Salt & Pepper Shakers. Una sorprendente collezione di salini e pepini
Dal 13 May 2015 al 29 June 2015
Milano
Luogo: Triennale DesignCafé
Indirizzo: via Alemagna 6
Orari: 10-23
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 724341
E-Mail info: info@triennale.org
Sito ufficiale: http://www.triennale.org/
Triennale Design Museum presenta Salt & Pepper Shakers, una selezione di circa 600 coppie di salini e pepini dalla collezione di Paola Trifirò Siniramed, curatrice della mostra. La collezione, iniziata circa 30 anni fa, con un occasionale incontro a Edimburgo con una coppia di cagnetti (l’uno con funzione di salino e l’altro di pepino) alla guida di una limousine anni ’50, oggi supera i 2.000 pezzi da modelli storici, ormai classici, a produzioni più recenti di designer e artisti.
La mostra ordinata per sezioni tematiche presenta un mondo dove salini e pepini hanno la forma di frullatori, giocatori di baseball, dinosauri, piuttosto che di clown, di teschi, di barche e del variopinto universo umano e animale, realizzato nei più vari materiali, dalla bachelite alla ceramica, dalla porcellana allo stagno, dal legno, al vetro e altri ancora.
È in America, nel primo ’900, che incominciano a comparire sulle tavole, come salini e pepini, strumenti di casa e di cucina che ricordano i felici Anni ’50 (The Good Life), dalle padelle alla lavatrice e asciugatrice Westinghouse, ai cuochi, al tostapane, al ferro da stiro, alla macchina da cucire, al telefono a parete. Si tratta in molti casi di oggetti nati come mezzi di comunicazione, da dare al posto di un biglietto da visita, dei fiammiferi in un ristorante, del ricordo di una località balneare o di un evento (come il Trylon and Perisphere, simbolo della World Fair di New York del 1939). Diventano anche gadget, dentro a scatole di noccioline o di fiocchi d’avena (come i celebri Mister Peanutsdell’omonima casa o la coppia Aunt Jemima e Uncle Moses, dolci e sorridenti réclame dell’americana Quaker), se non di detersivi o di cibo per cani.
Negli USA tra il 1940 e il 1970 la produzione è al top, ma molti sono anche i pezzi marchiati Occupied Japan (o solo Occupied o soltanto Japan), prodotti in Giappone fra il 1947 e il 1951, quando, alla fine della guerra, il Paese è occupato dalle Forze Alleate (USA, con l’appoggio britannico) sotto il comando del generale Mac Arthur.
La maggior parte dei salini e pepini è costituita da due pezzi, ma ci sono anche i nested (o nesters), dove un pezzo sta “annidato” sull’altro e così Elvis (salino) è seduto sulla sua limo azzurra (pepino). Non mancano gli hanging (o hangers, “gli appesi”), come la scimmietta (sale) che si dondola attaccata al ramo di un albero (pepe). Ci sono infine i noddings (tremblants, oscillanti), come i teschi che, posati su una base, si muovono separatamente e un po’ spettralmente avanti e indietro.
La mostra ordinata per sezioni tematiche presenta un mondo dove salini e pepini hanno la forma di frullatori, giocatori di baseball, dinosauri, piuttosto che di clown, di teschi, di barche e del variopinto universo umano e animale, realizzato nei più vari materiali, dalla bachelite alla ceramica, dalla porcellana allo stagno, dal legno, al vetro e altri ancora.
È in America, nel primo ’900, che incominciano a comparire sulle tavole, come salini e pepini, strumenti di casa e di cucina che ricordano i felici Anni ’50 (The Good Life), dalle padelle alla lavatrice e asciugatrice Westinghouse, ai cuochi, al tostapane, al ferro da stiro, alla macchina da cucire, al telefono a parete. Si tratta in molti casi di oggetti nati come mezzi di comunicazione, da dare al posto di un biglietto da visita, dei fiammiferi in un ristorante, del ricordo di una località balneare o di un evento (come il Trylon and Perisphere, simbolo della World Fair di New York del 1939). Diventano anche gadget, dentro a scatole di noccioline o di fiocchi d’avena (come i celebri Mister Peanutsdell’omonima casa o la coppia Aunt Jemima e Uncle Moses, dolci e sorridenti réclame dell’americana Quaker), se non di detersivi o di cibo per cani.
Negli USA tra il 1940 e il 1970 la produzione è al top, ma molti sono anche i pezzi marchiati Occupied Japan (o solo Occupied o soltanto Japan), prodotti in Giappone fra il 1947 e il 1951, quando, alla fine della guerra, il Paese è occupato dalle Forze Alleate (USA, con l’appoggio britannico) sotto il comando del generale Mac Arthur.
La maggior parte dei salini e pepini è costituita da due pezzi, ma ci sono anche i nested (o nesters), dove un pezzo sta “annidato” sull’altro e così Elvis (salino) è seduto sulla sua limo azzurra (pepino). Non mancano gli hanging (o hangers, “gli appesi”), come la scimmietta (sale) che si dondola attaccata al ramo di un albero (pepe). Ci sono infine i noddings (tremblants, oscillanti), come i teschi che, posati su una base, si muovono separatamente e un po’ spettralmente avanti e indietro.
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