Matematica ad Arte. Il Rinascimento tra tecnica e scienza
Matematica ad Arte. Il Rinascimento tra tecnica e scienza
Dal 2 February 2013 al 1 April 2013
Carpi | Modena
Luogo: Palazzo dei Pio
Indirizzo: piazza Martiri 68
Orari: giovedì, sabato, domenica e festivi 10-13/ 15-19; gli altri giorni (escluso lunedì) su prenotazione
Curatori: Nadia Garuti, Margherita Pivetti, Tania Previdi, Manuela Rossi, Daniele Tettamanzi
Telefono per informazioni: +39 059 649955
E-Mail info: musei@carpidiem.it
Sito ufficiale: http://www.palazzodeipio.it/palazzodeipio/index.jsp
Nel Rinascimento la riscoperta della geometria ha portato a un modo diverso di vedere il mondo, anche nell’arte, con l’invenzione della prospettiva prima e dell’anamorfosi poi. Albrecht Dürer (1471-1528) affermò che la struttura prospettica di un quadro non deve essere disegnata a mano libera, ma ricavata con procedimenti matematici. Nelle splendide sale rinascimentali del Palazzo dei Pio i ragazzi del Liceo scientifico statale Fanti di Carpi condurranno i visitatori alla scoperta di questi affascinanti legami, con l’augurio che anche coloro che si considerano ‘allergici’ alla matematica e la considerano una materia ‘arida’ possano provare l’entusiasmo che gli organizzatori ammettono di aver provato preparando questa iniziativa. Senza dimenticare il rapporto tra numeri e arte che in pieno Rinascimento Leonardo da Vinci porta alle estreme conseguenze dopo la teorizzazione del canone policleteo realizzando il celebre Uomo vitruviano, simbolo non solo geometrico e artistico dell’epoca. È infatti a partire dal tardo Quattrocento, con la pubblicazione di trattati geometrici e matematici, che sono codificate le regole che gli artisti seguono per rappresentare la realtà secondo modelli prospettici e numerici (la divina proporzione) in pittura, architettura e scultura. I concetti teorici vengono applicati alla realtà che nell’arte diventa spesso rappresentazione ideale di armonia e simmetria. Non è un caso dunque che il più importante trattato di applicazione delle regole matematiche alla pittura, De prospectiva pingendi, sia opera di uno dei maggiori artisti del Rinascimento, Piero della Francesca. Come tutto questo si traduca in opera concreta, lo si può vedere anche a Carpi, nel Palazzo dei Pio: il Cortile d’onore di ispirazione urbinate, le grandi logge con l’infilata prospettica degli archi, le architetture dipinte della Sala dei Mori.
Che sono diventati parti integranti di questa mostra, insieme alle macchine matematiche dell’Università degli Studi di Modena, ai trattati rinascimentali – in fac simile o in postazione digitale – di Piero della Francesca, Luca Pacioli e Albrecht Dürer, di cui è esposto in originale la celebre Melancholia. Una sezione è poi dedicata alle opere originali di Tobia Ravà: dal Leviatano (uno squalo di oltre quattro metri) che accoglie i visitatori nel cortile d’onore, ai Puff cubochromi, alle architetture prospettiche, ogni forma è definita con numeri, sequenze matematiche, segni della cabala ebraica.
L’organizzazione della mostra, curata dai Musei di Palazzo dei Pio, dal Liceo scientifico statale Manfredo Fanti, dall’Università degli studi di Modena/Piano Lauree Scientifiche, dall’Associazione Macchine Matematiche di Modena in collaborazione con il Castello dei ragazzi di Carpi, rientra nel progetto Io Amo i Beni Culturali, promosso da Istituto Beni Culturali e Assessorato Scuola della Regione Emilia-Romagna. Attraverso il progetto, l’educazione al patrimonio culturale viene utilizzata come strumento per acquisire competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa, consapevolezza ed espressione culturali. Ai giovani studenti si offre l’occasione così di sperimentare il museo come luogo di apprendimento attivo, spazio ideale non solo per apprendere conoscenze legate al curricolo scolastico attraverso esperienze pratiche. I musei, a loro volta, possono trovare nei giovani coinvolti lo stimolo per valorizzare in modo innovativo il loro patrimonio. Infatti le attività collaterali alla mostra, visite guidate e attività didattiche per le scuole sono condotte dagli studenti del Liceo Fanti, che da ottobre a gennaio hanno seguito un percorso di formazione, sui contenuti e sui metodi, per rendere esperienza pratica l’apprendimento culturale.
Che sono diventati parti integranti di questa mostra, insieme alle macchine matematiche dell’Università degli Studi di Modena, ai trattati rinascimentali – in fac simile o in postazione digitale – di Piero della Francesca, Luca Pacioli e Albrecht Dürer, di cui è esposto in originale la celebre Melancholia. Una sezione è poi dedicata alle opere originali di Tobia Ravà: dal Leviatano (uno squalo di oltre quattro metri) che accoglie i visitatori nel cortile d’onore, ai Puff cubochromi, alle architetture prospettiche, ogni forma è definita con numeri, sequenze matematiche, segni della cabala ebraica.
L’organizzazione della mostra, curata dai Musei di Palazzo dei Pio, dal Liceo scientifico statale Manfredo Fanti, dall’Università degli studi di Modena/Piano Lauree Scientifiche, dall’Associazione Macchine Matematiche di Modena in collaborazione con il Castello dei ragazzi di Carpi, rientra nel progetto Io Amo i Beni Culturali, promosso da Istituto Beni Culturali e Assessorato Scuola della Regione Emilia-Romagna. Attraverso il progetto, l’educazione al patrimonio culturale viene utilizzata come strumento per acquisire competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa, consapevolezza ed espressione culturali. Ai giovani studenti si offre l’occasione così di sperimentare il museo come luogo di apprendimento attivo, spazio ideale non solo per apprendere conoscenze legate al curricolo scolastico attraverso esperienze pratiche. I musei, a loro volta, possono trovare nei giovani coinvolti lo stimolo per valorizzare in modo innovativo il loro patrimonio. Infatti le attività collaterali alla mostra, visite guidate e attività didattiche per le scuole sono condotte dagli studenti del Liceo Fanti, che da ottobre a gennaio hanno seguito un percorso di formazione, sui contenuti e sui metodi, per rendere esperienza pratica l’apprendimento culturale.
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