempo di riflessione, Milo ha voluto omaggiare lo stile artistico dei principali maestri dell’arte moderna e contemporanea che hanno ispirato il suo pensiero artistico, reinterpretandole secondo il concetto della Realtà Permanente. Per approfondire la visione di questo ciclo si può visitare il sito web www.milo-artista.it dove è pubblicata una galleria di queste tele nelle quali si omaggiano artisti quali Fernandez Arman, César, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Andy Warhol, Liechtenstein, Tano Festa e altri. In tutte queste produzioni si riflette il passaggio dell’uomo che deturpa la bellezza originaria dell’opera originaria, ma anche qui attraverso la sfogliazione riemerge il valore essenziale del maestro proposto. La tela dedicata a Boetti, un metro per un metro, presenta la grandezza del sommo poeta Dante Alighieri con l’incipit della Divina Commedia. Nonostante l’incuria dell’uomo, che in 700 anni ha calpestato la lingua italiana (lo squarcio della tela), riappare il volto di Dante intatto.
Analoga operazione per la scultura dedicata all’arte geometrica di Mondrian, la cui espressione artistica è stata sminuita e deprezzate con infiniti utilizzi da parte dell’uomo: dall’interno del totem, esce un altro totem ripulito, che ripropone nella sua essenza il concetto artistico dell’artista.
Brescia e Bergamo capitali della cultura 2023
Le ultime 2 opere si possono considerare autobiografiche. Milo, in quanto nato a Brescia, non poteva non omaggiare la sua città insieme alla ‘cugina’ Bergamo, che nel 2023 sono capitali italiane della cultura. Milo intende evidenziare che Brescia e Bergamo non sono solo instancabile dedizione al lavoro. Nell’opera dedicata a Brescia il richiamo a questo concetto è espresso con l’applicazione di una manciata di monetine, visibile sulla destra dell’immagine. Le orme delle due città si differenziano nelle cromie: bianche per Bergamo, per richiamare l’incolpevole decadimento causato dall’inevitabile passaggio del tempo, nere per Brescia, per denunciare la pessima qualità dell’aria, un altro record per la ‘Leonessa d’Italia’, ma questa volta in negativo.
Sono 29 le tele esposte. Tramite un QRcode sui depliant, disponibili all’ingresso, sarà possibile usufruire tramite il proprio smartphone di un’audioguida.
La selezione delle tele è dedicata al tema della Realtà Permanente, per la tutela del patrimonio artistico nel nostro Paese. Per il valore non solo artistico, ma anche educativo dell’iniziativa, la mostra sarà promossa in particolare presso le scuole della città, a partire da quelle del Municipio 5.
Milo inizia la sua produzione artistica negli Anni Duemila. Nel 2019 Vittorio Sgarbi ne promuove l’opera in diverse manifestazioni nazionali e Milo riceve subito premi e riconoscimenti. Decisivo è poi l’incontro con il prof. Gianni Dunil: è grazie al critico che Milo entra nella storia dell’arte italiana con l’inserimento del suo profilo sull'Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini 2020 (pag. 297-298). La gestione della pandemia sospende ogni attività pubblica, ma appena finito il lockdown, nasce il progetto della sua prima personale a Milano.
La mostra è stata ben voluta dalla Direzione della Biblioteca unitamente al Comitato Cascina-Chiesa Rossa, un gruppo di cittadini che dal 1988 si spende, a titolo volontario, proprio per sostenere l'uso pubblico dell’adiacente chiesa di Santa Maria alla Fonte, capolavoro neoromanico del X secolo, e alla stessa comunità di Frati Cappuccini che hanno in cura chiesa e canonica.
Di fatto, la stessa biblioteca e altri edifici circostanti, compreso un bar gestito da una cooperativa, sorgono sui resti di un’antica cascina lombarda del Seicento e oggi, proprio grazie a importanti interventi di recupero, costituiscono, con l’ampio parco verde in cui sono inseriti, un polo rilevante di servizi per giovani, famiglie e anziani del territorio.
