Luiso Sturla. Rassegna
Dal 10 Novembre 2012 al 09 Dicembre 2012
Parma
Luogo: Palazzo della Pilotta
Indirizzo: piazzale Bodoni 5
Orari: da martedì a domenica 10-19
Telefono per informazioni: +39 0521 033652/ 235825
Sito ufficiale: http://www.gallerianazionaleparma.it
Si apre al Salone delle Scuderie in Pilotta il giorno 10 novembre alle ore 17 e fino al 9 dicembre 2012 una grande rassegna dell'intera ricerca di Luiso Sturla (Chiavari 1930). Il catalogo, edito da Skira, che riproduce l'insieme delle opere donate al CSAC , 42 dipinti e 68 disegni, viene introdotto da un saggio di Ivo Iori; le schede delle opere sono di Marina Travagliati.
Luiso Sturla ha 82 anni ed è una delle poche figure di protagonisti sulla scena pittorica che ancora tiene viva la grande civiltà della pittura informale, di quella pittura che Arcangeli definiva degli "ultimi naturalisti" e che Roberto Tassi evocava, insieme a pochi altri, come un momento determinante della nostra ricerca artistica. Sturla ha alle spalle una lunga storia che qui in mostra si ripercorre felicemente attraverso 42 dipinti e 68 disegni. Una storia che vede il pittore legarsi, dopo gli inizi figurativi, al Movimento Arte Concreta, di cui si vedranno in mostra alcune importanti quanto rarissime prove, per poi avviarsi verso una nuova ricerca maturata anche in un lungo soggiorno negli Stati Uniti (1960/62) dove dialoga con l'Action Painting e scopre quindi una dimensione differente del discorso pittorico, una grande libertà compositiva. Il ritorno in Italia gli propone esperienze diverse, quelle di Renato Birolli e delle sue immagini delle Cinque Terre e il fascino del ciclo degli Incendi, ma anche la novità dei pastelli a cera e della invenzione costante sui luoghi e su un medesimo tema di Ennio Morlotti che diventerà, dopo le tensioni dei paesaggi lombardi, ricerca sulle rocce, il cielo, il mare della Liguria. La ricerca di Sturla è comunque diversa, lentamente egli lascia ai margini la rappresentazione del vero per una ricerca che sublima le forme, che le rende trasparenti, incerte, vibranti. In questa direzione il dialogo con un amico scomparso, ligure pure lui, appare importante: è Pier Luigi Lavagnino, che fa della meditazione, della durata, della stratificazione della pittura uno dei punti di forza della sua arte. Sturla e Lavagnino hanno avuto a Milano lo studio in comune nei primi anni cinquanta e allora, e ancora in seguito, gli scambi sono evidenti; poi i due artisti prenderanno strade diverse, Lavagnino con immagini più sognate e distanti, Sturla evocando ancora le sperimentazioni del suo soggiorno americano con particolari attenzioni anche alla ricerca di Mark Rothko.
In mostra oltre ai dipinti, sempre di qualità molto alta, si propongono anche importanti disegni, alcuni rarissimi, riportati in Italia dopo il soggiorno negli Stati Uniti, mentre i dipinti di quel periodo sono tutti rimasti negli USA. Nei disegni si legge a volte la prima fase della ricerca di Sturla che muove sempre da un dialogo col naturale e che nei dipinti in genere si fa diversa, diventa stratificarsi di forme, sovrapporsi di memorie. Come nel caso delle lettere, dei frammenti trovati che vengono integrati, inclusi e quindi ripensati dalla pittura, dunque un dipingere che è "scrittura", come le lettere, i frammenti ancora leggibili sulla tela. E poi i titoli: chi legge i titoli delle opere di Sturla scopre memorie di luoghi e di spazi precisi, ma poi l'opera è sempre una trasformazione, un modo per rendere non più riconoscibile il fiume che scorre sotto casa, il bosco o il profilo dei monti, il cielo o lo spazio di un abitato. Insomma Sturla è un pittore della memoria e i tioli sono una suggestione proprio per riscoprire, collegare un punto di partenza lontano con l'invenzione innovatrice del dipinto. Un artista dunque di grande interesse e per il quale la critica, sempre attenta alla sua ricerca, ancora negli ultimi anni ha mostrata una rinnovata attenzione.
