Gladiatori - Presentazione
Dal 31 Marzo 2021 al 31 Marzo 2021
Napoli
Luogo: MANN - Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Indirizzo: Piazza Museo
Enti promotori:
- Regione Campania
Sito ufficiale: http://www.museoarcheologiconapoli.it/it/
Il grande evento della programmazione 2021 del Museo Archeologico Nazionale di Napoli; la mostra che coniuga archeologia e tecnologia per raccontare un mito di tutti i tempi; il progetto scientifico che, senza sacrificare il rigore metodologico, unisce istituzioni italiane e straniere sotto l’egida di un condiviso percorso di conoscenza.
Sono tanti i modi per definire “Gladiatori”, l’esposizione che, presentata in anteprima digitale il 31 marzo, è in programma al MANN sino al 6 gennaio 2022.
Cuore dell’allestimento sono centosessanta reperti che, nel Salone della Meridiana, risultano suggestivi tasselli di un affascinante viaggio di ricerca in sei sezioni: 1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti; 2) Le armi dei Gladiatori; 3) Dalla caccia mitica alle venationes; 4) Vita da Gladiatori; 5) Gli Anfiteatri della Campania; 6) I Gladiatori “da per tutto”.
Parte integrante dell’itinerario è la “settima sezione” tecnologica che, intitolata significativamente “Gladiatorimania” e concentrata nel Braccio Nuovo del Museo, costituisce un vero e proprio strumento didattico e divulgativo per rendere accessibili a tutti, adulti e ragazzi, i diversi temi della mostra.
«Idoli delle folle, bramati dalle donne e protagonisti di storiche ribellioni, i gladiatori furono baciati da una fama che già alla loro epoca varcò i confini delle arene e che nel corso dei secoli si è ulteriormente ingigantita», dice il direttore del MANN, Paolo Giulierini «Basta pensare ai tanti film che ne hanno spettacolarizzato le vicende o al ruolo che il termine stesso ha assunto nel nostro vocabolario e nella quotidianità. Quante volte abbiano definito 'gladiatori' gli idoli dello sport e del calcio in particolare? E “Gladiatori del nostro tempo” sono certamente donne e uomini coraggiosi che si battono per portare al successo nobili missioni, primi tra tutti gli operatori sanitari in lotta contro Covid-19. La mostra ha l'ambizione di raccontare non solo il mito, ma anche la dimensione umana del gladiatore: non ne nasconde gli elementi più duri, ma li inserisce in una cornice più ampia, rivelando gli uomini sotto gli elmi e il contesto storico in cui vivevano. Da un certo punto di vista, è l' esposizione più sofferta e simbolica che abbiamo realizzato al MANN: come gli antichi gladiatori, oggi ci sentiamo tutti un po' feriti e sofferenti. Ma, prendendo spunto dal loro coraggio e dalla loro tenacia, siamo pronti a rialzarci».
“Gladiatori” è frutto di un’intensa rete scientifica interistituzionale: la prima tappa dell’allestimento è stata presentata all’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig ed è nata dalla volontà di narrare la fortuna degli antichi spettacoli in tutte le aree dell’Impero Romano; oggi, l’esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli si arricchisce del focus sugli Anfiteatri Campani ed, ancora, del taglio interattivo di “Gladiatorimania”.
Tra le partnership prestigiose di “Gladiatori” non può mancare, naturalmente, il Parco Archeologico del Colosseo, che è unito al MANN da un protocollo d’intesa per valorizzare la comune programmazione culturale. “Gladiatori”, inoltre, conclude un percorso di ricerca che ha previsto la collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei per la realizzazione di itinerari espositivi sui legami tra l’antica città vesuviana e gli Egizi, i Greci, gli Etruschi e Roma: quest’ultima tappa è rappresentata da “Pompei 79 d.C. Una storia romana”, in programma al Parco Archeologico del Colosseo, cui il MANN ha prestato un consistente nucleo di importanti reperti.
La mostra “Gladiatori” è stata promossa con il sostegno della Regione Campania e avrà approfondimenti ad hoc nell’Ecosistema Digitale per la Cultura della Regione Campania (https://cultura.regione.campania.it ); partner dell’esposizione è Intesa Sanpaolo. Il progetto scientifico dell’allestimento è a cura di Valeria Sampaolo (già Conservatore presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli), mentre il coordinamento è di Laura Forte (Responsabile Ufficio Mostre al MANN ed Archivio Fotografico del MANN).
L’allestimento è accompagnato da un catalogo edito da Electa.
Le sezioni della mostra
Dal funerale degli eroi al duello per i defunti
Un viaggio a ritroso nel tempo per intraprendere il percorso di visita: la prima sezione della mostra rintraccia, nei riti funerari e nei combattimenti in onore dei defunti, gli elementi che costituiscono gli antecedenti delle esibizioni dei Gladiatori.
Tra i nove manufatti esposti in questo segmento iniziale dell’allestimento, si parte naturalmente dal Vaso di Patroclo (340-320 a.C.), appartenente alle collezioni del MANN: il cratere fu scoperto casualmente a Canosa nel 1851, all'interno di una monumentale sepoltura sotterranea destinata ad ospitare le spoglie di un cavaliere. Il vaso, alto oltre un metro e mezzo, presenta una ricca decorazione: la scena principale si sviluppa su tre registri e si ispira all'Iliade di Omero. Il centro della raffigurazione è occupato dalla pira che, identificata dalla scritta "Patroklou taphos" (tomba di Patroclo), era stata fatta preparare da Achille per il funerale dell'amico morto.
Al IV sec. a.C. risalgono le lastre provenienti dalla Necropoli del Gaudo di Paestum; si tratta della tomba 7, tra cui spiccano, in particolare, due raffigurazioni: la prima scena è una lotta tra guerrieri, accompagnati da una suonatrice di doppio flauto; la seconda è una caccia al cervo.
In questa sezione, si può ammirare anche il rilievo con scena di combattimento di Gladiatori (I sec. a.C.), rinvenuto a Roma sulla via Ostiense: il reperto, custodito al Museo Nazionale Romano e proveniente da un antico monumento funerario, è messo in dialogo con l’opera di Francesco Morelli, che riproduce la decorazione ormai perduta della tomba pompeiana detta di Umbricio Scauro.
L’olio su tela di Francesco Netti riflette la rilettura contemporanea del mito dei gladiatori: nel dipinto, in prestito dal Museo di Capodimonte, la raffigurazione degli eroi al triclinio dopo il combattimento all’arena.
Le armi dei Gladiatori
Non semplici strumenti per lo scontro con gli avversari, ma simbolo della provenienza etnica e delle classi dei Gladiatori: in mostra, è possibile ammirare i circa cinquanta esemplari della celebre collezione di armi, provenienti soprattutto da Pompei ed appartenenti al patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I reperti (tra questi, elmi, scudi, schinieri, spallacci, cuspidi di lancia, pugnali, spade), soltanto sporadicamente esposti all’Archeologico nella loro completezza, entreranno a far parte del nuovo ed ampliato allestimento pompeiano del MANN: nella sua varietà e ricchezza, fu proprio questa raccolta ad essere fonte d’ispirazione per il celebre film sui Gladiatori di Ridley Scott e con Russel Crowe.
La collezione rappresenta la più celebre raccolta di armi di epoca romana giuntaci dall’antichità: nel Settecento, fu ritrovata Pompei nel Quadriportico dei Teatri, adibito a Caserma dei Gladiatori dopo il terremoto del 62 d. C.
Sottoposta, dall’epoca borbonica in poi, a successive campagne di restauro, la raccolta è stata anche ammirata in occasione di importanti esposizioni internazionali, organizzate in Europa e negli Stati Uniti: tramite i reperti, spesso riccamente decorati, è possibile cogliere le differenze tra le diverse classi dei Gladiatori.
Tra le tipologie più note, vi è il Mirmillone: indossava un elmo pesante, che copriva l’intero volto, attaccava con una lunga spada e si difendeva con un largo scutum ricurvo, mentre le gambe erano protette con un solo schiniere (ocrea), spesso adornato con motivi mitologici.
Nell’allestimento, così, si ritrovano veri e propri capolavori, che testimoniano quanto le armi dei gladiatori siano quasi creazioni artistiche, caratterizzate da un articolato sistema decorativo: a questo proposito, gli studiosi hanno osservato che la collezione pompeiana includesse esemplari da parata, non necessariamente indossati durante gli scontri.
Risaltano gli elmi, come quello con gorgoneion(sulla crista del reperto, Marte, grifi ed eroti), con Muse (sulla crista, giovane con siringa e pedum, strumenti musicali), con gladiatori tra amorini armati (sulla crista, erma di Ercole e scene di baccanali), con scene della caduta di Troia, con personificazione di Roma, barbari e prigionieri, trofei e vittorie.
Spaziando tra questi reperti, in mostra è possibile quasi cimentarsi a ricostruire l’armatura di un Mirmillone: come caso esemplificativo, assumiamo lo splendido Elmo con Muse e l’ocrea, entrambi componenti realizzati con un ricco apparato decorativo. Sulla calotta dell’elmo, vi è un altorilievo, in cui sono raffigurate, da un lato, Clio (Musa della Storia) e Polimnia (Musa dell’Arte), mentre sono di fronte Urania (Musa dell’Astronomia) ed Euterpe (Musa della Poesia Lirica). Sull’ocrea, invece, ci sono due schiere di amorini: il primo gruppo di tre eroti trasporta un fulmine, un elmo, un’asta ed un caduceo; il secondo terzetto, invece, realizzato in bassorilievo di dimensioni più piccole, caccia un cinghiale con l’aiuto dei cani.
Avversario immancabile del Mirmillone era il Trace, il cui nome conserva ancora la connotazione etnica di una delle popolazioni nemiche di Roma: questo combattente aveva un elmo che, prescindendo dalla maggiore o minore raffinatezza di esecuzione, era caratterizzato da un cimiero con la riproduzione di grifone; nell’esemplare della collezione del MANN, spiccano anche la tesa dritta e l’apertura per gli occhi con piccole grate.
Diversa la dotazione di armi che accompagnava il Secutor: si opponeva al Retiarius, indossando elmo tondeggiante (due gli esemplari in esposizione) e scudo liscio per non consentire appigli alla rete dell’avversario. Simile a quella del Secutor è l’armatura del cosiddetto Provocator: portava un elmo liscio con paranuca posteriore, impugnava armi da taglio e si sfidava quasi esclusivamente con la stessa categoria di combattenti; da non perdere, nell’esposizione, due elmi con aquila, busto di Ercole, maschera e con gladiatore tra elmo e spada.
Il Reziario, infine, combatteva sollevando una rete munita di pesi per avvolgere gli sfidanti: tra le armature specifiche di questa tipologia di gladiatore, figura il galerus (placca protettiva su spalla sinistra, estesa a proteggere la gola), che in mostra ritroviamo con interessanti esemplari (galerus con busto di Eracle ed amorini e con delfino, tridente, ancora, timone e granchio).