Dichiara Milo: “Per me è quanto mai evocativo portare le mie opere nella biblioteca del complesso Cascina Chiesa Rossa, in quanto tale sito rappresenta appieno il mio concetto artistico. E’ infatti un luogo storico di grande importanza culturale che era stato dimenticato e lasciato al declino e alla decadenza, e solo di recente, grazie anche all’instancabile azione del comitato per il recupero della Cascina Chiesa Rossa, ha trovato una uova dimensione di bellezza e si affermato appunto come Realtà Permanente. Ora cerco altri artisti che vogliano far parte del movimento per dare vita impulso a una vera corrente di arte e di pensiero”.
L’ISPIRAZIONE
Al centro dell’ispirazione di Milo vi è il concetto della doppia dimensione temporale delle cose. Sulla stessa tela si fissano due momenti distinti di un monumento, come il il Duomo di Amalfi e il Ponte di Rialto a Venezia o la Torre di Pisa, o di un’icona, come la Marylin Monroe di Andy Warhol, o di un oggetto cult: il presente, alterato dai segni del tempo e dall’orma umana, e il passato, momento in cui è nato il capolavoro ed era apprezzato in tutto il suo pregio. Milo restituisce la pura essenza della contingenza, che resiste all’azione distruttiva degli anni, dei secoli e dell’incuria. Sulla scia dell’eredità di Mimmo Rotella, il risultato è un dècollage di immagini e oggetti di vita quotidiana sovrapposti in stile pop, ma dagli strappi e brandelli di colore, che intaccano l'unità visiva, riemerge il valore primigenio delle forme. La tecnica utilizzata da Milo è mista: l’artista crea inizialmente una composizione delle diverse immagini del soggetto, ne produce dei manifesti unici, che applica poi su tela. Qui genera la “sfogliazione” per riproporre l’immagine originale, che da sotto gli strappi, riappare ad affermare la vittoria sul tempo e le sue sfide.
La concettualità della produzione di Milo, attraverso la sua autentica creatività, si traduce in quadri emozionanti, dal forte impatto estetico.
Oggi le opere di Milo sono presenti in tutta Italia nelle case di numerosi privati, che ne hanno apprezzato il fascino e il messaggio.
LORENZO MUCCHETTI IN ARTE MILO
Milo è il nome d’arte di Lorenzo Mucchetti, nato a Brescia nel 1963. Dal 1985 Mucchetti lavora in un’agenzia pubblicitaria, maturando esperienze e competenze che lo portano a condividere il percorso professionale con diverse multinazionali. Nel tempo affina e approfondisce l’osservazione del reale fino agli Anni Duemila, quando sente di voler trasmettere attraverso una tela un proprio contenuto creativo. Nascono il movimento denominato “Realtà Permanente” e la tecnica della “sfogliazione”. Per Milo l'obiettivo è il messaggio: "La ricerca della pura essenza della contingenza, unico elemento autentico che resiste all'azione distruttiva del tempo", come si legge nel suo profilo sull'Atlante De Agostini. Ispirandosi ai décollage di Mimmo Rotella, Milo pone dunque all'attenzione del fruitore in primo piano il messaggio, con le sue connessioni al gusto pop Anni 60, e insieme emoziona "per la scelta cromatica delle tinte forti e per la resa originale delle fotografie dei monumenti" (Atlante De Agostini). I soggetti da lui prediletti sono i monumenti italiani, scelti con la finalità di sensibilizzare il pubblico.
