Andrea Salvatori. Come un elefante in un negozio di cristalli
Dal 06 Dicembre 2014 al 10 Gennaio 2015
Rimini
Luogo: Bruno Bernardi Lampadari d’antiquariato
Indirizzo: via Dante 13
Orari: 10-12:20 / 16-19:30; chiuso martedì pomeriggio e domenica
Telefono per informazioni: +39 348 2430869
E-Mail info: studiobaffo@gmail.com
Sabato 6 Dicembre alle ore 18, si inaugura la mostra d’arte COME UN ELEFANTE IN UN NEGOZIO DI CRISTALLI dell’artista faentino Andrea Salvatori, preso lo spazio Bruno Bernardi lampadari d’antiquariato, in via Dante 13, a Rimini.
La mostra rimarrà aperta fino al 10 Gennaio 2015 negli orari 10-12:20 e 16-19:30, tutti i giorni ad esclusione del Martedì pomeriggio e della Domenica.
“Dire che l’unico proposito proprio dell’arte è il piacere estetico non è denigrarla, perché l’arte non ha bisogno di alcuna giustificazione al di fuori di sé”.
(Clement Greenberg, 1939)
Credo che questa forma di considerare l’arte sia molto vicina a quella di Salvatori. In fondo che male c’è nel cercare la sua bellezza estetica e godere di questa?
E si puó farlo anche oggi, dopo Greenberg, rivisitando alcuni canoni classici e mischiandoli con simboli mediatici e culturali contemporanei. Quello di Salvatori è un formalismo attento a chi è venuto prima e a chi sta operando ora, all’arte classica, alle avanguardie e al contemporaneo. L’artista colleziona forme, misure e simboli in cattedrali, musei, gallerie e mercatini. Cattura istantanee, le amalgama con linguaggi mitologici, fiabeschi o pubblicitari, ricomponendo il tutto nelle sue sculture.
Collezionare arte così come linguaggi ed esperienze. Collezionare come forma di produzione. La ceramica diventa un mezzo per fotografare, registrare, archiviare la realtà vissuta, sentita e interpretata.
Il pensiero costante nella materia e la ricerca della perfezione nella rappresentazione portano Salvatori a costruire le mini-vicende dei suoi lavori, esercizi raffinati dove l’innocenza e l’ingenuità apparente dei personaggi è solo apparente (da qui il termine tedesco NAIV – ingenuo), trasformandosi in orgoglio e ironica vanità (da qui il termine inglese VAIN – vanitoso).
Quella di Salvatori è un’arte da museo ma anche da comodino. Un kitsch che alla fine deve fare i conti con l’arte alta così come uno scultore deve fare i conti con i grandi maestri. Alla fine un po’ li ridicolizza, ma in fondo li stima. E gli piacciono anche. Se da un lato la tradizione lo annoia, dall’altro non può farne a meno.
Chiara Cardinali
Andrea Salvatori, nasce a Faenza, dove ha ottenuto il diploma di maestro d’Arte all’Istituto per la Ceramica Ballardini, scuola dove ha cominciato a maneggiare la terraglia invetriata quando era ancora un adolescente. Ciò che, però, rende Salvatori interessante è che ha portato le sue conoscenze di ceramista all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si è diplomato in scultura, continuando a coltivare la sua passione per il “ready made” e allargando la sua collezione di pacchiane statuine di porcellana, comprate da lui stesso in mercatini dell’usato dove ama gironzolare. Il suo è un percorso artistico piuttosto originale: Salvatori lavora con le statuine che colleziona modificandole o facendole affiancare da nuovi soggetti. Indubbiamente è l’aspetto kitsch delle sue sculture che colpisce sulle prime; tuttavia, sono la qualità ed i contenuti dei suoi interventi ad incuriosire il visitatore mantenendone vivissima l’attenzione. Le più squisite tecniche dell’artigiano si riconoscono nel modo in cui Salvatori lavora perchè è proprio lì dove la sua esperienza di ceramista si rende indispensabile. L’artista ha infatti deciso di esprimersi rispettando la natura dell’oggetto sul quale o con il quale lavora, obbligando se stesso a riprodurre minuziosamente ogni dettaglio del pezzo originale. Il risultato è sorprendente: è praticamente impossibile distinguere l’originale dall’intervento. Addirittura, si può arrivare a credere che tutta la scultura sia costituita di ready made intelligentemente combinati insieme o che sia nata completamente dalle mani dell’artista. È nei contenuti, però, che la natura scherzosa di Salvatori trova spazio per esprimersi e matura visibilmente. L’obiettivo con il quale l’artista crea non è cambiato: scuotere, sino a capovolgere, le banali storie raccontate da queste statuine. A cambiare e maturare sono, invece, i suoi contenuti resi attraverso una squisita tecnica artigianale al servizio di una grande ironia.
Micaela Cecchinato
Con la mostra di Andrea Salvatori, continua la serie degli eventi artistici organizzati presso il negozio Bruno Bernardi antiquariato, curati da Anna Maria Del Bianco e Stefano Lombardelli ( Curatori Bulgari ).
Il progetto intende invitare gli artisti a rapportarsi con uno spazio non usuale e a collocare le proprie opere non in un luogo neutro ma al contrario in un luogo già colmo di oggetti e di stimoli visivi e a convivere con essi. Ad ogni artista la piena libertà di rispondere all’invito dialogando con lo spazio o mettendosi in contrasto con esso.
Il progetto iniziato nell’Ottobre 2013 ha ospitato fino ad ora le seguenti esposizioni:
“Cose” fotografie di Anna Maria Del Bianco.
