Valentina Perazzini. Pre-texture
Dal 15 Dicembre 2013 al 01 Febbraio 2014
Monza | Milano
Luogo: Villa Contemporanea
Indirizzo: via Bergamo 20
Orari: da martedì a sabato 15-19
Telefono per informazioni: +39 039 384963
E-Mail info: info@villacontemporanea.it
Sito ufficiale: http://villacontemporanea.it
Valentina Perazzini pone al centro della sua ricerca artistica la catalogazione che, da sempre, è alla base della memoria collettiva. La sua classificazione del reale si concentra sulla natura avvicinata con un approccio oggettivo, tassonomico, mediato però da continui riferimenti a testi letterari che l’artista reinterpreta creando un tutt’uno tra intervento pittorico e parole poetico/letterarie. La scelta naturalistica ha dunque origine da un perfetto connubio-dissidio romantico-scientifico, che si colloca esattamente a metà strada tra l’emozione e la catalogazione seriale.
Per questa sua personale a Villa Contemporanea Valentina presenta un progetto installativo che si propone come una narrazione per frammenti, una descrizione di sei personaggi che hanno preso vita da una situazione-pretesto.
L’opera dell’artista si ispira a “Le onde” di Virginia Woolf, il romanzo più sperimentale della scrittrice inglese, basato sul ritmo piuttosto che sulla trama. Sei amici si alternano in un flusso di coscienza e le loro voci si confondono nel tempo che passa, come un'onda che racconta l'esistenza di ciascuno dei sei. Onda come metafora della vita, flusso di energia che trapassa e trasforma.
Nello scritto dedicato al movimento per eccellenza, la Woolf pare chiedersi cosa stia fermo; neppure un albero o una casa stanno fermi. Allora questo continuo contrasto, tra ciò che si muove continuamente e ciò che è apparentemente immobile, ci appare come un ostacolo e diventa il motore di queste vicende.
In maniera simile, Valentina crea una situazione in cui dà vita a sei differenti personaggi che non si sono mai incontrati prima e che si vedono per la prima volta. Tre ragazzi e tre ragazze scelti con un unico criterio: avere attorno alla propria casa una siepe. La siepe diventa così, per il racconto che sta prendendo forma, il pre-testo, l’elemento per poterlo far accadere.?
La siepe é sinonimo di barriera protettiva, che “il guardo esclude”, è un perimetro di confine, delimita la distanza che si vuole mettere tra noi stessi e gli altri.
I ragazzi prescelti sono convocati dall’artista al parco Marecchia di Rimini; le uniche cose fornite loro sono: un plaid, con il quale stendersi sul prato, e un registratore, che ha documentato l’incontro registrando i dialoghi delle persone coinvolte.
Incontrarsi significa abbattere metaforicamente questa siepe.?
In galleria, un labirinto di carta ci invita a leggere la conversazione che è nata dall’incontro di queste persone; l’elemento naturale ritorna, invece, sotto forma di collage costituito da differenti fotografie di siepi assemblate a suggerire la trama di un plaid.
Completa la mostra un’opera fotografica di sei pozzanghere infilzate da un palo, che imprigionano riflessi di luce. La pozzanghera, oltre ad essere l’ostacolo che paralizza Rhoda nel romanzo, diventa anche l’immagine delle nostre mancanze personali, dell’incapacità di non far soffrire gli altri e riflette un cielo sempre diverso. Ciò che le impala rappresenta proprio lo “sforzo” comune ai sei personaggi: per vivere l’individuo deve predisporsi a nuotare nella corrente della vita.
Con una cifra personalissima la Perazzini traduce in linguaggio visivo il fascino dell’opera letteraria.
Unitamente a questa installazione l’artista ha elaborato un altro progetto dal titolo “Leggere siepe tra le righe” costituito da due elementi: l’intero libro di Virginia Woolf riempito con pennarelli indelebili in modo da lasciare bianchi solo gli occhielli delle lettere, e un video che percorre una siepe in tutta la sua lunghezza da sinistra a destra come a volerla leggere ed esplorare. Questi due elementi assieme, il libro e la siepe, entrano così in relazione: gli occhielli bianchi delle lettere e le tracce di inchiostro richiamano la luce che attraversa i rami della siepe.
