Mimmo Rotella. Retro-d'affiche
Dal 20 Marzo 2013 al 15 Maggio 2013
Milano
Luogo: Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Indirizzo: via Tadino 15
Orari: da martedì a sabato 10-13/ 15-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 4812584/ 348 5109589
E-Mail info: cristina.pariset@libero.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionemarconi.org
La Fondazione Marconi ha il piacere di annunciare la mostra Mimmo Rotella. “Retro-d’affiche” che presenta una selezione di circa trenta opere retro-dècollage dell’artista.
Agli inizi degli anni ’50, Mimmo Rotella dopo esperienze artistiche di vario genere, approda al collage, tecnica che gli permette di sperimentare e soprattutto di abbandonare quella pittura tradizionale che sentiva così lontana ed estranea al suo sentire.
E’ in quel periodo che Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene:
Rimasi impressionato dai muri tappezzati di manifesti lacerati. Mi affascinavano letteralmente, anche perché pensavo allora che la pittura era finita e che bisognava scoprire qualcosa di nuovo, di vivo e di attuale. Sicchè la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli, dai muri, e li portavo in studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, tali e quali li vedevo. Ecco come è nato il “décollage”.
L’artista strappa i manifesti dai muri e li riporta direttamente sulla tela, una volta incollati sul supporto questi vengono nuovamente lavorati dall’autore. Le composizioni sono ottenute utilizzando indifferentemente il fronte e/o il retro del manifesto.
Queste sovrapposizioni di carte lacerate non sono mai casuali, ma eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici. Quando espone il dritto del manifesto, Rotella accentua gli effetti di colore mediante lo spessore dei frammenti incollati, quando espone il retro del manifesto, accentua gli effetti di materia mediante le colorazioni grigie o rossastre lasciate dai muri e dalle intemperie. (T. Trini)
Il gesto di strappare i suoi dècollages, oltre ad essere una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1961 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
La mostra alla Fondazione Marconi, allestita sui due piani dello spazio espositivo, presenta al pubblico una selezione di retro-dècollage dall’inizio degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta, tra cui Nebuloso, 1954, Terrestre, 1956, Argentina, 1957, Materico, 1959, fermandosi quindi subito prima che compaia una lacerazione più figurata nelle sue composizioni.
Dopo il 1960 infatti Rotella abbandonerà le opere puramente astratte facendo emergere nei suoi manifesti dettagli di parole, di corpi, di sguardi, di volti, come quello di Marilyn di cui allo Studio Marconi ’65, dove la mostra prosegue, sono presentate alcune litografie. Nello spazio di via Tadino 17 saranno esposte inoltre diverse operazioni grafiche, fotolito e frottage (tecnica con cui l’immagine è ottenuta sul foglio passando dei solventi sulla pagina stampata), che Rotella realizza negli anni Settanta partendo dalla pubblicità o da immagini trovate sulle riviste.
Mimmo Rotella nasce a Catanzaro nel 1918. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1945 si trasferisce a Roma. Del 1949 è l’invenzione dei primi poemi fonetici che chiama “epistaltici”. Nel 1951-52 l’artista, titolare di una borsa della Fulbright Foundation, risiede all’Università di Kansas City e a partire dal 1953 realizza i suoi primi dècollages, manifesti lacerati secondo “una ricerca che si affida non all’estetica, ma all’imprevisto, agli stessi umori della materia”, come dichiara l’artista.
Nel 1955 la sua prima mostra personale come décollagista alla Galleria del Naviglio di Milano. Nella seconda metà degli anni Cinquanta comincia a dedicarsi al décollage figurativo e successivamente inizia la serie di Cinecittà usando i manifesti cinematografici, sceglie Marilyn Monroe come principale soggetto femminile contribuendo al suo mito e facendone un’icona della sua opera.
Nel 1961 viene invitato dal critico Pierre Restany ad aderire al gruppo del Nouveau Réalisme, da lui fondato l’anno precedente. Espone alla Galerie J di Parigi, al Festival du Nouveau Réalisme e alla grande esposizione “The Art of Assemblages” al MOMA di New York.
Al 1963 risalgono le sue prime opere di Mec Art. L’anno successivo la XXXII Biennale di Venezia gli dedica una sala. Nel 1966 espone i suoi primi artypo, prove di stampa tipografiche riportate su tela, al Teatro La Fenice di Venezia e alla Galerie Zunini di Parigi, mentre nel 1970 incomincia a lavorare agli effaçages e ai frottages.