Nella sezione, vi sono anche diversi reperti legati ai momenti musicali che accompagnavano le gare dei Gladiatori: tra questi, sempre da Pompei, alcuni cornua del I sec. d.C. ed una copia moderna di una doppia tibia da un originale del I sec. d.C. (il prestito è dal Museo della Civiltà Romana).
In dialogo con la splendida collezione di armi da Pompei, vi sono alcuni rilievi: risale alla fine del I sec. a.C. la scena di combattimento fra Gladiatori, in prestito dal Parco Archeologico del Colosseo; dai Musei Capitolini proviene la raffigurazione dello scontro tra Retiarius e Secutor.
Dislocato in Atrio, per accogliere i visitatori, il grande rilievo (età neroniana-flavia) con scene di spettacoli gladiatori: il reperto (dalla necropoli marittima di Pompei) fa parte delle collezioni del MANN. Qui la rappresentazione segue le tre fasi dei giochi: nel registro superiore, vi è la parata, durante la quale sfilavano i partecipanti alla giornata di giochi; nel registro centrale, che ha dimensioni maggiori, si svolge il combattimento tra i Gladiatori; nella parte inferiore, la caccia di animali feroci.
Caratterizza la sezione, infine, un’imperdibile incursione nell’arte contemporanea: al genio di Giorgio De Chirico è affidata la suggestiva rappresentazione pittorica “Gladiatori e arbitro III” (1931, Udine, Casa Cavazzini).
Dalla caccia mitica alle venationes
Le venationes rappresentavano il momento di apertura degli spettacoli gladiatori: istituite nel 186 a.C. da Marco Fulvio Nobiliore e restate in voga sino al tramonto dell’Impero (l’ultimo spettacolo di questo genere fu organizzato sotto Teodorico nel 523 d.C.), le cacce nelle arene rivestivano un profondo valore politico, culturale e simbolico.
I venatores, infatti, incarnavano le virtù di tenacia e coraggio e si cimentavano negli scontri con gli animali dopo un duro allenamento: si calcola che circa due milioni e mezzo di fiere, che provenivano da diverse regioni dell’Impero (Africa Settentrionale, Asia Minore, Germania), furono ammazzate in oltre cinque secoli di lotte. Peculiare la scenografia in cui si svolgevano le venationes: nelle arene erano allestiti veri e propri spettacoli, con fondali ed ambientazioni di matrice storica e mitologica; gli animali feroci, con cui solitamente si cimentavano gli i cacciatori, erano bufali, orsi, leoni ed elefanti.
Tra le sette opere esposte in questa sezione della mostra, spicca la lastra Campana con scena di venatio nel circo (Museo Nazionale Romano): l’opera, che fa parte di un fregio realizzato tra 40 e 60 d.C., raffigura una caccia nel Circo Massimo, riconoscibile dalla colonna sormontata da una statua e da altri elementi architettonici.
Nell’allestimento, è possibile ammirare anche il pluteo con caccia di Meleagro ed Atalanta (II sec. d.C, Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere), che rievoca il sostrato mitologico degli spettacoli, così come il graffito con animali, proveniente dagli scavi romani di Aventicum e conservato nel Musée Romain di Avenches.
Dal sito archeologico di Augusta Raurica e dal patrimonio del relativo Antiquarium è stato dato in prestito l’interessante reperto di un cranio di orso (II sec. d.C.), mentre più tardi sono la coppa con scena di damnatio ad bestias (seconda metà IV- V sec. d.C., dal Museo della Cripta del Museo Nazionale Romano) ed il dittico di Flavio Areobindo, il cui termine post quem è il 506 d.C. (l’opera è conservata presso Zurich Schweizerisches Landesmuseum).
Articolata la decorazione del dittico: nella parte superiore, è visibile il console che dà inizio agli spettacoli; nella sezione inferiore, vi sono spettatori intorno all’arena, mentre assistono ad una caccia di leoni e ad una sfida di alcuni atleti contro gli orsi.
Vita da Gladiatori
Il mito dei Gladiatori ha avuto una fortuna perenne, dall’antichità sino ai giorni nostri: accanto alle figure degli eroi, la mostra del MANN si propone di raccontare la dimensione più “umana” dei protagonisti dei celebri scontri nelle arene imperiali.
In questa sezione, i reperti permettono di ricostruire le caratteristiche della “persona sotto l’elmo”, partendo da alcuni e specifici aspetti della dimensione più “lontana dall’arena”: l’alimentazione; la medicina e la chirurgia; l’individuo e la morte.
Nell’allestimento, dunque, sono presenti alcuni reperti di archeobotanica del MANN: si tratta di panico, orzo, favino, lenticchie, farro, di provenienza vesuviana e databili al I sec. d.C.
I Gladiatori avevano una dieta molto povera di proteine animali e basata, piuttosto, su cereali e legumi: non a caso, i combattenti furono definiti hordearii, mangiatori di orzo.
Questa tipologia di alimentazione sembrava favorire la formazione di grasso corporeo, che potesse proteggere meglio dai violenti attacchi dei nemici; accanto ai cibi, secondo Galeno (medico in una palestra di Gladiatori), si aggiungeva una mistura tonica di cenere ed ossa, per fornire una buona capacità di resistenza nei duelli.
La cura della persona passava, naturalmente, anche attraverso i rimedi per lenire le ferite inflitte durante i combattimenti e le venationes. In mostra, vi sono alcuni suggestivi reperti, che testimoniano le pratiche mediche e chirurgiche più seguite: tra gli esemplari esposti, necessario menzionare il coperchio decorato della cassetta medicale (Ercolano, I sec. d.C.), la cassetta medicale in bronzo, l’astuccio con strumenti, la pinza da dentista, la pinza e la ventosa chirurgica, il flebotomo e tre strigli decorati con gladiatori (tutti questi ultimi esemplari provengono da Pompei e sono databili al I sec. d.C.).
Nella sezione, uno spazio di approfondimento è dedicato al Gladiatore narrato attraverso le iscrizioni ed i rilievi funerari: dall’Antikenmuseum di Basilea proviene la stele di Peneleos (III sec. d.C.), mentre dai Musei Capitolini giunge in prestito la stele di Aniceto (II d.C.); infine, è stata rinvenuta a Pozzuoli, ma appartiene alle collezioni del MANN, l’iscrizione funeraria del Mirmillone Paeraegrinus (201-300 d.C.).
Due le curiosità di questo segmento dell’allestimento: Gladiatori ospita, infatti, tre degli scheletri ritrovati in una vasta necropoli di gladiatori portata alla luce a York; i resti, che appartengono ad uomini di differenti età (20/20 anni, 18/25 anni e 36/45 anni), restituiscono anche una serie di elementi utili alla ricostruzione dell’area di provenienza e del regime alimentare dei lottatori.
Completano la sezione anche alcuni splendidi gioielli d’oro rinvenuti nella Caserma dei Gladiatori a Pompei: tra i monili, spiccano due anelli d’oro, così come i braccialetti di lamina ripiegata: secondo gli studiosi, gli ornamenti appartenevano ad uno dei tanti fuggiaschi che si rifugiò nel Quadriportico dei Teatri per scongiurare la morte. Superata, ormai, la visione “romanzata” , seppur suggestiva, che ne attribuiva la proprietaria ad una donna, ritenuta amante di un Gladiatore.
Gli Anfiteatri della Campania
Tra nuove tecnologie ed archeologia: questa sezione della mostra, attraverso modelli, apparati grafici e supporti digitali, rappresenta un interessante focus sugli antichi anfiteatri.
Risale alla fine del II sec. a. C. la realizzazione degli edifici destinati ad accogliere gli spettacoli gladiatori: proprio in Campania, furono innalzate le prime costruzioni stabili per i munera sino a quel momento svolti nel Foro.
Diverse le peculiarità di questo segmento allestitivo: per la prima volta, grazie ad un progetto realizzato da Altair 4 Multimedia, sono state ricostruite virtualmente le sequenze di affreschi che adornavano l'Anfiteatro di Pompei. Le pitture, scoperte tra il 1813 ed il 1815, abbellivano il muro di separazione tra l'arena e le gradinate dell'edificio: le opere non ebbero lunga vita a seguito del loro ritrovamento, perché, dopo un primo danneggiamento da parte di ignoti, crollarono definitivamente nel 1816. Si deve a Francesco Morelli, che ne riprodusse i dettagli con le proprie tempere esposte in mostra, la successione fedele dei sei pannelli figurati: tra le singole rappresentazioni, vi erano otto sezioni dipinte a squame ed a finto marmo, separate da erme, Vittorie su globo e candelabri metallici su fondo rosso. Suggestiva l'iconografia riproposta nell'antico Anfiteatro: negli affreschi, vi erano la scena di apertura di un munus, le quattro cacce tra animali ed i due gladiatori collocati ai lati dell'ingresso. L'innovativa ricostruzione di Altair 4 Multimedia, basandosi sulle opere di Morelli, parte dal confronto virtuale tra l'Anfiteatro come è oggi e l'edificio del passato: è un volo di uccello che accompagna la progressiva ricomposizione digitale dell'edificio, "svelato" anche nel proprio legame con il contesto urbano adiacente.
Ancora dedicato a Pompei, è il modello in sughero dell'Anfiteatro, realizzato da Domenico Padiglione ad inizio del XIX secolo e restaurato proprio in occasione dell'exhibit sui Gladiatori: il prototipo è posto in dialogo con il celebre affresco della rissa tra Pompeiani e Nocerini, opera appartenente alle collezioni del MANN.
Dall'antica città vesuviana agli altri centri della Campania: nell'allestimento, non mancano approfondimenti dedicati all'Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, presentato grazie ad un plastico ricostruttivo; in mostra, anche due reperti, l'Afrodite vincitrice ed il busto di Psiche, testimonianza della splendida decorazione scultorea dell'edificio. Ancora, uno spazio ad hoc è riservato al prototipo di "ascensori" che si trovavano nell'Anfiteatro di Pozzuoli e fungevano da montacarichi per trasportare le fiere dai sotterranei all'arena. In video, un viaggio alla scoperta degli anfiteatri che costellavano anche le aree interne della Regione.
In sezione, presente un "omaggio" scientifico ed archeologico all'Anfiteatro Flavio romano: è possibile ammirare, infatti, alcuni frammenti della decorazione marmorea del Colosseo, tra cui spiccano i resti di una balaustra con testa di coccodrillo, il locum con iscrizione "Sereni" e la transenna con cornucopia (tutti questi reperti sono databili tra il III ed il IV sec. d.C.)
