Sara Alavi / Coquelicot Mafille. Due Respiri, un passo
Dal 28 Febbraio 2018 al 28 Marzo 2018
Milano
Luogo: Gli eroici furori arte contemporanea
Indirizzo: via Melzo 30
Orari: mar-ven 15,30-19. Mattina e sabato su appuntamento
Curatori: silvia agliotti
Telefono per informazioni: +39 02 3764 8381
E-Mail info: silvia.agliotti@furori.it
Sito ufficiale: http://www.furori.it
Glieroici furori arte contemporanea presenta per la stagione espositiva 2018 un nuovo Dialogo a Due, unendo in canto e controcanto due giovani artiste, Sara Alavi che è nata a Teheran, e Coquelicot Mafille a Parigi. Due donne che in prima persona sperimentano l'accoglienza, il viaggio, lo spostamento e la vita in un paese diverso da quello di nascita, scoprendo che cosa vuol dire trovare, costruire, ri-trovare una propria identità indipendentemente dal luogo fisico in cui ci si trova a vivere e a lavorare.
Il titolo di questa esposizione, che unisce attraverso lo sguardo dell'arte contemporanea una quantità di temi di forte e spesso drammatica attualità, è "Due respiri, un passo", un consiglio che viene dato dalle guide agli scalatori che si cimentano con spirito ardito alla scalata dell'Everest. Serve respirare prima di andare avanti. La salita implica una preparazione individuale di raccoglimento e riposo interiore, un lavoro su di sé che permette il raggiungimento dell'obiettivo. I respiri sono due come le protagoniste del Dialogo e il passo che occorre e che prelude all'incontro può leggersi come 'spazio transizionale'. Così in Winnicot viene definita quell'area intermedia tra personale e intersoggettivo che separa ma anche unisce e prelude al confronto con il mondo, il luogo dove si costituisce e si compie il mondo.
Ogni Dialogo tra persone di paesi diversi si trova ad affrontare anche l'annoso problema della traducibilità del linguaggio, dalla perdita di senso all'acquisizione di nuovi significati. Questo è il grande risultato del confronto tra identità diverse, presuppone l'accoglienza dell'Altro, sincera e senza veli.
Sara Alavi è una visual artist che crea opere spesso di grandi dimensioni. A Gli eroici furori presenta alcune installazioni site specific chiamate
"Illustrazioni tridimensionali", che risentono dell'influenza delle poesie mistiche del suo paese natale. In particolar modo Khayyam e Rumi. La poesia di Khayyam, concentrata sul mistero della vita. Nelle poesie persiane la spiritualità si intreccia con la vita materiale, come la luce col buio. L'esistenza di una è estremamente legata all'altra. Questa dualità è inevitabilmente alla base della vita. Le "Illustrazioni tridimensionali" fanno cenno alla nostra dualità.
"Credo che la cosa più sconosciuta e oscura a noi siamo noi stessi, perciò ogni tentativo di chiarimenti sull'identità è solo un'illustrazione di un percorso trascorribile individualmente.
Perciò non nascondo che la poesia mi ha trascinato a illustrare le mie percezioni poetiche dai testi persiani. Quindi queste sculture installative sono le illustrazioni ispirate dai testi poetici di Omar Khayyam. Il poeta ed astronomo persiano dell'undicesimo secolo ". (Sara Alavi)
Coquelicot Mafille presenta a Gli eroici furori grandi tele e piccole opere su carta. Sono ritratti, colori accesi, poesie visive, narrazioni pittoriche che si tingono di molteplici tempi e luoghi. Contrasti e linee demarcate su sfondi disordinati e tumultuosi, generosamente cromatici.
Rielaborazione di ricordi tratti da esperienze vissute in incontri e viaggi, immagini da letture e fotografie d'altri tempi, come un ordito sul quale iniziare la narrazione.
Tutti lavori che indagano sul concetto di identità, qui vista come movimento e progressivo incontro con l'altro, differente come luogo, cultura, lingua.