Nel 1972 pubblica la sua prima autobiografia, Autorotella, e poco dopo prepara la raccolta dei suoi poemi fonetici. Dopo essersi definitivamente trasferito a Milano, nel 1980, incomincia ad elaborare il blank (copertura), manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome di carta che vengono presentati alla Galerie Denise René di Parigi e allo Studio Marconi di Milano nel 1981.
Partecipa alle mostre “Arte Italiana 1960-1982” organizzata alla Hayward Gallery di Londra e nel 1986 alla collettiva “Les Nouveaux Réalistes” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.
Nel 1987 realizza le prime sovrapitture, figure, simboli, graffiti su manifesti lacerati ed incollati su lamiere. E’ presente alla mostra “Italian Art in the 20th Century 1900-1988” della Royal Academy di Londra e partecipa a grandi mostre come “Art et Publicité” al Centre Pompidou di Parigi, e “High and Low” al MOMA di New York, “Pop Art” alla Royal Academy di Londra, “Italian Metamorphosis” al Guggenheim Museum di New York. Molte sedi museali gli dedicano importanti antologie e retrospettive, tra le quali si segnalano la mostra del 1999 al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Nizza, la sala personale alla Biennale di Venezia del 2001 curata da Harald Szeemann, “Mimmo Rotella. Avenue Rotella” curata da Germano Celant al Museo Tinguely di Basilea e al Palais des Nations Unies di Ginevra nel 2005. L’8 gennaio del 2006 Mimmo Rotella muore a Milano.
Il suo lavoro viene ancora presentato in numerose occasioni presso sedi museali prestigiose in Italia e all’estero. Si ricordi la mostra collettiva Nouveau Réalisme organizzata nel 2007 presso le Galeries Nationales du Grand Palais a Parigi e riproposta presso lo Sprengel Museum di Hannover.
Nel 2008 le Scuderie del Quirinale a Roma ospitano la mostra Pop Art 1956-1968, la GAM di Torino invece propone la mostra Collage/Collages dal Cubismo al New Dada; nello stesso anno ricordiamo le mostre Mimmo Rotella. Lamiere, curata da Alberto Fiz, presso il MARCA di Catanzaro e Europop presso la Kunsthaus di Zurigo.
Nel 2009 infine, il lavoro di Rotella è esposto in occasione delle mostre Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008 a cura di Francesco Bonami, presso Palazzo Grassi a Venezia e Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi, presso il PAC di Milano, a cura di Renato Barilli.
Agli inizi degli anni ’50, Mimmo Rotella dopo esperienze artistiche di vario genere, approda al collage, tecnica che gli permette di sperimentare e soprattutto di abbandonare quella pittura tradizionale che sentiva così lontana ed estranea al suo sentire.
E’ in quel periodo che Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene:
Rimasi impressionato dai muri tappezzati di manifesti lacerati. Mi affascinavano letteralmente, anche perché pensavo allora che la pittura era finita e che bisognava scoprire qualcosa di nuovo, di vivo e di attuale. Sicchè la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli, dai muri, e li portavo in studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, tali e quali li vedevo. Ecco come è nato il “décollage”.
L’artista strappa i manifesti dai muri e li riporta direttamente sulla tela, una volta incollati sul supporto questi vengono nuovamente lavorati dall’autore. Le composizioni sono ottenute utilizzando indifferentemente il fronte e/o il retro del manifesto.
Queste sovrapposizioni di carte lacerate non sono mai casuali, ma eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici. Quando espone il dritto del manifesto, Rotella accentua gli effetti di colore mediante lo spessore dei frammenti incollati, quando espone il retro del manifesto, accentua gli effetti di materia mediante le colorazioni grigie o rossastre lasciate dai muri e dalle intemperie. (T. Trini)
Il gesto di strappare i suoi dècollages, oltre ad essere una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1961 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
La mostra alla Fondazione Marconi, allestita sui due piani dello spazio espositivo, presenta al pubblico una selezione di retro-dècollage dall’inizio degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta, tra cui Nebuloso, 1954, Terrestre, 1956, Argentina, 1957, Materico, 1959, fermandosi quindi subito prima che compaia una lacerazione più figurata nelle sue composizioni.
