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Fernando Botero. Via Crucis. La Pasión de Cristo
Dal 20 Marzo 2015 al 30 Settembre 2015
Palermo
Luogo: Palazzo Reale
Indirizzo: piazza Indipendenza 1
Orari: da lunedì al sabato 8.15-17.40. Domenica e festivi 8.15-13
Enti promotori:
- Assemblea regionale siciliana
- Fondazione Federico II
- Museo colombiano di Antioquia
Costo del biglietto: Cappella Palatina e Appartamenti Reali + Mostra intero 12 €, ridotto 10 €. Cappella Palatina + Mostra intero 10 €, ridotto 8 €. Gratuito under 13
Telefono per informazioni: +39 091 6262833
E-Mail info: fondazione@federicosecondo.org
Sito ufficiale: http://www.boteropalermo.it
Donate dall’artista al Museo di Medellin, sua città natale, nel 2012 le opere rappresentano uno dei grandi temi dell’arte fin dal XVI secolo. “Poi cominciò gradualmente a scomparire e, al tempo della rivoluzione francese, era praticamente scomparso. Oggi è inesistente”, ha spiegato l’artista a Beatriz Manz, docente di Geografia e Studi Etnici all’Università di Berkeley. “Non sono religioso, ma questo tema ha una bellissima tradizione artistica. A quei tempi, i pittori mescolavano la realtà quotidiana con la Storia (…) Mi sono preso la stessa libertà di mescolare certe realtà latinoamericane col tema biblico”.
Sull’apparizione dello stesso artista ne “Il bacio di Giuda”, Botero ha aggiunto: “Un’altra tradizione era quella di dipingere il proprio ritratto all’interno dei temi biblici. Masaccio accanto a Gesù nella Cappella Brancacci a Firenze, Pinturicchio negli affreschi di Siena e Michelangelo nel Giudizio Universale alla Cappella Sistina e via dicendo. Ho indossato il miglior vestito della festa per apparire accanto a Cristo. Non poteva essere diversamente”.Come nei dipinti su Abu Ghraib del 2005, anche qui crudeltà e dramma si espandono in forme rassicuranti, solide. Il corto circuito è assicurato e le tele già si attestano come momento cruciale dell’intera produzione boteriana.
La “Passione di Cristo” secondo Botero, intende fornire una riflessione sul dramma della passione e morte di Gesù Cristo, e il lavoro presentato dimostra un cambiamento nelle motivazioni dell’artista, pur mantenendo la forza del proprio stile. “Ho fatto queste opere – spiega l’artista colombiano – perché è un momento fondamentale della vita di Gesù e perché è un argomento che è andato scomparendo poco a poco nella storia della pittura: non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto”.
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