Milano sguardi dalla città 1990-2015
Dal 16 Luglio 2015 al 05 Settembre 2015
Milano
Luogo: Palazzo Bocconi
Indirizzo: corso Venezia 48
Orari: da lunedì a venerdì 10-18 su appuntamento
Curatori: Arianna Grava
Telefono per informazioni: +39 02 8028131
Sito ufficiale: http://www.azimut.it
Un nuovo viaggio quello che sarà presentato con la mostra collettiva d’arte contemporanea “MILANO SGUARDI DALLA CITTA’ 1990-2015” dove l’eroina sarà la città di Milano, sempre più forte, globale, onirica e in continua metamorfosi protagonista di questa esposizione che avrà luogo nel magnifico contesto di Palazzo Bocconi, in corso Venezia 48 a Milano, sede di Azimut Consulenza Sim Spa, una delle più grandi realtà finanziarie indipendenti nel mercato italiano.
Lo scopo dell’evento sarà quello di guidarci sulle molteplici vedute del capoluogo meneghino sulla base delle diverse interpretazioni e carica emozionale degli artisti protagonisti; ad accoglierci saranno le opere di Fabio Giampietro artista milanese dove, dopo diverse esposizioni a Roma, Milano , Bologna, Venezia, Shanghai, Miami e Berlino, al momento è uno dei più promettenti giovani pittori italiani.
Le sue opere posseggono una qualità emotiva profonda capace di liberarsi dalle strettoie della veduta urbana tout court e dagli stili che le appartengono per camminare borderline con il sogno, la meta-metromorfosi, la vertigine e talvolta l’incubo, di riferimenti alti e bassi e che richiama tanto le atmosfere noir di Sin City, il film del 2005 diretto da Robert Rodríguez, Frank Miller e Quentin Tarantino, quanto il simbolismo orfico di alcune invenzioni di Odilon Redon, la paradossalità percettiva di M. C. Escher e i vortici di certe prospettive “extra-terrestri” dell’Aeropittura futurista di Tullio Crali e Gerardo Dottori.
In questo modo ogni quadro diviene una visione unica e particolare che si colloca con diverse gradazioni in uno spettro che va dalla verosimiglianza topografica dei luoghi fino all’estremo opposto dell’assurdo, del chimerico, dell’onirico, del parascientifico.
Niente è lasciato al caso e dopo il tripudio di vorticismi di Fabio Giampietro scopriamo Giovanni Cerri (1969) che da sempre è attratto dal territorio urbano di periferia, la sua ricerca si è sviluppata nell’indagine tematica dell’archeologia industriale, con raffigurazioni di fabbriche dismesse, aree abbandonate e relitti di edifici al confine tra città e hinterland. Dal 2001 al 2009, con il ciclo delle «città fantasma», ha lavorato dipingendo sulla carta di quotidiano. Nel 2006, con questa tecnica, ha rivisitato in sedici quadri alcuni celebri volti della Cappella Sistina e del Giudizio Universale di Michelangelo per una mostra alla Galleria Blanchaert di Milano e successivamente è stato invitato dal curatore Philippe Daverio al Premio Michetti a Francavilla al Mare. Nel 2011, invitato dal curatore Vittorio Sgarbi, espone al Padiglione Italia Regione Lombardia alla 54° Biennale di Venezia, e successivamente alla mostra «Artisti per Noto. L’ombra del divino nell’arte contemporanea» a Palazzo Grimani a Venezia. Una sua opera è presente nella collezione del Museo della Permanente a Milano.
La mostra si sviluppa su quattro piani del palazzo e arrivando al terzo, cinque splendidi salotti saranno la casa di Carlo Buzzi ed Emila Sirakova. Buzzi, artista contemporaneo che lavora prevalentemente con l’arte pubblica. Il suo lavoro si è evoluto nello spazio urbano, dove esegue pubbliche affissioni con soggetti inediti di propria invenzione. Il lavoro di Carlo Buzzi è stato seguito in Italia da importanti curatori e gallerie, mentre internazionalmente è rappresentato da Theca Gallery, Milano.