I Gladiatori “da per tutto”
Il mito dei Gladiatori non è stato mai confinato al solo ambito delle arene: già nell'antichità, la fortuna di questi combattenti è stata "tradotta" nell'apparato decorativo (musivo e parietale) e nelle suppellettili presenti nelle case dei romani.
Questa sezione della mostra segue, così, la fortuna dei Gladiatori tra dimensione domestica ed arte: da non perdere, tra gli oggetti della vita quotidiana, alcuni reperti delle collezioni del MANN come le tre lucerne pompeiane con rappresentazioni di gladiatori (da Pompei, I sec. d. C.) ed il bronzetto di gladiatore che combatte contro il proprio fallo trasformato in pantera (da Ercolano, I sec. d.C.); suggestive anche le tre coppe pompeiane con venationes e duelli tra gladiatori (I sec. d.C.).
Dal sito archeologico di Aventicum (Musée Romain, Avenches) provengono la statuetta di Secutor (II sec. d.C.), due frammenti di vetro decorati (II sec. d.C.) e la copia moderna di un manico (III sec. d.C.) con Secutore Retiarius; sono in prestito dall'Antiquarium di Augusta Raurica, tra gli altri reperti, una lucerna a forma di elmo (II sec. d.C.) ed un intonaco con gladiatore graffito (II-III sec.d.C:), mentre dall'Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea giungono in mostra due lucerne (fine II- inizi III sec. d.C.) ed una coppa con combattimenti tra Gladiatori (II sec. d.C.).
Straordinario culmine della mostra è il Mosaico pavimentale di Augusta Raurica (fine secondo sec. d.C.): l'opera fu rinvenuta nel 1961, duranti gli scavi nell'Insula 30 del sito archeologico di Augusta Raurica e sorprese gli scopritori per l'estensione della superficie (6,55 X 9,8 metri).
La scena musiva si divide in tre registri: un segmento centrale con figure policrome, una cornice ornamentale anch'essa policroma (sei riquadri rivolti verso l'esterno con raffigurazioni di gladiatori) ed un motivo a lastroni. Ci sono giunti cinque dei sei riquadri con combattimenti ed in queste rappresentazioni i duelli si svolgono sempre fra classi diverse di gladiatori: nella realizzazione del manufatto, spicca non soltanto la resa attenta delle armi e del vestiario, ma anche la scelta artistica di raccontare il momento fatale della lotta, quando si decide chi è il vincitore e chi è lo sconfitto. Appare escluso il legame tra la committenza dell'opera ed il mondo della gladiatura: piuttosto, anche in questo caso, il motivo iconografico riflette la fortuna degli spettacoli in tutto il mondo romano.
Il Mosaico di Augusta Raurica è esposto al MANN, così come nella prima tappa della mostra all'Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea, dopo la campagna di restauro sul reperto.
Il capolavoro non è stato mai presentato in alcun allestimento in Italia.
Il percorso off: tra tecnologia e didattica, nel Braccio Nuovo del MANN è “Gladiatorimania”
Potrebbe essere definita la settima sezione della mostra: in realtà “Gladiatorimania” è un itinerario off, che, prima o dopo aver visitato l’allestimento nel Salone della Meridiana, permette di raccontare i Gladiatori anche grazie alle più innovative tecnologie della comunicazione.
Dal piano terra del Braccio Nuovo del Museo, oltrepassando un ingresso che ripropone le suggestioni dell’accesso in un Anfiteatro realizzato da Scenografie Rubinacci, è possibile seguire, in due livelli, un suggestivo racconto incentrato su diversi temi: l’addestramento; la dieta dei Gladiatori ed il cibo del pubblico; il combattimento; le armature, i luoghi dei giochi e le venationes; i conforts in anfiteatro; la cura del corpo in anfiteatro: tra profumi e ferite; la fortuna dei Gladiatori; Gladiatori in gioco.
Contrassegnano il percorso, proprio per definirne la natura divulgativa , i disegni, firmati da Mario Testa (Scuola Italiana di Comix) ed inclusi nella pubblicazione Panini dedicata ai Gladiatori.
Parte 1: L’addestramento
Il viaggio inizia, naturalmente, dalla formazione degli antichi combattenti: in esposizione vi sono le riproduzioni di armi, il diorama della palestra di Lentulo Batiato a Capua e quello con figure di gladiatori nella palestra prima del combattimento (realizzazione diorami: Ars Invicta). In esposizione anche due ampolle di olii con strigile per la detersione del corpo dopo gli allenamenti (Rancati). Grazie ai monitor collocati nell’allestimento, possibile soffermarsi su un cortometraggio in computer grafica con la ricostruzione della Schola Armaturarum(il video è a cura dell’architetto Marco Capasso – Marco Capasso Studio Creativo). Nel cavedio, la visita continua con la suggestione della riproduzione dell’interno del Quadriportico dei Teatri di Pompei, luogo di allenamento dei gladiatori.
Parte 2 – La dieta dei gladiatori e il cibo del pubblico
Tra passato e presente, quasi per essere a tavola con gli eroi delle arene: in allestimento, vi è un video sulla vita quotidiana dei gladiatori, in cui si analizzano gli elementi di continuità con la dieta degli atleti di oggi. Nei pannelli in sala, presente anche un focus sul cibo del pubblico, prima e durante gli spettacoli. Da non perdere una piccola postazione olfattiva, allestita con gli arredi scenici della ditta Rancati che, tramite campioni per il pubblico, permette di percepire gli aromi di alcuni degli alimenti che, in tutte le zone dell’Impero, costituivano la base per preparare il corpo agli allenamenti.
Parte 3 – Il combattimento
Le riproduzioni delle “classi” dei Gladiatori grazie ai disegni di Luca Tarlazzi e i filmati in 3D per conoscere i segreti della gladiatura a cura del prof. Aldo Zappalà, la riproposizione di arredi romani negli anfiteatri ed il modello di un corno, forniti sempre dalla ditta Rancati: grazie ad una piccola sala proiezioni ed al nutrito apparato didattico, declinato in pannelli e ricostruzioni per il pubblico, è possibile dialogare con i più importanti contenuti archeologici della mostra, vivendo un percorso suggestivo per grandi e piccoli.
Parte 4 – Le armature e i luoghi dei giochi
In esposizione, la copia di elmo da gladiatore in bronzo (Fonderia Nolana Del Giudice), che può essere toccato dal pubblico per capire consistenza e fattura di un simbolo dell’armatura dei Gladiatori; in allestimento, didascalie in braille per favorire la comprensione del pezzo esposto anche da parte degli ipovedenti e dei non vedenti (a cura dei Servizi Educativi del MANN). Disponibile la proiezione di un filmato con le fasi di costruzione dell’elmo da gladiatore: dalla scansione dell’opera originale alla fusione in bronzo della copia, inclusa la ricostruzione tridimensionale delle decorazioni dell’elmo (il cortometraggio è a cura del prof. Aldo Zappalà). In allestimento, vi sono anche le riproduzioni di corazze in scala 1:1 (arch. Silvano Mattesini) ed i diorami Lego anfiteatro (Antonio Cerreti). Sono dedicati agli edifici che ospitavano gli spettacoli, il video 3D sugli anfiteatri campani (prof. Aldo Zappalà) ed il filmato 'Le pitture dell'anfiteatro di Pompei' (Altair 4 Multimedia). Disponibili anche approfondimenti sul meccanismo di trasporto delle fiere nelle arene degli Anfiteatri in occasione delle venationes e sulle tipologie di animali impiegati nei giochi (a cura dello ZOO di Napoli).
Parte 5 – Cura del corpo in anfiteatro: tra profumi e ferite
Bellezza e medicina per conoscere da vicino i Gladiatori, gli spettatori ed i confort previsti in anfiteatro. Presente, grazie alla rete con Il Museo delle Arti Sanitarie di Napoli diretto dal prof. Gennaro Rispoli, un corner dedicato all’origine della medicina con un focus sulla cura delle ferite e dei traumi dei gladiatori: la sezione didattica comprende le riproduzioni di strumenti chirurgici di epoca antica a confronto con gli strumenti moderni, per capirne a fondo l’evoluzione.
Parte 6 – La fortuna dei gladiatori
E’ la sezione più cinematografica del percorso off: in allestimento, per i cinefili e non solo, il coprispalla usato da Russel Crowe nel film ‘Il gladiatore’. Da non perdere anche la ricostruzione del dipinto ‘Pollice verso’ di Jean-Leon Gerome (Antonio Cerreti), il diorama sui Gladiatori/Ufo Robot (Ars Invicta) ed il filmato più didattico sulla fortuna iconografica dei Gladiatori (Altair 4 Multimedia ed Ars Invicta).
Parte 7 – Gladiatori in gioco
Questa sezione costituisce la parte ludica della mostra: in sala, sono allestite sagome di gladiatori autoportanti (su sfondo), ritratti nei disegni della Scuola Italiana di Comix: è possibile, così, scattare una foto accanto all’immagine del combattente; ancora, una lavagna con grandi fogli dà l’opportunità di disegnare, facendo liberare la fantasia di grandi e piccoli. Infine, una novità: “Gli scacchi archeologici del MANN”, realizzati dallo studio 3DnA s.r.l (Alessandro Manzo, Fabio Tango, Stefano Ciaramalla, Mariano Abbate). I pezzi del gioco sono costituiti da immagini dei reperti esposti al Museo. Anche in questo caso è presentato un prototipo tattile con didascalie in braille a cura dei Servizi Educativi del MANN su una proposta progettuale di Ludovico Solima (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”).
Nella saletta Ambassador a piano terra del Museo, è proiettato il video “Gladiatori di carta”, realizzato da due artisti (Sara Lovari per i costumi di carta e Mauro Maurizio Palumbo per la coreografia): il cortometraggio si intitola 'Gladiatori di carta' e mette in luce anche la fragilità, dietro le armature, dei personaggi che, spesso, erano chiamati (costretti) a diventare gladiatori; in esposizione vi è anche l’armatura di carta usata per il cortometraggio.
L’allestimento della sezione “Gladiatorimania” è firmato dall’architetto Silvia Neri con lo scenografo Paolo Pariota; il progetto grafico è di Francesca Pavese con Sintesi Studio. I testi sono di Valentina Cosentino e Rosaria Perrella.
I contenuti multimediali, così come le ricostruzioni virtuali dell’Anfiteatro di Pompei, sono stati inseriti nel quadro di interventi promossi nell’ambito del PON sulla digitalizzazione (PON CULTURA E SVILUPPO FESR 2014/20- Progetto “Digitalizzazione di fondi librari, archivistici e documentari cartacei custoditi dal MANN e informatizzazione dei relativi dati informatici”).
Il progetto di allestimento
Un allestimento “diffuso”, che personalizza gli spazi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli “a misura di Gladiatori”: non soltanto le aree espositive tout court (Atrio, Salone della Meridiana e Braccio Nuovo), ma tutti gli ambienti dell’edificio, inclusa la facciata esterna, invitano ad esplorare la grande mostra del MANN.
