30 minuti d’arte - Barbara Cinelli. Focus su Marino Marini

© Marino Marini by SIAE 2018 | Marino Marini, Danzatrice, 1953 (part.)

 

Dal 10 Gennaio 2019 al 10 Gennaio 2019

Roma

Luogo: Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano

Indirizzo: via E. De Nicola 79

Orari: h 18

Costo del biglietto: La partecipazione all’incontro è subordinata all’acquisto del biglietto di accesso alla mostra. È necessario arrivare 15 minuti prima. Ingresso fino a esaurimento posti. Biglietto intero 12 €, ridotto 10 €. Prenotazione consigliata

E-Mail info: eventi.primitivismo@mondadori.it



Giovedì 10 gennaio, alle ore 18, si tiene il quinto appuntamento del ciclo “30 minuti d’arte”.
Barbara Cinelli, professoressa di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma Tre, fa seguito agli ultimi incontri con i due curatori della rassegna, Francesco Paolo Campione e MariaGrazia Messina, e conduce per l’occasione un focus su Marino Marini e la sua scultura Danzatrice (1953). Partendo da un approfondimento sulla specifica opera, esposta all’interno della mostra Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento, il pubblico osserva e comprendel’irruzione sulla scena artistica mondiale, alla fine dell’Ottocento, delle culture non occidentali.

Il tema della figura femminile in scultura interessa Marino Marini (1901-1980) a partire dalla metà degli anni trenta, quando alcune sue opere in bronzo e gesso dialogano apertamente con i nudi femminili di intonazione classica realizzati da Aristide Maillol sin dai primi del secolo.

Da parte di Marini, il riferimento esplicito all’artista francese esprimeva una scelta culturalmente significativa: le figure robuste e monumentali di Maillol, che nel 1925 era stato salutato come un “primitivoclassico” da Maurice Denis, potevano rappresentare un aiuto necessario a reimpostare l’annoso problemadelle forme astratte, ragionando sulla riduzione dei corpi a forme pure e coniugando la ricerca di volumi pieni e mediterranei al gusto archeologico del recupero dell’antico. [...]

Nella produzione di Marini le danzatrici occupano una cronologia limitata: negli anni dal 1952 al 1954 lo scultore ne eseguì un gruppo di cinque esemplari in gesso dipinto e di numerose versioni in bronzo, tra cuisi situa l’opera in mostra. [...]

Rispetto alle forme salde e immobili delle Pomone, nelle danzatrici Marini semplifica l’anatomia del corpo,fino al limite della forzatura, ottenendo figure tese e dall’energia trattenuta: soluzioni che sembrano volercompetere, non senza una certa carica di ironia, con uno scultore che parimenti in quegli anni si stava confrontando con il tema della danza, Giacomo Manzù. [...]
(Chiara Fabi, estratto dal catalogo della mostra, ed. Electa).
Promossa dal Museo Nazionale Romano, diretto da Daniela Porro, e dal Museo delle Culture di Lugano(MUSEC) con Electa, la mostra resta aperta al pubblico fino al 20 gennaio 2019 e con più di 80 operedenota come il «mondo altro» ha partecipato al rinnovamento dell’arte occidentale. Una serie di appuntamenti con focus di 30 minuti accompagneranno il pubblico tra le cinque aree tematiche, che raggruppano sculture dei maestri del Novecento e capolavori di arte etnica e popolare.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI