Paolo Bottioni e Claudio Barabaschi. Forma e colore. Incontri e Dissoluzioni
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Paolo Bottioni, Estate in collina, 90x70, olio su tela
Dal 07 Novembre 2015 al 19 Novembre 2015
Parma
Luogo: Galleria S. Andrea
Indirizzo: via Cavestro 6
Orari: da martedì a sabato 10-12 / 16-19; domenica 16-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0521 228136
E-Mail info: info@ucai-parma.it
Un dialogo tra scultura e pittura astratta sarà il centro della mostra “a due voci” che aprirà sabato 7 novembre alla Galleria S. Andrea a Parma.
Claudio Barabaschi scultore di origine piacentine presenterà un' accurata selezione delle sue ultime sculture in metallo e arenaria. Come Marzio Dall'Acqua ha descritto in occasione di una mostra nel 2013
“Barabaschi ama la materia, la soppesa, la sceglie, la scopre, la fa partecipare alla creazione delle sue opere, senza per questo dare ad essa il posto principale, ma usandola come un richiamo, una citazione del mondo terragno, di ciò che tempi incalcolabili hanno tratto dal mare scomparso per farne arenaria che ha la tattilità e le cromie di quella delle sue colline originarie di Castell’Arquato, quell’impasto di animali fossilizzati e minerali che già aveva suggerito a Leonardo da Vinci l’idea che fossero resti di antichissimi mari prosciugati».
Paolo Bottioni pittore parmigiano avvolgerà le sculture collocate al centro dello spazio espositivo con i colori dei suoi dipinti astratti di grandi dimensioni. Come lo stesso artista spiega in una intervista di Antonella Iozzo del 2013
“...la mia pittura nasce dal mio spirito, il dato iniziale è frutto della memoria poi però l’immagine si costruisce nel corso della sua trascrizione pittorica, molte volte il pensato richiede nuovi rapporti, quasi a volersi chiarire e rendersi più esplicito. Le scale di colore e il risultato ottenuto possono muovere nuove emozioni e richiedere nuovi rapporti o variazioni di struttura sulla tela, l’impulso iniziale viene quindi completato in corso d’opera da nuovi impulsi. L’idea si completa lungo il suo farsi. In questa trascrizione sono i colori, le strutture, le scansioni di colore che creano il ritmo dell’intera opera, l’opera si completa quando il sentimento ( il colore ) viene espresso in modo completo. Solo allora l’opera, con i suoi accordi o contrasti, esprime una parte dei ricordi e si completa con nuove sensazioni e emozioni.”
Claudio Barabaschi scultore di origine piacentine presenterà un' accurata selezione delle sue ultime sculture in metallo e arenaria. Come Marzio Dall'Acqua ha descritto in occasione di una mostra nel 2013
“Barabaschi ama la materia, la soppesa, la sceglie, la scopre, la fa partecipare alla creazione delle sue opere, senza per questo dare ad essa il posto principale, ma usandola come un richiamo, una citazione del mondo terragno, di ciò che tempi incalcolabili hanno tratto dal mare scomparso per farne arenaria che ha la tattilità e le cromie di quella delle sue colline originarie di Castell’Arquato, quell’impasto di animali fossilizzati e minerali che già aveva suggerito a Leonardo da Vinci l’idea che fossero resti di antichissimi mari prosciugati».
Paolo Bottioni pittore parmigiano avvolgerà le sculture collocate al centro dello spazio espositivo con i colori dei suoi dipinti astratti di grandi dimensioni. Come lo stesso artista spiega in una intervista di Antonella Iozzo del 2013
“...la mia pittura nasce dal mio spirito, il dato iniziale è frutto della memoria poi però l’immagine si costruisce nel corso della sua trascrizione pittorica, molte volte il pensato richiede nuovi rapporti, quasi a volersi chiarire e rendersi più esplicito. Le scale di colore e il risultato ottenuto possono muovere nuove emozioni e richiedere nuovi rapporti o variazioni di struttura sulla tela, l’impulso iniziale viene quindi completato in corso d’opera da nuovi impulsi. L’idea si completa lungo il suo farsi. In questa trascrizione sono i colori, le strutture, le scansioni di colore che creano il ritmo dell’intera opera, l’opera si completa quando il sentimento ( il colore ) viene espresso in modo completo. Solo allora l’opera, con i suoi accordi o contrasti, esprime una parte dei ricordi e si completa con nuove sensazioni e emozioni.”
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