Sono, naturalmente, il Salone della Meridiana ed il Braccio Nuovo i “passaggi obbligatori” per entrare nel mondo dei Gladiatori, tra archeologia e modernità: nel Gran Salone, infatti, è possibile scoprire i centosessanta reperti dell’allestimento, esplorando le sei sezioni che raccontano un’arte antica secondo diversi nuclei di ricerca; nel Braccio Nuovo, invece, spazio alle nuove tecnologie, con il percorso off dedicato alle narrazioni multimediali ed alla fortuna, creativa ed artistica, di una figura storica dal successo planetario.
Non è azzardato dire che il percorso di visita di “Gladiatori” inizi già all’esterno dell’edificio museale: sulle finestre della facciata, infatti, per tutta la durata dell’allestimento, vi saranno esclusivamente gli stendardi con la riproduzione di alcuni suggestivi reperti presentati nell’exhibit. Da aprile 2021, inoltre, in Galleria Principe di Napoli, prevista una piccola mostra con i disegni del fumetto “Nico e l’elmo del Gladiatore”, realizzato da Blasco Pisapia: idea di fondo dell’allestimento è rafforzare il legame tra il Museo ed il quartiere, “portando” i gladiatori in città.
Nell’Atrio del MANN, prima di accedere allo scalone che porta al Salone della Meridiana dove si sviluppa l’itinerario di conoscenza del cuore archeologico della mostra, è possibile ammirare l’imponente rilievo (circa 4.5x1.5m) con la rappresentazione degli spettacoli dei gladiatori: come si è detto, il reperto appartiene idealmente alla sezione sulle armi degli antichi combattenti, ma è “isolato” all’ingresso del Museo quasi per dare il benvenuto ai visitatori ed indurli alla scoperta delle diverse “anime” dell’esposizione.
Sempre al piano terra del Museo, in un armonico gioco di rimandi tra antico e moderno, sulle aree di cantiere limitrofe alla caffetteria, i pannelli sono decorati con alcune illustrazioni della guida Panini dedicata ai Gladiatori: l’invito è a non perdere neanche la seconda tappa più didattica dell’exhibit, da visitare nel Braccio Nuovo.
Suggestivo l’allestimento nel Salone della Meridiana: qui, lungo gli ampi fondali curvi che rimandano all’architettura degli anfiteatri antichi, si svolge un ricco racconto, in sei isole, alla scoperta dell’identità e della quotidianità dei gladiatori.
Dal soffitto, sono sospesi alti teli, che presentano varie sfumature di colore, dal rosso scuro al giallo ferroso: i teli non solo contraddistinguono i segmenti della mostra, ma hanno anche un forte impatto scenografico, valorizzato dalle decorazioni, che riproducono antiche incisioni gladiatorie.
Nel Salone, il percorso di visita è arricchito dai plastici e dai corner multimediali, mentre assume indiscutibile potere evocativo la presentazione, a fine itinerario, del monumentale mosaico pavimentale di Augusta Raurica: il reperto, nella sua imponenza, è posto in dialogo con le decorazioni parietali ed i graffiti delle antiche case dei romani.
Nel Braccio Nuovo, la successione delle sezioni viene dettagliata dall'uso di diverse tipologie di illustrazioni che poi trovano spazio nelle pubblicazioni per ragazzi e nelle riproduzioni 3d. Ogni sezione tematica, così, ha il proprio linguaggio grafico.
L’allestimento della mostra è firmato dall’architetto Andrea Mandara con Claudia Pescatori; il progetto grafico è di Francesca Pavese.
“Gladiatori” per ragazzi
Il racconto illustrato nella pubblicazione di Franco Cosimo Panini Editore
Una giornata da Gladiatore: parte da un’unità temporale, che svela le tante attività per organizzare gli spettacoli nell’anfiteatro, il racconto illustrato dell’originale volume di Franco Cosimo Panini Editore.
La pubblicazione, dedicata a bambini e ragazzi dagli otto anni in su, nasce da un progetto e da un’idea dei Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Lucia Emilio/ staff: Elisa Napolitano ed Annamaria Di Noia), con la collaborazione dell’Ufficio Mostre (Laura Forte); le illustrazioni sono firmate da Mario Testa per la Scuola Italiana di Comix.
La narrazione si sviluppa su piani diversi, che si intrecciano grazie alla suggestione dei disegni ed alla proposta di quiz didattici e giochi a tema: la cornice della storia è rappresentata dalle avventure dell’editorMarcus Lucretius Rufus, organizzatore di spettacoli di Gladiatori.
In una giornata tipo, il personaggio deve selezionare i combattenti, scegliere ed allestire l’anfiteatro dove farli sfidare, predisporre i momenti di intrattenimento musicale e selezionare le fiere per le venationes: durante queste attività, il protagonista ha l’occasione di aprire vere e proprie finestre di approfondimento dedicate ai giovani lettori.
Dalle classi dei Gladiatori all’architettura degli antichi anfiteatri, dalla tipologia di armi utilizzate negli scontri e nelle parate alla fama dei Gladiatori, il volume intercetta temi che riescono a combinare dimensioni temporali soltanto apparentemente distanti: tra questi motivi, che includono una riflessione sull’attualità, le risse tra “tifoserie” diverse durante i giochi e la gladiatura al femminile.
Al lettore, tocca anche la possibilità di entrare nelle maglie nel racconto: le pagine “colora le venationes”, “crea il tuo gladiatore con gli stickers del libro” o il cruciverba a tema rappresentano un modo concreto per imparare senza rinunciare alla fantasia del gioco e del disegno.
La pubblicazione è tradotta anche in inglese.
“Nico e l’elmo del Gladiatore”: le avventure del personaggio di Blasco Pisapia incontrano la grande mostra del MANN
In occasione della mostra del MANN, è prevista la pubblicazione del terzo volume della serie per ragazzi su Nico: il fumetto, edito da Electa e realizzato nell’ambito del progetto universitario OBVIA- Out of boundaries viral art dissemination (referente: Daniela Savy/ Università degli Studi di Napoli “Federico II”), presenta testo e disegni con l’inconfondibile stile di Blasco Pisapia.
In una giornata qualsiasi, il giovane Nico è alle prese con una ricerca, che gli è assegnata dalla professoressa, immancabile personaggio della serie: l’argomento scelto è l’arte della gladiatura, ma la mancanza di tempo (è in programma una partita di calcio) spinge il protagonista ad un approccio “sul campo”, andando al Museo per vedere la mostra dedicata agli antichi combattenti.
Qui Nico incontra il suo amico di sempre, il Fauno Danzante, che lo accompagna nel Salone della Meridiana per scoprire l’allestimento del MANN: a differenza degli altri racconti, stavolta Nico abbandona la dimensione del presente, per compiere un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo.
Il ragazzino assiste ad uno spettacolo in un’arena romana, si allena insieme ai gladiatori e vive con loro un'avventurosa giornata nell'arena finché un sortilegio non restituisce la libertà a lui ed ai suoi compagni. Tra i co-protagonisti, anche Ursus, che fa parte di una “squadra” di Gladiatori di Capua.
“Nico e l’elmo del Gladiatore”, dedicato a lettori dagli otto anni in su, è così un itinerario della conoscenza, che declina ed approfondisce nozioni di storia ed archeologia, senza rinunciare ad un approccio metatemporale: grazie ad i fantastici personaggi del racconto, ci si può interrogare sui temi di sempre, dall’amicizia all’amore, dal sogno al viaggio.
Guardare “Gladiatori”: smart glasses per un’esperienza di visita in 3D
Per “Gladiatori”, così come in occasione della mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”, si conferma la realizzazione di smart glasses da indossare durante la visita: gli occhiali 3D sono dispositivi dotati di lenti completamente trasparenti e predisposte per la realtà aumentata; la tecnologia è predisposta da AR Tour su contenuti scientifici forniti dal MANN. Gli smart glasses, a differenza della realtà virtuale, consentono di contestualizzare l’esperienza durante la visita al Museo.
Grazie al software innovativo utilizzato da AR TOUR, è possibile proiettare sulle lenti degli occhiali 3D, in forma di ologrammi, diversi contenuti multimediali (immagini, filmati e ricostruzioni virtuali): così sono narrati, in tempo reale, i reperti esposti, visualizzandone la forma ed i colori originari, il luogo del ritrovamento ed eventuali note storiche.
Il Vaso di Patrocolo, le lastre tombali dalla Necropoli del Gaudo a Paustum, le iscrizioni murali e, soprattutto, la collezione di armi dei Gladiatori sono alcuni dei manufatti che possono essere inquadrati e raccontati dagli smart glasses.
Il servizio, che ha una propria postazione dedicata all’ingresso del Salone della Meridiana, prevede un costo di noleggio per gli occhiali di 5 euro (3 euro per minorenni, titolari di abbonamento Openmann ed Artecard).
#Siamotuttigladiatori: la programmazione culturale legata alla mostra
A cura del Servizio Educativo e Ricerca del MANN, saranno organizzati laboratori didattici, Incontri di Archeologia “Speciale Gladiatori”, conferenze con personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo; nell’ambito del festival ArcheoCineMANN, sarà proposta anche una rassegna cinematografica in rete con la Mediateca Santa Sofia di Napoli: “Gladiatori”, infatti, non è solo una mostra, ma un vero e proprio collettore di suggestioni, da “tradurre” in diversi itinerari di conoscenza.
L’hashtag #Siamotuttigladiatori accompagnerà la programmazione, al momento non ancora definita nei giorni e negli orari, a causa delle attuali disposizioni in materia di eventi in presenza.
La mostra “Gladiatori” sarà anche accompagnata da alcune iniziative che nasceranno dalla rete con altre istituzioni culturali: previsti, infatti, percorsi di approfondimento realizzati in collaborazione con la Direzione Musei della Campania con un focus nel Museo del Gladiatore dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere; dall’antica Capua, infatti, ebbe inizio la rivolta di Spartaco, che guidò i lottatori tenuti in condizione di schiavitù da Lentulo. Ancora, presso l’Anfiteatro di Pozzuoli verrà realizzato un percorso espositivo e multimediale, dal titolo “Proiezioni”: un racconto dei luoghi fondato sulla fusione delle suggestioni e delle informazioni veicolate da media diversi, seppur complementari, quali le forme scolpite del marmo, le riproduzioni digitali, le evocazioni sonore.
In occasione di “Gladiatori” sarà anche riattivata, alla riapertura del MANN, la Slide Door che, promossa nell’ambito del progetto Slide World, collegherà in tempo reale il Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il Parco Archeologico del Colosseo.
