Appunti di viaggio di un fotografo condotto
Dal 08 Novembre 2012 al 07 Dicembre 2012
Parma
Luogo: Palazzo Giordani
Indirizzo: viale Martiri della Libertà 15
Orari: da lunedì a giovedì 8-18.30; venerdì 8-17
Enti promotori:
- Comune di Parma
- Provincia di Parma
- Regione Emilia Romagna
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0521 931560
E-Mail info: ufficiostampa@provincia.parma.it
Sito ufficiale: http://www.provincia.parma.it
L’Associazione Culturale A.p.s. Lunatici promuove e organizza la sua prima mostra fotografica, realizzata con il Patrocinio del Comune di Parma, della Provincia di Parma e della Regione Emilia Romagna, all’interno della rassegna “Arte a Palazzo Giordani”, curata da Stefania Provinciali. Alle ore 17.30, a Palazzo Giordani, sede della Provincia di Parma (Stradone Martiri della Libertà, 15 - Parma), si terrà l’inaugurazione della mostra “Appunti di viaggio di un fotografo condotto” con gli scatti di Giovanni Amoretti, noto fotografo di Parma conosciuto per la sua costante attività nel mondo dell’arte, dell’architettura, della scultura, che qui mostra la sua ricerca intima e personale lungo i viaggi della sua vita. All’interno del suggestivo cavedio di Palazzo Giordani, con un allestimento ideato e progettato dall’architetto Nicola Pinazzi, 70 fotografie creeranno un percorso attraverso il quale ripercorrere l’esperienza e la poetica di viaggio che si intreccia a quella professionale di Giovanni Amoretti, in un arco temporale di circa cinquant’anni, dagli anni Sessanta fino a raggiungere i giorni nostri: Italia, Cina, New York, Nepal, Iraq, Grecia.
All’inaugurazione interverrà il Dott. Paolo Barbaro (responsabile del settore fotografia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma). La mostra sarà aperta al pubblico fino al 7 dicembre 2012. L’ingresso è libero.
La mostra sarà, inoltre, accompagnata da un catalogo, edito Nuova Editrice Berti (Piacenza), che, oltre a riprodurre le opere esposte, propone alcune riletture e saggi critici a cura di Andrea Tinterri, Paolo Barbaro, Federica Pasqualetti.
«Perché proporre una mostra di un fotografo, con una lunga carriera alle spalle, interrogandoci non solo sul suo (conosciuto) lavoro professionale ma anche (soprattutto) su immagini legate ad un’esperienza personale come quella del viaggio? Le possibilità di risposta sono diverse. Innanzitutto c’era la volontà critica di giustificare alcune scelte iconografiche, sviluppate nel corso di alcuni viaggi, alla luce di un percorso professionale che ha visto la collaborazione con importanti architetti (basterà ricordare Guido Canali e Franco Carpanelli), critici d’arte (ricordiamo Arturo Carlo Quintavalle, Marzio Dall’Acqua e Roberto Tassi), collezionisti (Luigi Magnani), individuando, dunque, un passaggio ragionato, spesso ironico, tra una cultura acquisita quotidianamente “sul campo” e un “appunto di viaggio”, che non esclude l’eventualità del caso ma che non si limita ad esso. Ci troviamo di fronte ad un continuo rimbalzo per raccontare, in una sintesi di circa settanta immagini (sparse in un arco temporale che va dal 1969 al 2009), il percorso di Giovanni Amoretti fotografo, in una sorta di continuità tra lavoro e spazio privato (agile curiosità); per mettere in luce la sua quotidiana abitudine alla narrazione attraverso l’obiettivo, dalla prima Vest Pocket Kodak Special al recente passaggio al digitale. Giovanni Amoretti è uno di quei fotografi che non abbandona mai “il mezzo” dopo il lavoro, ma lo conserva come possibile interfaccia tra la propria capacità di sintesi e un ipotetico diario giornaliero: un matrimonio, un viaggio (a piedi, in moto, guardando dal finestrino di un aereo), un ragno fosforescente trovato in cortile appena fuori dalla porta di casa. La fotografia diventa, perciò, una scrittura continua, un linguaggio con cui comunicare non solamente in campo professionale ma anche nel proprio quotidiano, in una sistematica riflessione sul territorio da delimitare, collocare, concentrare in uno spettro visivo quadrato o rettangolare che sia. Il progetto espositivo vuole, quindi, mettere in luce una continuità fotografica ma soprattutto un’abitudine al mezzo di ripresa, una collaborazione costante: non solamente con macchine professionali ma anche con una semplice compatta, più agile, meno pesante e meno invasiva, ma pur sempre occhio critico per qualsiasi evenienza.»
