Tri-bù
Dal 09 Settembre 2015 al 10 Ottobre 2015
Milano
Luogo: BeatTricks
Indirizzo: Via san Maurilio 4
Orari: martedì - venerdì 15 - 19
Curatori: Violet Boulden
Enti promotori:
- BeatTricks Gallery
Telefono per informazioni: 02 89054132
E-Mail info: info@beattricks.com
Sito ufficiale: http://www.beattricks.com/
Tri-bù nasce dall’incontro di tre artisti che per la terza volta espongono assieme a Milano. Tema e obiettivo della mostra è quello di interrogarsi sulla valenza contemporanea dell’idea di tribù, che emerge in modi diversi nelle opere esposte offrendo molteplici spunti di riflessione e dialogo.
L’accezione moderna di tribù, come gruppo accomunato da un patrimonio culturale e linguistico, viene qui dilatata per farsi tribù contemporanea e globale.
Alla sua base incontriamo tematiche ancestrali che spaziano dal terreno al celeste, dall’individuale al collettivo.
Richiami celesti si incontrano nelle sculture di Vincent Brédif che, con i loro giochi di tensioni ed equilibri, evocano il desiderio dell’uomo di guardare oltre ai confini dell’esperienza terrena. Qui lo spazio percepito ed immaginato, il corporeo e l’imprendibile coesistono in intriganti giustapposizioni.
Nei ricami di Coquelicot Mafille troviamo un vero e proprio intreccio tra istanze quotidiane e aspirazioni cosmiche. Il filo è narrazione, una memoria che si svolge nella realtà e si avvolge attorno ai sogni umani.
Le opere di Pietro Sganzerla ci portano in una dimensione più strettamente legata al corpo e alla sensorialità. Al contempo, le sue maschere, simili a feticci tribali, per la loro concentrazione sul capo come sede del pensiero e sul volto come espressioni di umanità, rimandano al bisogno di interrogarci sui misteri dell’animo umano.
I tre percorsi sono accomunati da un forte senso per il colore – spesso pieno e brillante – come elemento che unisce e diversifica, e come espressione di ingegnosità nell’approcciarsi al mezzo creativo prescelto. L’attrazione per il colore è un ulteriore tratto condiviso dalla tribù globale.
L’interrogazione sull’idea di una tribù contemporanea si snoda quindi lungo vari tracciati all’interno della mostra. La galleria stessa diventa “caverna” per accogliere l’esuberanza di forme e colori, interrogativi e aspirazioni, rimanendo saldamente proiettata verso il futuro.
Violet Boulden
L’accezione moderna di tribù, come gruppo accomunato da un patrimonio culturale e linguistico, viene qui dilatata per farsi tribù contemporanea e globale.
Alla sua base incontriamo tematiche ancestrali che spaziano dal terreno al celeste, dall’individuale al collettivo.
Richiami celesti si incontrano nelle sculture di Vincent Brédif che, con i loro giochi di tensioni ed equilibri, evocano il desiderio dell’uomo di guardare oltre ai confini dell’esperienza terrena. Qui lo spazio percepito ed immaginato, il corporeo e l’imprendibile coesistono in intriganti giustapposizioni.
Nei ricami di Coquelicot Mafille troviamo un vero e proprio intreccio tra istanze quotidiane e aspirazioni cosmiche. Il filo è narrazione, una memoria che si svolge nella realtà e si avvolge attorno ai sogni umani.
Le opere di Pietro Sganzerla ci portano in una dimensione più strettamente legata al corpo e alla sensorialità. Al contempo, le sue maschere, simili a feticci tribali, per la loro concentrazione sul capo come sede del pensiero e sul volto come espressioni di umanità, rimandano al bisogno di interrogarci sui misteri dell’animo umano.
I tre percorsi sono accomunati da un forte senso per il colore – spesso pieno e brillante – come elemento che unisce e diversifica, e come espressione di ingegnosità nell’approcciarsi al mezzo creativo prescelto. L’attrazione per il colore è un ulteriore tratto condiviso dalla tribù globale.
L’interrogazione sull’idea di una tribù contemporanea si snoda quindi lungo vari tracciati all’interno della mostra. La galleria stessa diventa “caverna” per accogliere l’esuberanza di forme e colori, interrogativi e aspirazioni, rimanendo saldamente proiettata verso il futuro.
Violet Boulden
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