Isabella Ducrot. Effimero

Isabella Ducrot. Effimero, Museo Archeologico Nazionale, Napoli
Dal 07 Marzo 2015 al 30 Aprile 2015
Napoli
Luogo: Museo Archeologico Nazionale
Indirizzo: piazza Museo Nazionale 19
Orari: da mercoledì a lunedì 9-19.30
Curatori: Achille Bonito Oliva
Enti promotori:
- MiBACT
- Regione Campania
- Comune di Napoli
Costo del biglietto: la mostra è compresa nel biglietto del Museo
E-Mail info: sba-na.ufficiostampa@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale/
Sabato 7 marzo alle ore 17.00, presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, si inaugura l'installazione “Effimero” di Isabella Ducrot, a cura di Achille Bonito Oliva, con il coordinamento organizzativo di Incontri Internazionali d'Arte.
L'iniziativa si inquadra nel percorso espositivo sull’arte contemporanea intrapreso da circa vent'anni nel Museo per iniziativa del Servizio Educativo della Soprintendenza, che ha collaborato anche a questa realizzazione
Collezionista e studiosa di tessuti provenenti soprattutto dall'Oriente, Isabella Ducrot, napoletana di origini e romana di adozione, ha da sempre privilegiato nella sua ricerca artistica l'uso del materiale tessile, reinterpretando trame e motivi antichi e moderni in un linguaggio personale e raffinato.
Alla produzione di arazzi, nei quali recupera un motivo costante della cultura ottomana, il “cintamani”, subentra negli anni '90 una produzione basata sull'uso della carta come base per una serie di grandi disegni e monotipi in bianco e nero.
E sempre la carta, materiale fragile e caduco per eccellenza, è la base di partenza per l'installazione presentata a Napoli, dal titolo “Effimero”.
Analogamente a quanto proposto a Roma (Chiostro del Borromini-Oratorio dei Filippini, Casa delle Letterature, 2001) e a Padula (Certosa di San Lorenzo, 2004), l’artista ricopre il campo delle aiuole del giardino occidentale del Museo. Il verde del prato cede così il posto al bianco della carta, punteggiato da grandi cerchi azzurri, e questa poetica alterazione dei consueti rapporti cromatici regala ai nostri occhi un nuovo cortile e una nuova esperienza.
L'intervento di Isabella Ducrot crea un sottile gioco tra natura e artificio, tra la casualità della distribuzione delle piante, la simmetrica ripartizione del cortile in quattro aiuole e i frammenti marmorei posizionati secondo una loro volontà nascosta. “L’elemento estraneo”, afferma l'artista, “si presenta come una coltre bianca, una sorta di neve fuori stagione punteggiata da forme circolari azzurre che obbediscono ad un loro ordine artificiale e indifferente a tutto il resto”.
L'iniziativa si inquadra nel percorso espositivo sull’arte contemporanea intrapreso da circa vent'anni nel Museo per iniziativa del Servizio Educativo della Soprintendenza, che ha collaborato anche a questa realizzazione
Collezionista e studiosa di tessuti provenenti soprattutto dall'Oriente, Isabella Ducrot, napoletana di origini e romana di adozione, ha da sempre privilegiato nella sua ricerca artistica l'uso del materiale tessile, reinterpretando trame e motivi antichi e moderni in un linguaggio personale e raffinato.
Alla produzione di arazzi, nei quali recupera un motivo costante della cultura ottomana, il “cintamani”, subentra negli anni '90 una produzione basata sull'uso della carta come base per una serie di grandi disegni e monotipi in bianco e nero.
E sempre la carta, materiale fragile e caduco per eccellenza, è la base di partenza per l'installazione presentata a Napoli, dal titolo “Effimero”.
Analogamente a quanto proposto a Roma (Chiostro del Borromini-Oratorio dei Filippini, Casa delle Letterature, 2001) e a Padula (Certosa di San Lorenzo, 2004), l’artista ricopre il campo delle aiuole del giardino occidentale del Museo. Il verde del prato cede così il posto al bianco della carta, punteggiato da grandi cerchi azzurri, e questa poetica alterazione dei consueti rapporti cromatici regala ai nostri occhi un nuovo cortile e una nuova esperienza.
L'intervento di Isabella Ducrot crea un sottile gioco tra natura e artificio, tra la casualità della distribuzione delle piante, la simmetrica ripartizione del cortile in quattro aiuole e i frammenti marmorei posizionati secondo una loro volontà nascosta. “L’elemento estraneo”, afferma l'artista, “si presenta come una coltre bianca, una sorta di neve fuori stagione punteggiata da forme circolari azzurre che obbediscono ad un loro ordine artificiale e indifferente a tutto il resto”.
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