GIOVANNI AMORETTI - NOTA BIOGRAFICA
Giovanni Amoretti è nato a Parma il 24 settembre 1934, nello stesso giorno in cui nacque Maria Pia di Savoia, per cui la coincidenza fu premiata con quattrocento lire ed una medaglietta. “Gli unici soldi – dichiara oggi – che ho guadagnato senza lavorare”. Ha iniziato giovanissimo un duro apprendistato nello studio fotografico del padre Armando. Il fratello maggiore d’età Mario, morto nel 1967, a sua volta, lo spronò ad esperimentare una scuola pratica che andava dalla “scopa alla Leica”. Rimasto solo, si è venuto specializzando come fotografo d’arte, grazie ad alcuni incontri fondamentali: primo fra tutti quello con Arturo Carlo Quintavalle, Marzio dall’Acqua, con Igino Consigli e Giuseppe Niccoli, Pietro Cascella e Guido Canali. Molti anche i lavori fotografici per la pubblicità, per le aziende, per le case editrici e per gli enti pubblici. Tra i committenti ricordiamo: banche come la Cassa di Risparmio, la Banca del Monte di Parma, la Banca Emiliana, il Banco di San Paolo, il Piccolo Credito Valtellinese; agenzie di pubblicità come la TPA, Opus Proclama; ditte come Vettori & Manghi, Barilla S.p.a., F.M.C. Food Machinery Corporation, Salvarani, Casaccio & Luppi, Manzini, Tecnindustria, Austin Italia, Pompe Robuschi, Aran (con una serie di foto per il ministero del Turismo della Siria e della Cultura e Informazione dell’Iraq, realizzate a Damasco, Palmyra, Lattakia, Bagdad), Beta S.p.a., S.A.C., Chiesi Farmaceutici; per gallerie quali Niccoli, Consigli, Bertogalli, Galleria della Steccata; enti ed istituzioni come il Museo Archeologico di Parma, la Galleria Nazionale di Parma, il museo Glauco Lombardi, l’Archivio di Stato di Parma, il Comune di Parma, l’Università degli Studi di Parma, Fondazione Magnani Rocca, il Consorzio del Prosciutto di Parma, la Stazione Sperimentale delle Conserve. Ha collaborato con case editrici quali l’Electa di Milano, Utet di Torino, Amilcare Pizzi di Cinisello Balsamo e la Mup Editore di Parma ed inoltre con l’editore Urs Graf Verlag Gmb H fotografando, per le edizioni delle Charta e Latina e Antiquiores, i documenti del IX secolo presso gli Archivi Capitolari e di Stato di Parma, Reggio Emilia, Modena, Piacenza e Nonantola. Dalla sua prima foto comparsa su “Parma nel Mondo”, nel 1962, ha collaborato con servizi ed immagini a diverse riviste, tra le quali “FMR”, “Archeo” e “Bell’Italia”. Nel corso degli anni è stato affiancato dalla professionalità della nipote Bianca Amoretti, preziosa assistente ed attento occhio critico capace di coadiuvare un impegnativo lavoro quotidiano.
All’inaugurazione interverrà il Dott. Paolo Barbaro (responsabile del settore fotografia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma). La mostra sarà aperta al pubblico fino al 7 dicembre 2012. L’ingresso è libero.
La mostra sarà, inoltre, accompagnata da un catalogo, edito Nuova Editrice Berti (Piacenza), che, oltre a riprodurre le opere esposte, propone alcune riletture e saggi critici a cura di Andrea Tinterri, Paolo Barbaro, Federica Pasqualetti.