Emila Sirakova (1984) Vive e lavora a Milano. Attraverso disegni e performance l’artista affronta il tema del corpo umano, proiezione del proprio ego, visione del se e delle proprie emozioni utilizzando sovrapposizioni di vari strati di carta e di disegno, come il flusso di coscienza o dei ricordi, non sempre chiaro, spesso nostalgico e nebuloso, che riporta alla mente immagini sbiadite assieme a particolari distinti e nitidi. Il passato, inteso come luogo ideale, o un altrove, privo di caratterizzazione precisa, che contiene frammenti di fisicità, a volte forte, a volte accennata, ma che racconta sempre storie di corpi che vivono e spesso sognano.
Passeggiando per il terzo piano l’occhio sarà catturato dalle opere di Jonathan Guaitamacchi, artista che esplora il concetto di urbanità e paesaggio attraverso l’analisi di città, megalopoli e periferie, vette alpine,oceani e vulcani. Le sue opere sono state esposte dal Sud Africa agli USA, in Italia, Svizzera, Ungheria, UK, China.
Per concludere, protagoniste della magnifica sala conferenze del quarto piano sono le opere di Robert Hromec, (1970) artista eclettico che vive e lavora a Bratislava. Ha conseguito il diploma in Pittura all’Hunter College di New York (1998) e in Incisione al City College di New York (1995). Ha studiato Belle Arti presso l’Istituto Pratt (1990-1991) Durante il suo soggiorno di otto anni a New York, Hromec sperimenta varie tecniche artistiche fino a raggiungere un suo proprio linguaggio artistico, che chiama “printpainting”. L’illusione ottica svolge un ruolo importante nei suoi ultimi printpaintings, con piastra di alluminio utilizzato come base. Il suo lavoro pluripremiato è stato esposto in oltre settanta mostre negli Stati Uniti, Canada ed Europa. Nell’estate del 1997, uno dei suoi dipinti è stato incluso in una mostra collettiva presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Organizzazione di Galgo Art, un brand che opera nell’arte contemporanea nato dall’unione di tre professionisti: Andrea Carlo Alpini (Theca Gallery), Arianna Grava (artdvisor e curatrice) e Giacomo Marco Valerio (Area35 Art Factory). Galgo Art realizza si occupa di gestire e pianificare servizi e necessità per chi opera all’interno del mondo dell’arte: contemporanea e moderna.
Lo scopo dell’evento sarà quello di guidarci sulle molteplici vedute del capoluogo meneghino sulla base delle diverse interpretazioni e carica emozionale degli artisti protagonisti; ad accoglierci saranno le opere di Fabio Giampietro artista milanese dove, dopo diverse esposizioni a Roma, Milano , Bologna, Venezia, Shanghai, Miami e Berlino, al momento è uno dei più promettenti giovani pittori italiani.
Le sue opere posseggono una qualità emotiva profonda capace di liberarsi dalle strettoie della veduta urbana tout court e dagli stili che le appartengono per camminare borderline con il sogno, la meta-metromorfosi, la vertigine e talvolta l’incubo, di riferimenti alti e bassi e che richiama tanto le atmosfere noir di Sin City, il film del 2005 diretto da Robert Rodríguez, Frank Miller e Quentin Tarantino, quanto il simbolismo orfico di alcune invenzioni di Odilon Redon, la paradossalità percettiva di M. C. Escher e i vortici di certe prospettive “extra-terrestri” dell’Aeropittura futurista di Tullio Crali e Gerardo Dottori.
In questo modo ogni quadro diviene una visione unica e particolare che si colloca con diverse gradazioni in uno spettro che va dalla verosimiglianza topografica dei luoghi fino all’estremo opposto dell’assurdo, del chimerico, dell’onirico, del parascientifico.