"Le stratificazioni di identità tramano il tessuto della nostra essenza e vitalità; arriviamo da lontano e da molteplici linguaggi, siamo perennemente in dialogo e in viaggio, mutualmente e mutevolmente scambiando informazioni preziose. L'andirivieni tra identità individuale e collettiva, interiore ed esteriore, intima e condivisa si manifesta nella capacità di fluire tra le frontiere e tra le definizioni, di accogliere amplificazioni di sé e ad aprirsi ad incessanti scambi con l'altro da sé". (Coquelicot Mafille)
Un filo sottile percorre le figure nelle opere di Coquelicot Mafille, calligrammi pittorici esistenziali sottolineano l'esplosione a tinte forti che come fuoco latente si compone di rosso, blu, giallo. Colori primari identificano il desiderio di appartenenza e di auto-riconoscimento tra pari. Come in Harbour Tales e in Guepard Berbere.
Tra le installazioni-sculture di Sara Alavi, cinquanta piccole barche di terracotta simboleggiano il transito e il peregrinare dell'umanità che per fuggire a guerre, carestie e sofferenze di ogni genere migra attraversando un mare che pare una distesa infinita e insuperabile. Due respiri sono il tempo di attesa verso il riconoscimento, l'accoglienza a braccia aperte, scoprendo che l'Altro non è che una parte di noi. Questa presa di coscienza è il motore del nostro primo passo. Verso infiniti altri passi attraversando il mare magnum, scintillante distesa di profondo blu, mare aperto che ci sta di fronte.
Sara Alavi, nata nel 1979 a Tehran, vive e lavora a Milano.
Ha studiato Pittura quadriennale al dipartimento artistico di Università di Tehran Alzahra, concludendolo in 2002. Si è trasferita a Roma in 2006 per continuare i suoi studi in Grafica multimediale all'Università La Sapienza, dove ha concluso con il massimo dei voti e lode in 2010. Da 2011 vive a Milano e si specializza in Pittura all'Accademia Di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti e lode. Ha partecipato a diverse mostre individuali e in gruppo in varie città
come Berlino, Milano, Roma, Parigi, Tehran. Tra queste, la mostra nell'Archivio di Stato di Torino curata da Cristiana Collu e Gianluca Marziani.
Nel 2014, con la sua opera: "L'alba di una casa sparita", vince il prestigioso Premio Terna 06, rassegna internazionale di arte, per la sezione scultura. Ha fatto workshop come docente per gli studenti dell'università di Tehran in 2015 e in 2016 un seminario Ted talk sulla tematica di richiedenti asilo a scuola americana di Leysin in Svizzera. Nella maggior parte delle sue opere cerca di affrontare il tema della precarietà come un possibile valore.
Coquelicot Mafille, nata a Parigi nel 1975 da madre franco danese e padre italiano. Compie studi classici al liceo, si laure all'Università di Pavia in Scienze politiche indirizzo afro-asiatico con il massimo dei voti e bacio accademico. Declina la sua pratica attraverso diversi media tra i quali il ricamo e la scrittura, su tela, tessuto, carta, muri urbani e vetrine, con filo, pittura e adesivo, e video e registrazioni ambientali. Il suo lavoro è stato esposto in Italia e in Francia, in mostre collettive tra cui a Milano, Chinatown Biennale, Galleria Davide Gallo, (07/17), a TheOthersArtFair a Torino, (10/16) eArtVerona, i7 independent space, insieme a Caffè Internazionale di Palermo (10/16) ; a Napoli, Intragallery (03/16), Vis à Vis, Galerie de l'Institut Français de Milan (03/16); TRI-BU', galleria BeatTricks, Milano, (10/15); Hybrid Maps, e mostre personali tra cui Richiami, presso Archimania, Sanremo, (02/17); Encyclopédique, presso SibillaArte, Carassai, (06/16) e presso Caffè Internazionale, Palermo (02/16); LE MUR, rue Oberkampf, Paris, muro n°190 (07/15).
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