Luiso Sturla ha 82 anni ed è una delle poche figure di protagonisti sulla scena pittorica che ancora tiene viva la grande civiltà della pittura informale, di quella pittura che Arcangeli definiva degli "ultimi naturalisti" e che Roberto Tassi evocava, insieme a pochi altri, come un momento determinante della nostra ricerca artistica. Sturla ha alle spalle una lunga storia che qui in mostra si ripercorre felicemente attraverso 42 dipinti e 68 disegni. Una storia che vede il pittore legarsi, dopo gli inizi figurativi, al Movimento Arte Concreta, di cui si vedranno in mostra alcune importanti quanto rarissime prove, per poi avviarsi verso una nuova ricerca maturata anche in un lungo soggiorno negli Stati Uniti (1960/62) dove dialoga con l'Action Painting e scopre quindi una dimensione differente del discorso pittorico, una grande libertà compositiva. Il ritorno in Italia gli propone esperienze diverse, quelle di Renato Birolli e delle sue immagini delle Cinque Terre e il fascino del ciclo degli Incendi, ma anche la novità dei pastelli a cera e della invenzione costante sui luoghi e su un medesimo tema di Ennio Morlotti che diventerà, dopo le tensioni dei paesaggi lombardi, ricerca sulle rocce, il cielo, il mare della Liguria. La ricerca di Sturla è comunque diversa, lentamente egli lascia ai margini la rappresentazione del vero per una ricerca che sublima le forme, che le rende trasparenti, incerte, vibranti. In questa direzione il dialogo con un amico scomparso, ligure pure lui, appare importante: è Pier Luigi Lavagnino, che fa della meditazione, della durata, della stratificazione della pittura uno dei punti di forza della sua arte. Sturla e Lavagnino hanno avuto a Milano lo studio in comune nei primi anni cinquanta e allora, e ancora in seguito, gli scambi sono evidenti; poi i due artisti prenderanno strade diverse, Lavagnino con immagini più sognate e distanti, Sturla evocando ancora le sperimentazioni del suo soggiorno americano con particolari attenzioni anche alla ricerca di Mark Rothko.
In mostra oltre ai dipinti, sempre di qualità molto alta, si propongono anche importanti disegni, alcuni rarissimi, riportati in Italia dopo il soggiorno negli Stati Uniti, mentre i dipinti di quel periodo sono tutti rimasti negli USA. Nei disegni si legge a volte la prima fase della ricerca di Sturla che muove sempre da un dialogo col naturale e che nei dipinti in genere si fa diversa, diventa stratificarsi di forme, sovrapporsi di memorie. Come nel caso delle lettere, dei frammenti trovati che vengono integrati, inclusi e quindi ripensati dalla pittura, dunque un dipingere che è "scrittura", come le lettere, i frammenti ancora leggibili sulla tela. E poi i titoli: chi legge i titoli delle opere di Sturla scopre memorie di luoghi e di spazi precisi, ma poi l'opera è sempre una trasformazione, un modo per rendere non più riconoscibile il fiume che scorre sotto casa, il bosco o il profilo dei monti, il cielo o lo spazio di un abitato. Insomma Sturla è un pittore della memoria e i tioli sono una suggestione proprio per riscoprire, collegare un punto di partenza lontano con l'invenzione innovatrice del dipinto. Un artista dunque di grande interesse e per il quale la critica, sempre attenta alla sua ricerca, ancora negli ultimi anni ha mostrata una rinnovata attenzione.
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