Ilaria Caputo. Di caduche bellezze e fugaci forme

Ilaria Caputo. Di caduche bellezze e fugaci forme, Biblioteca Etnostorica “E. Vittorietti”, Palermo
Dal 28 Settembre 2014 al 02 Novembre 2014
Palermo
Luogo: Biblioteca Etnostorica “E. Vittorietti”
Indirizzo: piazza Marina
Orari: da mercoledì a domenica 10-13 / 16-19
Telefono per informazioni: +39 349 0796867
E-Mail info: ilaria_caputo@libero.it
Sito ufficiale: http://www.ilariacaputo.it/
Domenica 28 settembre alle ore 18.30, presso la sala congressi della Biblioteca Etnostorica “E. Vittorietti” (Complesso di Palazzo Steri, Piazza Marina, Palermo) verrà inaugurata la mostra di Ilaria Caputo “Di caduche
bellezze e fugaci forme”.
La mostra raccoglie 26 opere, esito della produzione più recente di Ilaria Caputo, la cui cifra poetica risiede nel coniugare tradizione e innovazione.
Ilaria crea, infatti, opere di fattura classica ma allo stesso tempo strutturalmente ibride per via della commistione di materiali e tecniche diverse, come quando la monocromia della terracotta viene plasmata, distorta e arricchita grazie all’aggiunta del dipinto a olio o del disegno. In questi casi, l’unione tra i diversi elementi appare naturale, dando vita a opere definibili come “pittosculture”. Accanto a questi lavori, Ilaria persegue tecniche più tradizionali, quali il dipinto a olio su tavola.
Bloccati nel momento in cui fissano la bellezza evanescente di un fiore o la forma sempre mutevole di un racconto, i lavori oggi esposti si incentrano su due temi particolarmente cari a quest’artista: la classicità, riletta attraverso il Mito, e la Natura, vista ora per paesaggi e ora per particolari salienti. Trait d’union di tutte le opere, la pulizia delle forme e l’estrema cura dei particolari, caratteristica dell’arte di Ilaria.
bellezze e fugaci forme”.
La mostra raccoglie 26 opere, esito della produzione più recente di Ilaria Caputo, la cui cifra poetica risiede nel coniugare tradizione e innovazione.
Ilaria crea, infatti, opere di fattura classica ma allo stesso tempo strutturalmente ibride per via della commistione di materiali e tecniche diverse, come quando la monocromia della terracotta viene plasmata, distorta e arricchita grazie all’aggiunta del dipinto a olio o del disegno. In questi casi, l’unione tra i diversi elementi appare naturale, dando vita a opere definibili come “pittosculture”. Accanto a questi lavori, Ilaria persegue tecniche più tradizionali, quali il dipinto a olio su tavola.
Bloccati nel momento in cui fissano la bellezza evanescente di un fiore o la forma sempre mutevole di un racconto, i lavori oggi esposti si incentrano su due temi particolarmente cari a quest’artista: la classicità, riletta attraverso il Mito, e la Natura, vista ora per paesaggi e ora per particolari salienti. Trait d’union di tutte le opere, la pulizia delle forme e l’estrema cura dei particolari, caratteristica dell’arte di Ilaria.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI

-
Dal 26 febbraio 2025 al 05 maggio 2025 Venezia | Museo Fortuny
Sergio Monari. Sincronie
-
Dal 01 marzo 2025 al 29 giugno 2025 Torino | Museo Storico Nazionale d’Artiglieria dell’Esercito – Mastio della Cittadella
PAUL GAUGUIN. IL DIARIO DI NOA NOA E ALTRE AVVENTURE
-
Dal 27 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Milano | Palazzo Reale
Art Déco. Il trionfo della modernità
-
Dal 28 febbraio 2025 al 09 giugno 2025 Roma | Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
CHROMOTHERAPIA. La fotografia a colori che rende felici
-
Dal 22 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Forlì | Museo Civico San Domenico
Il Ritratto dell’Artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie
-
Dal 21 febbraio 2025 al 29 giugno 2025 Rovigo | Palazzo Roverella
HAMMERSHØI e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l’Italia