Prevista anche la nascita di una nuova partnership tra il MANN e lo Zoo di Napoli: presso lo Zoo sarà possibile individuare, grazie alle grafiche dedicate, il legame tra gli animali del presente e del passato, con un rimando alla mostra del Museo. Per l’estate, in programma incontri e laboratori (feeding time exhibit) con cibo in una sagoma a forma di Gladiatore.
Sono tanti i modi per definire “Gladiatori”, l’esposizione che, presentata in anteprima digitale il 31 marzo, è in programma al MANN sino al 6 gennaio 2022.
Cuore dell’allestimento sono centosessanta reperti che, nel Salone della Meridiana, risultano suggestivi tasselli di un affascinante viaggio di ricerca in sei sezioni: 1) Dal funerale degli eroi al duello per i defunti; 2) Le armi dei Gladiatori; 3) Dalla caccia mitica alle venationes; 4) Vita da Gladiatori; 5) Gli Anfiteatri della Campania; 6) I Gladiatori “da per tutto”.
Parte integrante dell’itinerario è la “settima sezione” tecnologica che, intitolata significativamente “Gladiatorimania” e concentrata nel Braccio Nuovo del Museo, costituisce un vero e proprio strumento didattico e divulgativo per rendere accessibili a tutti, adulti e ragazzi, i diversi temi della mostra.
«Idoli delle folle, bramati dalle donne e protagonisti di storiche ribellioni, i gladiatori furono baciati da una fama che già alla loro epoca varcò i confini delle arene e che nel corso dei secoli si è ulteriormente ingigantita», dice il direttore del MANN, Paolo Giulierini «Basta pensare ai tanti film che ne hanno spettacolarizzato le vicende o al ruolo che il termine stesso ha assunto nel nostro vocabolario e nella quotidianità. Quante volte abbiano definito 'gladiatori' gli idoli dello sport e del calcio in particolare? E “Gladiatori del nostro tempo” sono certamente donne e uomini coraggiosi che si battono per portare al successo nobili missioni, primi tra tutti gli operatori sanitari in lotta contro Covid-19. La mostra ha l'ambizione di raccontare non solo il mito, ma anche la dimensione umana del gladiatore: non ne nasconde gli elementi più duri, ma li inserisce in una cornice più ampia, rivelando gli uomini sotto gli elmi e il contesto storico in cui vivevano. Da un certo punto di vista, è l' esposizione più sofferta e simbolica che abbiamo realizzato al MANN: come gli antichi gladiatori, oggi ci sentiamo tutti un po' feriti e sofferenti. Ma, prendendo spunto dal loro coraggio e dalla loro tenacia, siamo pronti a rialzarci».
“Gladiatori” è frutto di un’intensa rete scientifica interistituzionale: la prima tappa dell’allestimento è stata presentata all’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig ed è nata dalla volontà di narrare la fortuna degli antichi spettacoli in tutte le aree dell’Impero Romano; oggi, l’esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli si arricchisce del focus sugli Anfiteatri Campani ed, ancora, del taglio interattivo di “Gladiatorimania”.
Tra le partnership prestigiose di “Gladiatori” non può mancare, naturalmente, il Parco Archeologico del Colosseo, che è unito al MANN da un protocollo d’intesa per valorizzare la comune programmazione culturale. “Gladiatori”, inoltre, conclude un percorso di ricerca che ha previsto la collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei per la realizzazione di itinerari espositivi sui legami tra l’antica città vesuviana e gli Egizi, i Greci, gli Etruschi e Roma: quest’ultima tappa è rappresentata da “Pompei 79 d.C. Una storia romana”, in programma al Parco Archeologico del Colosseo, cui il MANN ha prestato un consistente nucleo di importanti reperti.
La mostra “Gladiatori” è stata promossa con il sostegno della Regione Campania e avrà approfondimenti ad hoc nell’Ecosistema Digitale per la Cultura della Regione Campania (https://cultura.regione.campania.it ); partner dell’esposizione è Intesa Sanpaolo. Il progetto scientifico dell’allestimento è a cura di Valeria Sampaolo (già Conservatore presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli), mentre il coordinamento è di Laura Forte (Responsabile Ufficio Mostre al MANN ed Archivio Fotografico del MANN).
L’allestimento è accompagnato da un catalogo edito da Electa.
Le sezioni della mostra
Dal funerale degli eroi al duello per i defunti
Un viaggio a ritroso nel tempo per intraprendere il percorso di visita: la prima sezione della mostra rintraccia, nei riti funerari e nei combattimenti in onore dei defunti, gli elementi che costituiscono gli antecedenti delle esibizioni dei Gladiatori.
Tra i nove manufatti esposti in questo segmento iniziale dell’allestimento, si parte naturalmente dal Vaso di Patroclo (340-320 a.C.), appartenente alle collezioni del MANN: il cratere fu scoperto casualmente a Canosa nel 1851, all'interno di una monumentale sepoltura sotterranea destinata ad ospitare le spoglie di un cavaliere. Il vaso, alto oltre un metro e mezzo, presenta una ricca decorazione: la scena principale si sviluppa su tre registri e si ispira all'Iliade di Omero. Il centro della raffigurazione è occupato dalla pira che, identificata dalla scritta "Patroklou taphos" (tomba di Patroclo), era stata fatta preparare da Achille per il funerale dell'amico morto.
Al IV sec. a.C. risalgono le lastre provenienti dalla Necropoli del Gaudo di Paestum; si tratta della tomba 7, tra cui spiccano, in particolare, due raffigurazioni: la prima scena è una lotta tra guerrieri, accompagnati da una suonatrice di doppio flauto; la seconda è una caccia al cervo.
In questa sezione, si può ammirare anche il rilievo con scena di combattimento di Gladiatori (I sec. a.C.), rinvenuto a Roma sulla via Ostiense: il reperto, custodito al Museo Nazionale Romano e proveniente da un antico monumento funerario, è messo in dialogo con l’opera di Francesco Morelli, che riproduce la decorazione ormai perduta della tomba pompeiana detta di Umbricio Scauro.
L’olio su tela di Francesco Netti riflette la rilettura contemporanea del mito dei gladiatori: nel dipinto, in prestito dal Museo di Capodimonte, la raffigurazione degli eroi al triclinio dopo il combattimento all’arena.
Le armi dei Gladiatori
Non semplici strumenti per lo scontro con gli avversari, ma simbolo della provenienza etnica e delle classi dei Gladiatori: in mostra, è possibile ammirare i circa cinquanta esemplari della celebre collezione di armi, provenienti soprattutto da Pompei ed appartenenti al patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I reperti (tra questi, elmi, scudi, schinieri, spallacci, cuspidi di lancia, pugnali, spade), soltanto sporadicamente esposti all’Archeologico nella loro completezza, entreranno a far parte del nuovo ed ampliato allestimento pompeiano del MANN: nella sua varietà e ricchezza, fu proprio questa raccolta ad essere fonte d’ispirazione per il celebre film sui Gladiatori di Ridley Scott e con Russel Crowe.
La collezione rappresenta la più celebre raccolta di armi di epoca romana giuntaci dall’antichità: nel Settecento, fu ritrovata Pompei nel Quadriportico dei Teatri, adibito a Caserma dei Gladiatori dopo il terremoto del 62 d. C.
Sottoposta, dall’epoca borbonica in poi, a successive campagne di restauro, la raccolta è stata anche ammirata in occasione di importanti esposizioni internazionali, organizzate in Europa e negli Stati Uniti: tramite i reperti, spesso riccamente decorati, è possibile cogliere le differenze tra le diverse classi dei Gladiatori.
Tra le tipologie più note, vi è il Mirmillone: indossava un elmo pesante, che copriva l’intero volto, attaccava con una lunga spada e si difendeva con un largo scutum ricurvo, mentre le gambe erano protette con un solo schiniere (ocrea), spesso adornato con motivi mitologici.
Nell’allestimento, così, si ritrovano veri e propri capolavori, che testimoniano quanto le armi dei gladiatori siano quasi creazioni artistiche, caratterizzate da un articolato sistema decorativo: a questo proposito, gli studiosi hanno osservato che la collezione pompeiana includesse esemplari da parata, non necessariamente indossati durante gli scontri.
Risaltano gli elmi, come quello con gorgoneion(sulla crista del reperto, Marte, grifi ed eroti), con Muse (sulla crista, giovane con siringa e pedum, strumenti musicali), con gladiatori tra amorini armati (sulla crista, erma di Ercole e scene di baccanali), con scene della caduta di Troia, con personificazione di Roma, barbari e prigionieri, trofei e vittorie.
Spaziando tra questi reperti, in mostra è possibile quasi cimentarsi a ricostruire l’armatura di un Mirmillone: come caso esemplificativo, assumiamo lo splendido Elmo con Muse e l’ocrea, entrambi componenti realizzati con un ricco apparato decorativo. Sulla calotta dell’elmo, vi è un altorilievo, in cui sono raffigurate, da un lato, Clio (Musa della Storia) e Polimnia (Musa dell’Arte), mentre sono di fronte Urania (Musa dell’Astronomia) ed Euterpe (Musa della Poesia Lirica). Sull’ocrea, invece, ci sono due schiere di amorini: il primo gruppo di tre eroti trasporta un fulmine, un elmo, un’asta ed un caduceo; il secondo terzetto, invece, realizzato in bassorilievo di dimensioni più piccole, caccia un cinghiale con l’aiuto dei cani.
Avversario immancabile del Mirmillone era il Trace, il cui nome conserva ancora la connotazione etnica di una delle popolazioni nemiche di Roma: questo combattente aveva un elmo che, prescindendo dalla maggiore o minore raffinatezza di esecuzione, era caratterizzato da un cimiero con la riproduzione di grifone; nell’esemplare della collezione del MANN, spiccano anche la tesa dritta e l’apertura per gli occhi con piccole grate.
Diversa la dotazione di armi che accompagnava il Secutor: si opponeva al Retiarius, indossando elmo tondeggiante (due gli esemplari in esposizione) e scudo liscio per non consentire appigli alla rete dell’avversario. Simile a quella del Secutor è l’armatura del cosiddetto Provocator: portava un elmo liscio con paranuca posteriore, impugnava armi da taglio e si sfidava quasi esclusivamente con la stessa categoria di combattenti; da non perdere, nell’esposizione, due elmi con aquila, busto di Ercole, maschera e con gladiatore tra elmo e spada.
Il Reziario, infine, combatteva sollevando una rete munita di pesi per avvolgere gli sfidanti: tra le armature specifiche di questa tipologia di gladiatore, figura il galerus (placca protettiva su spalla sinistra, estesa a proteggere la gola), che in mostra ritroviamo con interessanti esemplari (galerus con busto di Eracle ed amorini e con delfino, tridente, ancora, timone e granchio).
Nella sezione, vi sono anche diversi reperti legati ai momenti musicali che accompagnavano le gare dei Gladiatori: tra questi, sempre da Pompei, alcuni cornua del I sec. d.C. ed una copia moderna di una doppia tibia da un originale del I sec. d.C. (il prestito è dal Museo della Civiltà Romana).