IL PERCORSO DELLA MOSTRA
Il percorso dell’esposizione di Milo dal titolo La Realtà Permanente si apre con l’opera dedicata alla Chiesa Rossa ed è suddiviso in 4 momenti: la parete alta della sala d’ingresso con 7 opere di grande dimensione, la griglia centrale della sala d’ingresso che accoglie 8 opere, 4 per ogni facciata; poi lungo il salone centrale della biblioteca sui lati delle 10 librerie, che si susseguono sulla sinistra, si trovano 10 opere delle quali 6 “pillole” e 4 ‘omaggi d’autore’; si arriva così alla sala maggiore dove l’esposizione si conclude con 2 opere dedicate a Brescia e Bergamo, capitali della cultura 2023 e ad altre 2 opere di grandi dimensioni del ciclo “Omaggi d’autore”.
Chiesa Rossa – Milano
L’opera dedicata alla Chiesa Rossa di Milano si presenta allo spettatore portando in risalto la Madonna del latte, il Cristo pantocratore e l’abside. Gli strappi della “sfogliazione” evidenziano la bellezza originaria dei tre elementi, mentre la restante superficie dell’opera si presenta invasa dai 3 colori tipici di Milo: il nero, a significare l’inquinamento che si è depositato sulle superfici; il rosso, la violenza gratuita inflitta dall’uomo con comportamento vandalico, e il bianco, l’inevitabile deterioramento che il tempo porta con sé.
Al centro della tela sono presenti le immancabili orme, una sorta di firma di Milo, che sottolineano il passaggio dell’uomo, che con i suoi comportamenti irresponsabili distrugge la bellezza artistica.
L’artista ha generato la presenza di due pieghe che attraversano tutta la parte centrale della tela per rappresentare le pieghe che il tempo causa nel suo inevitabile procedere.
Le applicazioni sono un forte richiamo pop tipico dell’arte degli anni 60 a Milo sempre molto cara e costituiscono un’ulteriore denuncia dell’incuria umana nel disperdere i segni del consumismo (in basso a destra si può notare una bustina di una cialda di caffè). Una scheggia di una carta telefonica, in alto a sinistra, vuole rappresentare la frenesia quotidiana della vita a Milano dove “bisogna essere sempre connessi…con tutto e con tutti”, fino a perdere di vista le grandi bellezze artistiche che si vanno via via disfacendo sotto i nostri occhi, monopolizzati da altro…
Ponte di Rialto - Venezia
Il Ponte di Rialto a Venezia: siamo di fronte a uno dei ponti più iconici del mondo davanti al quale non si può rimanere indifferenti, emblema della varietà artistica italiana.
In questa opera si notano due colori non usuali per Milo: oltre al nero, al bianco e al rosso nell’azione del dripping, l’artista ha utilizzato anche l’acrilico di colore azzurro e giallo. Con queste due tinte porta all’attenzione del pubblico l’incapacità dell’uomo di preservare le costruzioni preziose dagli eventi atmosferici (l’azzurro) e dall’esuberanza delle folle durante eventi come il carnevale, che volontariamente o involontariamente, rischia di mettere in pericolo i monumenti (il giallo).
Assisi e la pace
Assisi, capitale della pace nel mondo. Uno spunto importante per Milo per far emergere sentimenti e sensibilità dell’animo umano. L’opera presenta il grande rosone della basilica superiore di San Francesco d’Assisi e il volto della statua dedicata al santo. L’invasione di colore è rappresentata dai tre classici di Milo. Sulla parte bassa a destra della tela, fra le orme lasciate dall’uomo, si trova l’applicazione di una sim telefonica. Con questa si vuole far riflettere sul comportamento dell’uomo, sempre intento a relazionarsi freneticamente e superficialmente con tutti, dimenticando l’essenziale, al quale ci richiama la storia del grande santo di Assisi, Francesco.
Firenze e il suo David
Opera dedicata alla città di Firenze, culla dell’arte rinascimentale. Qui si pone in evidenza la cattedrale Santa Maria del Fiore, la più grande in Europa e la terza chiesa del mondo, dopo San Pietro a Roma e St. Paul a Londra. Dal retro, a fianco della Cupola del Brunelleschi, si staglia il volto del celeberrimo David di Michelangelo.