Dopo il 1960 infatti Rotella abbandonerà le opere puramente astratte facendo emergere nei suoi manifesti dettagli di parole, di corpi, di sguardi, di volti, come quello di Marilyn di cui allo Studio Marconi ’65, dove la mostra prosegue, sono presentate alcune litografie. Nello spazio di via Tadino 17 saranno esposte inoltre diverse operazioni grafiche, fotolito e frottage (tecnica con cui l’immagine è ottenuta sul foglio passando dei solventi sulla pagina stampata), che Rotella realizza negli anni Settanta partendo dalla pubblicità o da immagini trovate sulle riviste.
Mimmo Rotella nasce a Catanzaro nel 1918. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1945 si trasferisce a Roma. Del 1949 è l’invenzione dei primi poemi fonetici che chiama “epistaltici”. Nel 1951-52 l’artista, titolare di una borsa della Fulbright Foundation, risiede all’Università di Kansas City e a partire dal 1953 realizza i suoi primi dècollages, manifesti lacerati secondo “una ricerca che si affida non all’estetica, ma all’imprevisto, agli stessi umori della materia”, come dichiara l’artista.
Nel 1955 la sua prima mostra personale come décollagista alla Galleria del Naviglio di Milano. Nella seconda metà degli anni Cinquanta comincia a dedicarsi al décollage figurativo e successivamente inizia la serie di Cinecittà usando i manifesti cinematografici, sceglie Marilyn Monroe come principale soggetto femminile contribuendo al suo mito e facendone un’icona della sua opera.
Nel 1961 viene invitato dal critico Pierre Restany ad aderire al gruppo del Nouveau Réalisme, da lui fondato l’anno precedente. Espone alla Galerie J di Parigi, al Festival du Nouveau Réalisme e alla grande esposizione “The Art of Assemblages” al MOMA di New York.
Al 1963 risalgono le sue prime opere di Mec Art. L’anno successivo la XXXII Biennale di Venezia gli dedica una sala. Nel 1966 espone i suoi primi artypo, prove di stampa tipografiche riportate su tela, al Teatro La Fenice di Venezia e alla Galerie Zunini di Parigi, mentre nel 1970 incomincia a lavorare agli effaçages e ai frottages.
Nel 1972 pubblica la sua prima autobiografia, Autorotella, e poco dopo prepara la raccolta dei suoi poemi fonetici. Dopo essersi definitivamente trasferito a Milano, nel 1980, incomincia ad elaborare il blank (copertura), manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome di carta che vengono presentati alla Galerie Denise René di Parigi e allo Studio Marconi di Milano nel 1981.
Partecipa alle mostre “Arte Italiana 1960-1982” organizzata alla Hayward Gallery di Londra e nel 1986 alla collettiva “Les Nouveaux Réalistes” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.
Nel 1987 realizza le prime sovrapitture, figure, simboli, graffiti su manifesti lacerati ed incollati su lamiere. E’ presente alla mostra “Italian Art in the 20th Century 1900-1988” della Royal Academy di Londra e partecipa a grandi mostre come “Art et Publicité” al Centre Pompidou di Parigi, e “High and Low” al MOMA di New York, “Pop Art” alla Royal Academy di Londra, “Italian Metamorphosis” al Guggenheim Museum di New York. Molte sedi museali gli dedicano importanti antologie e retrospettive, tra le quali si segnalano la mostra del 1999 al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Nizza, la sala personale alla Biennale di Venezia del 2001 curata da Harald Szeemann, “Mimmo Rotella. Avenue Rotella” curata da Germano Celant al Museo Tinguely di Basilea e al Palais des Nations Unies di Ginevra nel 2005. L’8 gennaio del 2006 Mimmo Rotella muore a Milano.
Il suo lavoro viene ancora presentato in numerose occasioni presso sedi museali prestigiose in Italia e all’estero. Si ricordi la mostra collettiva Nouveau Réalisme organizzata nel 2007 presso le Galeries Nationales du Grand Palais a Parigi e riproposta presso lo Sprengel Museum di Hannover.
Nel 2008 le Scuderie del Quirinale a Roma ospitano la mostra Pop Art 1956-1968, la GAM di Torino invece propone la mostra Collage/Collages dal Cubismo al New Dada; nello stesso anno ricordiamo le mostre Mimmo Rotella. Lamiere, curata da Alberto Fiz, presso il MARCA di Catanzaro e Europop presso la Kunsthaus di Zurigo.
Nel 2009 infine, il lavoro di Rotella è esposto in occasione delle mostre Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008 a cura di Francesco Bonami, presso Palazzo Grassi a Venezia e Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi, presso il PAC di Milano, a cura di Renato Barilli.
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