In dialogo con la splendida collezione di armi da Pompei, vi sono alcuni rilievi: risale alla fine del I sec. a.C. la scena di combattimento fra Gladiatori, in prestito dal Parco Archeologico del Colosseo; dai Musei Capitolini proviene la raffigurazione dello scontro tra Retiarius e Secutor.
Dislocato in Atrio, per accogliere i visitatori, il grande rilievo (età neroniana-flavia) con scene di spettacoli gladiatori: il reperto (dalla necropoli marittima di Pompei) fa parte delle collezioni del MANN. Qui la rappresentazione segue le tre fasi dei giochi: nel registro superiore, vi è la parata, durante la quale sfilavano i partecipanti alla giornata di giochi; nel registro centrale, che ha dimensioni maggiori, si svolge il combattimento tra i Gladiatori; nella parte inferiore, la caccia di animali feroci.
Caratterizza la sezione, infine, un’imperdibile incursione nell’arte contemporanea: al genio di Giorgio De Chirico è affidata la suggestiva rappresentazione pittorica “Gladiatori e arbitro III” (1931, Udine, Casa Cavazzini).
Dalla caccia mitica alle venationes
Le venationes rappresentavano il momento di apertura degli spettacoli gladiatori: istituite nel 186 a.C. da Marco Fulvio Nobiliore e restate in voga sino al tramonto dell’Impero (l’ultimo spettacolo di questo genere fu organizzato sotto Teodorico nel 523 d.C.), le cacce nelle arene rivestivano un profondo valore politico, culturale e simbolico.
I venatores, infatti, incarnavano le virtù di tenacia e coraggio e si cimentavano negli scontri con gli animali dopo un duro allenamento: si calcola che circa due milioni e mezzo di fiere, che provenivano da diverse regioni dell’Impero (Africa Settentrionale, Asia Minore, Germania), furono ammazzate in oltre cinque secoli di lotte. Peculiare la scenografia in cui si svolgevano le venationes: nelle arene erano allestiti veri e propri spettacoli, con fondali ed ambientazioni di matrice storica e mitologica; gli animali feroci, con cui solitamente si cimentavano gli i cacciatori, erano bufali, orsi, leoni ed elefanti.
Tra le sette opere esposte in questa sezione della mostra, spicca la lastra Campana con scena di venatio nel circo (Museo Nazionale Romano): l’opera, che fa parte di un fregio realizzato tra 40 e 60 d.C., raffigura una caccia nel Circo Massimo, riconoscibile dalla colonna sormontata da una statua e da altri elementi architettonici.
Nell’allestimento, è possibile ammirare anche il pluteo con caccia di Meleagro ed Atalanta (II sec. d.C, Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere), che rievoca il sostrato mitologico degli spettacoli, così come il graffito con animali, proveniente dagli scavi romani di Aventicum e conservato nel Musée Romain di Avenches.
Dal sito archeologico di Augusta Raurica e dal patrimonio del relativo Antiquarium è stato dato in prestito l’interessante reperto di un cranio di orso (II sec. d.C.), mentre più tardi sono la coppa con scena di damnatio ad bestias (seconda metà IV- V sec. d.C., dal Museo della Cripta del Museo Nazionale Romano) ed il dittico di Flavio Areobindo, il cui termine post quem è il 506 d.C. (l’opera è conservata presso Zurich Schweizerisches Landesmuseum).
Articolata la decorazione del dittico: nella parte superiore, è visibile il console che dà inizio agli spettacoli; nella sezione inferiore, vi sono spettatori intorno all’arena, mentre assistono ad una caccia di leoni e ad una sfida di alcuni atleti contro gli orsi.
Vita da Gladiatori
Il mito dei Gladiatori ha avuto una fortuna perenne, dall’antichità sino ai giorni nostri: accanto alle figure degli eroi, la mostra del MANN si propone di raccontare la dimensione più “umana” dei protagonisti dei celebri scontri nelle arene imperiali.
In questa sezione, i reperti permettono di ricostruire le caratteristiche della “persona sotto l’elmo”, partendo da alcuni e specifici aspetti della dimensione più “lontana dall’arena”: l’alimentazione; la medicina e la chirurgia; l’individuo e la morte.
Nell’allestimento, dunque, sono presenti alcuni reperti di archeobotanica del MANN: si tratta di panico, orzo, favino, lenticchie, farro, di provenienza vesuviana e databili al I sec. d.C.
I Gladiatori avevano una dieta molto povera di proteine animali e basata, piuttosto, su cereali e legumi: non a caso, i combattenti furono definiti hordearii, mangiatori di orzo.
Questa tipologia di alimentazione sembrava favorire la formazione di grasso corporeo, che potesse proteggere meglio dai violenti attacchi dei nemici; accanto ai cibi, secondo Galeno (medico in una palestra di Gladiatori), si aggiungeva una mistura tonica di cenere ed ossa, per fornire una buona capacità di resistenza nei duelli.
La cura della persona passava, naturalmente, anche attraverso i rimedi per lenire le ferite inflitte durante i combattimenti e le venationes. In mostra, vi sono alcuni suggestivi reperti, che testimoniano le pratiche mediche e chirurgiche più seguite: tra gli esemplari esposti, necessario menzionare il coperchio decorato della cassetta medicale (Ercolano, I sec. d.C.), la cassetta medicale in bronzo, l’astuccio con strumenti, la pinza da dentista, la pinza e la ventosa chirurgica, il flebotomo e tre strigli decorati con gladiatori (tutti questi ultimi esemplari provengono da Pompei e sono databili al I sec. d.C.).
Nella sezione, uno spazio di approfondimento è dedicato al Gladiatore narrato attraverso le iscrizioni ed i rilievi funerari: dall’Antikenmuseum di Basilea proviene la stele di Peneleos (III sec. d.C.), mentre dai Musei Capitolini giunge in prestito la stele di Aniceto (II d.C.); infine, è stata rinvenuta a Pozzuoli, ma appartiene alle collezioni del MANN, l’iscrizione funeraria del Mirmillone Paeraegrinus (201-300 d.C.).
Due le curiosità di questo segmento dell’allestimento: Gladiatori ospita, infatti, tre degli scheletri ritrovati in una vasta necropoli di gladiatori portata alla luce a York; i resti, che appartengono ad uomini di differenti età (20/20 anni, 18/25 anni e 36/45 anni), restituiscono anche una serie di elementi utili alla ricostruzione dell’area di provenienza e del regime alimentare dei lottatori.
Completano la sezione anche alcuni splendidi gioielli d’oro rinvenuti nella Caserma dei Gladiatori a Pompei: tra i monili, spiccano due anelli d’oro, così come i braccialetti di lamina ripiegata: secondo gli studiosi, gli ornamenti appartenevano ad uno dei tanti fuggiaschi che si rifugiò nel Quadriportico dei Teatri per scongiurare la morte. Superata, ormai, la visione “romanzata” , seppur suggestiva, che ne attribuiva la proprietaria ad una donna, ritenuta amante di un Gladiatore.
Gli Anfiteatri della Campania
Tra nuove tecnologie ed archeologia: questa sezione della mostra, attraverso modelli, apparati grafici e supporti digitali, rappresenta un interessante focus sugli antichi anfiteatri.
Risale alla fine del II sec. a. C. la realizzazione degli edifici destinati ad accogliere gli spettacoli gladiatori: proprio in Campania, furono innalzate le prime costruzioni stabili per i munera sino a quel momento svolti nel Foro.
Diverse le peculiarità di questo segmento allestitivo: per la prima volta, grazie ad un progetto realizzato da Altair 4 Multimedia, sono state ricostruite virtualmente le sequenze di affreschi che adornavano l'Anfiteatro di Pompei. Le pitture, scoperte tra il 1813 ed il 1815, abbellivano il muro di separazione tra l'arena e le gradinate dell'edificio: le opere non ebbero lunga vita a seguito del loro ritrovamento, perché, dopo un primo danneggiamento da parte di ignoti, crollarono definitivamente nel 1816. Si deve a Francesco Morelli, che ne riprodusse i dettagli con le proprie tempere esposte in mostra, la successione fedele dei sei pannelli figurati: tra le singole rappresentazioni, vi erano otto sezioni dipinte a squame ed a finto marmo, separate da erme, Vittorie su globo e candelabri metallici su fondo rosso. Suggestiva l'iconografia riproposta nell'antico Anfiteatro: negli affreschi, vi erano la scena di apertura di un munus, le quattro cacce tra animali ed i due gladiatori collocati ai lati dell'ingresso. L'innovativa ricostruzione di Altair 4 Multimedia, basandosi sulle opere di Morelli, parte dal confronto virtuale tra l'Anfiteatro come è oggi e l'edificio del passato: è un volo di uccello che accompagna la progressiva ricomposizione digitale dell'edificio, "svelato" anche nel proprio legame con il contesto urbano adiacente.
Ancora dedicato a Pompei, è il modello in sughero dell'Anfiteatro, realizzato da Domenico Padiglione ad inizio del XIX secolo e restaurato proprio in occasione dell'exhibit sui Gladiatori: il prototipo è posto in dialogo con il celebre affresco della rissa tra Pompeiani e Nocerini, opera appartenente alle collezioni del MANN.
Dall'antica città vesuviana agli altri centri della Campania: nell'allestimento, non mancano approfondimenti dedicati all'Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, presentato grazie ad un plastico ricostruttivo; in mostra, anche due reperti, l'Afrodite vincitrice ed il busto di Psiche, testimonianza della splendida decorazione scultorea dell'edificio. Ancora, uno spazio ad hoc è riservato al prototipo di "ascensori" che si trovavano nell'Anfiteatro di Pozzuoli e fungevano da montacarichi per trasportare le fiere dai sotterranei all'arena. In video, un viaggio alla scoperta degli anfiteatri che costellavano anche le aree interne della Regione.
In sezione, presente un "omaggio" scientifico ed archeologico all'Anfiteatro Flavio romano: è possibile ammirare, infatti, alcuni frammenti della decorazione marmorea del Colosseo, tra cui spiccano i resti di una balaustra con testa di coccodrillo, il locum con iscrizione "Sereni" e la transenna con cornucopia (tutti questi reperti sono databili tra il III ed il IV sec. d.C.)
I Gladiatori “da per tutto”
Il mito dei Gladiatori non è stato mai confinato al solo ambito delle arene: già nell'antichità, la fortuna di questi combattenti è stata "tradotta" nell'apparato decorativo (musivo e parietale) e nelle suppellettili presenti nelle case dei romani.