Dagli strappi della sfogliazione si portano in evidenza i dettagli di queste immense creazioni della cultura fiorentina; l’incuria del passaggio dell’uomo è ben identificata dal dripping, dalle immancabili orme e dalle applicazioni. Un particolare monito si vuole lanciare verso quei turisti, che noncuranti dell’immenso patrimonio che si trovano di fronte, lo sfregiano dolosamente; metaforicamente, il monito è interpretato attraverso l’applicazione di una carta di una merendina abbandonata, un vero e proprio insulto all’arte!
Le pillole
Entriamo nel solone principale lungo il quale si sviluppa la biblioteca della Chiesa Rossa. Sul lato destro si susseguono 10 serie di librerie e sul fianco di ognuna di queste si trovano 6 pillole e 4 omaggi d’autore. Le pillole sono la rappresentazione delle opere di Milo in dimensione minimale, dove comunque si ritrovano i medesimi concetti della Realtà Permanete ma senza applicazioni. Le pillole rappresentano monumenti presenti a Venezia, Bologna, Positano, Ferrara e la basilica di Sant’ Ambrogio di Milano. Alternati alle pillole, 4 omaggi d’autore dedicati all’artista Alighiero Boetti, grande maestro conosciuto per i suoi celeberrimi arazzi. Milo reinterpreta l’arte di Boetti attraverso la "sfogliazione" dalla quale emerge inalterata tutta la grandezza del sommo poeta Dante e del grande scrittore e poeta Alessandro Manzoni.
Omaggi d’autore
Nella sala finale dell’esposizione è sintetizzato il ciclo degli omaggi d’autore con un’opera di grandi dimensioni, sempre ricordando Alighiero Boetti, e con un’installazione dedicata al pittore olandese Mondrian. Il ciclo degli omaggi d’autore nasce dall’ispirazione maturata durante il lockdown. In quel tempo di riflessione, Milo ha voluto omaggiare lo stile artistico dei principali maestri dell’arte moderna e contemporanea che hanno ispirato il suo pensiero artistico, reinterpretandole secondo il concetto della Realtà Permanente. Per approfondire la visione di questo ciclo si può visitare il sito web www.milo-artista.it dove è pubblicata una galleria di queste tele nelle quali si omaggiano artisti quali Fernandez Arman, César, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Andy Warhol, Liechtenstein, Tano Festa e altri. In tutte queste produzioni si riflette il passaggio dell’uomo che deturpa la bellezza originaria dell’opera originaria, ma anche qui attraverso la sfogliazione riemerge il valore essenziale del maestro proposto. La tela dedicata a Boetti, un metro per un metro, presenta la grandezza del sommo poeta Dante Alighieri con l’incipit della Divina Commedia. Nonostante l’incuria dell’uomo, che in 700 anni ha calpestato la lingua italiana (lo squarcio della tela), riappare il volto di Dante intatto.
Analoga operazione per la scultura dedicata all’arte geometrica di Mondrian, la cui espressione artistica è stata sminuita e deprezzate con infiniti utilizzi da parte dell’uomo: dall’interno del totem, esce un altro totem ripulito, che ripropone nella sua essenza il concetto artistico dell’artista.
Brescia e Bergamo capitali della cultura 2023
Le ultime 2 opere si possono considerare autobiografiche. Milo, in quanto nato a Brescia, non poteva non omaggiare la sua città insieme alla ‘cugina’ Bergamo, che nel 2023 sono capitali italiane della cultura. Milo intende evidenziare che Brescia e Bergamo non sono solo instancabile dedizione al lavoro. Nell’opera dedicata a Brescia il richiamo a questo concetto è espresso con l’applicazione di una manciata di monetine, visibile sulla destra dell’immagine. Le orme delle due città si differenziano nelle cromie: bianche per Bergamo, per richiamare l’incolpevole decadimento causato dall’inevitabile passaggio del tempo, nere per Brescia, per denunciare la pessima qualità dell’aria, un altro record per la ‘Leonessa d’Italia’, ma questa volta in negativo.
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