Pietro Melandri, il maestro del lustro riscoperto in Umbria

Pietro Melandri, 'Lavoro' interno della Cappella Spagnoli a Perugia, 1937

 

Dal 10 Novembre 2012 al 06 Gennaio 2013

Torgiano | Perugia

Luogo: Palazzo Malizia

Indirizzo: piazza Della Repubblica 10

Orari: da lunedì a venerdì 9-13 / 15-18.30; sabato e domenica pomeriggio su appuntamento

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 075 9886020

E-Mail info: info@stradadeivinidelcantico.it


Sabato 10 novembre 2012, alle ore 17, a Torgiano (PG), in Piazza Malizia, si terrà la cerimonia d’inaugurazione della mostra “Pietro Melandri, il maestro del lustro riscoperto in Umbria”, uno tra i maggiori ceramisti italiani del '900. L’esposizione, a cura di Antonella Pesola, è ospitata a Palazzo Malizia.

L’iniziativa è nell’ambito della terza edizione di “Versando Torgiano”, il contenitore culturale, organizzato dal Comune di Torgiano che, attraverso una serie di eventi, “celebra” l’olio e il vino, eccellenze del suo territorio, nei primi due fine settimana di novembre.
Il programma comprende mostre d’arte ceramica, di fotografia, musica, laboratori didattici, incontri, mostra mercato dei prodotti tipici e artigianali, degustazioni, cene in taverna e corteo medievale. Il primo week end (9 – 10 - 11 novembre) è dedicato al vino; il secondo, (16 – 17 - 18 novembre) all’olio d’oliva. 
Le mostre dell’edizione 2013, dedicate all’arte della ceramica, antica tradizione artigiana torgianese, sono le seguenti: “Pietro Melandri”, “Vaselle d'Autore per il vino novello” e “Ampolliere di Giovani Artisti per l’Olio Nuovo”.    

La mostra dedicata all’artista faentino Pietro Melandri
, uno dei maggiori esponenti della ceramica del XX secolo, fra i più amati dai collezionisti e dai cultori delle arti decorative, è suddivisa in tre tematiche, mitologia, natura e fede e presenta 40 opere della prima metà del '900 di collezioni private, alcune inedite e molte appartenenti alla storica collezione di Giovanni Bolognesi (1886-1970), avvocato faentino che esercitava la professione a Milano

Le maioliche in mostra (dagli anni ’20 agli anni ’60), fanno parte della fase in cui, raggiunta la piena maturità tecnica, Melandri riuscì ad esprimere nel modo più efficace la sua vena artistica. La ricerca di nuove espressioni, l’uso magistrale dei colori e dei volumi, tanto da potersi definire sculture in maiolica, lo sviluppo di temi suggeriti da una profonda fede e da un attento amore per la natura, fanno delle opere di Melandri un caleidoscopio di sensazioni ed emozioni che colpiscono non solo l’intenditore, ma anche l’appassionato che le “sente” anche con il cuore.  
Melandri ha dimostrato di sapersi rinnovare sempre, anche a tarda età. Ha avuto fantasia, curiosità, stimoli e voglia di scoprire cose nuove, di “imparare” sempre. La sua opera non è riducibile a tipologie e stili perché sarebbero infiniti: dal liberty, al déco, al neoprimitivismo.

L’artista ha lasciato un’importante testimonianza a Perugia: la decorazione dei pannelli ad altorilievo della Cappella funeraria di Luisa Spagnoli in zona Santa Lucia, costruita nel 1937. Con l’occasione verranno mostrate delle riproduzioni, che ricostruiscono l’impianto decorativo delle maioliche raffiguranti, oltre ad angeli e simboli sacri, le varie fasi della lavorazione tessile, con i conigli, la filatura e la tessitura della lana d’Angora. 

PIETRO MELANDRI, nato a Faenza nel 1885 e morto nel 1976, è da annoverare fra i più grandi ceramisti del ‘900.
Fra il 1897 ed il 1905 è apprendista presso la fabbrica dei Fratelli Minardi, frequenta le lezioni serali di Antonio Berti alla Scuola di Arti e mestieri. E’ poi tra i componenti del prestigioso cenacolo baccariniano che, agli inizi del secolo scorso in clima Liberty, produce opere che si pongono a fianco dei più importanti risultati della scultura italiana ed europea. 
Si trasferisce a Milano dove lavora come decoratore e frequenta i corsi serali di scenografia all’Accademia di Brera. Pur mantenendo vivo l’amore per la ceramica, lavora anche a come pittore dove è influenzato da Fontanesi e Previati.
Dopo un periodo di prigionia in Ungheria durante la Prima guerra mondiale, ha modo di conoscere la Secessione viennese; tornato a Faenza collabora prima con Paolo Zoli, fino al 1921, poi con Francesco Nonni, di cui maiolica alcune opere plastiche.

Si lega poi con Focaccia industriale e mecenate di Ravenna, fondando e dirigendo la Focaccia & Melandri. E’ in questo periodo che matura la tecnica delle riflessature a lustri, seguita dalle più moderne patinature degli acidi, che gli consente di realizzare straordinari pezzi. 

Partecipa con successo alle Triennali di Milano (dal 1933 in poi) e all’Esposizione Universale di Parigi con il grande pannello rappresentante Perseo. Nel 1931 è impegnato nel restauro della Rocca delle Caminate a Forlì su incarico di Benito Mussolini. E’ di quegli anni la conoscenza e l’inizio della collaborazione con l’architetto Gio Ponti, il primo che lo giudica un vero artista perché “la sua evoluzione non è stata tanto tematica, quanto estetica, con opere sempre più godibili.” 

Il definitivo riconoscimento di Melandri come artista arriva nel 1937 quando vince il Gran Premio Ufficiale per la Scultura alla mostra di Arti Decorative di Parigi con il grande pannello raffigurante Perseo e Medusa. Ottiene un vasto riconoscimento e consenso anche in patria e in particolare vince le prime due edizioni del Concorso nazionale della ceramica d’arte, organizzato nella sua Faenza da Gaetano Ballardini.
 
Agli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, risale la decorazione del cinema Apollo a Bologna. Melandri riprende la sua attività intensificando la collaborazione con gli architetti Gio Ponti e Melchiorre Bega e producendo lavori monumentali per edifici e esercizi pubblici, ville, alberghi, banche, negozi, esegue anche immagini sacre per istituti religiosi. Nel 1954 partecipa alla X Triennale di Milano con una personale e nel 1959, realizza con l’architetto Mazzanti il famoso pannello per il bar dell’albergo Roma a Bologna composto di 250 pezzi.

In occasione della mostra, verrà diffuso un catalogo a colori di 32 pagine, edito dal Comune di Torgiano con un saggio della curatrice Antonella Pesola e la prefazione di Franco Cocchi.



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