Questa sezione della mostra segue, così, la fortuna dei Gladiatori tra dimensione domestica ed arte: da non perdere, tra gli oggetti della vita quotidiana, alcuni reperti delle collezioni del MANN come le tre lucerne pompeiane con rappresentazioni di gladiatori (da Pompei, I sec. d. C.) ed il bronzetto di gladiatore che combatte contro il proprio fallo trasformato in pantera (da Ercolano, I sec. d.C.); suggestive anche le tre coppe pompeiane con venationes e duelli tra gladiatori (I sec. d.C.).
Dal sito archeologico di Aventicum (Musée Romain, Avenches) provengono la statuetta di Secutor (II sec. d.C.), due frammenti di vetro decorati (II sec. d.C.) e la copia moderna di un manico (III sec. d.C.) con Secutore Retiarius; sono in prestito dall'Antiquarium di Augusta Raurica, tra gli altri reperti, una lucerna a forma di elmo (II sec. d.C.) ed un intonaco con gladiatore graffito (II-III sec.d.C:), mentre dall'Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea giungono in mostra due lucerne (fine II- inizi III sec. d.C.) ed una coppa con combattimenti tra Gladiatori (II sec. d.C.).
Straordinario culmine della mostra è il Mosaico pavimentale di Augusta Raurica (fine secondo sec. d.C.): l'opera fu rinvenuta nel 1961, duranti gli scavi nell'Insula 30 del sito archeologico di Augusta Raurica e sorprese gli scopritori per l'estensione della superficie (6,55 X 9,8 metri).
La scena musiva si divide in tre registri: un segmento centrale con figure policrome, una cornice ornamentale anch'essa policroma (sei riquadri rivolti verso l'esterno con raffigurazioni di gladiatori) ed un motivo a lastroni. Ci sono giunti cinque dei sei riquadri con combattimenti ed in queste rappresentazioni i duelli si svolgono sempre fra classi diverse di gladiatori: nella realizzazione del manufatto, spicca non soltanto la resa attenta delle armi e del vestiario, ma anche la scelta artistica di raccontare il momento fatale della lotta, quando si decide chi è il vincitore e chi è lo sconfitto. Appare escluso il legame tra la committenza dell'opera ed il mondo della gladiatura: piuttosto, anche in questo caso, il motivo iconografico riflette la fortuna degli spettacoli in tutto il mondo romano.
Il Mosaico di Augusta Raurica è esposto al MANN, così come nella prima tappa della mostra all'Antikenmuseum und Sammlung Ludwing di Basiliea, dopo la campagna di restauro sul reperto.
Il capolavoro non è stato mai presentato in alcun allestimento in Italia.
Il percorso off: tra tecnologia e didattica, nel Braccio Nuovo del MANN è “Gladiatorimania”
Potrebbe essere definita la settima sezione della mostra: in realtà “Gladiatorimania” è un itinerario off, che, prima o dopo aver visitato l’allestimento nel Salone della Meridiana, permette di raccontare i Gladiatori anche grazie alle più innovative tecnologie della comunicazione.
Dal piano terra del Braccio Nuovo del Museo, oltrepassando un ingresso che ripropone le suggestioni dell’accesso in un Anfiteatro realizzato da Scenografie Rubinacci, è possibile seguire, in due livelli, un suggestivo racconto incentrato su diversi temi: l’addestramento; la dieta dei Gladiatori ed il cibo del pubblico; il combattimento; le armature, i luoghi dei giochi e le venationes; i conforts in anfiteatro; la cura del corpo in anfiteatro: tra profumi e ferite; la fortuna dei Gladiatori; Gladiatori in gioco.
Contrassegnano il percorso, proprio per definirne la natura divulgativa , i disegni, firmati da Mario Testa (Scuola Italiana di Comix) ed inclusi nella pubblicazione Panini dedicata ai Gladiatori.
Parte 1: L’addestramento
Il viaggio inizia, naturalmente, dalla formazione degli antichi combattenti: in esposizione vi sono le riproduzioni di armi, il diorama della palestra di Lentulo Batiato a Capua e quello con figure di gladiatori nella palestra prima del combattimento (realizzazione diorami: Ars Invicta). In esposizione anche due ampolle di olii con strigile per la detersione del corpo dopo gli allenamenti (Rancati). Grazie ai monitor collocati nell’allestimento, possibile soffermarsi su un cortometraggio in computer grafica con la ricostruzione della Schola Armaturarum(il video è a cura dell’architetto Marco Capasso – Marco Capasso Studio Creativo). Nel cavedio, la visita continua con la suggestione della riproduzione dell’interno del Quadriportico dei Teatri di Pompei, luogo di allenamento dei gladiatori.
Parte 2 – La dieta dei gladiatori e il cibo del pubblico
Tra passato e presente, quasi per essere a tavola con gli eroi delle arene: in allestimento, vi è un video sulla vita quotidiana dei gladiatori, in cui si analizzano gli elementi di continuità con la dieta degli atleti di oggi. Nei pannelli in sala, presente anche un focus sul cibo del pubblico, prima e durante gli spettacoli. Da non perdere una piccola postazione olfattiva, allestita con gli arredi scenici della ditta Rancati che, tramite campioni per il pubblico, permette di percepire gli aromi di alcuni degli alimenti che, in tutte le zone dell’Impero, costituivano la base per preparare il corpo agli allenamenti.
Parte 3 – Il combattimento
Le riproduzioni delle “classi” dei Gladiatori grazie ai disegni di Luca Tarlazzi e i filmati in 3D per conoscere i segreti della gladiatura a cura del prof. Aldo Zappalà, la riproposizione di arredi romani negli anfiteatri ed il modello di un corno, forniti sempre dalla ditta Rancati: grazie ad una piccola sala proiezioni ed al nutrito apparato didattico, declinato in pannelli e ricostruzioni per il pubblico, è possibile dialogare con i più importanti contenuti archeologici della mostra, vivendo un percorso suggestivo per grandi e piccoli.
Parte 4 – Le armature e i luoghi dei giochi
In esposizione, la copia di elmo da gladiatore in bronzo (Fonderia Nolana Del Giudice), che può essere toccato dal pubblico per capire consistenza e fattura di un simbolo dell’armatura dei Gladiatori; in allestimento, didascalie in braille per favorire la comprensione del pezzo esposto anche da parte degli ipovedenti e dei non vedenti (a cura dei Servizi Educativi del MANN). Disponibile la proiezione di un filmato con le fasi di costruzione dell’elmo da gladiatore: dalla scansione dell’opera originale alla fusione in bronzo della copia, inclusa la ricostruzione tridimensionale delle decorazioni dell’elmo (il cortometraggio è a cura del prof. Aldo Zappalà). In allestimento, vi sono anche le riproduzioni di corazze in scala 1:1 (arch. Silvano Mattesini) ed i diorami Lego anfiteatro (Antonio Cerreti). Sono dedicati agli edifici che ospitavano gli spettacoli, il video 3D sugli anfiteatri campani (prof. Aldo Zappalà) ed il filmato 'Le pitture dell'anfiteatro di Pompei' (Altair 4 Multimedia). Disponibili anche approfondimenti sul meccanismo di trasporto delle fiere nelle arene degli Anfiteatri in occasione delle venationes e sulle tipologie di animali impiegati nei giochi (a cura dello ZOO di Napoli).
Parte 5 – Cura del corpo in anfiteatro: tra profumi e ferite
Bellezza e medicina per conoscere da vicino i Gladiatori, gli spettatori ed i confort previsti in anfiteatro. Presente, grazie alla rete con Il Museo delle Arti Sanitarie di Napoli diretto dal prof. Gennaro Rispoli, un corner dedicato all’origine della medicina con un focus sulla cura delle ferite e dei traumi dei gladiatori: la sezione didattica comprende le riproduzioni di strumenti chirurgici di epoca antica a confronto con gli strumenti moderni, per capirne a fondo l’evoluzione.
Parte 6 – La fortuna dei gladiatori
E’ la sezione più cinematografica del percorso off: in allestimento, per i cinefili e non solo, il coprispalla usato da Russel Crowe nel film ‘Il gladiatore’. Da non perdere anche la ricostruzione del dipinto ‘Pollice verso’ di Jean-Leon Gerome (Antonio Cerreti), il diorama sui Gladiatori/Ufo Robot (Ars Invicta) ed il filmato più didattico sulla fortuna iconografica dei Gladiatori (Altair 4 Multimedia ed Ars Invicta).
Parte 7 – Gladiatori in gioco
Questa sezione costituisce la parte ludica della mostra: in sala, sono allestite sagome di gladiatori autoportanti (su sfondo), ritratti nei disegni della Scuola Italiana di Comix: è possibile, così, scattare una foto accanto all’immagine del combattente; ancora, una lavagna con grandi fogli dà l’opportunità di disegnare, facendo liberare la fantasia di grandi e piccoli. Infine, una novità: “Gli scacchi archeologici del MANN”, realizzati dallo studio 3DnA s.r.l (Alessandro Manzo, Fabio Tango, Stefano Ciaramalla, Mariano Abbate). I pezzi del gioco sono costituiti da immagini dei reperti esposti al Museo. Anche in questo caso è presentato un prototipo tattile con didascalie in braille a cura dei Servizi Educativi del MANN su una proposta progettuale di Ludovico Solima (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”).
Nella saletta Ambassador a piano terra del Museo, è proiettato il video “Gladiatori di carta”, realizzato da due artisti (Sara Lovari per i costumi di carta e Mauro Maurizio Palumbo per la coreografia): il cortometraggio si intitola 'Gladiatori di carta' e mette in luce anche la fragilità, dietro le armature, dei personaggi che, spesso, erano chiamati (costretti) a diventare gladiatori; in esposizione vi è anche l’armatura di carta usata per il cortometraggio.
L’allestimento della sezione “Gladiatorimania” è firmato dall’architetto Silvia Neri con lo scenografo Paolo Pariota; il progetto grafico è di Francesca Pavese con Sintesi Studio. I testi sono di Valentina Cosentino e Rosaria Perrella.
I contenuti multimediali, così come le ricostruzioni virtuali dell’Anfiteatro di Pompei, sono stati inseriti nel quadro di interventi promossi nell’ambito del PON sulla digitalizzazione (PON CULTURA E SVILUPPO FESR 2014/20- Progetto “Digitalizzazione di fondi librari, archivistici e documentari cartacei custoditi dal MANN e informatizzazione dei relativi dati informatici”).
Il progetto di allestimento
Un allestimento “diffuso”, che personalizza gli spazi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli “a misura di Gladiatori”: non soltanto le aree espositive tout court (Atrio, Salone della Meridiana e Braccio Nuovo), ma tutti gli ambienti dell’edificio, inclusa la facciata esterna, invitano ad esplorare la grande mostra del MANN.