“Disegnodorato” disegni di Angelo Borgese.
“Memorabilia” opere di Franco Pozzi.
“Conserva” opere di Giuseppe Tomasello.
“Da regioni di ultima luce” fotografie e disegni di Gloria Salvatori.
“Sequences” opere di Keith Shorrocks.
La mostra rimarrà aperta fino al 10 Gennaio 2015 negli orari 10-12:20 e 16-19:30, tutti i giorni ad esclusione del Martedì pomeriggio e della Domenica.
“Dire che l’unico proposito proprio dell’arte è il piacere estetico non è denigrarla, perché l’arte non ha bisogno di alcuna giustificazione al di fuori di sé”.
(Clement Greenberg, 1939)
Credo che questa forma di considerare l’arte sia molto vicina a quella di Salvatori. In fondo che male c’è nel cercare la sua bellezza estetica e godere di questa?
E si puó farlo anche oggi, dopo Greenberg, rivisitando alcuni canoni classici e mischiandoli con simboli mediatici e culturali contemporanei. Quello di Salvatori è un formalismo attento a chi è venuto prima e a chi sta operando ora, all’arte classica, alle avanguardie e al contemporaneo. L’artista colleziona forme, misure e simboli in cattedrali, musei, gallerie e mercatini. Cattura istantanee, le amalgama con linguaggi mitologici, fiabeschi o pubblicitari, ricomponendo il tutto nelle sue sculture.
Collezionare arte così come linguaggi ed esperienze. Collezionare come forma di produzione. La ceramica diventa un mezzo per fotografare, registrare, archiviare la realtà vissuta, sentita e interpretata.
Il pensiero costante nella materia e la ricerca della perfezione nella rappresentazione portano Salvatori a costruire le mini-vicende dei suoi lavori, esercizi raffinati dove l’innocenza e l’ingenuità apparente dei personaggi è solo apparente (da qui il termine tedesco NAIV – ingenuo), trasformandosi in orgoglio e ironica vanità (da qui il termine inglese VAIN – vanitoso).
Quella di Salvatori è un’arte da museo ma anche da comodino. Un kitsch che alla fine deve fare i conti con l’arte alta così come uno scultore deve fare i conti con i grandi maestri. Alla fine un po’ li ridicolizza, ma in fondo li stima. E gli piacciono anche. Se da un lato la tradizione lo annoia, dall’altro non può farne a meno.
Chiara Cardinali
Andrea Salvatori, nasce a Faenza, dove ha ottenuto il diploma di maestro d’Arte all’Istituto per la Ceramica Ballardini, scuola dove ha cominciato a maneggiare la terraglia invetriata quando era ancora un adolescente. Ciò che, però, rende Salvatori interessante è che ha portato le sue conoscenze di ceramista all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove si è diplomato in scultura, continuando a coltivare la sua passione per il “ready made” e allargando la sua collezione di pacchiane statuine di porcellana, comprate da lui stesso in mercatini dell’usato dove ama gironzolare. Il suo è un percorso artistico piuttosto originale: Salvatori lavora con le statuine che colleziona modificandole o facendole affiancare da nuovi soggetti. Indubbiamente è l’aspetto kitsch delle sue sculture che colpisce sulle prime; tuttavia, sono la qualità ed i contenuti dei suoi interventi ad incuriosire il visitatore mantenendone vivissima l’attenzione. Le più squisite tecniche dell’artigiano si riconoscono nel modo in cui Salvatori lavora perchè è proprio lì dove la sua esperienza di ceramista si rende indispensabile. L’artista ha infatti deciso di esprimersi rispettando la natura dell’oggetto sul quale o con il quale lavora, obbligando se stesso a riprodurre minuziosamente ogni dettaglio del pezzo originale. Il risultato è sorprendente: è praticamente impossibile distinguere l’originale dall’intervento. Addirittura, si può arrivare a credere che tutta la scultura sia costituita di ready made intelligentemente combinati insieme o che sia nata completamente dalle mani dell’artista. È nei contenuti, però, che la natura scherzosa di Salvatori trova spazio per esprimersi e matura visibilmente. L’obiettivo con il quale l’artista crea non è cambiato: scuotere, sino a capovolgere, le banali storie raccontate da queste statuine. A cambiare e maturare sono, invece, i suoi contenuti resi attraverso una squisita tecnica artigianale al servizio di una grande ironia.
Micaela Cecchinato
Con la mostra di Andrea Salvatori, continua la serie degli eventi artistici organizzati presso il negozio Bruno Bernardi antiquariato, curati da Anna Maria Del Bianco e Stefano Lombardelli ( Curatori Bulgari ).
Il progetto intende invitare gli artisti a rapportarsi con uno spazio non usuale e a collocare le proprie opere non in un luogo neutro ma al contrario in un luogo già colmo di oggetti e di stimoli visivi e a convivere con essi. Ad ogni artista la piena libertà di rispondere all’invito dialogando con lo spazio o mettendosi in contrasto con esso.
Il progetto iniziato nell’Ottobre 2013 ha ospitato fino ad ora le seguenti esposizioni:
“Cose” fotografie di Anna Maria Del Bianco.
“Disegnodorato” disegni di Angelo Borgese.
“Memorabilia” opere di Franco Pozzi.
“Conserva” opere di Giuseppe Tomasello.
“Da regioni di ultima luce” fotografie e disegni di Gloria Salvatori.
“Sequences” opere di Keith Shorrocks.
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