Federica Di Carlo. Riflessione diffusa

Federica Di Carlo, Ogni cosa è illuminata, 2014
Dal 28 Settembre 2014 al 25 Ottobre 2014
Trevi | Perugia
Luogo: Palazzo Lucarini Contemporary
Indirizzo: via Beato Placido Riccardi
Orari: da giovedì a domenica 15.30-18.30
Curatori: Carla Capodimonti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0742 381021
E-Mail info: info@palazzolucarini.it
Sito ufficiale: http://www.palazzolucarini.it
Dopo le prime dieci mostre che hanno visto come protagonisti Diego Petroso, Diego Miguel Mirabella e Mauro Vitturini, cloro cloro cloro & lelimane, Melissa Giacchi, Francesco Ciavaglioli, Nicole Voltan, Amedeo Abello e Cinzia Delnevo, Lara Pacilio, Aurélien Mauplot, (Come) Achille, prosegue la programmazione di Galleria Cinica, progetto ideato da Maurizio Coccia e Mara Predicatori per Palazzo Lucarini Contemporary (Trevi, PG) – ex Flash Art Museum, con la personale di Federica Di Carlo dal titolo Riflessione diffusa, a cura di Carla Capodimonti.
Per l’occasione Federica Di Carlo propone due lavori dalla serie “Ogni cosa è illuminata”, sviluppata nel corso degli ultimi mesi, nella quale alcuni fenomeni naturali vengono esaminati dall’artista in chiave emozionale mettendo in evidenza i limiti visivi dell’uomo.
In tal senso, l'arcobaleno, da sempre rappresentato come simbolo divino e immagine primordiale contenuta nell’inconscio collettivo, diviene un confine visibile ma allo stesso tempo inafferrabile.
Contemporaneamente, la luce, altra protagonista del lavoro, svela
L’artista dimostra il suo forte interesse nell’esplorare il cambiamento, nel visualizzare il punto di vista umano che palesa la dualità di ogni cosa. L’unitarietà originaria della natura viene dichiarata per mezzo della frammentarietà del mondo, condizione visiva e confine imprescindibile per ogni individuo.
Federica Di Carlo (classe ’84), ha studiato presso le Accademie di belle arti di Roma, Bologna e Barcellona. Lavora da tempo sul concetto di dislocazione dell'identità umana in rapporto all’idea di confine, in maniera trasversale e utilizzando diversi mezzi: disegno, installazione, scultura, suoni, performance e video.
I limiti mentali, fisici, immaginari, diventano per l’artista stimoli e metafore tramite le quali costruire un discorso. Lavori sospesi che conservano simboli provenienti da una approfondita ricerca storico-culturale, capaci di riferirsi direttamente alla memoria ancestrale dello spettatore. La dualità è una caratteristica ricorrente degli elementi utilizzati; la vita e la morte, il sonno e la veglia, si relazionano sempre con momenti, aree, e luoghi di transizione. Continuamente ricorrente nella sua indagine è il rapporto con l'elemento della luce: primo confine visibile-invisibile che passa attraverso di noi.
Tra le ultime mostre personali e collettive: Jump Across the Universe©, Sala Santa Rita, con il patrocinio di Roma Capitale; I Saltatori, Museo di San Salvatore in Lauro; Art is Real, una collezione impermanente, Palazzo Pasquino; Bang, Video art Festival, Centre d'Art Santa Monica, Barcellona.
Per l’occasione Federica Di Carlo propone due lavori dalla serie “Ogni cosa è illuminata”, sviluppata nel corso degli ultimi mesi, nella quale alcuni fenomeni naturali vengono esaminati dall’artista in chiave emozionale mettendo in evidenza i limiti visivi dell’uomo.
In tal senso, l'arcobaleno, da sempre rappresentato come simbolo divino e immagine primordiale contenuta nell’inconscio collettivo, diviene un confine visibile ma allo stesso tempo inafferrabile.
Contemporaneamente, la luce, altra protagonista del lavoro, svela
L’artista dimostra il suo forte interesse nell’esplorare il cambiamento, nel visualizzare il punto di vista umano che palesa la dualità di ogni cosa. L’unitarietà originaria della natura viene dichiarata per mezzo della frammentarietà del mondo, condizione visiva e confine imprescindibile per ogni individuo.
Federica Di Carlo (classe ’84), ha studiato presso le Accademie di belle arti di Roma, Bologna e Barcellona. Lavora da tempo sul concetto di dislocazione dell'identità umana in rapporto all’idea di confine, in maniera trasversale e utilizzando diversi mezzi: disegno, installazione, scultura, suoni, performance e video.
I limiti mentali, fisici, immaginari, diventano per l’artista stimoli e metafore tramite le quali costruire un discorso. Lavori sospesi che conservano simboli provenienti da una approfondita ricerca storico-culturale, capaci di riferirsi direttamente alla memoria ancestrale dello spettatore. La dualità è una caratteristica ricorrente degli elementi utilizzati; la vita e la morte, il sonno e la veglia, si relazionano sempre con momenti, aree, e luoghi di transizione. Continuamente ricorrente nella sua indagine è il rapporto con l'elemento della luce: primo confine visibile-invisibile che passa attraverso di noi.
Tra le ultime mostre personali e collettive: Jump Across the Universe©, Sala Santa Rita, con il patrocinio di Roma Capitale; I Saltatori, Museo di San Salvatore in Lauro; Art is Real, una collezione impermanente, Palazzo Pasquino; Bang, Video art Festival, Centre d'Art Santa Monica, Barcellona.
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