Sono, naturalmente, il Salone della Meridiana ed il Braccio Nuovo i “passaggi obbligatori” per entrare nel mondo dei Gladiatori, tra archeologia e modernità: nel Gran Salone, infatti, è possibile scoprire i centosessanta reperti dell’allestimento, esplorando le sei sezioni che raccontano un’arte antica secondo diversi nuclei di ricerca; nel Braccio Nuovo, invece, spazio alle nuove tecnologie, con il percorso off dedicato alle narrazioni multimediali ed alla fortuna, creativa ed artistica, di una figura storica dal successo planetario.
Non è azzardato dire che il percorso di visita di “Gladiatori” inizi già all’esterno dell’edificio museale: sulle finestre della facciata, infatti, per tutta la durata dell’allestimento, vi saranno esclusivamente gli stendardi con la riproduzione di alcuni suggestivi reperti presentati nell’exhibit. Da aprile 2021, inoltre, in Galleria Principe di Napoli, prevista una piccola mostra con i disegni del fumetto “Nico e l’elmo del Gladiatore”, realizzato da Blasco Pisapia: idea di fondo dell’allestimento è rafforzare il legame tra il Museo ed il quartiere, “portando” i gladiatori in città.
Nell’Atrio del MANN, prima di accedere allo scalone che porta al Salone della Meridiana dove si sviluppa l’itinerario di conoscenza del cuore archeologico della mostra, è possibile ammirare l’imponente rilievo (circa 4.5x1.5m) con la rappresentazione degli spettacoli dei gladiatori: come si è detto, il reperto appartiene idealmente alla sezione sulle armi degli antichi combattenti, ma è “isolato” all’ingresso del Museo quasi per dare il benvenuto ai visitatori ed indurli alla scoperta delle diverse “anime” dell’esposizione.
Sempre al piano terra del Museo, in un armonico gioco di rimandi tra antico e moderno, sulle aree di cantiere limitrofe alla caffetteria, i pannelli sono decorati con alcune illustrazioni della guida Panini dedicata ai Gladiatori: l’invito è a non perdere neanche la seconda tappa più didattica dell’exhibit, da visitare nel Braccio Nuovo.
Suggestivo l’allestimento nel Salone della Meridiana: qui, lungo gli ampi fondali curvi che rimandano all’architettura degli anfiteatri antichi, si svolge un ricco racconto, in sei isole, alla scoperta dell’identità e della quotidianità dei gladiatori.
Dal soffitto, sono sospesi alti teli, che presentano varie sfumature di colore, dal rosso scuro al giallo ferroso: i teli non solo contraddistinguono i segmenti della mostra, ma hanno anche un forte impatto scenografico, valorizzato dalle decorazioni, che riproducono antiche incisioni gladiatorie.
Nel Salone, il percorso di visita è arricchito dai plastici e dai corner multimediali, mentre assume indiscutibile potere evocativo la presentazione, a fine itinerario, del monumentale mosaico pavimentale di Augusta Raurica: il reperto, nella sua imponenza, è posto in dialogo con le decorazioni parietali ed i graffiti delle antiche case dei romani.
Nel Braccio Nuovo, la successione delle sezioni viene dettagliata dall'uso di diverse tipologie di illustrazioni che poi trovano spazio nelle pubblicazioni per ragazzi e nelle riproduzioni 3d. Ogni sezione tematica, così, ha il proprio linguaggio grafico.
L’allestimento della mostra è firmato dall’architetto Andrea Mandara con Claudia Pescatori; il progetto grafico è di Francesca Pavese.
“Gladiatori” per ragazzi
Il racconto illustrato nella pubblicazione di Franco Cosimo Panini Editore
Una giornata da Gladiatore: parte da un’unità temporale, che svela le tante attività per organizzare gli spettacoli nell’anfiteatro, il racconto illustrato dell’originale volume di Franco Cosimo Panini Editore.
La pubblicazione, dedicata a bambini e ragazzi dagli otto anni in su, nasce da un progetto e da un’idea dei Servizi Educativi del MANN (Responsabile: Lucia Emilio/ staff: Elisa Napolitano ed Annamaria Di Noia), con la collaborazione dell’Ufficio Mostre (Laura Forte); le illustrazioni sono firmate da Mario Testa per la Scuola Italiana di Comix.
La narrazione si sviluppa su piani diversi, che si intrecciano grazie alla suggestione dei disegni ed alla proposta di quiz didattici e giochi a tema: la cornice della storia è rappresentata dalle avventure dell’editorMarcus Lucretius Rufus, organizzatore di spettacoli di Gladiatori.
In una giornata tipo, il personaggio deve selezionare i combattenti, scegliere ed allestire l’anfiteatro dove farli sfidare, predisporre i momenti di intrattenimento musicale e selezionare le fiere per le venationes: durante queste attività, il protagonista ha l’occasione di aprire vere e proprie finestre di approfondimento dedicate ai giovani lettori.
Dalle classi dei Gladiatori all’architettura degli antichi anfiteatri, dalla tipologia di armi utilizzate negli scontri e nelle parate alla fama dei Gladiatori, il volume intercetta temi che riescono a combinare dimensioni temporali soltanto apparentemente distanti: tra questi motivi, che includono una riflessione sull’attualità, le risse tra “tifoserie” diverse durante i giochi e la gladiatura al femminile.
Al lettore, tocca anche la possibilità di entrare nelle maglie nel racconto: le pagine “colora le venationes”, “crea il tuo gladiatore con gli stickers del libro” o il cruciverba a tema rappresentano un modo concreto per imparare senza rinunciare alla fantasia del gioco e del disegno.
La pubblicazione è tradotta anche in inglese.
“Nico e l’elmo del Gladiatore”: le avventure del personaggio di Blasco Pisapia incontrano la grande mostra del MANN
In occasione della mostra del MANN, è prevista la pubblicazione del terzo volume della serie per ragazzi su Nico: il fumetto, edito da Electa e realizzato nell’ambito del progetto universitario OBVIA- Out of boundaries viral art dissemination (referente: Daniela Savy/ Università degli Studi di Napoli “Federico II”), presenta testo e disegni con l’inconfondibile stile di Blasco Pisapia.
In una giornata qualsiasi, il giovane Nico è alle prese con una ricerca, che gli è assegnata dalla professoressa, immancabile personaggio della serie: l’argomento scelto è l’arte della gladiatura, ma la mancanza di tempo (è in programma una partita di calcio) spinge il protagonista ad un approccio “sul campo”, andando al Museo per vedere la mostra dedicata agli antichi combattenti.
Qui Nico incontra il suo amico di sempre, il Fauno Danzante, che lo accompagna nel Salone della Meridiana per scoprire l’allestimento del MANN: a differenza degli altri racconti, stavolta Nico abbandona la dimensione del presente, per compiere un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo.
Il ragazzino assiste ad uno spettacolo in un’arena romana, si allena insieme ai gladiatori e vive con loro un'avventurosa giornata nell'arena finché un sortilegio non restituisce la libertà a lui ed ai suoi compagni. Tra i co-protagonisti, anche Ursus, che fa parte di una “squadra” di Gladiatori di Capua.
“Nico e l’elmo del Gladiatore”, dedicato a lettori dagli otto anni in su, è così un itinerario della conoscenza, che declina ed approfondisce nozioni di storia ed archeologia, senza rinunciare ad un approccio metatemporale: grazie ad i fantastici personaggi del racconto, ci si può interrogare sui temi di sempre, dall’amicizia all’amore, dal sogno al viaggio.
Guardare “Gladiatori”: smart glasses per un’esperienza di visita in 3D
Per “Gladiatori”, così come in occasione della mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”, si conferma la realizzazione di smart glasses da indossare durante la visita: gli occhiali 3D sono dispositivi dotati di lenti completamente trasparenti e predisposte per la realtà aumentata; la tecnologia è predisposta da AR Tour su contenuti scientifici forniti dal MANN. Gli smart glasses, a differenza della realtà virtuale, consentono di contestualizzare l’esperienza durante la visita al Museo.
Grazie al software innovativo utilizzato da AR TOUR, è possibile proiettare sulle lenti degli occhiali 3D, in forma di ologrammi, diversi contenuti multimediali (immagini, filmati e ricostruzioni virtuali): così sono narrati, in tempo reale, i reperti esposti, visualizzandone la forma ed i colori originari, il luogo del ritrovamento ed eventuali note storiche.
Il Vaso di Patrocolo, le lastre tombali dalla Necropoli del Gaudo a Paustum, le iscrizioni murali e, soprattutto, la collezione di armi dei Gladiatori sono alcuni dei manufatti che possono essere inquadrati e raccontati dagli smart glasses.
Il servizio, che ha una propria postazione dedicata all’ingresso del Salone della Meridiana, prevede un costo di noleggio per gli occhiali di 5 euro (3 euro per minorenni, titolari di abbonamento Openmann ed Artecard).
#Siamotuttigladiatori: la programmazione culturale legata alla mostra
A cura del Servizio Educativo e Ricerca del MANN, saranno organizzati laboratori didattici, Incontri di Archeologia “Speciale Gladiatori”, conferenze con personaggi del mondo dell’arte e dello spettacolo; nell’ambito del festival ArcheoCineMANN, sarà proposta anche una rassegna cinematografica in rete con la Mediateca Santa Sofia di Napoli: “Gladiatori”, infatti, non è solo una mostra, ma un vero e proprio collettore di suggestioni, da “tradurre” in diversi itinerari di conoscenza.
L’hashtag #Siamotuttigladiatori accompagnerà la programmazione, al momento non ancora definita nei giorni e negli orari, a causa delle attuali disposizioni in materia di eventi in presenza.
La mostra “Gladiatori” sarà anche accompagnata da alcune iniziative che nasceranno dalla rete con altre istituzioni culturali: previsti, infatti, percorsi di approfondimento realizzati in collaborazione con la Direzione Musei della Campania con un focus nel Museo del Gladiatore dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere; dall’antica Capua, infatti, ebbe inizio la rivolta di Spartaco, che guidò i lottatori tenuti in condizione di schiavitù da Lentulo. Ancora, presso l’Anfiteatro di Pozzuoli verrà realizzato un percorso espositivo e multimediale, dal titolo “Proiezioni”: un racconto dei luoghi fondato sulla fusione delle suggestioni e delle informazioni veicolate da media diversi, seppur complementari, quali le forme scolpite del marmo, le riproduzioni digitali, le evocazioni sonore.
In occasione di “Gladiatori” sarà anche riattivata, alla riapertura del MANN, la Slide Door che, promossa nell’ambito del progetto Slide World, collegherà in tempo reale il Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il Parco Archeologico del Colosseo.
Prevista anche la nascita di una nuova partnership tra il MANN e lo Zoo di Napoli: presso lo Zoo sarà possibile individuare, grazie alle grafiche dedicate, il legame tra gli animali del presente e del passato, con un rimando alla mostra del Museo. Per l’estate, in programma incontri e laboratori (feeding time exhibit) con cibo in una sagoma a forma di Gladiatore.
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