L’opera è stata selezionata al Premio Francesco Fabbri 2013 per le Arti Contemporanee ed è attualmente esposta a Villa Brandolini a Pieve di Soligo (TV) nella mostra collettiva dei finalisti.
Per questa sua personale a Villa Contemporanea Valentina presenta un progetto installativo che si propone come una narrazione per frammenti, una descrizione di sei personaggi che hanno preso vita da una situazione-pretesto.
L’opera dell’artista si ispira a “Le onde” di Virginia Woolf, il romanzo più sperimentale della scrittrice inglese, basato sul ritmo piuttosto che sulla trama. Sei amici si alternano in un flusso di coscienza e le loro voci si confondono nel tempo che passa, come un'onda che racconta l'esistenza di ciascuno dei sei. Onda come metafora della vita, flusso di energia che trapassa e trasforma.
Nello scritto dedicato al movimento per eccellenza, la Woolf pare chiedersi cosa stia fermo; neppure un albero o una casa stanno fermi. Allora questo continuo contrasto, tra ciò che si muove continuamente e ciò che è apparentemente immobile, ci appare come un ostacolo e diventa il motore di queste vicende.
In maniera simile, Valentina crea una situazione in cui dà vita a sei differenti personaggi che non si sono mai incontrati prima e che si vedono per la prima volta. Tre ragazzi e tre ragazze scelti con un unico criterio: avere attorno alla propria casa una siepe. La siepe diventa così, per il racconto che sta prendendo forma, il pre-testo, l’elemento per poterlo far accadere.?
La siepe é sinonimo di barriera protettiva, che “il guardo esclude”, è un perimetro di confine, delimita la distanza che si vuole mettere tra noi stessi e gli altri.
I ragazzi prescelti sono convocati dall’artista al parco Marecchia di Rimini; le uniche cose fornite loro sono: un plaid, con il quale stendersi sul prato, e un registratore, che ha documentato l’incontro registrando i dialoghi delle persone coinvolte.
Incontrarsi significa abbattere metaforicamente questa siepe.?
In galleria, un labirinto di carta ci invita a leggere la conversazione che è nata dall’incontro di queste persone; l’elemento naturale ritorna, invece, sotto forma di collage costituito da differenti fotografie di siepi assemblate a suggerire la trama di un plaid.
Completa la mostra un’opera fotografica di sei pozzanghere infilzate da un palo, che imprigionano riflessi di luce. La pozzanghera, oltre ad essere l’ostacolo che paralizza Rhoda nel romanzo, diventa anche l’immagine delle nostre mancanze personali, dell’incapacità di non far soffrire gli altri e riflette un cielo sempre diverso. Ciò che le impala rappresenta proprio lo “sforzo” comune ai sei personaggi: per vivere l’individuo deve predisporsi a nuotare nella corrente della vita.
Con una cifra personalissima la Perazzini traduce in linguaggio visivo il fascino dell’opera letteraria.
Unitamente a questa installazione l’artista ha elaborato un altro progetto dal titolo “Leggere siepe tra le righe” costituito da due elementi: l’intero libro di Virginia Woolf riempito con pennarelli indelebili in modo da lasciare bianchi solo gli occhielli delle lettere, e un video che percorre una siepe in tutta la sua lunghezza da sinistra a destra come a volerla leggere ed esplorare. Questi due elementi assieme, il libro e la siepe, entrano così in relazione: gli occhielli bianchi delle lettere e le tracce di inchiostro richiamano la luce che attraversa i rami della siepe.
L’opera è stata selezionata al Premio Francesco Fabbri 2013 per le Arti Contemporanee ed è attualmente esposta a Villa Brandolini a Pieve di Soligo (TV) nella mostra collettiva dei finalisti.
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