Trenta capolavori della collezione Credem, l’importanza della pittura di figura nella grande arte tra il ‘500 e il ‘700
Dal 04 Ottobre 2014 al 04 Ottobre 2014
Reggio nell'Emilia | Reggio Emilia
Luogo: Palazzo Spalletti Trivelli
Indirizzo: via Emilia S. Pietro 4
Orari: 9-19
Telefono per informazioni: +39 0522 582075 / 02 77426202
E-Mail info: rel@credem.it
Sito ufficiale: http://www.credem.it
Credem, nel confermare la forte attenzione che da sempre rivolge all’arte, ha aderito per il tredicesimo anno consecutivo all’iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana “Invito a Palazzo”, che permette di visitare gratuitamente il patrimonio artistico e storico delle più belle sedi bancarie italiane.
Palazzo Spalletti Trivelli, in via Emilia San Pietro 4, sede del Credem, rimarrà aperto sabato 4 ottobredalle ore 9 alle ore 19. I visitatori saranno divisi in gruppi di circa 30 persone e potranno apprezzare la storia del palazzo e le numerose opere d’arte parte delle collezioni della banca grazie al commento a cura di Franco Bonvicini, Antonio Brighi, Odette D’Albo, Aurora Marzi, Filippo Silvestro e Alessandra Tellurio.
Per gli amanti dell’arte antica sarà di particolare interesse l’approfondimento dedicato alla pittura di figura, legata strettamente al disegno visto come strumento fondamentale per l’ideazione del dipinto. Per ogni opera sarà infatti evidenziato un particolare che permetterà di comprendere lo studio dedicato dai pittori ad alcuni dettagli fondamentali, quali quelli anatomici, come mani, piedi, visi e ai panneggi. Nel caso della Sibilla Cimmeria del Guercino si ricorderà che dai disegni del maestro, vera scuola per numerose generazioni di artisti e molto ricercati dai collezionisti a livello internazionale, vennero tratte 22 incisioni, pubblicate nel 1619 in una raccolta intitolata I principi del disegno,che ottenne un successo tale da essere replicata anche a Reggio Emilia dall’incisore Bernardino Curti, pochi anni dopo la prima edizione. Il fascino e la complessità di questi capolavori, realizzati, tra gli altri, da Guido Reni, Camillo Procaccini, Giovanni Lanfranco, Lorenzo Costa, Francesco Francia e Giuseppe Maria Crespi, sono stati esaurientemente approfonditi in un apposito saggio dedicato a queste opere, che arricchiscono la collezione della banca e la cultura cittadina.
Nel piano interrato di Palazzo Spalletti Trivelli si conservano le rovine romane di Regium Lepidi, antico nome della nostra città, databili dal I al VI secolo d. C.. Scoperto negli anni ottanta del secolo scorso, il sito archeologico del Credem - sino ad ora l’unico visitabile a Reggio Emilia- permette di accedere al cuore della città romana, la piazza del Foro. Sono infatti visibili i resti di un grande edificio pubblico, la Basilica, e di un’altra imponente costruzione, che corrisponde molto probabilmente al Tempio, risalenti entrambi al I sec. d. C.
Le sale dell’antico palazzo nobiliare, appartenuto ai conti Guicciardi nel ‘600 e, dal 1830, ai conti Spalletti Trivelli, sono decorate secondo il gusto neoclassico con numerose scene tratte dalla mitologia greca e romana. Di impatto spettacolare sono gli ambienti completamente decorati a trompe-l’oeil con fastosi tendaggi e sovrapporte allegoriche dedicate alla musica, all’astronomia, alla letteratura, all’agricoltura ed alla caccia. La sala delle feste, alta dieci metri, evidenzia lo stretto rapporto della decorazione a trompe-l’oeil con la tradizione della scenografia, di grande importanza nella nostra regione per la presenza di numerosi teatri.
All’interno delle sale del palazzo sono conservate due importanti collezioni: la prima è una rarissima raccolta d’arte orientale, con oggetti provenienti da Cina, India, Cambogia, Birmania, Mongolia e Giappone, che coprono un ampio arco temporale, dal 2000 a.C. al XIX secolo, tra i quali preziosi vasi e oggetti in porcellana, bronzi dorati, smalti cloisonné e antiche statue in terracotta.