«Perché proporre una mostra di un fotografo, con una lunga carriera alle spalle, interrogandoci non solo sul suo (conosciuto) lavoro professionale ma anche (soprattutto) su immagini legate ad un’esperienza personale come quella del viaggio? Le possibilità di risposta sono diverse. Innanzitutto c’era la volontà critica di giustificare alcune scelte iconografiche, sviluppate nel corso di alcuni viaggi, alla luce di un percorso professionale che ha visto la collaborazione con importanti architetti (basterà ricordare Guido Canali e Franco Carpanelli), critici d’arte (ricordiamo Arturo Carlo Quintavalle, Marzio Dall’Acqua e Roberto Tassi), collezionisti (Luigi Magnani), individuando, dunque, un passaggio ragionato, spesso ironico, tra una cultura acquisita quotidianamente “sul campo” e un “appunto di viaggio”, che non esclude l’eventualità del caso ma che non si limita ad esso. Ci troviamo di fronte ad un continuo rimbalzo per raccontare, in una sintesi di circa settanta immagini (sparse in un arco temporale che va dal 1969 al 2009), il percorso di Giovanni Amoretti fotografo, in una sorta di continuità tra lavoro e spazio privato (agile curiosità); per mettere in luce la sua quotidiana abitudine alla narrazione attraverso l’obiettivo, dalla prima Vest Pocket Kodak Special al recente passaggio al digitale. Giovanni Amoretti è uno di quei fotografi che non abbandona mai “il mezzo” dopo il lavoro, ma lo conserva come possibile interfaccia tra la propria capacità di sintesi e un ipotetico diario giornaliero: un matrimonio, un viaggio (a piedi, in moto, guardando dal finestrino di un aereo), un ragno fosforescente trovato in cortile appena fuori dalla porta di casa. La fotografia diventa, perciò, una scrittura continua, un linguaggio con cui comunicare non solamente in campo professionale ma anche nel proprio quotidiano, in una sistematica riflessione sul territorio da delimitare, collocare, concentrare in uno spettro visivo quadrato o rettangolare che sia. Il progetto espositivo vuole, quindi, mettere in luce una continuità fotografica ma soprattutto un’abitudine al mezzo di ripresa, una collaborazione costante: non solamente con macchine professionali ma anche con una semplice compatta, più agile, meno pesante e meno invasiva, ma pur sempre occhio critico per qualsiasi evenienza.»
GIOVANNI AMORETTI - NOTA BIOGRAFICA
Giovanni Amoretti è nato a Parma il 24 settembre 1934, nello stesso giorno in cui nacque Maria Pia di Savoia, per cui la coincidenza fu premiata con quattrocento lire ed una medaglietta. “Gli unici soldi – dichiara oggi – che ho guadagnato senza lavorare”. Ha iniziato giovanissimo un duro apprendistato nello studio fotografico del padre Armando. Il fratello maggiore d’età Mario, morto nel 1967, a sua volta, lo spronò ad esperimentare una scuola pratica che andava dalla “scopa alla Leica”. Rimasto solo, si è venuto specializzando come fotografo d’arte, grazie ad alcuni incontri fondamentali: primo fra tutti quello con Arturo Carlo Quintavalle, Marzio dall’Acqua, con Igino Consigli e Giuseppe Niccoli, Pietro Cascella e Guido Canali. Molti anche i lavori fotografici per la pubblicità, per le aziende, per le case editrici e per gli enti pubblici. Tra i committenti ricordiamo: banche come la Cassa di Risparmio, la Banca del Monte di Parma, la Banca Emiliana, il Banco di San Paolo, il Piccolo Credito Valtellinese; agenzie di pubblicità come la TPA, Opus Proclama; ditte come Vettori & Manghi, Barilla S.p.a., F.M.C. Food Machinery Corporation, Salvarani, Casaccio & Luppi, Manzini, Tecnindustria, Austin Italia, Pompe Robuschi, Aran (con una serie di foto per il ministero del Turismo della Siria e della Cultura e Informazione dell’Iraq, realizzate a Damasco, Palmyra, Lattakia, Bagdad), Beta S.p.a., S.A.C., Chiesi Farmaceutici; per gallerie quali Niccoli, Consigli, Bertogalli, Galleria della Steccata; enti ed istituzioni come il Museo Archeologico di Parma, la Galleria Nazionale di Parma, il museo Glauco Lombardi, l’Archivio di Stato di Parma, il Comune di Parma, l’Università degli Studi di Parma, Fondazione Magnani Rocca, il Consorzio del Prosciutto di Parma, la Stazione Sperimentale delle Conserve. Ha collaborato con case editrici quali l’Electa di Milano, Utet di Torino, Amilcare Pizzi di Cinisello Balsamo e la Mup Editore di Parma ed inoltre con l’editore Urs Graf Verlag Gmb H fotografando, per le edizioni delle Charta e Latina e Antiquiores, i documenti del IX secolo presso gli Archivi Capitolari e di Stato di Parma, Reggio Emilia, Modena, Piacenza e Nonantola. Dalla sua prima foto comparsa su “Parma nel Mondo”, nel 1962, ha collaborato con servizi ed immagini a diverse riviste, tra le quali “FMR”, “Archeo” e “Bell’Italia”. Nel corso degli anni è stato affiancato dalla professionalità della nipote Bianca Amoretti, preziosa assistente ed attento occhio critico capace di coadiuvare un impegnativo lavoro quotidiano.
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