CRISTALLINO FESTIVAL #21
Dal 23 Ottobre 2021 al 12 Dicembre 2021
Santarcangelo di Romagna | Rimini
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: Sedi varie
Curatori: ROBERTA BERTOZZI
Telefono per informazioni: +39 389 1999448
E-Mail info: calligraphie@calligraphie.it
Sito ufficiale: http://www.cristallino.org
Una affettiva e imperfetta liaison con il lascito della tradizione popolare: nel suo decimo anno di attività il festival Cristallino si confronta con il territorio dal quale è nato.
Il festival Cristallino per la sua 10^ edizione intreccia un dialogo intensivo con il territorio in cui è nato e cresciuto, la Romagna, facendosi coinvolgere in questa occasione da una mitopoiesi – quella del “ritorno a casa”, a una forma di destino antropologico, al luogo noto – che è tra le più forti (e tra le più ambigue) della lezione occidentale.
Lo fa insediandosi temporaneamente negli spazi di un museo denso di significati culturali ed etnografici, il MET di Santarcangelo di Romagna – un complesso estraneo al linguaggio dell’arte propriamente intesa, un edificio destinato alla conservazione della memoria popolare, dei suoi oggetti così come dei suoi costumi.
A partire da questo passato remoto della nostra vita collettiva si dirama un percorso espositivo e un circuito di eventi che cerca un innesto con questo deposito di manifestazioni storiche e antropologiche, senza alcuna intenzione didascalica o celebrativa, semmai, per contrasto, accentuandone l’assoluta singolarità, la distanza cronologica – la sua strutturale e irredimibile arcaicità.
Sabato 23 ottobre l’inaugurazione del festival con la mostra ALBUM AGRESTE, bi-personale degli artisti Oscar Dominguez e Massimiliano Fabbri: una riflessione estetica intesa a prolungare l’eco materiale e poetica degli oggetti custoditi nel MET.
Abbiamo invitato gli artisti Dominguez e Fabbri ad elaborare per noi un progetto visivo site-specific che, partendo dalle suggestioni degli oggetti raccolti nel MET, fosse indirizzato a suggerirne nuove destinazioni estetiche.
Il percorso, disposto in due location laterali alla sede centrale del museo (lo spazio esterno prospiciente ad esso e l’edificio che raccoglie la collezione dei carri) prosegue questo concept anche dal punto di vista strutturale, come un intervento a margine del nucleo principale, nel pieno rispetto della sua forte matrice identitaria.
I due artisti hanno lavorato, per così dire, sulla soglia, cercando una traduzione formale di tematiche e funzioni che risultano decisamente preminenti negli oggetti della tradizione popolare, isolando di questa alcuni aspetti alla volta di sottolinearne l’incisività.
Il tutto si svolge secondo un doppio binario esecutivo: se Dominguez, con il suo allestimento composto da una grande installazione verticale edificata con canne di fiume, propone una indagine avvinta alla specificità materiale e alla duttilità fisica di questo elemento così fortemente presente nell’uso popolare, Fabbri rielabora un preciso leit motiv della tradizione, le immagini floreali che si trovano come elementi decorativi nelle fiancate dei carri, rivestendo gli stessi con opere pittoriche che ne ramificano la composizione – con carte e tele nelle quali compaiono vegetazioni e nature che alludono in misura estensiva alla dimensione del bosco e del labirinto.
In questa prospettiva il progetto espositivo è interamente versato ad amplificare le possibili letture interpretative dei manufatti presenti nel museo, come lasciti di una coscienza collettiva, allo stesso tempo materiale e immateriale – interpretandoli alla stregua di “bio-oggetti”, tasselli di una più complessa appartenenza culturale.
Roberta Bertozzi
Direttrice Artistica
Inaugurazione sabato 23 ottobre 2021 ore 17
Il festival Cristallino per la sua 10^ edizione intreccia un dialogo intensivo con il territorio in cui è nato e cresciuto, la Romagna, facendosi coinvolgere in questa occasione da una mitopoiesi – quella del “ritorno a casa”, a una forma di destino antropologico, al luogo noto – che è tra le più forti (e tra le più ambigue) della lezione occidentale.
Lo fa insediandosi temporaneamente negli spazi di un museo denso di significati culturali ed etnografici, il MET di Santarcangelo di Romagna – un complesso estraneo al linguaggio dell’arte propriamente intesa, un edificio destinato alla conservazione della memoria popolare, dei suoi oggetti così come dei suoi costumi.
A partire da questo passato remoto della nostra vita collettiva si dirama un percorso espositivo e un circuito di eventi che cerca un innesto con questo deposito di manifestazioni storiche e antropologiche, senza alcuna intenzione didascalica o celebrativa, semmai, per contrasto, accentuandone l’assoluta singolarità, la distanza cronologica – la sua strutturale e irredimibile arcaicità.
Sabato 23 ottobre l’inaugurazione del festival con la mostra ALBUM AGRESTE, bi-personale degli artisti Oscar Dominguez e Massimiliano Fabbri: una riflessione estetica intesa a prolungare l’eco materiale e poetica degli oggetti custoditi nel MET.
Abbiamo invitato gli artisti Dominguez e Fabbri ad elaborare per noi un progetto visivo site-specific che, partendo dalle suggestioni degli oggetti raccolti nel MET, fosse indirizzato a suggerirne nuove destinazioni estetiche.
Il percorso, disposto in due location laterali alla sede centrale del museo (lo spazio esterno prospiciente ad esso e l’edificio che raccoglie la collezione dei carri) prosegue questo concept anche dal punto di vista strutturale, come un intervento a margine del nucleo principale, nel pieno rispetto della sua forte matrice identitaria.
I due artisti hanno lavorato, per così dire, sulla soglia, cercando una traduzione formale di tematiche e funzioni che risultano decisamente preminenti negli oggetti della tradizione popolare, isolando di questa alcuni aspetti alla volta di sottolinearne l’incisività.
Il tutto si svolge secondo un doppio binario esecutivo: se Dominguez, con il suo allestimento composto da una grande installazione verticale edificata con canne di fiume, propone una indagine avvinta alla specificità materiale e alla duttilità fisica di questo elemento così fortemente presente nell’uso popolare, Fabbri rielabora un preciso leit motiv della tradizione, le immagini floreali che si trovano come elementi decorativi nelle fiancate dei carri, rivestendo gli stessi con opere pittoriche che ne ramificano la composizione – con carte e tele nelle quali compaiono vegetazioni e nature che alludono in misura estensiva alla dimensione del bosco e del labirinto.
In questa prospettiva il progetto espositivo è interamente versato ad amplificare le possibili letture interpretative dei manufatti presenti nel museo, come lasciti di una coscienza collettiva, allo stesso tempo materiale e immateriale – interpretandoli alla stregua di “bio-oggetti”, tasselli di una più complessa appartenenza culturale.
Roberta Bertozzi
Direttrice Artistica
Inaugurazione sabato 23 ottobre 2021 ore 17
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