La seconda è una collezione di pittura antica del ‘500, del ‘600 e del ‘700, nella quale si possono ammirare dipinti degli artisti più importanti attivi nella nostra città e in Emilia, con capolavori, tra gli altri, di Francesco Francia, Lorenzo Costa, Denis Calvaert, Guido Reni, Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, Camillo Procaccini, Alessandro Tiarini, Giovanni Lanfranco, Luca Ferrari da Reggio, Leonello Spada, Giuseppe Maria Crespi, Marcantonio Franceschini, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, Felice Boselli e Cristoforo Munari.
Palazzo Spalletti Trivelli, in via Emilia San Pietro 4, sede del Credem, rimarrà aperto sabato 4 ottobredalle ore 9 alle ore 19. I visitatori saranno divisi in gruppi di circa 30 persone e potranno apprezzare la storia del palazzo e le numerose opere d’arte parte delle collezioni della banca grazie al commento a cura di Franco Bonvicini, Antonio Brighi, Odette D’Albo, Aurora Marzi, Filippo Silvestro e Alessandra Tellurio.
Per gli amanti dell’arte antica sarà di particolare interesse l’approfondimento dedicato alla pittura di figura, legata strettamente al disegno visto come strumento fondamentale per l’ideazione del dipinto. Per ogni opera sarà infatti evidenziato un particolare che permetterà di comprendere lo studio dedicato dai pittori ad alcuni dettagli fondamentali, quali quelli anatomici, come mani, piedi, visi e ai panneggi. Nel caso della Sibilla Cimmeria del Guercino si ricorderà che dai disegni del maestro, vera scuola per numerose generazioni di artisti e molto ricercati dai collezionisti a livello internazionale, vennero tratte 22 incisioni, pubblicate nel 1619 in una raccolta intitolata I principi del disegno,che ottenne un successo tale da essere replicata anche a Reggio Emilia dall’incisore Bernardino Curti, pochi anni dopo la prima edizione. Il fascino e la complessità di questi capolavori, realizzati, tra gli altri, da Guido Reni, Camillo Procaccini, Giovanni Lanfranco, Lorenzo Costa, Francesco Francia e Giuseppe Maria Crespi, sono stati esaurientemente approfonditi in un apposito saggio dedicato a queste opere, che arricchiscono la collezione della banca e la cultura cittadina.
Nel piano interrato di Palazzo Spalletti Trivelli si conservano le rovine romane di Regium Lepidi, antico nome della nostra città, databili dal I al VI secolo d. C.. Scoperto negli anni ottanta del secolo scorso, il sito archeologico del Credem - sino ad ora l’unico visitabile a Reggio Emilia- permette di accedere al cuore della città romana, la piazza del Foro. Sono infatti visibili i resti di un grande edificio pubblico, la Basilica, e di un’altra imponente costruzione, che corrisponde molto probabilmente al Tempio, risalenti entrambi al I sec. d. C.
Le sale dell’antico palazzo nobiliare, appartenuto ai conti Guicciardi nel ‘600 e, dal 1830, ai conti Spalletti Trivelli, sono decorate secondo il gusto neoclassico con numerose scene tratte dalla mitologia greca e romana. Di impatto spettacolare sono gli ambienti completamente decorati a trompe-l’oeil con fastosi tendaggi e sovrapporte allegoriche dedicate alla musica, all’astronomia, alla letteratura, all’agricoltura ed alla caccia. La sala delle feste, alta dieci metri, evidenzia lo stretto rapporto della decorazione a trompe-l’oeil con la tradizione della scenografia, di grande importanza nella nostra regione per la presenza di numerosi teatri.
All’interno delle sale del palazzo sono conservate due importanti collezioni: la prima è una rarissima raccolta d’arte orientale, con oggetti provenienti da Cina, India, Cambogia, Birmania, Mongolia e Giappone, che coprono un ampio arco temporale, dal 2000 a.C. al XIX secolo, tra i quali preziosi vasi e oggetti in porcellana, bronzi dorati, smalti cloisonné e antiche statue in terracotta.
La seconda è una collezione di pittura antica del ‘500, del ‘600 e del ‘700, nella quale si possono ammirare dipinti degli artisti più importanti attivi nella nostra città e in Emilia, con capolavori, tra gli altri, di Francesco Francia, Lorenzo Costa, Denis Calvaert, Guido Reni, Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, Camillo Procaccini, Alessandro Tiarini, Giovanni Lanfranco, Luca Ferrari da Reggio, Leonello Spada, Giuseppe Maria Crespi, Marcantonio Franceschini, Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, Felice Boselli e Cristoforo Munari.
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