Niente è lasciato al caso e dopo il tripudio di vorticismi di Fabio Giampietro scopriamo Giovanni Cerri (1969) che da sempre è attratto dal territorio urbano di periferia, la sua ricerca si è sviluppata nell’indagine tematica dell’archeologia industriale, con raffigurazioni di fabbriche dismesse, aree abbandonate e relitti di edifici al confine tra città e hinterland. Dal 2001 al 2009, con il ciclo delle «città fantasma», ha lavorato dipingendo sulla carta di quotidiano. Nel 2006, con questa tecnica, ha rivisitato in sedici quadri alcuni celebri volti della Cappella Sistina e del Giudizio Universale di Michelangelo per una mostra alla Galleria Blanchaert di Milano e successivamente è stato invitato dal curatore Philippe Daverio al Premio Michetti a Francavilla al Mare. Nel 2011, invitato dal curatore Vittorio Sgarbi, espone al Padiglione Italia Regione Lombardia alla 54° Biennale di Venezia, e successivamente alla mostra «Artisti per Noto. L’ombra del divino nell’arte contemporanea» a Palazzo Grimani a Venezia. Una sua opera è presente nella collezione del Museo della Permanente a Milano.
La mostra si sviluppa su quattro piani del palazzo e arrivando al terzo, cinque splendidi salotti saranno la casa di Carlo Buzzi ed Emila Sirakova. Buzzi, artista contemporaneo che lavora prevalentemente con l’arte pubblica. Il suo lavoro si è evoluto nello spazio urbano, dove esegue pubbliche affissioni con soggetti inediti di propria invenzione. Il lavoro di Carlo Buzzi è stato seguito in Italia da importanti curatori e gallerie, mentre internazionalmente è rappresentato da Theca Gallery, Milano.
Emila Sirakova (1984) Vive e lavora a Milano. Attraverso disegni e performance l’artista affronta il tema del corpo umano, proiezione del proprio ego, visione del se e delle proprie emozioni utilizzando sovrapposizioni di vari strati di carta e di disegno, come il flusso di coscienza o dei ricordi, non sempre chiaro, spesso nostalgico e nebuloso, che riporta alla mente immagini sbiadite assieme a particolari distinti e nitidi. Il passato, inteso come luogo ideale, o un altrove, privo di caratterizzazione precisa, che contiene frammenti di fisicità, a volte forte, a volte accennata, ma che racconta sempre storie di corpi che vivono e spesso sognano.
Passeggiando per il terzo piano l’occhio sarà catturato dalle opere di Jonathan Guaitamacchi, artista che esplora il concetto di urbanità e paesaggio attraverso l’analisi di città, megalopoli e periferie, vette alpine,oceani e vulcani. Le sue opere sono state esposte dal Sud Africa agli USA, in Italia, Svizzera, Ungheria, UK, China.
Per concludere, protagoniste della magnifica sala conferenze del quarto piano sono le opere di Robert Hromec, (1970) artista eclettico che vive e lavora a Bratislava. Ha conseguito il diploma in Pittura all’Hunter College di New York (1998) e in Incisione al City College di New York (1995). Ha studiato Belle Arti presso l’Istituto Pratt (1990-1991) Durante il suo soggiorno di otto anni a New York, Hromec sperimenta varie tecniche artistiche fino a raggiungere un suo proprio linguaggio artistico, che chiama “printpainting”. L’illusione ottica svolge un ruolo importante nei suoi ultimi printpaintings, con piastra di alluminio utilizzato come base. Il suo lavoro pluripremiato è stato esposto in oltre settanta mostre negli Stati Uniti, Canada ed Europa. Nell’estate del 1997, uno dei suoi dipinti è stato incluso in una mostra collettiva presso il Metropolitan Museum of Art di New York.
Organizzazione di Galgo Art, un brand che opera nell’arte contemporanea nato dall’unione di tre professionisti: Andrea Carlo Alpini (Theca Gallery), Arianna Grava (artdvisor e curatrice) e Giacomo Marco Valerio (Area35 Art Factory). Galgo Art realizza si occupa di gestire e pianificare servizi e necessità per chi opera all’interno del mondo dell’arte: contemporanea e moderna.
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